Due mesi fa scopro che mi tradiva. Lasciata, ma la amo ...

Foglia

utente viva e vegeta
Hai ragione serve del tempo per metabolizzare, del tempo da passare in compagnia solo di noi stessi.
Può essere un tempo che fa soffrire ma che mette un punto e che aiuta a ricominciare
Purtroppo sono in un momento in cui non me lo posso concedere, quel tempo. Cioè lo posso avere ma solo molto frammentato. E così prendo atto che posso avere tutti i problemi di questo mondo, ma la vita va avanti. Mi piacerebbe solo riuscire a fermarmi, io, per un po'. Nel mio privato. Ma non è possibile, materialmente. Quindi boh.... Valuterò, una volta che sarò definitivamente incardinata nel mio nuovo equilibrio, se magari, quello spazio, che purtroppo tanto non sarà, varrà la pena dedicarlo ad una chiacchierata di psicoterapia. Vedremo. A dire il vero vorrei ricominciare a fare tante cose per me (iscrivermi in una palestra per dirne una. E curarmi. Perché mi sto trascurando). Poi penso che per un po' avrò una strada molto in salita, e quindi desisto anche solo dalle idee. Vedremo. :)
 

nina

Utente di lunga data
Venticinque anni e due figli riconoscerai che sono un legame più forte di qualche anno da ragazze.
Specularmente io riconosco che la forza dirompente del primo amore è indimenticabile.

Però tu devi fare uno sforzo di ridimensionamento nel tempo e nel tuo vissuto di una cosa importante, ma che resterà circoscritta a un tempo della tua vita.

Vedo che qualsiasi cosa ti venga scritta la ignori bellamente per tornare a rimuginare in un loop. Si esce dai loop non li si asseconda.

Di tutto quello che più mi ha sconcertato è stato il definire te e lei famiglia. Così come mi ha colpito la definizione di tua madre.
Per me hai bisogno di un aiuto per uscire da questa situazione.
Non mi sembra di aver sminuito la tua decisione di aver cambiato gli elettrodomestici dicendo di aver buttato delle cose. Che il tuo matrimonio sia durato 25 anni e ti abbia dato due figli non penso conferisca una qualche "autorità" rispetto ai sentimenti di qualcun altro: è probabile che io nom possa averne neppure, di figli, e non so che cosa mi riservi la vita, per quel che ne posso sapere. Non capisco la puntualizzazione a chi sia utile: è il mio primo amore, quindi la mia sofferenza vale meno della tua? Non mi sembra di aver smentito nulla di quello che mi è stato scritto, né di aver detto "non capite un cazzo e non sto ascoltando nulla di quello che mi dite": forse ognuno assorbe le cose a modo proprio. Purtroppo, tramite forum suppongo sia difficile aprirvi le porte di casa mia e farvi sondare a puntino le mie dinamiche familiari, ma a diciotto anni me ne sono andata via perché ero stanca di vivere in un posto privo di infrastrutture con una famiglia che mi strangola perché mi deve aiutare in ogni cosa, dato che in casa dei miei non c'è mezzo mobile a mia misura. Vediamo quanto attaccamento ai propri familiari e al proprio luogo di nascita riesci a sviluppare in un posto dove anche scendere dal letto ti mette in difficoltà. Io e mia madre abbiamo passato tredici anni di ospedale appiccicate fianco a fianco. Non ho detto "minchia, le darei fuoco", ho semplicemente lottato per emanciparmi tutta la vita. Quando vado a letto la sera non mi viene da pensare "mi manca mia madre", di certo non devo andare a spiegare a nessuno come e perché e che rapporto ho con mia madre: a quasi trent'anni, mi sto progettando una vita da sola, perché se fossi rimasta vicino a mia madre non avrei imparato a fare niente da sola. Avevo vicino una persona con cui avevo un legame, perché non avrei dovuto pensare di costruirci qualcosa? Da dove nascono i 25 anni di matrimonio? Sugli alberi? Qual è il sottotesto, scusa? Sei una cretina perché ci stai male? Non solo sto male per questo, ma ho altri problemi che si impilano sopra, e non ho i soldi per l'aiuto: che devo fare? Se ti fa stare piu a posto con la coscienza, okay. Sono stata qualche anno con una ragazza, ma il mio vissuto non vale quanto il tuo, che esci da un lungo matrimonio. Non mi pare sia una gara a chi piscia più lontano, mi sbaglio?
 

nina

Utente di lunga data
Purtroppo sono in un momento in cui non me lo posso concedere, quel tempo. Cioè lo posso avere ma solo molto frammentato. E così prendo atto che posso avere tutti i problemi di questo mondo, ma la vita va avanti. Mi piacerebbe solo riuscire a fermarmi, io, per un po'. Nel mio privato. Ma non è possibile, materialmente. Quindi boh.... Valuterò, una volta che sarò definitivamente incardinata nel mio nuovo equilibrio, se magari, quello spazio, che purtroppo tanto non sarà, varrà la pena dedicarlo ad una chiacchierata di psicoterapia. Vedremo. A dire il vero vorrei ricominciare a fare tante cose per me (iscrivermi in una palestra per dirne una. E curarmi. Perché mi sto trascurando). Poi penso che per un po' avrò una strada molto in salita, e quindi desisto anche solo dalle idee. Vedremo. :)
Riuscire a NON fermarmi è esattamente la cosa che servirebbe a me. :)
 

Fairman

Utente di lunga data
Purtroppo sono in un momento in cui non me lo posso concedere, quel tempo. Cioè lo posso avere ma solo molto frammentato. E così prendo atto che posso avere tutti i problemi di questo mondo, ma la vita va avanti. Mi piacerebbe solo riuscire a fermarmi, io, per un po'. Nel mio privato. Ma non è possibile, materialmente. Quindi boh.... Valuterò, una volta che sarò definitivamente incardinata nel mio nuovo equilibrio, se magari, quello spazio, che purtroppo tanto non sarà, varrà la pena dedicarlo ad una chiacchierata di psicoterapia. Vedremo. A dire il vero vorrei ricominciare a fare tante cose per me (iscrivermi in una palestra per dirne una. E curarmi. Perché mi sto trascurando). Poi penso che per un po' avrò una strada molto in salita, e quindi desisto anche solo dalle idee. Vedremo. :)
Momenti come quelli che stai vivendo adesso, o anche peggiori, bè penso li abbiamo passati tutti.

Certo per una donna con un figlio da accudire, è ben pesante non potersi fermare un attimo.

Risorgere come la fenice, dalle proprie ceneri è possibile, è tù hai accanto l'unica cosa che ti potrà aiutare e dare forza.

Io trovai nei miei figli la forza per non andare a fondo, tu la troverai nel tuo.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Purtroppo sono in un momento in cui non me lo posso concedere, quel tempo. Cioè lo posso avere ma solo molto frammentato. E così prendo atto che posso avere tutti i problemi di questo mondo, ma la vita va avanti. Mi piacerebbe solo riuscire a fermarmi, io, per un po'. Nel mio privato. Ma non è possibile, materialmente. Quindi boh.... Valuterò, una volta che sarò definitivamente incardinata nel mio nuovo equilibrio, se magari, quello spazio, che purtroppo tanto non sarà, varrà la pena dedicarlo ad una chiacchierata di psicoterapia. Vedremo. A dire il vero vorrei ricominciare a fare tante cose per me (iscrivermi in una palestra per dirne una. E curarmi. Perché mi sto trascurando). Poi penso che per un po' avrò una strada molto in salita, e quindi desisto anche solo dalle idee. Vedremo. :)
Primo consiglio non trascurati proprio perché la strada sarà in salita... e poi si spera arriverà una discesa :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Riuscire a NON fermarmi è esattamente la cosa che servirebbe a me. :)
Be', si. In parte avere pochi momenti vuoti aiuta. E' vero. Però i problemi che ho risolto meglio nella vita sono stati quelli che ho potuto digerire. Non quelli sui quali nel tempo si sono ammucchiati pensieri. Sono quelli dove sono riuscita a piangere tanto. E su questo confermo quanto già ti hanno detto in più. Aggiungo una cosa: per risolverli e' vero anche che bisogna guardarli nella giusta prospettiva. Se no si finisce per sottovalutarli, o ingigantirli. Con questo ti vorrei anche dire di non fraintendere quello che ti ha scritto [MENTION=4739]Brunetta[/MENTION]. Nessuno vuole sminuire il tuo dolore. O dire che la tua storia non fosse importante. Però è un dato: sei giovane. Hai davanti la vita. Con questa ragazza hai avuto una storia che è finita male. Capisco che a nessuno piaccia fare esperienza attraverso il dolore, ma per tua fortuna la storia si è fermata prima che iniziaste a costruire. Altro che non fosse l'amore che c'era. Ti sembrerò cinica, ma quando ai sentimenti si affianca la costruzione materiale di un progetto.... Poi distruggere e' più dura :).

Tutto qui :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Momenti come quelli che stai vivendo adesso, o anche peggiori, bè penso li abbiamo passati tutti.

Certo per una donna con un figlio da accudire, è ben pesante non potersi fermare un attimo.

Risorgere come la fenice, dalle proprie ceneri è possibile, è tù hai accanto l'unica cosa che ti potrà aiutare e dare forza.

Io trovai nei miei figli la forza per non andare a fondo, tu la troverai nel tuo.
Grazie.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non mi sembra di aver sminuito la tua decisione di aver cambiato gli elettrodomestici dicendo di aver buttato delle cose. Che il tuo matrimonio sia durato 25 anni e ti abbia dato due figli non penso conferisca una qualche "autorità" rispetto ai sentimenti di qualcun altro: è probabile che io nom possa averne neppure, di figli, e non so che cosa mi riservi la vita, per quel che ne posso sapere. Non capisco la puntualizzazione a chi sia utile: è il mio primo amore, quindi la mia sofferenza vale meno della tua? Non mi sembra di aver smentito nulla di quello che mi è stato scritto, né di aver detto "non capite un cazzo e non sto ascoltando nulla di quello che mi dite": forse ognuno assorbe le cose a modo proprio. Purtroppo, tramite forum suppongo sia difficile aprirvi le porte di casa mia e farvi sondare a puntino le mie dinamiche familiari, ma a diciotto anni me ne sono andata via perché ero stanca di vivere in un posto privo di infrastrutture con una famiglia che mi strangola perché mi deve aiutare in ogni cosa, dato che in casa dei miei non c'è mezzo mobile a mia misura. Vediamo quanto attaccamento ai propri familiari e al proprio luogo di nascita riesci a sviluppare in un posto dove anche scendere dal letto ti mette in difficoltà. Io e mia madre abbiamo passato tredici anni di ospedale appiccicate fianco a fianco. Non ho detto "minchia, le darei fuoco", ho semplicemente lottato per emanciparmi tutta la vita. Quando vado a letto la sera non mi viene da pensare "mi manca mia madre", di certo non devo andare a spiegare a nessuno come e perché e che rapporto ho con mia madre: a quasi trent'anni, mi sto progettando una vita da sola, perché se fossi rimasta vicino a mia madre non avrei imparato a fare niente da sola. Avevo vicino una persona con cui avevo un legame, perché non avrei dovuto pensare di costruirci qualcosa? Da dove nascono i 25 anni di matrimonio? Sugli alberi? Qual è il sottotesto, scusa? Sei una cretina perché ci stai male? Non solo sto male per questo, ma ho altri problemi che si impilano sopra, e non ho i soldi per l'aiuto: che devo fare? Se ti fa stare piu a posto con la coscienza, okay. Sono stata qualche anno con una ragazza, ma il mio vissuto non vale quanto il tuo, che esci da un lungo matrimonio. Non mi pare sia una gara a chi piscia più lontano, mi sbaglio?
Semplicemente se si esce da una relazione di 25 anni puoi farcela anche tu.
Non so dove hai visto un attacco che non c'era e non c'è.
Comunque devo aver toccato un punto sensibile per aver provocato questo post aggressivo.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Mi sono trascurata troppo. Davvero ho esagerato nel lasciarmi andare. Vabbè. Spero di avere l'occasione di rimediare con me stessa. :)
Si può rimediare, certo, bisogna iniziare però :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Si può rimediare, certo, bisogna iniziare però :)

Dovrei iniziare una dieta, dovrei vedere il parrucchiere più spesso di una volta ogni cinque mesi, dovrei curare le unghie. Dovrei comprare vestiti nuovi: essendo ingrassata non entro più in niente ma allo stesso tempo mi rifiuto di comprare una taglia in più perché voglio tornare quella di prima :rolleyes: Ah. Si. Ultimamente manco mi sto più depilando. Mi fermo perché in effetti non mi sto volendo per nulla bene.
 
Ultima modifica:

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Dovrei iniziare una dieta, dovrei vedere il parrucchiere più spesso di una volta ogni cinque mesi, dovrei curare le unghie. Dovrei comprare vestiti nuovi: essendo ingrassata non entro più in niente ma allo stesso tempo mi rifiuto di comprare una taglia in più perché voglio tornare quella di prima :rolleyes: Ah. Si. Ultimamente manco mi sto più depilando. Mi fermo perché in effetti non mi sto volendo per nulla bene.
Si devi volerti più bene :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Aspetta che adesso è un po' lunga a risponderti, eh, e spro di riuscire a beccare bene tutti i punti. Aspettati una risposta molto confusa che parte alla cazzo e non so dove vada.
Allora. Io questa l'ho sempre considerata un po' casa nostra, ma avrei dovuto capire fin da subito che è sempre stata solo casa mia. Nel periodo in cui la risentivo girovagare per la città mi faceva benem prendevo aria dalla tesi, mi interrogavo sul come si sarebbe evoluta tutta questa faccenda, e non sentivo che casa mia mi stesse schiacciando. Adesso invece ho bisogno di starmene in mezzo ai libri e alle mie cose, nel mio nido. Come mi diceva lei prima di conoscermi. Sento di essere regredita: me ne vergogno. Io a mia madre voglio bene, le sono grata, perché ha deciso di tenermi, ma non sento particolare attaccamento verso la mia famiglia, verso il posto in cui sono nata. Più sto lontana da lì, meglio mi sento. Appena varco la soglia di casa di mia madre, mi viene da vomitare. Per me loro (per quanto non li voglia morti, per quanto non mi abbiano fatto nulla di male, per quanto li aiuti e ioro aiutino me) sono sangue, sono persone che non mi sono scelta, non sono persone con cui cercare compagnia o condividere interessi: sono sangue. Non mi intrigano, sono diversi da me. Posso essere loro grata, ma voglio scegliermi le persone: le persone che scelgo, i miei amici, con cui voglio stare, sono la mia famiglia: lei, che così tanto mi faceva ridere e mi abbracciava e mi accarezzava e tutto, la consideravo la mia famiglia. Non l'avevo cercata, non l'avevo corteggiata, non avevo fatto niente per trovarmela, e per me questa cosa era preziosa. Non sono uno di quei disabili gravemente compromessi fisicamente: cammino, mi tengo in equilibrio, sono "normale" se mi vedi: per quanto mi riguarda, mi piaccio anche abbastanza, ma ho, ad eempio, una grave scoliosi, e non è che sono un razzo. Piacerle mi sbalordiva. Sentirmi dire che ero speciale e che mi amava per questo (e me lo diceva fino un mese prima, quando già con l'altro ci andava!), e io comunque questo essere speciale o me lo stavo immaginando, o veramente glielo leggevo in faccia, mi sbalordiva. Per me questo era incredibilmente prezioso. Molto più prezioso dell'amore di una madre, di un fratello, di una sorella, di un padre. Scambiarsi le opinioni, poterle dare la mano e dirle "ci sono qui io, ci siamo qui insieme" per me era incredibilmente prezioso, perché le stavo dando un pezzetto di tutto quello che potevo darle. E mi fa male non (solo) l'essere stata tradita e vederla ridurre il tutto, dall'alto del suo cambiamento, in termini molto prosaici, ma il fatto che quel sentimento fosse per lei estremamente volatile: appena ha cominciato "ad attaccare bottone con tutti", valeva più intrattenere anche i rapporti più fessi coi colleghi di università che vedere questa povera stronza che ti chiedeva di cederci più di un weekend a settimana. Mi fa male pensare che un sentimento del genere possa semplicemente passarti, e che oltretutto, se glielo chiedevi, nemmeno riconosceva che almeno un bruscolino della sua crescita era germogliato dal palmo della mia mano che la teneva stretta. E proprio perché sapevo che aveva sempre avuto mebo amici di me, se qualcosa non mi stava bene la ingoiavo per darle le sue possibilità. Quando questo l'anno scorso ha cominciato a portarsela in giro, io ero gelosa, ma non ho detto nulla, ho inghiottito, e lei ne ha approfittato. Non lo so se fosse un legame di dipendenza, non credo di avere gli strumenti per poterlo dire adesso, o forse sì, e ho paura di ammetterlo, ma so che per me gli affetti sono profondi, ed è questo che mi spezza: adesso che so che non la potrò rivedere (me lo concedete un beneficio del dubbio. non si sa mai?), uscire fuori mi fa solo tirar fuori un sacco di lacrime, non so perché. Uscire fuori mi fa sentire tagliata fuori da tutto il mondo. Mi spezza sapere che per lei erano importanti altre cose: per me le persone che ti vogliono bene sono poche, pochissime al mondo, e vanno coltivate. Io per lei non ero una di quelle. Oltre questo desiderio di coltivare le persone e le cose, non so veramente più dentro di me cosa ci sia: è una vita che devo giustificare l'essere disabile con l'essere intelligente, che devo lottare con le unghie per dimostrare non so che cosa, e per la prima volta mi sentivo accolta, quando invece per lei ero sacrificabile.
Gran parte della mia vita non è mai stata felice: sono sempre stata molto grande fin da piccola, ogni giorno è una lotta, forse è per questo che, qualunque cosa le persone mi diano, quando scelgo di averle vicino, me la prendo senza fiatare: mi sono sempre ripetuta che i problemi sono altri, e adesso non c'è nulla che io voglia fare nulla che mi piaccia davvero, nulla che mi faccia pensare "ecco, questa sono io". A prescindere da lei, lo sento veramente solo se gli altri lo riconoscono.
Per banale che sia, penso di aver bisogno dell'amore degli altri, della stima - è il mio unico punto debole: aver bisogno e non riuscire mai a chiedere nulla. E sento che ora come ora, tutto quello che ho costruito, tutta l'intelligenza, tutta la cultura, non mi servano a molto: se tutto mi va bene (e questo è lo scenario migliore) riuscirò a trovare un impiego che mi darà due soldi per otto ore, con la laurea utilissima che ho, per tornare in una casa vuota. Non è l'esser stata tradita, a farmi sentire così: è l'essere stata trattata come una pezza. Non ho mai preteso che tu avessi cura di me nello stesso modo (o forse sì, ed è questo che l'ha fatta scappare?), ma almeno volevo essere trattata come una persona. E tutto quell'essere speciale per lei, che mi aceva accolta in casa sua, non era che una zavorra. Forse, fra tutte e due, quella normale è lei, che voleva tenersi distante da me, e non sono io. E mi sale un quantitativo infinito di rabbia perché l'ultima volta che ci siamo sentite mi ha detto "non voglio perderti, ma se devo uscire dalla tua vita lo accetto", e invece di quelle risposte pacate che le ho dato, e di quelle domande tenui che le ho fatto, per paura che mi depennase completamente e di riservarmi un giorno la possibilità che possa rendersi conto, avrei voluto dirle "sei tu che mi stai cacciando, sei tu ad aver fatto determinate scelte, e invece parli come se la cosa non ti riguardasse. Se proprio non vuoi perdermi, perché non tratarmi con un minimo di decenza? Cos'è che non vuoi perdere, se mi hai lasciata? Vuoi che ti tratti come prima, ma senza essere la tua ragazza, o stai parlando per dare aria alla bocca?" Le ho detto che volevo incontrarla per darle la tesi, perché era, sotto sotto, una lettera d'amore per lei, in cui c'erano dei passaggi che solo lei poteva capire, e la sua risposta, dopo un quarto d'ora di "non vogliouscire con te se l'idea è tornare insieme" è stata "allora non vuoi darmela?". E io al posto di dirle "No", per evitare proprio un'esplosione irreparabile, le ho detto "no, se mi dici non voglio perdermi questo tuo sentimento non è né una cosa, né un'altra", ma avrei voluto dirle "è un quarto d'ora che mi stai cacciando, perché adesso mi dici quasi quasi che la mia tesi la vuoi?" Mi morde l'essere esplosa a febbraio, quando siamo andate al cinema, perché se al posto di esplodere e di vomitarle tutto addosso l'avessi abbracciata come avrei voluto fare, se avessi messo da parte il rancore, forse sarebbe andata diversamente. Posso saperlo? No. Però vorrei saper dire le cose, ecco. Forse hai ragione nel dire che soffro perché la mia cura non è stata riconosciuta, che nelle sue fragilità curavo anche le mie, però ammetto che, nel'aver risposto al suo "ti meriti ogni bene", non sono stata sincera. Spero che lo provi sulla sua pelle, tutto questo dolore. Vorrei tanto volerle male, ma le voglio l'amore che le volevo prima. Però vorrei che qualcosa che le faccia capire che gli altri non sono uno straccetto da dismettere le capiti, che magari qualcosa gli sussurri all'orecchio che "cazzo, una persona che mi amava, che mi voleva far partecipe della sua gioia di vivere io ce l'avevo, e me la sono bruciata", perché forse l'esito è stato sballato, ma questo volevo: qualcuno che partecipasse della gioia che mi devo creare da quando soo nata, ogni mattina, alzandomi dal letto. Volevo contagiarla e volevo che lei potesse goderne con me. E adesso non so come riprendermela. Ho sempre pensato "ho visto morire mio padre, mio zio, più di un amico: perché sprecare le occasioni belle che possiamo avere con gli altri?", ma io per lei non ero quell'occasione. Se lo sono, con tutto che io avrei voglia di fare la figura di riscriverle, si faccia la cazzo di vita mondana che le piace tanto, e spero che la asciughi, che non trovi nessuno con cui parlare alla pari come faceva con me, e che si mangi pure i gomiti.
Io sono quella che ero prima di conoscerla: combatto con il mio fisico, orchestrando metodi ingegnosi per sopravvivere fra le mura domestiche senza uccidermi scolando la pasta, leggo libri, invento storie. Dietro queste cose, prima di conoscerla, c'era un colore che le animava, ovvero la curiosità di scrivere di sentimenti che non credo avrei mi potuto provare, poi è arrivata lei, e adesso non c'è più un cazzo di nulla. Sono io, non sono cambiata, come invece ha fatto lei, e quindi forse non sono neppure cresciuta. In realtà penso di aver sempre mantenuto un gran senso di me e di quello che volevo, solo che questo senso è fatto di poche cose.
Voi dite "quando starai bene non ti servirà sapere se qualcosa le è successo, poi non lo potrai mai sapere", e razionalmente è vero, ma ora come ora è l'unica cosa che riesco a pensare. Se non fosse che se una persona è stronza, galleggia perché determinati sentimenti non contribuiscono a tirarla giù.
E quindi è meglio che non penso a nulla, alla mancanza che mi pugnala, e mi sfondo di Netflix: mi fa ridere che adesso guardo i battibecchi a scopo firt dei personaggi e riesco solo a dirmi "non è così che funziona, è tutto finto".

Leggi...rileggiti @nina

Guarda quanta roba.

Solo alcune cose.

La confusione serve. Serve fare un gran disordine per poter poi mettere ordine. Non temere la confusione. Esponila. Sarai prolissa? lunga? contraddittoria? E quindi? Gli altri si aspettano, o tu pensi si aspettino, altro da te? Beh...le loro aspettative sono appunto loro. TU SEI TU.

E non gli altri sono un cazzo. Ma se TU non sei tu, gli altri non li puoi incontrare. Non puoi decidere se rispondere alle loro aspettative o dire "no. io mi fermo qui".

Capisco molto bene la questione della famiglia. Io sono la figlia che ha scarnificato sua madre con la sua stessa nascita. Sono l'ostacolo vivente alla sua felicità e alla sua realizzazione personale e come donna. Mio padre voleva un maschio e mi ha cresciuta come un maschio, a cui affidava la famiglia in sua assenza.

Ci ho impiegato anni. Adesso riconosco le loro eredità in me. Io sono io. E sono anche loro. Non sono solo sangue. Sono lacrime e dolore. Ma anche commozione e tenerezza. Sono complesse le famiglie complesse...ed è complesso affrancarsi da una famiglia complessa. Ma si fa...un passo dopo l'altro.

Avere famiglia...significa innanzitutto essere famiglia con se stessi. Essersi pacificati con le proprie origini.
Lasciar andare in buona sostanza. Quel che è stato è stato. Il passato non può essere cambiato.

Ma il presente, e di conseguenza il futuro sì. E lo fai tu. Con te stessa.

E' una trappola cercare famiglia senza aver preso posizione con la propria.
E, purtroppo o per fortuna, quelli che ci hanno generati sono quelli che sono. Nel bene e nel male.

Quando andavo dallo psyco, ogni tanto mi incazzavo come una biscia e avrei tanto voluto andare da mia madre, e mio padre, e urlargli in faccia "brutti stronzi di merda. Adesso pagate voi. Perchè sto pagando anche per voi. Stronzi."
E cose peggiori...mi piacciono le parolacce per sfogare la rabbia :D
E poi stavo malissimo...perchè mi sembrava di tradirli, anche solo parlare di loro in termini non riconoscenti mi sembrava un tradimento infame. Ma parlavo. E dicevo. Anche se mi faceva male da tutte le parti.
Perchè non ci sono molte altre vie. Serve potersi guardare allo specchio, riconoscere i tratti da cui si proviene, riconoscere attraverso quei tratti le proprie radici e sapere ben saldo dentro se stessi che quella somiglianza significa anche differenza. Non è una catena e non è una maledizione, non è un vincolo e non è un obbligo o una colpa. NIENTE DA DIMOSTRARE.

Sei ANCHE loro, e essere diversa non significa essere sola sul pianeta, dover dimostrare costantemente il valore della tua esistenza. E essere simile non significa rifare le stesse cose da cui nella diversità non ci si riconosce.
Tu sei tu. E sei la tua famiglia. ANche nelle generazioni che sono venute prima di te.

Con una cara amica si parlava di catene generazionali...che possono essere spezzate. E non è una colpa farlo. E non neanche una guerra. E' prendersi fra le braccia e volersi per ciò che si è. Nel diritto naturale di esistere.

E sei tu, e soltanto tu, a doverti concedere il diritto alla tua esistenza.
Nessuno può farlo per te. Neanche se ti amasse per tutta una vita...non potrebbe.

Quanto al CHIEDERE..lavoraci.
Non saper chiedere per se stessi è un problema. Grosso. Non è un onore. Non è una virtù.
Ingoiare, non dire quello che desideri per rispondere ad una immagine di te, è un problema.
E' una gabbia in cui tu ti chiudi. Di cui solo tu hai la chiave. E nessuno ti può tirar fuori da lì.

Come non pretendere la cura è un problema. E per pretendere non intendo che se non mi dai la cura che ti chiedo (e sempre lì torniamo, che nessuno è telepatico e se non esprimi chiaramente ciò di cui hai bisogno non lo può manco sapere) ti prendo a randellate.
SE non mi dai la cura che chiedo sono io non voler te.
Perchè io so di cosa ho bisogno e non voglio morir di fame e sete.

Non fare la dura @nina.
Vai e trova qualcuno che ti possa aiutare a mettere ordine in tutto il casino che ti gira dentro.

Non è lei la questione. Te lo ripeto.

Lei adesso come adesso è un parafulmine.
Nel dolore per lei stai concentrando tutto il tuo dolore. Che è ben più antico della sua comparsa nella tua vita.
Tu lei l'hai già capita. Hai già visto. Smettila di usarla per non guardare te stessa.
E se da sola non ce la fai, chiedi uno sguardo esterno. Serve averne.

Mi fermo qui...ti ho già scritto un botto di cose...ma rileggiti.
E piangi senza ritegno. Hai dei motivi validi per piangere. E non sei meno forte se piangi...anzi.

EDIT: aggiungo una cosa. Sono pronta a firmartelo col sangue che se tu a febbraio fossi rimasta calma e quieta sarebbe andata solo come è andata. Non sono i tuoi comportamenti a "controllare" i desideri e le emozioni dell'altro.
Essere voluti non è una questione di meriti o colpe.
E' una questione di incastri. E voi non vi incastravate più da tanto, lo sai meglio di me. Non aggrapparti al passato.
 
Ultima modifica:

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Dovrei iniziare una dieta, dovrei vedere il parrucchiere più spesso di una volta ogni cinque mesi, dovrei curare le unghie. Dovrei comprare vestiti nuovi: essendo ingrassata non entro più in niente ma allo stesso tempo mi rifiuto di comprare una taglia in più perché voglio tornare quella di prima :rolleyes: Ah. Si. Ultimamente manco mi sto più depilando. Mi fermo perché in effetti non mi sto volendo per nulla bene.
capisco quello che dici era capitato anche a me.Sai un giorno mi sono guardata allo specchio e mi sono detta "quella non sono io" E ho iniziato a fare una piccola dieta niente di che, un programma di 8 settimane e ci sono riuscita. Poi pian piano è arrivato il resto. Ce la puoi fare devi solo crederci, che vuoi tornare quella di un tempo.
 

trilobita

Utente di lunga data
Dovrei iniziare una dieta, dovrei vedere il parrucchiere più spesso di una volta ogni cinque mesi, dovrei curare le unghie. Dovrei comprare vestiti nuovi: essendo ingrassata non entro più in niente ma allo stesso tempo mi rifiuto di comprare una taglia in più perché voglio tornare quella di prima :rolleyes: Ah. Si. Ultimamente manco mi sto più depilando. Mi fermo perché in effetti non mi sto volendo per nulla bene.
Per la depilazione ti capisco.
Ogni volta la ceretta inguinale,per me,una tragedia!!!
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum

Foglia

utente viva e vegeta
capisco quello che dici era capitato anche a me.Sai un giorno mi sono guardata allo specchio e mi sono detta "quella non sono io" E ho iniziato a fare una piccola dieta niente di che, un programma di 8 settimane e ci sono riuscita. Poi pian piano è arrivato il resto. Ce la puoi fare devi solo crederci, che vuoi tornare quella di un tempo.

E' come se in questo momento io fossi trasparente non tanto agli altri ma proprio a me stessa :eek:

Passerà :)
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Top