Brunetta
Utente di lunga data
Avete intravisto la fiction?
È la storia di un gruppo di persone che per occultare un delitto finiscono per compierne moltissimi. Ma i personaggi sono legati da un patto reciproco che a volte violano a volte no.
Interessante se si può seguire con attenzione.
Ma trovo che sia interessante in questo senso anche Gomorra.
Ovvero è interessante dal punto di vista creativo la creazione di un mondo parallelo in cui vigono regole altre rispetto a quelle della vita di ognuno di noi.
Non che nelle relazioni nel reale e non clandestine non esistano rischi di equivoci. Ma proprio per questo esistano termini diversi per definirle ed esiste il matrimonio che mette nero su bianco e fa sottoscrivere davanti a testimoni gli impegni presi.
La situazione degli amanti è particolare perché non sottoscrivono nulla e anzi il primo articolo del patto implicito senza testimoni è quello di non nuocere ai matrimoni di cui stanno violando il patto, Per fare ciò costruiscono quella che qui viene definita bolla.
Non vi pare che talvolta si costruisca non solo una bolla in cui si viva senza interferenze, ma che all’interno di questa bolla viga un’etica o comunque una moralità alternativa?
Solo che, trattandosi di un mondo parallelo, di una realtà alternativa, le regole sono (ancor più) confuse, non codificate e gli attori di queste relazioni finiscono per essere veri attori e di interpretare personaggi di storie diverse, con regole diverse.
Ancora più confuse sono le regole delle relazioni che nascono nel virtuale.
“ Il presupposto dal quale partire è che nella chat non si incontra la realtà del proprio interlocutore/della propria interlocutrice, così come non ci si fa incontrare dall’altro per quello/a che si è.
Nel rapporto da “dietro uno schermo” (pc o cellulare che sia) mancano la fisicità, i propri modi di essere, di porsi, di muoversi, ma anche di pensare, di parlare, di esprimersi con un certo volume e tono della voce, con una propria mimica, con le proprie pause, con i propri sguardi.
Lo schermo diventa un muro rispetto al contatto con la realtà, che viene alterata e deformata. Questa trasformazione della realtà riguarda entrambi i protagonisti della comunicazione:
l’interlocutore, la cui immagine si arricchisce e costruisce sulla base delle proiezioni mentali dell’altro;
l’immagine di se stessi, poiché nel virtuale si ha la possibilità di mostrarsi con abiti diversi, di manifestare la parte migliore di sé o anche di mettere in gioco parti e aspetti che non appartengo a sé ma che si vorrebbe tanto fossero propri. Spesso si ha un ideale dell’Io, un’immagine di sé, a cui si vuole volgere e il virtuale consente di mascherarsi, di creare una realtà (virtuale) in cui poter fingere di essere ciò che non si è (i nickname o l’anonimato consentono questo).”
psiche.org
È la storia di un gruppo di persone che per occultare un delitto finiscono per compierne moltissimi. Ma i personaggi sono legati da un patto reciproco che a volte violano a volte no.
Interessante se si può seguire con attenzione.
Ma trovo che sia interessante in questo senso anche Gomorra.
Ovvero è interessante dal punto di vista creativo la creazione di un mondo parallelo in cui vigono regole altre rispetto a quelle della vita di ognuno di noi.
Non che nelle relazioni nel reale e non clandestine non esistano rischi di equivoci. Ma proprio per questo esistano termini diversi per definirle ed esiste il matrimonio che mette nero su bianco e fa sottoscrivere davanti a testimoni gli impegni presi.
La situazione degli amanti è particolare perché non sottoscrivono nulla e anzi il primo articolo del patto implicito senza testimoni è quello di non nuocere ai matrimoni di cui stanno violando il patto, Per fare ciò costruiscono quella che qui viene definita bolla.
Non vi pare che talvolta si costruisca non solo una bolla in cui si viva senza interferenze, ma che all’interno di questa bolla viga un’etica o comunque una moralità alternativa?
Solo che, trattandosi di un mondo parallelo, di una realtà alternativa, le regole sono (ancor più) confuse, non codificate e gli attori di queste relazioni finiscono per essere veri attori e di interpretare personaggi di storie diverse, con regole diverse.
Ancora più confuse sono le regole delle relazioni che nascono nel virtuale.
“ Il presupposto dal quale partire è che nella chat non si incontra la realtà del proprio interlocutore/della propria interlocutrice, così come non ci si fa incontrare dall’altro per quello/a che si è.
Nel rapporto da “dietro uno schermo” (pc o cellulare che sia) mancano la fisicità, i propri modi di essere, di porsi, di muoversi, ma anche di pensare, di parlare, di esprimersi con un certo volume e tono della voce, con una propria mimica, con le proprie pause, con i propri sguardi.
Lo schermo diventa un muro rispetto al contatto con la realtà, che viene alterata e deformata. Questa trasformazione della realtà riguarda entrambi i protagonisti della comunicazione:
l’interlocutore, la cui immagine si arricchisce e costruisce sulla base delle proiezioni mentali dell’altro;
l’immagine di se stessi, poiché nel virtuale si ha la possibilità di mostrarsi con abiti diversi, di manifestare la parte migliore di sé o anche di mettere in gioco parti e aspetti che non appartengo a sé ma che si vorrebbe tanto fossero propri. Spesso si ha un ideale dell’Io, un’immagine di sé, a cui si vuole volgere e il virtuale consente di mascherarsi, di creare una realtà (virtuale) in cui poter fingere di essere ciò che non si è (i nickname o l’anonimato consentono questo).”
QUANDO L'AMORE È SOLO VIRTUALE - PSICHE.ORG
Ti è mai capitato di conoscere un ragazzo o una ragazza tramite i social, e di costruire con lui/lei una relazione basata solo sulla messaggistica virtuale?
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