Si, però ricordo anche che in casa mia ho sempre sentito dire che mio zio (che ha 18 anni meno di mio padre e 8 più di me) è stato cresciuto dai miei nonni come fosse un nipote (mio nonno aveva 50 quando mia nonna rimase incinta che ne aveva 42/43, nel 1964) a differenza di mio padre e suo fratello intermedio che invece sono cresciuti con tutto un altro tipo di "disciplina", cosa che in effetti le diverse personalità dei 3 fratelli sembrano corroborare. Fatte le dovute proporzioni potrebbe essere anche un qualcosa legato all'età media in cui si diventa genitori oggi?
Grazie, adesso ho capito cosa intendi.
Non c’entrano i nonni, come intendevo io.
Sì credo che l’età più alta in cui si diventa genitori abbia un ruolo.
Per i tuoi nonni sia stato diverso forse per ragioni particolari.
In generale credo che, al di là delle motivazioni pratiche ed economiche che determinano questo ritardo nel diventare genitori, vi siano delle ragioni.
Ogni volta che se ne è parlato qui (o ne ho letto sui social) chi non ha figli o sceglie di averli tardi reagisce con la bava alla bocca, per cui diventa complicato ragionare.
Io penso che ci siano ragioni contingenti di studio e lavoro, ma anche di terrore di dover modificare il proprio stile di vita in tutti gli aspetti. Se Guccini diceva che era il primo della razza sua ad aver studiato, credo che ancora adesso sia una scelta/responsabilità/privilegio di molti che comporta anche aspettative familiari di posizione sociale. Questa posizione sociale comporta anche uno stile di vita poco conciliabile con una famiglia “modesta”.
Ed ecco l’asilo nido bilingue, imprescindibile, la scuola di alto livello e poi tutte le attività sportive e arricchenti che, nella testa dei genitori, sono mancate loro e hanno impedito un migliore posizionamento.
Ricordo una commessa di H&M che diceva che non poteva avere figli non potendo garantirgli l’università e pure gli studi esteri.
Se il figlio diventa il riscatto deve poter fare tutto senza limiti.