Sesso ... e Senso di colpa

twinpeaks

Utente di lunga data
Buon pomeriggio a tutti voi.

Quanto avete scritto! Ho letto un po' mentre pranzavo e un po' adesso dal telefono e cerco di rispondervi visto che ho 5 minuti liberi.

Innanzitutto quando dico (denny) che mia moglie a letto è fantastica intendo dire che quando facciamo l'amore (appunto...quando?!?) lei c'è, è una donna presente, è una vera femmina in tutti i sensi e io mi sento molto soddisfatto e appagato e la stessa cosa la riscontro in lei.
Da tempo succede che facciamo l'amore di meno (non è che non lo facciamo affatto!) ma sono rare quelle volte che... Non do la colpa ai figli ma vero è che da quando ne abbiamo tre, abbiamo meno tempo per noi.
C'è da dire che da mesi ormai non tocco la play e ho perso l'abitudine al gioco, ma lo scorso anno, mentre mia moglie attraversava un suo momento di crisi, io mi sono sentito più "solo" ed è stato allora che è successo il voler provare il gioco online (cioè dove tu chiacchieri con tutti gli altri giocatori sparsi per il mondo. Mi appassionava anche perché praticavo molto l'inglese e lo spagnolo, lingue che ho studiato per conto mio, ho fatto corsi ecc. Poi "Blaise" e "stany" pensano che a parte scopare come un coniglio, la mia sia una vita vuota...non è affatto così). Sono un uomo dai mille interessi (e non fate battutacce che mi incazzo!!!). Lo scorso anno mia moglie, per problemi che l'hanno coinvolta (problemi riguardanti la sua famiglia e non noi due direttamente) si è un po' più chiusa in se stessa, non aveva voglia di fare l'amore, era sempre di umore ballerino ecc. Poi il ragazzo bisex è arrivato dopo ecc. Io non me la sono cercata quella situazione, è stata forse una conseguenza e ammetto che, se avessi voluto e se ne avessi avuto la forza, avrei potuto troncare tutto sul nascere e credetemi, io ci ho messo tutte le buone intenzioni per farlo ma non ci sono riuscito perché non ce la facevo. Mi piaceva. Ok, me ne vergogno adesso, mi sento una merda e uno schifo ma non do di certo la colpa a mia moglie...la do a me stesso perché mi rendo conto di essere stato troppo debole e di aver ceduto.

So che devo parlarle di come mi sento, del fatto che tra noi il sesso manca e che non mi basta scopare una volta tantum. Io voglio il sesso, come avveniva in passato. Lo pretendo, ci siamo sposati e me lo deve concedere. Non so ancora cosa dirò né tantomeno come imposterò la discussione ma lo farò. Le dirò tutto quello che forse avrei dovuto dirle da un pezzo.
Non le dirò del mio errore. Non posso perderla né farla soffrire. Sarò un vigliacco ma se lo dicessi, CROLLEREBBE TUTTO come sostengono Skorpio e Farfalla. E' crollato già il mio di mondo, non voglio distruggere anche quello della mia famiglia.

Riguarda me stesso cercherò di capire IL MOTIVO PER IL QUALE QUESTA CAZZO DI ESPERIENZA MI E' SUCCESSA. Perché ho conosciuto o attratto nella mia vita questo ragazzo? Perché è successo tutto quello che è successo? Cosa mi vuole insegnare questa esperienza traumatica e dolorosa? Perché voi pensate che io, troncando con lui e nascondendo questa cosa a mia moglie, sia a posto con la coscienza e la viva bene. Io dentro sono un morto al momento. Io sono a pezzi, sto male e chi mi conosce ha capito che qualcosa in me non va. Mia moglie pensa sia il troppo stress da lavoro. A me fa male tutto (la testa, il cuore, il fegato, il polmone....E QUI NON FATE BATTUTACCE CHE VI BANNO!!!). Questa esperienza non ci voleva. Mi ha lasciato delle ferite che, secondo me, non si rimargineranno più. Ho paura per il ragazzo (amante) perché so che ci sta male e che l'ha presa male, nonostante il bel messaggio che mi ha inviato stamattina. Vorrei chiamarlo e consolarlo ma non posso farlo visto che sono io la causa del suo dolore e questo mi distrugge.
Mi sento un verme perché mia moglie è all'oscuro di tutto e so che se sapesse, le strapperei il cuore.
Io devo capire me stesso prima di tutto, capire cosa mi è successo, perché proprio a me, perché non sono riuscito a mettere uno STOP prima a tutto questo, perché non mi sono aperto con mia moglie almeno all'inizio, chissà forse avrebbe compreso e mi avrebbe aiutato. Io mi sono lasciato aiutare da lui (dal ragazzo) e ho sentito il suo affetto per me...e questo mi ha proprio gettato fuori strada. Ma da stanotte sento come se il cielo mi avesse dato una sberla in pieno/ un calcio nel sedere per rimettermi sulla giusta traiettoria e dirmi "Cazzo stai combinando...hai una famiglia, svegliati!". Ecco, mi sento in questo modo. Mi dispiace solo aver ferito, aver causato lacrime :-(
Mi torna in mente una poesia di Emily Dickinson:

Per un istante d'estasi
noi paghiamo in angoscia
una misura esatta e trepidante,
proporzionata all'estasi.
Per un'ora diletta
compensi amari di anni,
centesimi strappati con dolore,
scrigni pieni di lacrime.


Denny: Ho scritto su questo forum perché cercando su google delle riflessioni sul tradimento di coppia (sai ero disperato e cercavo qualcosa che mi potesse far capire meglio) è spuntato il forum e ho scritto qui. Non sono andato a cercare in un sito gay perché non mi è nemmeno passato per l'anticamera del cervello di cercare notizie riguardo lomosessualità Oddio, a esser sincero, qualcosina l'ho cercata del tipo "Un etero può scopare con un omosessuale " e via dicendo...

Mistral: sono un uomo onesto almeno riguardo la salute. Io ho fatto da subito i miei controlli, lui è onestissimo perché li ha fatti anche lui (è stato proprio lui a darmi le indicazioni su cosa c'era da fare) e poi, nonostante questo, ho sempre usato le precauzioni. In questo sono stato ferreo ma anche lui.

A tutti gli altri: Mi sono sposato perché amavo mia moglie e mi piacevano le donne. Amo ancora mia moglie (Blaise ... non fare commenti del XXXXX) e mi piace ancora e mi piacciono ancora le donne. Non guardo gli uomini, non mi attraggono i piselli...certo ho accettato farmi toccare da un uomo e il solo pensiero mi schifa però quello che ho provato no, cioè mi è piaciuto e non posso negarlo però so per certo che non voglio continuare. Cercherò di capirmi ma non mi sento gay. Non lo sono. Non lo amo. Sto male perché lui dice di essersi innamorato di me ma io non gli ho mai dato certezze né fatto promesse anzi, sapeva benissimo come mi sentivo ogni volta che finiva la cosa. Con lui stavo bene fuori, ridevo e scherzavo come faccio normalmente con i miei amici. Non dovevamo andare oltre. Io avrei dovuto stoppare questa cosa da subito e invece non l'ho fatto. Credo che mi serva fare 4 chiacchiere con una persona competente, più che altro per capirmi ma senza coinvolgere mia moglie in questo schifo. Non voglio trascinala nel fango con me.
Non ho sposato mia moglie nascondendole la mia vera identità. Io sono quello che ero allora! Questa cosa che mi è successa mi ha sconvolto la vita, io vorrei solo dimenticarla ma non riesco. Vorrei cancellarla, perché mi fa schifo persino il ricordo. Quel ragazzo mi è entrato nella mente come un ragno quando tesse la ragnatela e ti intrappola e ci vorrà tempo, lo so, ma lo srapperò dal mio cervello a forza. VOGLIO DIMENTICARE QUESTA PARENTESI E SE FALLIRò VORRà DIRE CHE LA PORTERò CON ME FINO ALLA TOMBA :-( Me ne vergogno. Oggi me ne vergogno e il senso di colpa e di vergogna mi sta divorando e logorando.

Ormai ho capito e (SPERO!) imparato: GLI ERRORI IN AMORE SI PAGANO TUTTI. TANTO VALE SAPERLO.

Per favore non chiamatemi Roby. Ho messo un nick del cazzo. Io sono M. chiamatemi M e basta così.

Mi scuso se non riesco a scrivere bene e chiaro come fanno denny e skorpio e altri ma ho una confusione in testa e dappertutto...che non riesco a formulare in maniera sensata una frase.

Fai molta attenzione, il modo più sicuro di "portarti con te fino alla tomba" "questa parentesi" è proprio volerla dimenticare, per il motivo molto semplice che non ci riuscirai mai, se non ti fai praticare una lobotomia frontale o non ti viene l'Alzheimer.
Ti suggerisco anche di rileggerti. Nel tuo tono si alternano aggressività, dolore, disorientamento, volontà di mentire anzitutto a te stesso. Non sei lucido, non stai bene, mettere un coperchio su questa esperienza e chiamarla "parentesi" NON è una prospettiva praticabile, è il modo migliore per disgregare la tua vita.
Rivolgiti a una persona competente, parlagli/le (come ti dicevo, ho la sensazione che per te sarebbe più adatta una psicoterapeuta donna, anche se posso sbagliarmi). Non sei obbligato a rivelarti di colpo, a scodellare tutto nei primi dieci minuti. Cerca anzitutto un po' di sollievo, ne hai bisogno. Il sollievo principale che puoi ricavare subito è un luogo dove puoi parlare in segreto a persona che non ti giudica. Un forum su internet non è il luogo adatto per trovare questo sollievo. In bocca al lupo.
 

Skorpio

Utente di lunga data
No che non mi riferisco al preconfezionato...

Io mi riferisco alla cristallizzazione, all'assenza di trasformazione, all'assenza del dolore e dell'incomprensione che viene presentata nel mulino bianco

Il preconfezionato è uno dei metodi per ottenere quella stabilità apparente
Secondo me si dice in modo diverso la stessa cosa...

Comunque...
Stamani Danny ti ha menzionato in risposta a me, dicendo qualcosa del tipo: sennò sposerebbe Ipazia

Per questo ho replicato richiamando aspetti del tuo rapporto che credevo di aver colto, anche perché cerco in genere di evitare di tirar dentro altra gente con le proprie storie, nei miei post (non sempre mi riesce, come vedi :( )

Alla fine però i concetti espressi erano un paio:

Nel tuo progetto non è prevista ne famiglia ne convivenza, ma altro..

E l'essenza del tuo progetto di coppia non solo prevede ma anzi incentiva varie cose tra cui una esposizione di desiderio del tipo: mi piacerebbe farlo con un uomo. Che dici?

Al di là che si faccia, o meno, Parlarne è un dono.
Non un trauma. Ben venga! Guai se non fosse.

Viceversa dirti il mio desiderio che verso fine estate mi piacerebbe pensare a viver assieme e fare un figlio, non avrebbe lo stesso tipo di accoglienza.

Anzi. Sarebbe un colpo mortale probabilmente al rapporto stesso nella sua struttura costitutiva.



Tu mi hai replicato iniziando con un NO

Per poi scrivere una serie di cose molto interessanti peraltro, e che io ti dirò, credo di aver in passato già ben colto e compreso

Ma non ho trovato una sola virgola a supporto di quel NO.

Che poi ripeto, era eventualmente riferito a quei 2 concetti semplici semplici.

Però non vorrei trasformare un discorso intrigante in una polemica sterile.. insomma, vedi tu :)
 
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twinpeaks

Utente di lunga data
Appunto, la questione sarebbe il giudizio sociale

Cattivo e ignorante aggiungo
La questione più seria è l'identità profonda dei figli, che quando si chiedono "Chi sono io?" devono potersi rispondere in modo coerente e accettabile per loro. Scoprire di avere un padre omosessuale, per quanto affettuoso, è potenzialmente destrutturante.
Il giudizio sociale può aggravare o attenuare, ma il problema resta.
 

trilobita

Utente di lunga data
Fai molta attenzione, il modo più sicuro di "portarti con te fino alla tomba" "questa parentesi" è proprio volerla dimenticare, per il motivo molto semplice che non ci riuscirai mai, se non ti fai praticare una lobotomia frontale o non ti viene l'Alzheimer.
Ti suggerisco anche di rileggerti. Nel tuo tono si alternano aggressività, dolore, disorientamento, volontà di mentire anzitutto a te stesso. Non sei lucido, non stai bene, mettere un coperchio su questa esperienza e chiamarla "parentesi" NON è una prospettiva praticabile, è il modo migliore per disgregare la tua vita.
Rivolgiti a una persona competente, parlagli/le (come ti dicevo, ho la sensazione che per te sarebbe più adatta una psicoterapeuta donna, anche se posso sbagliarmi). Non sei obbligato a rivelarti di colpo, a scodellare tutto nei primi dieci minuti. Cerca anzitutto un po' di sollievo, ne hai bisogno. Il sollievo principale che puoi ricavare subito è un luogo dove puoi parlare in segreto a persona che non ti giudica. Un forum su internet non è il luogo adatto per trovare questo sollievo. In bocca al lupo.
Ho finito il sacco dei verdi
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
La questione più seria è l'identità profonda dei figli, che quando si chiedono "Chi sono io?" devono potersi rispondere in modo coerente e accettabile per loro. Scoprire di avere un padre omosessuale, per quanto affettuoso, è potenzialmente destrutturante.
Il giudizio sociale può aggravare o attenuare, ma il problema resta.
Mi riferivo al discorso con farfalla, portando il giudizio sociale

Quanto a quello che hai scritto (anche più su) sono piuttosto d'accordo

Di base, tutto questo, implica il non nascondere quel che accade ma affrontarlo

Facendosi aiutare, se i muri sono troppo alti...

Ma partendo dal presuppo anche, che l'universo non si incrina.

EDIT: e non mettendo il carro davanti ai buoi, aggiungo...il carro della paura
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Vero ma esiste e non puoi far finta che non sia così
Non faccio finta che non sia così, per niente

Ma le cose si affrontano

E io credo che le si affronti, e ci si dia la possibilità di affrontarle, affermando e non negando se stessi.

Sono anche convinta che decidere che a priori le cose andranno in un modo piuttosto che in un altro, tolga opzioni.
Perchè anzichè aprire il ventaglio, lo si chiude.

Io ho capito che quelli che hai portato sono i pregiudizi che si possono incontrare.

Io ho portato invece un'altra prospettiva.

Perchè il mondo è ben più complesso di quel che appare.

C'è la questione di un tradimento, in questo 3d.

E poi c'è un'altra questione, il fatto che sia un tradimento "atipico", ma non inusuale. comunque.

Mescolare le due questioni, facendole dipendere una dall'altra non mi trova concorde.

E ricaricarle una con l'altra nemmeno.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Non faccio finta che non sia così, per niente

Ma le cose si affrontano

E io credo che le si affronti, e ci si dia la possibilità di affrontarle, affermando e non negando se stessi.

Sono anche convinta che decidere che a priori le cose andranno in un modo piuttosto che in un altro, tolga opzioni.
Perchè anzichè aprire il ventaglio, lo si chiude.

Io ho capito che quelli che hai portato sono i pregiudizi che si possono incontrare.

Io ho portato invece un'altra prospettiva.

Perchè il mondo è ben più complesso di quel che appare.

C'è la questione di un tradimento, in questo 3d.

E poi c'è un'altra questione, il fatto che sia un tradimento "atipico", ma non inusuale. comunque.

Mescolare le due questioni, facendole dipendere una dall'altra non mi trova concorde.

E ricaricarle una con l'altra nemmeno.
Che lui le deve affrobtsre concordo e infatti il chiudere e accantonare non serve
Che i suoi figli corrano invece il rischio di doverle affrontare da moglie mi farebbe sentire estremamente in colpa.
Pensa che il fatto che lui abbia fatto sesso é quasi irrilevante
 
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Brunetta

Utente di lunga data
La questione più seria è l'identità profonda dei figli, che quando si chiedono "Chi sono io?" devono potersi rispondere in modo coerente e accettabile per loro. Scoprire di avere un padre omosessuale, per quanto affettuoso, è potenzialmente destrutturante.
Il giudizio sociale può aggravare o attenuare, ma il problema resta.
La risposta deve essere coerente rispetto a ciò che è stato loro trasmesso.
E potrebbe sconvolgere anche scoprire che il genitore rigoroso è in realtà il ragioniere della mafia, ma intaccherebbe meno l'identità.
È questo?
 

Brunetta

Utente di lunga data

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Secondo me si dice in modo diverso la stessa cosa...

Comunque...
Stamani Danny ti ha menzionato in risposta a me, dicendo qualcosa del tipo: sennò sposerebbe Ipazia

Per questo ho replicato richiamando aspetti del tuo rapporto che credevo di aver colto, anche perché cerco in genere di evitare di tirar dentro altra gente con le proprie storie, nei miei post (non sempre mi riesce, come vedi :( )

Alla fine però i concetti espressi erano un paio:

Nel tuo progetto non è prevista ne famiglia ne convivenza, ma altro..

E l'essenza del tuo progetto di coppia non solo prevede ma anzi incentiva varie cose tra cui una esposizione di desiderio del tipo: mi piacerebbe farlo con un uomo. Che dici?


Al di là che si faccia, o meno, Parlarne è un dono.
Non un trauma. Ben venga! Guai se non fosse.

Viceversa dirti il mio desiderio che verso fine estate mi piacerebbe pensare a viver assieme e fare un figlio, non avrebbe lo stesso tipo di accoglienza.

Anzi. Sarebbe un colpo mortale probabilmente al rapporto stesso nella sua struttura costitutiva.



Tu mi hai replicato iniziando con un NO

Per poi scrivere una serie di cose molto interessanti peraltro, e che io ti dirò, credo di aver in passato già ben colto e compreso

Ma non ho trovato una sola virgola a supporto di quel NO.

Che poi ripeto, era eventualmente riferito a quei 2 concetti semplici semplici.

Però non vorrei trasformare un discorso intrigante in una polemica sterile.. insomma, vedi tu :)
Ma guarda che no.

Io non escludo una convivenza...e nemmeno la familiarità.
E nemmeno G.

Semplicemente includiamo anche altre cose.

E altrettanto semplicemente abbiamo entrambi reazioni allergiche al mulino bianco, così come lo descrivevo prima.

Il fulcro è parlare. L'alleanza costruita sulla collaborazione e la complicità e non sull'appropriazione.

Che non significa escludere l'esclusività, fra l'altro.

Significa includere alcune variabili, ossia che l'esistenza di un progetto porta con sè anche il fatto che possa non esistere più (se un progetto non esiste, può esistere...non non esistere) e il fatto che in questo progetto c'è spazio di parola per questioni che tradizionalmente sono escluse.

Poi nei fatti si vedrà, come e se affronteremo.

La questione dei figli è ben diversa dalla convivenza...per come la vedo io.

Io non ne desidero. Un eventuale desiderio di G. a riguardo non metterebbe in discussione chi è lui, ma metterebbe in discussione il progetto perchè io non vedo compromessi possibili a riguardo che siano soddisfacenti per entrambi.
E lui nemmeno eh.

Se lui arrivasse con il desiderio di un figlio, sarei curiosa di capire il percorso per cui è arrivato lì.
(sarei anche molto triste...che dovrei salutare, comunque)

Ma se uno desidera un figlio e l'altro no, quali compromessi sono possibili?
Che rendano benessere ad entrambi?

Chi sarei io per dire a G. stai con me anche se non voglio figli?
E chi sarebbe lui per dirlo a me.

Farlo significherebbe chiedergli di rinunciare ad una cosa che mi sembra non di poco conto.

D'altro canto chi sarei io per dirgli fai un figlio anche se non lo vuoi?
E chi sarebbe lui per dirlo a me.

Farlo significherebbe chiedergli di rinunciare ad un qualcosa che mi sembra di non poco conto.

Non c'è progetto che valga, secondo me, di fronte a trasformazioni profonde di questo tipo.

Se vale...secondo me è un progetto che porta malessere. In tutti.

E che chiede a tutti, di far finta di essere chi non si è.

Non mi sembra una buona prospettiva.

Esco dal tradizionale pensando che una convivenza e famiglia sia semplicemente essere in due. E produrre insieme nel mondo. E non un primo gradino per "fare famiglia".


EDIT: non c'è problema, anzi, ti ringrazio...mi dai modo di rendermi conto che non sono così chiara come penso di essere
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Che lui le deve affrobtsre concordo e infatti il chiudere e accantonare non serve
Che i suoi figli corrano invece il rischio di doverle affrontare da moglie mi farebbe sentire estremamente in colpa.
Pensa che il fatto che lui abbia fatto sesso é quasi irrilevante
Perchè ti farebbe sentire estremamente in colpa?

Sai che non lo capisco??

Io credo che invece, sarebbe la volta che mi schiererei davvero...per proteggere la famiglia. Ma cattiva proprio eh.

La famiglia creata da persone vere. Il mio territorio. E guai a chi si permette di intervenire a gamba tesa...credo che sarei veramente terribile.

E difenderei a spada tratta...mio marito, i miei figli.

Non lo vedrei come un torto a me. O meglio, il torto lo rintraccerei nella menzogna...non nell'aver scoperto parti tanto essenziali e profonde e fondamentali.

Ovvio che rimarrei di stucco...ovvio che soffrirei...ovvio che sarei terrorizzata...

Ma mi sembrerebbe una di quelle situazioni in cui fare davvero fronte comune nei confronti di un mondo che anzichè assumere il dolore e rispettarlo lo usa per costruire impalcature morali del cazzo...atte semplicemente a mantenere intatta la facciata e a non considerare che le persone sono persone.

E hanno una dignità che prescinde dalle regole benpensanti.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Stai parlando dell' 80%.
Ma c'è il restante 20% (secondo me meno, ma ho la mia visione cupa dell'umanità quindi assumo una stima alta)

E' davvero così fondamentale appartenere ad una maggioranza che rappresenta se stessa di facciata e neanche autenticamente???
Che poi, dentro nella maggioranza, ci si arrabatta per tenere tutto insieme nascondendo, mentendo, inventando teatri...e il mercato degli psicofarmaci guadagna intanto :unhappy:

Per me no. Io preferisco pochi, intorno a me, ma veri. E sono quelli che fanno la differenza quando arrivano i carichi da mille nei denti.
O sola anche. Ma vera.

Poi comprendo che siano valutazioni individuali.
E ognuno fa della sua vita quel che riesce e può.

Ogni scelta in una vita, ha comunque il suo prezzo...pensare di uscirne gratis a fine vita...ecco, questa mi sembra la più grande delle illusioni.
 
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twinpeaks

Utente di lunga data
La risposta deve essere coerente rispetto a ciò che è stato loro trasmesso.
E potrebbe sconvolgere anche scoprire che il genitore rigoroso è in realtà il ragioniere della mafia, ma intaccherebbe meno l'identità.
È questo?
La scoperta che il padre è un criminale, e in generale la scoperta di una ipocrisia sistematica dei genitori (scoprire che non sono classe media USA ma spie sovietiche, come nella bella serie tv The Americans), è certo sconvolgente per i figli e può avere gravi conseguenze, ma non è, di per sè, "destrutturante", cioè capace di introdurre nel profondo della psiche una "antilogica" che nei casi più gravi può condurre alla psicosi (il capolinea della destrutturazione è la psicosi, anche se ci sono molte fermate lungo la linea).

L'identità sessuale è più profonda dell'identità sociale, perchè ogni essere umano nasce sessuato: il suo orientamento erotico può variare e anche contraddire la sua sessualità, ma la dimensione più importante e profonda della domanda
"Chi sono?" che si pongono i figli (cioè tutti gli esseri umani) riguarda ciò che siamo, non ciò che desideriamo o ciò che presentiamo al mondo e alla società (cose tutte importanti ma non primarie).

In particolare per un figlio maschio, la scoperta dell'omosessualità del padre può essere destrutturante perchè mette in questione la sua identità sessuale ("Sono come chi mi ha generato"). Per una figlia femmina, invece, la scoperta dell'omosessualità del padre può NON essere destrutturante perchè non tocca ciò che la figlia è, ma ciò che la figlia desidera (gli uomini attraverso il padre).
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
La scoperta che il padre è un criminale, e in generale la scoperta di una ipocrisia sistematica dei genitori (scoprire che non sono classe media USA ma spie sovietiche, come nella bella serie tv The Americans), è certo sconvolgente per i figli e può avere gravi conseguenze, ma non è, di per sè, "destrutturante", cioè capace di introdurre nel profondo della psiche una "antilogica" che nei casi più gravi può condurre alla psicosi (il capolinea della destrutturazione è la psicosi, anche se ci sono molte fermate lungo la linea).

L'identità sessuale è più profonda dell'identità sociale, perchè ogni essere umano nasce sessuato: il suo orientamento erotico può variare e anche contraddire la sua sessualità, ma la dimensione più importante e profonda della domanda
"Chi sono?" che si pongono i figli (cioè tutti gli esseri umani) riguarda ciò che siamo, non ciò che desideriamo o ciò che presentiamo al mondo e alla società (cose tutte importanti ma non primarie).

In particolare per un figlio maschio, la scoperta dell'omosessualità del padre può essere destrutturante perchè mette in questione la sua identità sessuale ("Sono come chi mi ha generato"). Per una figlia femmina, invece, la scoperta dell'omosessualità del padre può NON essere destrutturante perchè non tocca ciò che la figlia è, ma ciò che la figlia desidera (gli uomini attraverso il padre).
Facendo una ipotesi, campata per aria lo so, l'unità della coppia nel accompagnare i figli a rispondere a quella domanda che, concordo con te, è fondamentale (chi sono) quanto influisce?

Mi riferisco alla capacità degli adulti di affrontare la paura del giudizio e i propri pregiudizi e anche accettare il dolore che certi svelamenti portano con sè (la moglie/il marito che scopre l'omosessualità, la bisessualità, piuttosto che modi della sessualità che si rivelano stupefacenti e anche orrifici per certi versi)
 
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twinpeaks

Utente di lunga data
Facendo una ipotesi, campata per aria lo so, l'unità della coppia nel accompagnare i figli a rispondere a quella domanda che, concordo con te, è fondamentale (chi sono) quanto influisce?

Mi riferisco alla capacità degli adulti di superare la paura del giudizio e i propri pregiudizi e anche accettare il dolore che certi svelamenti portano con sè (la moglie/il marito che scopre l'omosessualità, la bisessualità, piuttosto che modi della sessualità che si rivelano stupefacenti e anche orrifici per certi versi)

Non ho statistiche perchè non ce ne sono ma "l'unità della coppia" in questi casi (scoperta che uno dei due, soprattutto il padre, è omosessuale) non esiste. Esiste quando la coppia, dopo la scoperta, si accorda, di solito tacitamente, per nascondere la realtà delle cose. Il problema trapela e si comunica sotto il livello della coscienza, ma diciamo che se il tacito accordo funziona la situazione si stabilizza, come si dice di un malato che "è stabile".
Se la cosa viene rivelata alla famiglia intera, l'unità della coppia genitoriale ha immediatamente termine, agli occhi dei genitori e agli occhi dei figli.
Se poi i due genitori sono persone di grande coraggio, legate da un profondo affetto reciproco, capace di superare l'agnizione sconvolgente, naturalmente la presenza di questo durevole legame tra persone, ripeto tra persone che sono anche genitori, è molto benefica per tutti, perchè l'unica strada da percorrere, a quel punto, è quella di dirsi sempre la verità. Gli esseri umani sopportano dosi variabili di verità, difficilmente la sopportano tutta intera e in una singola overdose, specie se sono in un periodo di trasformazione importante della loro vita.
Sono sciocchezze ideologiche le tesi in conformità alle quali l'omosessualità sarebbe "normale", nel senso forte di "normativa", e l'unico problema riguarderebbe la sua valutazione sociale. Nella realtà psichica le cose non funzionano così, per quanto ci si sforzi di crederlo e farlo credere.
 
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Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Perchè ti farebbe sentire estremamente in colpa?

Sai che non lo capisco??

Io credo che invece, sarebbe la volta che mi schiererei davvero...per proteggere la famiglia. Ma cattiva proprio eh.

La famiglia creata da persone vere. Il mio territorio. E guai a chi si permette di intervenire a gamba tesa...credo che sarei veramente terribile.

E difenderei a spada tratta...mio marito, i miei figli.

Non lo vedrei come un torto a me. O meglio, il torto lo rintraccerei nella menzogna...non nell'aver scoperto parti tanto essenziali e profonde e fondamentali.

Ovvio che rimarrei di stucco...ovvio che soffrirei...ovvio che sarei terrorizzata...

Ma mi sembrerebbe una di quelle situazioni in cui fare davvero fronte comune nei confronti di un mondo che anzichè assumere il dolore e rispettarlo lo usa per costruire impalcature morali del cazzo...atte semplicemente a mantenere intatta la facciata e a non considerare che le persone sono persone.

E hanno una dignità che prescinde dalle regole benpensanti.
Certo che proteggere i miei figli con tutta me stessa e li aiuterei ad affrontare questa cosa sempre che me ne siano rimaste le forze perché la botta sarebbe terrificante anche per me .
Perché mi sentirei in colpa? Per non aver capito, per aver scelto di concepire i miei figli con un uomo che se avessi capito non sarebbe stato il loro padre
Parte della colpa della loro sofferenza sarebbe mia.
 
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