Non so. Si faceva un discorso diverso. Io credo che il mondo sia diviso in tre macrocategorie di persone.
I capaci, gli incapaci e quelli in mezzo che sono la stragrande maggioranza.
Gli incapaci sono quelli che vivono alla giornata.
I capaci sono quelli che si prefissano obiettivi e cercano di raggiungerli in ogni modo. Non sempre ce la fanno, ma ce la mettono tutta e in genere riescono.
Poi ci sono quelli di mezzo. Quelli a cui non importa molto di avere un obiettivo dopo l’altro, ma vivono coi propri mezzi.
Per fare un esempio, Marito in effetti fa parte della categoria di mezzo. Lui fa bene ogni lavoro, ma non gliene frega di eccellere. Fa il suo e gli basta avere un buono stipendio da spendere insieme a me.
Non cerca posizioni di prestigio e vive per certi versi meglio di me che invece fisso sempre un obiettivo superiore a quello appena realizzato.
In questo senso io sono molto classista.
Non potrei mai nemmeno avere un’amicizia con uno che non tenta di sfruttare tutte le frecce al proprio arco.
Anzi quelli che appartengono alla categoria degli incapaci (non per nascita ma per scelta) sono quelli che si lagnano della propria condizione senza fare nulla per cambiarla. E io le lagne non le sopporto.
Ognuno di noi ha i propri valori.
A me è evidente che i tuoi non sono i miei, come tu avrai constatato la stessa cosa.
Esistono biblioteche intere con libri che presentano i nostri punti di vista.
Va benissimo, in un contesto democratico è normale e sana la diversità e anche la dialettica.
Quello che ho tentato inutilmente di farti notare è che tu presenti una tua visione filosofica e politica come assoluta.
Tu cerchi continue conferme che il tuo impegno per ciò che definisci successo, prevalentemente economico, sia stato il necessario e inevitabile risultato del tuo impegno.
Io e anche altri utenti hanno cercato di farti osservare è che c‘è sempre una percentuale di imprevedibilità.
A me il successo, come lo intendi tu, non è mai interessato. Ho scelto un lavoro che non solo è poco retribuito, ma ha anche un minimo riconoscimento sociale e che ottiene successo in modo variabile e non sicuro, come ogni lavoro che ha a che fare con materiale umano. Quindi la nostra filosofia di vita è all’opposto.
Ho avuto un po’ di insistenza perché hai una rigidità che temo ti porterà a gravi delusioni. Poi ti auguro davvero di continuare ad avere il successo che desideri e che per te è auspicabile.
Credi però che chi ha un’altra filosofia cerca altre cose.
È come se un amante delle vacanze al mare volesse convincere un amante della montagna che stare su una spiaggia affollata è meglio di camminare nel silenzio e in solitudine in mezzo ai boschi. Uno scontro inutile.