No, Ipa, quella che è sbagliata è l'indignazione a comando.
I media riportano una notizia e tutti sui social a commentare.
Gente che si indigna per la pacca sul culo a una sconosciuta vip ma che non si accorge neppure del carico di botte che riceve la vicina perché non si interessa manco di sapere chi è.
O del fatto che una minorenne venga stuprata dal marocchino spacciatore al boschetto della droga, ma si sa, è una tossica, chi se ne frega.
Ecco.
A me da fastidio questa roba qui, che sa tanto di perbenismo, ma che dell'altro non gliene frega niente per principio.
Sai quante donne mi hanno raccontato di violenze di vario genere nella mia vita?
Tutte.
E come è finita per loro?
L'amica albanese di mia figlia?
Eh, ma è albanese.
Io mi indigno.
In un mondo che si indigna perchè Renatino nella pubblicità lavora felice 365 giorni l'anno e non va al mare (pubblicità del parmigiano che sta indignando e sollevando gli strali sui diritti dei lavoratori).
Io mi indigno verso la violenza.
E sono violenta.
Quindi mi indigno anche verso me stessa.
E ugualmente mi indigno per la violenza rivolta alla vip, alla super vip, alla pompinara che ha i milioni, alla mia vicina, alla tossica, al tossico, all'uomo che subisce le violenze della moglie, al 18enne violentato fuori dalla stazione nei giorni scorsi...mi indigno democraticamente e senza troppe differenze.
Dove vedo violenza, anche solo il primo gradino, mi indigno e mi faccio vedere anche indignata.
Anche pensando alla mia responsabilità come adulta.
Comprendo molto bene e condivido il tuo fastidio per il perbenismo. A cui aggiungo il bigottismo e l'ipocrisia.
E infatti nella mia indignazione verso questo video, che è solo uno spunto di cui non avevo bisogno personalmente per nutrire la mia indignazione, c'è anche la parte per l'indifferenza di chi passa e si volta dall'altra parte.
Che mi fa venire i brividi.
E non nascondo la nausea nei confronti del collega che dice "non prendertela". Nei confronti di chi passa e tira dritto. Nei confronti del silenzio.
E il silenzio è una forma della violenza.
chi conosce la violenza, chi si incuriosisce al comprenderla sa benissimo cosa è il silenzio.
Io mi indigno. (e se ne ho un minimo la possibilità, agisco anche e non sui social, che non frequento fra l'altro).
Gli altri fanno altro?
Non mene frega un cazzo
Poi non è l'indignazione al comando, in me.
Non ho bisogno di giustificarmi della mia violenza. Io so di esser violenta.
So che la violenza mi compone.
Io so dove sto andando. Cosa sto dicendo. E perchè.