Stavo riflettendo, leggendo qui.
Quanto è fortunata AnnaKarenina.
Due uomini che la adorano, disposti a dividerla o comunque ad averla a fasi alterne pur di non perderla.
Uno da amare con la testa
Uno da amare con la pancia
Nessun noioso obbligo come il lavoro, tutto il tempo che vuole per godersi la gioia della maternità.
Nessun patema per il futuro, neanche economico, in questi tempi che sono di crisi e rinunce per tutti.
Fortunata pure nell'allattamento.
Tanto fortunata da farmi chiedere come mai assumere come nick il nome di un personaggio tormentato che ha fatto di sua volontà una fine tragica.
e chiamarla scema, poi... è stato ingiusto verso la povera Karenina(quella vera)
Ma torniamo alla nostra, che tanto tormentata non mi pare, a parte la deprivazione che l'affligge.
In cosa consiste dunque il tormento? Là dove si va ad escludere una disaffezione del marito data da questa spada di Damocle sempre presente sul talamo(scusa Claudio) nuziale od una possibile distrazione dell'amante che, pur lasciato solo, pur per anni, pur piacente, pur affermato, pur se incontra qualunque donna sulla terra, sempre l'attende imperituramente bramoso... dove sta il tormento?
In una società, come più volte è stato affermato, in cui l'amore monogamo, il matrimonio, sono cosa vieppiù desueta, dov'è il problema nel crescere dei figli da due genitori separati, quando già ora il pensiero di uno dei due viaggia altrove e la rinuncia è tale da paragonarla ad una lobotomia? (che poi secondo me, se uno subisce una lobotomia, ha tutta un'altra problematica ma non voglio insistere)
Dov'è la degenerazione in tutto questo? Nel fallimento di un progetto di vita perfetta? Se fosse così sarebbe davvero un dramma e non un problema, perchè i problemi devono, per loro natura, poter avere almeno una soluzione.
E cosa viene chiesto a noi, poveri squilibrati?
C'è qualcuno che l'ha capito qui, nel nido del cùculo? A parte Fantastica, dico.