Video camera nella stanza da letto ...

JON

Utente di lunga data
Parlo da tradita e quindi so di cosa parlo.
Posso capire la rabbia e l'irrazionalità iniziale. Capisco pure che nel delirio ognuno di noi cerchi di trovare sollievo cercando strategie e vendette. Lo capisco e in qualche modo non mi stupisce.

Mi stupisce che ci sono tanti che a "freddo" avvalorino queste iniziative.

Che non è una iniziativa moralmente sensata dovrebbe essere chiaro per tanti motivi, in primo perchè c'è una figlia e perchè questa figlia va tutelata da dover subire per tutta la vita che la propria madre è la "troia" che si è fatta il vicino.
E io da padre che ama la propria figlia non posso permettere che abbia questo trauma. La madre non ha amato abbastanza la figlia da ripararla da questo schifo... questo non giustifica che io mi comporti con tale leggerezza e cattiveria.

Il secondo motivo è per quella donna, troia, schifosa che non ha avuto nessun rispetto per il marito ma sempre un altra persona umana con sentimenti e emozioni - per quanto in basso sia arrivata - perchè se decidiamo che va punita dovete anche dirmi fino a quanto. Chi lo decide?! Quand'è che la punizione è sufficente?!
Far vedere il video alla moglie di lui è sufficente? E' sufficente farlo girare per il condominio? Le foto sull'ascensore? E se lo mettessi su youporn? Una foto al datore di lavoro con scritto "troia? Dove si ferma la punizione?! chi lo decide?

Io non guidico chi in preda alla rabbia urla che si vendicherà, ma giudico chi non in preda alla rabbia pensi che sia una soluzione possibile "sputtanare" una donna per vendetta, per punirla.

Poi trovo che sia ingiusto che il traditore si trovi a dover affrontare una giudiziale in cui si trova sotto scacco da parte di una donna subdola e insesibile e che deve fare di tutto per difendersi ma solo per ottenere giustizia non vendetta.
Ma il tema qui è proprio la giustizia.
Certo che se la mettiamo sugli effetti collaterali di azioni esagerate, compiute per rabbia o vendetta, allora il quadro cambia, perché rabbia e vendetta possono sfociare anche nel crimine.

Solo che non ho capito come si sia finiti a parlare di questo, e addirittura della sindrome di Otello, quando qui c'è uno che dopo che la moglie lo tradisce in uno dei peggiori modi, è destinato a lasciare la casa, i figli e una vita costruita intorno a tutto questo quando dopo aver subito comunque un tradimento poi si vede ulteriormente penalizzato da leggi che, giustamente mirate alla tutela dei bambini, devono regolarsi su scelte basate sul male minore.

È normale che la rabbia trasalga se hai un filmato del genere che addirittura potrebbero ritorcerti contro. Non sarebbe giusto però che con questo filmato ci si faccia giustizia danneggiando terze persone. Naturalmente se uno non è in grado di controllarsi fa più danni del tradimento stesso, e in generale potrebbe essere capace di tutto, ma questo è un discorso a se che meriterebbe altre considerazioni. Quindi concordo sul fatto che vada usata cautela e buon senso, ma non mi sentirei di biasimare quest'uomo qualora decidesse semplicemente di mostrare il video alla moglie dell'altro in via del tutto privata.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Allora,innanzitutto qui l'interessato non c'è,non c'è mai stato,si dialoga con Riccardo,che non è il protagonista,ma un amico che racconta quanto successo ad un fraterno amico.
Non credo che Riccardo su nostro incitamento vada dall'amico a dirgli"guarda sul forum ti consigliano di sbudellarli entrambi",quindi anche qualche boutade o reazione scomposta alle notizie ed aggiornamenti sulla faccenda,non arriva neppure per interposta persona.Io non sono nessuno,ma mai mi permetterei di dire ad altri cosa non scrivere.Quando il regolamento parlerà di postare sotto dettatura,ne trarro' le conseguenze
Simpatia portami via!
Ti ricordo che siamo su un forum pubblico e questo comporta di scrivere con un minimo senso di responsabilità.
Per gli sfoghi a ruota libera ci sono i bar dopo un paio di bianchini.
 

trilobita

Utente di lunga data
Simpatia portami via!
Ti ricordo che siamo su un forum pubblico e questo comporta di scrivere con un minimo senso di responsabilità.
Per gli sfoghi a ruota libera ci sono i bar dopo un paio di bianchini.
Purtroppo non li frequento,ma se mi dici che è così....comunque non ho visto post da mettere in pericolo la pubblica sensibilità,ma mi rincuora sapere di poter essere guidato in quel che scrivo....
 

void

Utente di lunga data
E' significativo il fervore suscitato da questa discussione, considerando che l'autore non è neanche, se non di riflesso, il protagonista della vicenda.

Forse c'è un po' di morbosità in noi, o forse storie come questa caratterizzate oltre che dal dolore da un profondo disagio verso l'appartenenza al genere umano, feriscono profondamente il senso comune di "giustizia".
Non so esattamente quale delle due cose abbia il sopravvento, propendo per la seconda, visto le considerazioni in sintonia di traditi e traditori.

E devo dire che sento una grande empatia verso quel signore che non conosco e immagino - senza volto - seduto sul letto del monolocale di Riccardo, a fare i conti con 10, 15 anni della propria vita, con certezze che non ci sono più, e un futuro da costruire.

Chissà, magari maltrattava la moglie e lei ha fatto bene a tradirlo, nessuno di noi può saperlo e giudicare nel merito. Ma ciò che colpisce è la vicenda per come si è svolta. Anche se nella sostanza non è diversa da tante altre.

E anche se tanti di noi non sarebbero disposti ad ammetterlo, la maggioranza tifa per la vendetta, per il coinvolgimento della moglie di lui, quale atto risarcitorio nei confronti dell'evidente torto subito.

Ma per quello che è successo non c'è risarcimento, ne giudice che possa sanare la ferita grondante. Ipazia parlava di entropia. L'entropia è quella parte di energia che va persa sotto forma di calore in ogni trasformazione dell'energia stessa. Essa aumenta indefinitamente nell'universo e non si può controllare, perché non esiste la trasformazione perfetta.

E' così anche nei rapporti umani, ogni azione genera entropia che si accumula negli nei giorni, negli anni.
Questo è la vita, una continua espansione dell'entropia, l'evoluzione verso il caos ed il disordine, senza certezze.

Ed alla fine mi rendo conto che la lezione più vera di questa vicenda è il prendere coscienza ancora una volta del piùdoloroso, ma al tempo stesso affascinante, limite dei rapporti umani: l'impossibilità di conoscere l'altro. Neanche dopo 60 anni vissuti insieme...................
 

danny

Utente di lunga data
E' significativo il fervore suscitato da questa discussione, considerando che l'autore non è neanche, se non di riflesso, il protagonista della vicenda.

Forse c'è un po' di morbosità in noi, o forse storie come questa caratterizzate oltre che dal dolore da un profondo disagio verso l'appartenenza al genere umano, feriscono profondamente il senso comune di "giustizia".
Non so esattamente quale delle due cose abbia il sopravvento, propendo per la seconda, visto le considerazioni in sintonia di traditi e traditori.

E devo dire che sento una grande empatia verso quel signore che non conosco e immagino - senza volto - seduto sul letto del monolocale di Riccardo, a fare i conti con 10, 15 anni della propria vita, con certezze che non ci sono più, e un futuro da costruire.

Chissà, magari maltrattava la moglie e lei ha fatto bene a tradirlo, nessuno di noi può saperlo e giudicare nel merito. Ma ciò che colpisce è la vicenda per come si è svolta. Anche se nella sostanza non è diversa da tante altre.

E anche se tanti di noi non sarebbero disposti ad ammetterlo, la maggioranza tifa per la vendetta, per il coinvolgimento della moglie di lui, quale atto risarcitorio nei confronti dell'evidente torto subito.

Ma per quello che è successo non c'è risarcimento, ne giudice che possa sanare la ferita grondante. Ipazia parlava di entropia. L'entropia è quella parte di energia che va persa sotto forma di calore in ogni trasformazione dell'energia stessa. Essa aumenta indefinitamente nell'universo e non si può controllare, perché non esiste la trasformazione perfetta.

E' così anche nei rapporti umani, ogni azione genera entropia che si accumula negli nei giorni, negli anni.
Questo è la vita, una continua espansione dell'entropia, l'evoluzione verso il caos ed il disordine, senza certezze.

Ed alla fine mi rendo conto che la lezione più vera di questa vicenda è il prendere coscienza ancora una volta del piùdoloroso, ma al tempo stesso affascinante, limite dei rapporti umani: l'impossibilità di conoscere l'altro. Neanche dopo 60 anni vissuti insieme...................
Bel post.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E' significativo il fervore suscitato da questa discussione, considerando che l'autore non è neanche, se non di riflesso, il protagonista della vicenda.

Forse c'è un po' di morbosità in noi, o forse storie come questa caratterizzate oltre che dal dolore da un profondo disagio verso l'appartenenza al genere umano, feriscono profondamente il senso comune di "giustizia".
Non so esattamente quale delle due cose abbia il sopravvento, propendo per la seconda, visto le considerazioni in sintonia di traditi e traditori.

E devo dire che sento una grande empatia verso quel signore che non conosco e immagino - senza volto - seduto sul letto del monolocale di Riccardo, a fare i conti con 10, 15 anni della propria vita, con certezze che non ci sono più, e un futuro da costruire.

Chissà, magari maltrattava la moglie e lei ha fatto bene a tradirlo, nessuno di noi può saperlo e giudicare nel merito. Ma ciò che colpisce è la vicenda per come si è svolta. Anche se nella sostanza non è diversa da tante altre.

E anche se tanti di noi non sarebbero disposti ad ammetterlo, la maggioranza tifa per la vendetta, per il coinvolgimento della moglie di lui, quale atto risarcitorio nei confronti dell'evidente torto subito.

Ma per quello che è successo non c'è risarcimento, ne giudice che possa sanare la ferita grondante. Ipazia parlava di entropia. L'entropia è quella parte di energia che va persa sotto forma di calore in ogni trasformazione dell'energia stessa. Essa aumenta indefinitamente nell'universo e non si può controllare, perché non esiste la trasformazione perfetta.

E' così anche nei rapporti umani, ogni azione genera entropia che si accumula negli nei giorni, negli anni.
Questo è la vita, una continua espansione dell'entropia, l'evoluzione verso il caos ed il disordine, senza certezze.

Ed alla fine mi rendo conto che la lezione più vera di questa vicenda è il prendere coscienza ancora una volta del piùdoloroso, ma al tempo stesso affascinante, limite dei rapporti umani: l'impossibilità di conoscere l'altro. Neanche dopo 60 anni vissuti insieme...................
già
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io ripartirei da qui.
Non c'è risarcimento.
Non c'è in questo caso, come non c'è quando una malattia ti porta via chi ami.
La giustizia, il merito non c'entrano niente con la vita. L'ingiustizia è la regola.
Per questo si sono creati forme di magistratura, politica e religione che pure perpetuano ingiustizie.
La giustizia possiamo solo perseguirla noi, se ci teniamo, cercando di non fare del male, anche se l'abbiamo subito.
 

trilobita

Utente di lunga data
Io ripartirei da qui.
Non c'è risarcimento.
Non c'è in questo caso, come non c'è quando una malattia ti porta via chi ami.
La giustizia, il merito non c'entrano niente con la vita. L'ingiustizia è la regola.
Per questo si sono creati forme di magistratura, politica e religione che pure perpetuano ingiustizie.
La giustizia possiamo solo perseguirla noi, se ci teniamo, cercando di non fare del male, anche se l'abbiamo subito.
Questo lo posso accettare,ma solo come forma utopica della giustizia.
In realtà,da duemila anni chi ha provato a porgere l'altra guancia,quasi sempre si è beccato anche il secondo schiaffo....
Nel caso specifico,lui avrebbe dovuto ritirarsi di buon ordine,senza dire e fare nulla che potesse nuocere alla sua consorte,magari mentre lei gli urlava minacce di rivedersi in tribunale.
Per carità,può essere,ma ci va il sangue freddo di un agente del kgb.
Vero è che ogni situazione è simile ma diversa.
In questo caso la moglie si è comportata in un modo odioso dall'inizio alla fine e provare empatia per lei risulta veramente difficile,ma se qualcuno riesce anche in questi casi a proferire la frase:"Padre,perdona loro",ha tutta la mia ammirazione
 

iosolo

Utente di lunga data
Questo lo posso accettare,ma solo come forma utopica della giustizia.
In realtà,da duemila anni chi ha provato a porgere l'altra guancia,quasi sempre si è beccato anche il secondo schiaffo....
Nel caso specifico,lui avrebbe dovuto ritirarsi di buon ordine,senza dire e fare nulla che potesse nuocere alla sua consorte,magari mentre lei gli urlava minacce di rivedersi in tribunale.
Per carità,può essere,ma ci va il sangue freddo di un agente del kgb.
Vero è che ogni situazione è simile ma diversa.
In questo caso la moglie si è comportata in un modo odioso dall'inizio alla fine e provare empatia per lei risulta veramente difficile,ma se qualcuno riesce anche in questi casi a proferire la frase:"Padre,perdona loro",ha tutta la mia ammirazione
Però uno che porgeva l'altra guancia è diventato parecchio famoso... :D:D:D
 

spleen

utente ?
Amministrazione sommaria della giustizia o autodifesa? Warning please perchè le due cose si giocano su un crinale che è stretto come la lama di un coltello.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Questo lo posso accettare,ma solo come forma utopica della giustizia.
In realtà,da duemila anni chi ha provato a porgere l'altra guancia,quasi sempre si è beccato anche il secondo schiaffo....
Nel caso specifico,lui avrebbe dovuto ritirarsi di buon ordine,senza dire e fare nulla che potesse nuocere alla sua consorte,magari mentre lei gli urlava minacce di rivedersi in tribunale.
Per carità,può essere,ma ci va il sangue freddo di un agente del kgb.
Vero è che ogni situazione è simile ma diversa.
In questo caso la moglie si è comportata in un modo odioso dall'inizio alla fine e provare empatia per lei risulta veramente difficile,ma se qualcuno riesce anche in questi casi a proferire la frase:"Padre,perdona loro",ha tutta la mia ammirazione
Io non ho parlato di porgere l'altra guancia, non sono in grado di seguire ottimi insegnamenti, e neppure di perdonare.
Io dico qual è per me la strada per stare bene io, ovvero non dovermi sentire responsabile di aver fatto del male.
 

spleen

utente ?
Io non ho parlato di porgere l'altra guancia, non sono in grado di seguire ottimi insegnamenti, e neppure di perdonare.
Io dico qual è per me la strada per stare bene io, ovvero non dovermi sentire responsabile di aver fatto del male.
Nemmeno verso me stesso, per non essere riuscito a difendermi a dovere.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nemmeno verso me stesso, per non essere riuscito a difendermi a dovere.
Non stiamo parlando di aggressione fisica.
Non esiste difesa dalle ferite dell'anima
 

spleen

utente ?
Non stiamo parlando di aggressione fisica.
Non esiste difesa dalle ferite dell'anima
Questo lo dici tu ma la questione è molto più pragmatica.
Se quel video fosse stato girato da un investigatore privato e utilizzato unicamente per stabilire il dolo da attribuire alla fine della relazione, perciò visionato in modo controllato da persone deputate a farlo, nessuno avrebbe probabilmente nessuna obbiezione da fare.
Lo stesso video diffuso per disruggere la reputazione di una persona lo fa diventare un mostro.
Nel primo caso è legittima difesa, nel secondo una aberrazione.
Però ti faccio notare come sia sottile il confine, come sia labile. Io non posso comunque esimermi nell' esortarlo a difendersi. Perchè come giustamente dici è una questione di responsabilità. E appunto, cazzo che qualcuno si prenda le sue senza piagnucolare, per una volta.
O cosa dovrebbe fare lui, accettare di essere cornuto e mazziato? Rinunciare a lottare per le sue ragioni? In nome di chi? Di che cosa?
L'ho detto più volte in questo 3d, le persone da tutelate sono la figlia e la famiglia dell' altro. Ma è evidente, del tutto evidente per me che la signora va inchiodata alle sue responsabilità, fosse per me con ogni mezzo lecito.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Questo lo dici tu ma la questione è molto più pragmatica.
Se quel video fosse stato girato da un investigatore privato e utilizzato unicamente per stabilire il dolo da attribuire alla fine della relazione, perciò visionato in modo controllato da persone deputate a farlo, nessuno avrebbe probabilmente nessuna obbiezione da fare.
Lo stesso video diffuso per disruggere la reputazione di una persona lo fa diventare un mostro.
Nel primo caso è legittima difesa, nel secondo una aberrazione.
Però ti faccio notare come sia sottile il confine, come sia labile. Io non posso comunque esimermi nell' esortarlo a difendersi. Perchè come giustamente dici è una questione di responsabilità. E appunto, cazzo che qualcuno si prenda le sue senza piagnucolare, per una volta.
O cosa dovrebbe fare lui, accettare di essere cornuto e mazziato? Rinunciare a lottare per le sue ragioni? In nome di chi? Di che cosa?
L'ho detto più volte in questo 3d, le persone da tutelate sono la figlia e la famiglia dell' altro. Ma è evidente, del tutto evidente per me che la signora va inchiodata alle sue responsabilità, fosse per me con ogni mezzo lecito.
Per me (V. mio thread) non è chiara una cosa: quando ci separa se ci sono figli questi vanno tutelati. Se il rapporto più forte, perché storicamente in quella famiglia è lei che se n'è occupata (non è ad esempio il caso di Danny), è con la madre a lei verranno affidati. Il mantenimento per i figli deve comprendere obbligatoriamente anche parte delle spese di casa e questo comporterà che ne usufruirà anche la madre.
E allora?
Alla brutta bardracca non deve arrivare un centesimo?
E allora bisogna fare una guerra per ottenere cosa?

Io comunque non sono certa che un investigatore privato possa violare la libertà personale compiendo atti che solo la polizia può compiere su mandato del giudice.
 

trilobita

Utente di lunga data
Per me (V. mio thread) non è chiara una cosa: quando ci separa se ci sono figli questi vanno tutelati. Se il rapporto più forte, perché storicamente in quella famiglia è lei che se n'è occupata (non è ad esempio il caso di Danny), è con la madre a lei verranno affidati. Il mantenimento per i figli deve comprendere obbligatoriamente anche parte delle spese di casa e questo comporterà che ne usufruirà anche la madre.
E allora?
Alla brutta bardracca non deve arrivare un centesimo?
E allora bisogna fare una guerra per ottenere cosa?

Io comunque non sono certa che un investigatore privato possa violare la libertà personale compiendo atti che solo la polizia può compiere su mandato del giudice.
Forse mi sfugge qualcosa.....ma nel confronto avuto con la moglie lui l'ha solo messa di fronte alle sue responsabilità,tirando fuori il discorso del filmino solo per farla smettere nel suo vomitare menzogne a nastro,dopodiché lei se ne è andata minacciandolo di arrivare al tribunale.
Allora?
Chi ha cominciato questa guerra?
Chi continua imperterrita sui suoi passi?
In realtà lui ha solo detto all'amico delle sue intenzioni bellicose,ma finora l'unica a mulinare palate di merda è stata lei.
Probabilmente andrà a finire come hai accennato tu,lui non ha nulla in mano per ottenere un addebito,quindi salteranno fuori gli alimenti anche per lei.
Tranquilla,la proba mogliettina non la troverai a pranzo alla Caritas,più probabile ci trovi lui,lo stronzo rancoroso.....
 

Brunetta

Utente di lunga data
Forse mi sfugge qualcosa.....ma nel confronto avuto con la moglie lui l'ha solo messa di fronte alle sue responsabilità,tirando fuori il discorso del filmino solo per farla smettere nel suo vomitare menzogne a nastro,dopodiché lei se ne è andata minacciandolo di arrivare al tribunale.
Allora?
Chi ha cominciato questa guerra?
Chi continua imperterrita sui suoi passi?
In realtà lui ha solo detto all'amico delle sue intenzioni bellicose,ma finora l'unica a mulinare palate di merda è stata lei.
Probabilmente andrà a finire come hai accennato tu,lui non ha nulla in mano per ottenere un addebito,quindi salteranno fuori gli alimenti anche per lei.
Tranquilla,la proba mogliettina non la troverai a pranzo alla Caritas,più probabile ci trovi lui,lo stronzo rancoroso.....
Trovo sterile una discussione che rilancia gli argomenti come in un talk show politico.
Scusami ma non riesco proprio a interpretare la parte che vuoi assegnarmi.
È un mio limite non saper giocare. Nemmeno quando mia figlia bambina diceva "allora tu facevi ..." riuscivo a seguirla.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non ti sto dicendo che lui si muove bene, consideravo solo il fatto che con un filmino in mano, uno che non ha più niente da perdere, ragiona al tanto peggio, tanto meglio.
E sottovalutare la forza distruttiva della disperazione è un errore di cui sono piene le cronache.
Con questo non intendo certo giustificare.
Adesso ho capito meglio cosa intendevi...non mi tornava la cosa del gatto...:)
E non mi tornava per un semplice motivo. Noi umani siamo ormai talmente lontani dalla nostra Natura animale (purtroppo secondo me, sotto diversi aspetti) che confondiamo impulsi e istinto...

Un gatto, come una qualunque bestia sotto attacco, istintivamente va in attacco. Libera aggressività senza filtri.

Gli umani, inchiodati come sono da secoli di condizionamenti sul perdono etc etc, non attaccano. Si difendono attaccando.
Si muovono per impulso e non per istinto. Spesso fuori controllo. Facendo solo gran casino...di cui poi, a distanza di qualche tempo, passata la bufera si pentono anche.

Cosa che un gatto, o qualunque altra bestia non sente. Il pentimento, i sensi di colpa e tutto quello che consegue dalla distorta idea che il male sia fuori di noi. Cosa che non è. Ma che da secoli rifiutiamo, cercando di sentirci buoni, assolti in un qualche modo.

La vendetta segue questo filone. E fa un gran casino perchè 9 su 10 chi la attua si becca le conseguenze delle sue stesse azioni.
Quindi danno e beffa costruiti con le proprie mani.
Sulla lunga distanza un movimento autodistruttivo mascherato nella distruzione di quell'altro su cui si sta proiettando il proprio dolore.

Ma essendo una proiezione, il dolore dell'altro, quello che si crede di percepire o di provocare, non esiste se non nella mente di chi lo costruisce.

Non so se mi spiego.

Gli uomini disperati non sanno fare bene il male. E per fare bene il male intendo anche cercare giustizia per se stessi. Traendone concreto vantaggio. Non momentaneo vantaggio.

E il concreto vantaggio di solito deriva dal saper tenere i nervi saldi. E dalla freddezza dei sentimenti.

In queste situazioni i sentimenti sono un impiccio. Un peso. Un velo nero che impedisce di scegliere la miglior strada per se stessi.

Questo sottolineavo. Nè sostenendo nè andando contro.

Io sono per fare bene il male. E trarne piacere. Che anche quello è parte di me e se la lascio emergere è per esprimermi. Per essere pienamente me. Non ho bisogno di giustificarmi. O di trovarci un giusto.

So per esperienza che la vendetta non funziona in questo modo. Che si ritorce contro. Sul lungo periodo.
Perchè è guidata dall'impulso del dolore fuori controllo.

Un vecchio detto diceva che la vendetta è un piatto che va servito freddo...non è una diceria. Secondo me.

Il dolore, se lo si vuole infliggere, deve essere un piacere per chi lo infligge, infliggerlo. Piacere vero intendo. Non sfogo pulsionale del momento.

E non un modo di farsi male passando per qualcun altro.

Che in questi giorni ci pensavo...ma che razza di vendetta è andare a sputtanare la donna che avevi scelto come compagna?
E' un po' come dire, per come la vedo io, "ehi gente, guardate come sono coglione! guardate un po' con chi sono stato senza neanche accorgermene!"

Ovviamente questo è il mio sentire. A riguardo. Ma sputtanare la persona con cui io ho deciso di stare e che mi ha fottuta, a me sembra andare in pubblica piazza a fare penitenza per la mia coglionaggine per avere in cambio comprensione, vicinanza e consolazione. Di cui a me, personalmente, fotte un cazzo. Non a quelle condizioni. Il dolore è mio. E serve me. Non gli altri. Chiunque essi siano.

E per quel poco che mi conosco ora, per me sarebbe umiliarmi con le mie mani.
Sarebbe con me stessa che alla fine non troverei pace. Sentirei di essermi svenduta per un filo di vicinanza da gente a cui fondamentalmente non interessa niente se non la soddisfazione morbosa di un qualche cosa che riguarda loro stessi e non me.

Certo che cercherei giustizia, per me. E certo che non perdonerei. Ma manco per il cazzo. Credo che il perdono sia un condizionamento utile a gestire i conflitti senza affrontarli. Utile al mantenimento dell'ordine sociale. E nopn agli individui.

Ma per certo non cercherei giustizia facendo male a me stessa.
Che non sono gesù, e men che meno aspiro ad esserlo.

Non sono buona. Non mi interessa esserlo. Non soltanto buona. E nemmeno con tutti.

E se devo usare le mie energie, per una persona che mi ha fregata, allora le uso in modo da ricavarne un vantaggio concreto. Deve valerne la pena. La persona stessa ne deve valere la pena. Se no le mie energie me le tengo per me e vaffanculo.
E in questo, il mio essere app artificiale (cit. :D) è un vantaggio in effetti.

Che se mi ferisci, a me scatta la chiusura immediata e tu sei morto dentro di me.
E da quel momento in avanti sono libera dalle emozioni.
E fino a quando io non sono libera dalle emozioni, non mi muovo.
Aspetto il freddo. E poi decido cosa fare.

La disperazione, che è ansia condensata, è esattamente l'opposto...è un tritatutto che confonde e non fa vedere gli spiragli che l'altro lascia aperti...i fianchi scoperti.

E se si vuol fare male davvero, allora è per la guardia bassa o scoperta che si passa.
E' sciocco sprecare energia e potenza volendo buttar giù la guardia alta.

Meglio trovare il varco, e passare per il di lì.

Era questo che sottolineavo. Non c'era niente di morale in me. E neanche considerazione di giusto o sbagliato.

Come dicevo sono pragmatica.
Se decido di fare male, lo faccio bene. Lo penso e lo attuo. Intenzionalmente.
Senza usare altri grimaldelli se non il mio desiderio di farlo. Senza cercare scusanti al mio desiderio.
E cercando di fare in modo che sia funzionale a me. Che mi porti vantaggi. E non svantaggi.

Se mi porta svantaggi...non ne vale semplicemente la pena.

Non penso sia giustizia verso se stessi, cercare giustizia e rimetterci nel trovarla.

E' giustizia se mi porta vantaggi e semplificazioni nella vita.

Se no, ripeto, è solo impulso guidato da emozioni falsate da secoli di condizionamenti cristianeggianti.

E sono molto diffidente verso quell'impulso. Che di solito equivale al metterselo in culo con le proprie mani.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
E quoto pure questo.
Per esperienza in quei momenti non si combatte una battaglia, si annaspa in preda a rabbia e panico senza più riuscire a stare a galla. Io non me la sento di giudicare piu chi ha intenzioni che a freddo, a noi, paiono esecrabili.
Credo che una delle funzioni del forum sia di consigliare le persone anche nelle loro intenzioni più malevoli, per ridurre o annullare le conseguenze delle loro azioni, non di giudicare con parametri legati a un assenza di sofferenza chi le ha.
Esattamente...combattere in quelle condizioni, significa costruire la sconfitta con le proprie mani.
E prenderne un sacco.

E non poter, alla fine, trovare nessun altro responsabile se non se stessi e la propria ingenuità e avventatezza.

E quel che si credeva vendetta verso l'altro, si gira contro se stessi. Con gli interessi.

Il mio discorso non riguarda la morale. Il giusto o lo sbagliato.
Il mio discorso riguarda la pragmatica dell'agire. E la protezione innanzitutto di se stessi.

E c'è una grande differenza fra Azione e Re-azione.
Prima, durante e dopo.

Ed è la differenza che corre fra il Decidere per Sè seguendo la propria Via e il decidere per sè seguendo la via tracciata da qualcun altro. Fra Libertà e Gabbia.
 
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