A me sembra che nella sua narrazione ingenua Montgomery racconti molto bene un modo di vivere le relazioni che è diffusa. Non è che se vado da Zara devo raccontare cosa ho preso da Benetton, non è che se vado al cinema metto in discussione il mio amore per il calcio.
Le relazioni sono vissute in senso egoriferito: mi fa stare bene.
Siamo un po' tutti precari.
Stasera ho fatto il calcolo delle coppie di genitori non separati della classe di mia figlia.
È bastata una sola mano per contarli.
Quando ti rendi conto che il trend è questo ormai da anni, non ragioni più tanto facilmente solo sulla base di ideali e principi, ma per opportunità.
In fin dei conti, io, a fare il contrario, ho solo perso.
Occasioni, anni, sesso.
Non lo consiglierei a nessuno.
Io sono fatto così. Non riesco facilmente a mentire, non ho neppure quella dose di cinismo che mi potrebbe permettere di andare con una donna facendo solo i miei interessi. Friggo di sensi di colpa e questo mi fa perdere spontaneità. Io ho avuto voglia di vivere storie, di abbandonarmi, ma alla fine mi sono accorto di non essere me stesso e per questo di starci male, dentro.
Non è positivo e neppure consigliabile essere così.
Le probabilità di ricevere le corna sono elevate, oggi. Se sei così come me finisci in un cul de sac.
No, no: se devo dare un consiglio a qualcuno è quello di pararsi il culo e diversificare gli investimenti sentimentali. Un po' di cinismo è necessario.