Paesaggi dell'anima

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non so se succede anche a voi, e mi incuriosirebbe saperlo :D

Quando non sto bene, cerco consolazione dentro di me, o anche semplicemente sono rilassata e lascio vagare le sensazioni, le immagini che mi vengono in testa e in cui finisco in termini di sensazione, sono tipo così...



oppure così....





...e mi quieto quasi istantaneamente. E insieme alla quiete c'è una cosa che somiglia a nostalgia, di non so bene che.

E mi stupisco, perchè non ho mai visto dal vero questi posti, non li ho mai sperimentati...

So come è in alta montagna, la sensazione del trovare Casa e Pace.
Come se in mezzo a tutta quella grandezza io ritrovassi la mia grandezza naturale e mi ricollocassi a posto.
Nel Mio posto.

Le altre, che somigliano quasi a desiderio, invece non so da dove arrivino...


vi capita?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ti scalda il freddo?
Pare di sì! :)

Mi fa sentire "comoda".

Oltre all'altra sensazione, che mi scalda, ossia lo spazio attorno.

Edit: ma la cosa che mi perplime, e mi incuriosisce, è la sensazione di nostalgia e di malinconia dolce, desiderio quasi, per posti in cui non sono mai stata. Ma che, in termini di sensazioni associate, che non so neanche bene da dove vengano, mi fanno sentire "Casa".

E lo sentivo anche in alta montagna...che per quanto arrivassi alta, mi sembrava di non essere ancora arrivata...
 
Ultima modifica:

Spot

utente in roaming.
No.
Ma qui c'è il mare.
Quando non sto bene a me piace guardare e mi piace sentire la concretezza delle cose.
Quindi per me la pace sta nel guardare il mare e le cose intorno al mare. E nei momenti di maggior confusione, sta nel sentire il marciapiede sotto i miei piedi nel tragitto tra casa a mare, sentire che risponde al mio peso.

Sono una donna banale in queste cose :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
No.
Ma qui c'è il mare.
Quando non sto bene a me piace guardare e mi piace sentire la concretezza delle cose.
Quindi per me la pace sta nel guardare il mare e le cose intorno al mare. E nei momenti di maggior confusione, sta nel sentire il marciapiede sotto i miei piedi nel tragitto tra casa a mare, sentire che risponde al mio peso.

Sono una donna banale in queste cose :)
Ma va là banale...e perchè mai??

Pensa che le mie estati dell'infanzia le ho passate al mare. Ci stavo tutta l'estate con una mia mitica zia.

E mi piace il mare.

Ma non mi fa venire la stessa sensazione di nostalgia profonda che sento per quelle immagini.

Che metto qui in immagini, ma non sono esattamente immagini, dentro di me...è l'insieme delle sensazioni che poi diventa immagine e mi rifaccio a quelle...di steppe e brughiere...e divento nostalgica. Ma non so neanche bene di cosa.

E non so neanche da dove mi venga...

E' come un desiderio vago, leggero e intenso...
 
Ultima modifica:

Nicka

Capra Espiatrice
Pare di sì! :)

Mi fa sentire "comoda".

Oltre all'altra sensazione, che mi scalda, ossia lo spazio attorno.

Edit: ma la cosa che mi perplime, e mi incuriosisce, è la sensazione di nostalgia e di malinconia dolce, desiderio quasi, per posti in cui non sono mai stata. Ma che, in termini di sensazioni associate, che non so neanche bene da dove vengano, mi fanno sentire "Casa".

E lo sentivo anche in alta montagna...che per quanto arrivassi alta, mi sembrava di non essere ancora arrivata...
E' il tuo rifugio...non c'è bisogno di averli vissuti certi posti, nella tua testa il rifugio è quello che immagini.
Il mio rifugio non sono dei posti, visti e vissuti o meno...il mio rifugio sono alcuni odori. E sono sempre odori collegati in qualche modo all'acqua...l'odore di pioggia sull'asfalto caldo o sulla terra, l'odore del mare di prima mattina quando è ancora deserto, l'odore della neve.
Se sono inquieta e mi arriva al naso quell'odore mi calmo in un attimo. Altrimenti mi capita di portarlo alla mente.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Io non ho posti, o meglio io sono oramai il mio posto... io mi abbraccio da sola. E chiudo gli occhi. Lascio scendere qualche lacrima, e poi m'acchèto :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
E' il tuo rifugio...non c'è bisogno di averli vissuti certi posti, nella tua testa il rifugio è quello che immagini.
Il mio rifugio non sono dei posti, visti e vissuti o meno...il mio rifugio sono alcuni odori. E sono sempre odori collegati in qualche modo all'acqua...l'odore di pioggia sull'asfalto caldo o sulla terra, l'odore del mare di prima mattina quando è ancora deserto, l'odore della neve.
Se sono inquieta e mi arriva al naso quell'odore mi calmo in un attimo. Altrimenti mi capita di portarlo alla mente.

Bello l'odore dell'acqua...hai altri posti privilegiati che riguardano l'acqua?

L'acqua, io sono una ex nuotratrice, per me è spazialità. Tendo ad essere più acquatica che terrena, ed è una sensazione di "sospensione" che mi porto appresso. Probabilmente perchè ho nuotato dai 3 ai 14 anni e tanto, ed è in quell'età che si costruiscono le coordinate per l'orientamento spazio temporale.

E hai ragione, sono anche un rifugio...ma anche di più...è come un richiamo.

Emozionalmente parlando. Quel tipo di ambienti.

Ne parlavo prima con l'uomo con cui mi vedo, che li ha in comune con me o io con lui...paesaggi dell'anima l'ho rubato a lui per la verità :p

Lui li definisce "ricordi ancestrali".

Mi faceva vedere alcuni quadri, di quelli semplici, che si resta a guardare e si dice "bello".
E mi faceva notare che sono di solito paesaggi dove ci sono elementi primari per la sopravvivenza: acqua, territorio di caccia, visione e ostacoli naturali.

Mi fa strano, che posti e sensazioni mai vissute mi facciano sentire tanta nostalgia e desiderio. Ed è dolce eh, in un qualche modo.
Come un filo sottile che tira là. E quieta.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Io non ho posti, o meglio io sono oramai il mio posto... io mi abbraccio da sola. E chiudo gli occhi. Lascio scendere qualche lacrima, e poi m'acchèto :)
Bello!! :)

Io quando mi abbraccio, ultimamente finisco in quei posti lì, ma ci finisco di nostalgia...ed è in un qualche modo la nostalgia e il richiamo a quietarmi...forse una forma della speranza, non lo so...

mi stupisce, come dicevo a nicka e spot, che non li ho mai visti. Non ci sono mai stata. E la sensazione che sento somiglia allo struggersi...anche se non so se è la parola giusta...

Eppure sono posti che sento fortemente familiari. Come se li conoscessi. Ma io lo so che non li conosco.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Bello!! :)

Io quando mi abbraccio, ultimamente finisco in quei posti lì, ma ci finisco di nostalgia...ed è in un qualche modo la nostalgia e il richiamo a quietarmi...forse una forma della speranza, non lo so...

mi stupisce, come dicevo a nicka e spot, che non li ho mai visti. Non ci sono mai stata. E la sensazione che sento somiglia allo struggersi...anche se non so se è la parola giusta...

Eppure sono posti che sento fortemente familiari. Come se li conoscessi. Ma io lo so che non li conosco.
Li conosci invece. Credo bene, anche. Capita anche se raramente pure con le persone. Non conoscerle, parlarci un secondo, più che altro ascoltarle, e conoscerle da una vita.

Certo, è più difficile con una persona in carne e ossa che non con la nostra testa. :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Li conosci invece. Credo bene, anche. Capita anche se raramente pure con le persone. Non conoscerle, parlarci un secondo, più che altro ascoltarle, e conoscerle da una vita.

Certo, è più difficile con una persona in carne e ossa che non con la nostra testa. :)
Pensa che mi ha dato una risposta simile l'uomo con cui mi vedo. :)

Infatti, dicevo a nicka, secondo lui, sono "ricordi ancestrali". Tipo archetipi.

Mi confrontavo su questa cosa con la mia amica, e i suoi per esempio sono paesaggi desertici e caldi.

Di quelli dove quando allunghi lo sguardo all'orizzonte, lo vedi tremolare.

E anche lei mica c'è mai stata in posti del genere...ma sente alcune sensazioni correlate.

Tipo io sento la sensazione del vento nelle orecchie e del freddo che punge la pelle, la sensazione di "correre" e di libertà...lei sente la lentezza del caldo, e la sete, ridevamo, che quando ci si rilassa dentro le viene anche sete!!
 

Foglia

utente viva e vegeta
Pensa che mi ha dato una risposta simile l'uomo con cui mi vedo. :)

Infatti, dicevo a nicka, secondo lui, sono "ricordi ancestrali". Tipo archetipi.

Mi confrontavo su questa cosa con la mia amica, e i suoi per esempio sono paesaggi desertici e caldi.

Di quelli dove quando allunghi lo sguardo all'orizzonte, lo vedi tremolare.

E anche lei mica c'è mai stata in posti del genere...ma sente alcune sensazioni correlate.

Tipo io sento la sensazione del vento nelle orecchie e del freddo che punge la pelle, la sensazione di "correre" e di libertà...lei sente la lentezza del caldo, e la sete, ridevamo, che quando ci si rilassa dentro le viene anche sete!!
Non saprei da dove peschiamo nella mente quando abbiamo bisogno. Io vedo mio figlio... quando capita una situazione un po' difficile, o stressante per lui, mette il dito in bocca. E spesso afferra oggetti a lui quotidiani. Per non dire che vuole venirmi in braccio. Io credo che di fronte ad una situazione di disagio ognuno di noi cerchi semplicemente - come dicevi tu molto meglio di quanto sappia dire io - quel che sente "casa".
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non saprei da dove peschiamo nella mente quando abbiamo bisogno. Io vedo mio figlio... quando capita una situazione un po' difficile, o stressante per lui, mette il dito in bocca. E spesso afferra oggetti a lui quotidiani. Per non dire che vuole venirmi in braccio. Io credo che di fronte ad una situazione di disagio ognuno di noi cerchi semplicemente - come dicevi tu molto meglio di quanto sappia dire io - quel che sente "casa".
Già...è esattamente quel grassetto...

fra l'altro, sempre con lui, chiacchieravamo del fatto che avere paesaggi dell'anima in comune sia importante per trovare comunanza e poi dalle comunanze addentrarsi nelle differenze.

Che quei paesaggi, mi rendo conto, mi appartengono nei momenti di disagio, ma mi compongono anche nell'agio, nel senso che me li porto proprio dentro. Come se mi appartenessero. E mi definissero profondamente.

Anche in ambiti diversi da quello della consolazione.

In ambito relazionale per esempio mi sto rendendo conto di preferire persone che, in comune con me, hanno paesaggi che hanno dentro spazi ampi e desertici, che sia caldo o freddo poco importa. La prima caratteristica è proprio ampio spazio intorno in cui vagare.

In cui perdersi anche. Con quella sensazione di fondo, che è un po' il richiamo dell'ignoto.
Le persone che ho vicino e mi piace avere vicino sono tutte persone che hanno questa comunanza con me.

Che si sentono viaggiatori in un qualche modo. Di territori anche impervi e orrifici nella loro bellezza. Come lo può essere un deserto o una steppa desolata.

E anche la costruzione della meraviglia e dello stupore, passa per quelle ambientazioni. Un genere di bellezza che tiene dentro anche la desolazione e la perdita della bellezza stessa.
E proprio in quella perdita trova ulteriore bellezza.
 

Alessandra

πιθηκάκι
[MENTION=5159]ipazia[/MENTION]

La prima volta che ho visto (anche solo sul libro) il dipinto di Friedrich che in italiano è tradotto "viandante in un mare di nebbia" sono rimasta. ...non so...avevo circa 16 anni e l'ho sentito come un "paesaggio dell'anima", probabilmente.
Era qualcosa di famigliare anche se è un posto dove non sono stata.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Già...è esattamente quel grassetto...

fra l'altro, sempre con lui, chiacchieravamo del fatto che avere paesaggi dell'anima in comune sia importante per trovare comunanza e poi dalle comunanze addentrarsi nelle differenze.

Che quei paesaggi, mi rendo conto, mi appartengono nei momenti di disagio, ma mi compongono anche nell'agio
, nel senso che me li porto proprio dentro. Come se mi appartenessero. E mi definissero profondamente.

Anche in ambiti diversi da quello della consolazione.

In ambito relazionale per esempio mi sto rendendo conto di preferire persone che, in comune con me, hanno paesaggi che hanno dentro spazi ampi e desertici, che sia caldo o freddo poco importa. La prima caratteristica è proprio ampio spazio intorno in cui vagare.

In cui perdersi anche. Con quella sensazione di fondo, che è un po' il richiamo dell'ignoto.
Le persone che ho vicino e mi piace avere vicino sono tutte persone che hanno questa comunanza con me.

Che si sentono viaggiatori in un qualche modo. Di territori anche impervi e orrifici nella loro bellezza. Come lo può essere un deserto o una steppa desolata.

E anche la costruzione della meraviglia e dello stupore, passa per quelle ambientazioni. Un genere di bellezza che tiene dentro anche la desolazione e la perdita della bellezza stessa.
E proprio in quella perdita trova ulteriore bellezza.
Casa è sempre casa :)

Io per ora la trovo in me. Cioè.... in quell'abbraccio che mi do da sola è come se mi volessi "tenere". E se pure mi capita di avere nell'anima una montagna innevata, al più mi immagino al caldo, avvolta in una coperta. Ad abbracciarmi. Non fuori al vento.

La capisco la bellezza di cui parli tu. O almeno credo. La identifico nella bellezza di chi ha perso molto ma se lo può permettere. Di chi - come dici tu - è sempre in movimento. In viaggio. Di chi corre. Di chi, vivendo, la vita la consuma ma non la sciupa. Di chi ha bisogno di poche cose perché anche quelle che ha perso sono rimaste. E' l'inquietudine di chi viaggia parecchio, e nel viaggio può permettersi tappe impreviste.

Io per il momento non ce la faccio. Ho bisogno dei miei tempi. E di uno spazio limitato. Delle mie cose. Che se casa è, deve essere poco più di un monolocale. Dove tenermi stretta. :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
@ipazia

La prima volta che ho visto (anche solo sul libro) il dipinto di Friedrich che in italiano è tradotto "viandante in un mare di nebbia" sono rimasta. ...non so...avevo circa 16 anni e l'ho sentito come un "paesaggio dell'anima", probabilmente.
Era qualcosa di famigliare anche se è un posto dove non sono stata.


Questo?

Che bellezza!!! :inlove:

Credo di sì...la sensazione è quella che hai descritto.

Qualcosa di famigliare, pur senza saperlo, senza averlo mai visto.

Che fa contemporaneamente rifugio e richiamo. Quieta e direziona.
 

Alessandra

πιθηκάκι
[MENTION=5159]ipazia[/MENTION]
Proprio quel dipinto!
La professoressa di storia dell'arte spiegava la lezione ma io non riuscivo a staccare gli occhi da quel dipinto.
C'era dentro tutto....un misto tra rifugio, un posto caldo e familiare, ma anxhe inquietudine. ....
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Casa è sempre casa :)

Io per ora la trovo in me. Cioè.... in quell'abbraccio che mi do da sola è come se mi volessi "tenere". E se pure mi capita di avere nell'anima una montagna innevata, al più mi immagino al caldo, avvolta in una coperta. Ad abbracciarmi. Non fuori al vento.

La capisco la bellezza di cui parli tu. O almeno credo. La identifico nella bellezza di chi ha perso molto ma se lo può permettere. Di chi - come dici tu - è sempre in movimento. In viaggio. Di chi corre. Di chi, vivendo, la vita la consuma ma non la sciupa. Di chi ha bisogno di poche cose perché anche quelle che ha perso sono rimaste. E' l'inquietudine di chi viaggia parecchio, e nel viaggio può permettersi tappe impreviste.

Io per il momento non ce la faccio. Ho bisogno dei miei tempi. E di uno spazio limitato. Delle mie cose. Che se casa è, deve essere poco più di un monolocale. Dove tenermi stretta. :)
Quelle che descrivi sono sensazioni molto simili ad un'altra cara amica. Bellissima.

Anche lei mi dice di avere bisogno di uno spazio limitato, di cui vede confini. E che desidera fortemente tenersi stretta e al caldo. Anche se paradossalmente non le piace il caldo, e lo patisce tanto.

Anche lei usa tanto il verbo "tenere".

Io quell'abbraccio lo sento nel vento, mi sa. Tanto che quando mi ci trovo in mezzo me lo godo proprio. Mi piace sentire tutta l'energia che si scatena, e me ne sento parte. E quando mi godo i miei "paesaggi" la sensazione è quella...muovermi senza limitazioni. Sentire di avere intorno spazi "grandi"...e il freddo che diventa caldo.

In quel "tenere" ci vedo dentro un sacco di tenerezza.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Quelle che descrivi sono sensazioni molto simili ad un'altra cara amica. Bellissima.

Anche lei mi dice di avere bisogno di uno spazio limitato, di cui vede confini. E che desidera fortemente tenersi stretta e al caldo. Anche se paradossalmente non le piace il caldo, e lo patisce tanto.

Anche lei usa tanto il verbo "tenere".

Io quell'abbraccio lo sento nel vento, mi sa. Tanto che quando mi ci trovo in mezzo me lo godo proprio. Mi piace sentire tutta l'energia che si scatena, e me ne sento parte. E quando mi godo i miei "paesaggi" la sensazione è quella...muovermi senza limitazioni. Sentire di avere intorno spazi "grandi"...e il freddo che diventa caldo.

In quel "tenere" ci vedo dentro un sacco di tenerezza.

Pure io lo patisco, e tanto.
Buon proseguimento di domenica :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
@ipazia
Proprio quel dipinto!
La professoressa di storia dell'arte spiegava la lezione ma io non riuscivo a staccare gli occhi da quel dipinto.
C'era dentro tutto....un misto tra rifugio, un posto caldo e familiare, ma anxhe inquietudine. ....
[MENTION=4644]Alessandra[/MENTION]

Sì!!!

Quelle sensazioni lì. Posto caldo e familiare, rifugio, ma anche inquietudine...io ci aggiungo, ultimamente in particolare, nostalgia, richiamo...un dover andare.
 
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