Per certi versi tutta questa situazione mi ha fatto tirare il fiato.
Sono rilassata. finalmente.
E mi permette di essere la miglior versione di me.
questo è un mondo che conosco. emotivamente.
Non ho mai avuto la paura di perder tutto.
Non mi interessava avere.
Ho sempre viaggiato leggera. Bruciando i ponti dietro di me.
Ho sempre viaggiato sola.
Pronta ad andare. A cambiare.
A rivoluzionare ogni cosa, facendo tesoro degli apprendimenti.
Ecco..di quelli sono gelosissima.
E ho sempre scelto con gran Cura chi potesse aver Cura di me nel mio apprendere lungo la strada.
Ho incontrato mentori e compagni di viaggio preziosi.
Di cui porto con fierezza i segni.
La violenza mi ha insegnato che c'è un posto inviolato. E in quel posto ci sono Io.
E' tutto quello che mi serve per esser libera.
Capisco il disorientamento, la negazione, il senso di "surreale" di chi si è sempre creduto al sicuro.
Mi dispiace.
Ma fino ad un certo punto.
Io sono sopravvissuta non per fortuna.
Ma perchè ho saputo usare le situazioni, ho saputo coglierle e accoglierle.
Ho saputo prender le botte. E aver cura delle mie ferite.
E mi sono rialzata. Anche quando avrei voluto rimanere giù.
Ma mi sono rialzata. E ho capitalizzato.
Disciplina.
Ne sono fiera.
Migliore o peggiore, giusto o sbagliato sono categorie puramente umane.
Aderenti fra l'altro ad un particolare paradigma, che se le sposti perdono di senso parzialmente o totalmente.
E, salvo assumere in modo assoluto il proprio paradigma come IL migliore, è evidente come siano categorie scivolose. Bias.
Penso sia pure inutile pensarci. Se non come esercizio logico e analitico.
Sopravvive chi è in grado di anticipare e che ha udito e vista fini.
Oltre che un buon rapporto col proprio istinto.
Chi muore...non era adatto.
In termini di anticipazione, udito e vista. Istinto.
E prendi per favore il "non adatto" non come un giudizio morale, ma come semplice presa d'atto.