Allora, ho ragionato sulle tue osservazioni e ne ho parlato con G.
Anche piuttosto innervosita dalla sua superficialità nella considerazione di me.
E soprattutto dalla mia superficialità nel godere delle sue esternazioni. (mi sto ancora punendo per questa caduta nell'edonismo)
E gli ho esposto le mie rimostranze.
Decisa e ferma.
Ha ammesso la sua colpa.
Che il culo, in sè, è una limitazione, e non ha sufficientemente considerato la schiena, naturale proseguimento e spontaneo ricovero per la sua espressione del piacere.
Si è imbarazzato nella dimenticata citazione delle mie tette e dei molteplici usi attraverso cui si rende possibile il gioco delle fantasie e degli immaginari.
L'amore è grande, e non vede confini e limitazioni ma anzi, è proprio nel limite e nel suo superamento che trova la massima espressione.
Mi ha detto.
Poi mi sono distratta...c'è un altarino di fronte a cui ho grande piacere inginocchiarmi...adoro il suo cazzo, almeno tanto quanto lui adora il mio culo.
Il resto lo riprenderemo quando saremo decaduti. Abbiam deciso.
Le sculacciate, in fondo, sono parecchio piacevoli quando la mano conosce bene il culo si cui si appoggia e gli occhi san godere delle sfumature della pelle. Se poi c'è uno specchio in cui rimirarsi, anche la decadenza ha il suo fascino.
Mi assumo ogni onere della distrazione, ho deciso, confidando fiduciosa nei misteri a me riservati.