Cronaca nera

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma è un problema dei genitori che misurano il proprio valore sociale anche attraverso l’accettazione dei figli.
Aggiungo che certi insegnanti ci mettono il carico perché leggendo certe valutazioni se uno non è amico di tutti, ma solo di quelli che gli vanno a genio, sembra un appestato da tenere d'occhio
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si però immagino fosse più "facile" dare certi limiti quando li davano anche quasi tutti gli altri, che oggi essere delle mosche bianche.
I miei figli non hanno novant’anni.
E tra i loro coetanei c’era di tutto.

Scuse per non rompersi i coglioni.
Standing ovation

Ecco. Non vorrei far incazzare qualcuno. Ma se posso dire quello che penso, col cazzo che mi sarei messa addosso una maglietta bianca dipinta e sarei andata in strada. Non ditemi che bisogna trovarsi nella situazione.
Certamente bisogna trovarsi.
Io non so come avrei reagito e ogni reazione è da accettare.
Resta che ogni nostra azione ci rappresenta.
Purtroppo non basta essere acculturati.

Aggiungo che certi insegnanti ci mettono il carico perché leggendo certe valutazioni se uno non è amico di tutti, ma solo di quelli che gli vanno a genio, sembra un appestato da tenere d'occhio
Lo stile di interazione è importante e va descritto. Il problema è che i genitori tendono a interpretare anche le descrizioni come valutazioni o indicazioni per il comportamento ottimale.
Ad esempio vengono proposte descrizioni come “ben inserito” “collaborativo” “leader o gregario“.
Sono i genitori che preferiscono leader a gregario.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Certamente bisogna trovarsi.
Io non so come avrei reagito e ogni reazione è da accettare.
Resta che ogni nostra azione ci rappresenta.
Purtroppo non basta essere acculturati.
Bisogna trovarsi nella situazione per sapere in quel momento si resta sbigottiti e praticamente incapaci di avere reazioni e di parlare? Figurati sfilare per strada. Boh.
 

hammer

Utente di lunga data
Lo stile di interazione è importante e va descritto. Il problema è che i genitori tendono a interpretare anche le descrizioni come valutazioni o indicazioni per il comportamento ottimale.
Ade esempio vengono proposte descrizioni come “ben inserito” “collaborativo” “leader o gregario“.
Sono i genitori che preferiscono leader a gregario.
E' un tema che ho affrontato.
Se si crede in un individualismo sano, è fondamentale trasmettere l’idea che non si debba essere né leader né gregari, ma piuttosto leader di sé stessi, all'ennesima potenza. Chi mai dovrebbe ambire a guidare un gregge di pecore? Ciò che conta davvero è essere in grado di assumere il ruolo di leader solo quando le circostanze lo richiedono, con misura e per periodi brevi e occasionali. Sul lavoro essere leader è scontato anzi è una imposizione. Questo è il messaggio che dovrebbe essere trasmesso.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E' un tema che ho affrontato.
Se si crede in un individualismo sano, è fondamentale trasmettere l’idea che non si debba essere né leader né gregari, ma piuttosto leader di sé stessi, all'ennesima potenza. Chi mai dovrebbe ambire a guidare un gregge di pecore? Ciò che conta davvero è essere in grado di assumere il ruolo di leader solo quando le circostanze lo richiedono, con misura e per periodi brevi e occasionali. Sul lavoro essere leader è scontato anzi è una imposizione. Questo è il messaggio che dovrebbe essere trasmesso.
A scuola è diverso.
Vi informo che per lungo tempo non vi sono stati modelli di scheda di “comunicazione degli apprendimenti alle famiglie“, ma ogni istituto scolastico doveva elaborare la propria, coerente con il POF, ora PTOF.
Questo comportava la formazione di una commissione che doveva produrla. Le commissioni (retribuite in modo ridicolo) erano occasioni di confronto fecondo e acceso (si nota il linguaggio da rapporto parlamentare?) dove si doveva trovare una sintesi tra diverse posizioni. Per cui in effetti poi il risultato era un compromesso tra le diverse posizioni pedagogiche e ideologiche. Ci si scannava sulla scelta di ogni parola.
Poi, una volta approvate, quel modello doveva essere usato. Quindi in una scuola si poteva vedere considerare le capacità collaborative e in un’altra quelle cooperative e non sono la stessa cosa.
Difficilmente i genitori sono stati interessati a conoscere le modalità di interazione e di apprendimento a scuola.
 

hammer

Utente di lunga data
A scuola è diverso.
Vi informo che per lungo tempo non vi sono stati modelli di scheda di “comunicazione degli apprendimenti alle famiglie“, ma ogni istituto scolastico doveva elaborare la propria, coerente con il POF, ora PTOF.
Questo comportava la formazione di una commissione che doveva produrla. Le commissioni (retribuite in modo ridicolo) erano occasioni di confronto fecondo e acceso (si nota il linguaggio da rapporto parlamentare?) dove si doveva trovare una sintesi tra diverse posizioni. Per cui in effetti poi il risultato era un compromesso tra le diverse posizioni pedagogiche e ideologiche. Ci si scannava sulla scelta di ogni parola.
Poi, una volta approvate, quel modello doveva essere usato. Quindi in una scuola si poteva vedere considerare le capacità collaborative e in un’altra quelle cooperative e non sono la stessa cosa.
Difficilmente i genitori sono stati interessati a conoscere le modalità di interazione e di apprendimento a scuola.
Se la società va a puttane la scuola ha enormi, immense e ciclopiche responsabilità. Quando il maestro è un cretino difficilmente la sua classe si salverà.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se la società va a puttane la scuola ha enormi, immense e ciclopiche responsabilità. Quando il maestro è un cretino difficilmente la sua classe si salverà.
Non è responsabilità della scuola, ma delle politiche relative.
È simile al problema della sanità.
Gli insegnanti mancano. Mancano perché il percorso per diventare insegnanti è lungo e alla fine si è pagati poco.
Evidentemente solo poche persone sono disponibili a fare quel percorso.
“Le scuole di Milano rischiano di entrare in crisi. Fra domande di trasferimento accettate e insegnanti che andranno in pensione, saranno in 4.621 a lasciare la cattedra. Una carenza che si riflette anche sul resto della Lombardia, dove sono 13 mila i docenti ad andarsene. «A livello nazionale, la laurea in Scienze della formazione primaria, che permette l’accesso alla professione, abilita circa cinquemila nuovi docenti, ma solo in Lombardia ne servirebbero circa 2.500 l’anno».
 

hammer

Utente di lunga data
Non è responsabilità della scuola, ma delle politiche relative.
È simile al problema della sanità.
Gli insegnanti mancano. Mancano perché il percorso per diventare insegnanti è lungo e alla fine si è pagati poco.
Evidentemente solo poche persone sono disponibili a fare quel percorso.
“Le scuole di Milano rischiano di entrare in crisi. Fra domande di trasferimento accettate e insegnanti che andranno in pensione, saranno in 4.621 a lasciare la cattedra. Una carenza che si riflette anche sul resto della Lombardia, dove sono 13 mila i docenti ad andarsene. «A livello nazionale, la laurea in Scienze della formazione primaria, che permette l’accesso alla professione, abilita circa cinquemila nuovi docenti, ma solo in Lombardia ne servirebbero circa 2.500 l’anno».
Intendevo la "scuola" in quanto istituzione. Il problema di Milano è che pochi possono permettersi di viverci. Non ha molto senso lavorare per poi fare la fame o spendere l'intero stipendio per pagare un affitto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Intendevo la "scuola" in quanto istituzione. Il problema di Milano è che pochi possono permettersi di viverci. Non ha molto senso lavorare per poi fare la fame o spendere l'intero stipendio per pagare un affitto.
Ma basterebbe chi ci è nato e ci ha studiato. Poi ci vuole anche la voglia di lavorare.
Se ti raccontassi tutte le mie esperienze con le colleghe non ci crederesti.
Figurati che un anno ho avuto una collega nominata, ma era a casa in astensione facoltativa per gravidanza, che non avevo mai visto.
Le ho telefonato per chiederle di rientrare anche solo due giorni per fare decadere la sua supplente che… (lasciamo perdere)
Lei pensò che fossi una stronza che voleva fare una cattiveria.
Quando è rientrata mi ha conosciuta, ha capito che ero preoccupata solo per i bambini.
Io andavo a dire alle altre che era incredibile perché le parlavo e lei capiva. Immaginate la supplente. Poco tempo fa mi hanno chiesto un incontro due “bambine“ di quella classe, ora 25enni. Non si sono dimenticate che elemento era quella supplente.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Cazzomene dell’educazione da dare ai miei figli in materia di femminicidio.
Anche perché la frase: era una persona normale, la dicono tutti i vicini di casa.
Mai detto un cazzo ai miei figli su ste cose.
E se faranno, amen, pagheranno.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Cazzomene dell’educazione da dare ai miei figli in materia di femminicidio.
Anche perché la frase: era una persona normale, la dicono tutti i vicini di casa.
Mai detto un cazzo ai miei figli su ste cose.
E se faranno, amen, pagheranno.
Però è una cosa che colpisce.
A te no.
 

Brunetta

Utente di lunga data

perplesso

Administrator
Staff Forum
trovo interessante questo dibattito sul nulla. tra chi vuole impedire i filarini sui banchi di scuola quando semplicemente è sufficiente ricordarsi che avere figli è un impegno che prevede dare regole che per essere rispettate, implicano il dovere di fornire esempi coerenti.

se ad un ragazzino o ragazzina si dice che la sera a 13-14 anni non si esce e si torna a casa entro l'ora di cena al massimo, devi essere conseguente e rispettare a tua volta orari ed impegni.

essere genitori è impegnativo. e noi abbiamo cresciuto almeno una generazione di genitori, se non 2, cui sembra troppo "sbatti" fare quello che si fa da sempre da che esiste la dinamica genitori/figli.

poi ovviamente ricordiamoci che le storie che finiscono tragicamente sono un infinitesimo del totale e che i ragazzini impertinenti c'erano anche prima. il che non toglie che gran parte di quello che è diventata la scuola negli ultimi 25 anni almeno dev'essere bruciato. non solo in effigie
 

The Reverend

Utente di lunga data
trovo interessante questo dibattito sul nulla. tra chi vuole impedire i filarini sui banchi di scuola quando semplicemente è sufficiente ricordarsi che avere figli è un impegno che prevede dare regole che per essere rispettate, implicano il dovere di fornire esempi coerenti.

se ad un ragazzino o ragazzina si dice che la sera a 13-14 anni non si esce e si torna a casa entro l'ora di cena al massimo, devi essere conseguente e rispettare a tua volta orari ed impegni.

essere genitori è impegnativo. e noi abbiamo cresciuto almeno una generazione di genitori, se non 2, cui sembra troppo "sbatti" fare quello che si fa da sempre da che esiste la dinamica genitori/figli.

poi ovviamente ricordiamoci che le storie che finiscono tragicamente sono un infinitesimo del totale e che i ragazzini impertinenti c'erano anche prima. il che non toglie che gran parte di quello che è diventata la scuola negli ultimi 25 anni almeno dev'essere bruciato. non solo in effigie
Concordo sulla nullità di questo thread.
E anche sul resto.
 
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