Una mia collega, sposata con un uomo con cui sta da ragazza, ha avuto una relazione senza mai mettere in dubbio, così diceva, l’amore per suo marito e nella convinzione di godere di qualcosa che non avrebbe danneggiato il rapporto principale. Tra l’altro il marito è un bell’uomo, di grande spessore culturale, e nulla c’era che andasse male. Ebbene suo marito ha scoperto quasi subito tutto e, senza dir nulla ha scelto di vivere anche lui quella stessa libertà lasciando che la vita proseguisse il suo corso. Lei, tuttavia, ha scoperto la relazione del marito e nella discussione che ne è seguita ha avuto modo di conscere la realtà, ovvero che lui aveva scoperto lei, scegliendo di considerare la cosa come una legittimazione a interrompere quel vincolo che lei per prima aveva violato e che fino a quel momento aveva rispettato in modo assoluto. Initile dire che per quanto lui che, ripeto, è una persona tanto leale quanto acuta e decisamente fuori dagli schemi (per quello che posso dire si aver avuto modo di capire conoscendolo un po) abbia compartimentato la relazione di sua moglie in una cella stagna valutandola nella misura di qualcosa di fisico avendo (parole sue riportatemi da lei) ben salda la percezione della presenza di un amore nei suoi confronti, beh lei è letteralmente devastata dall’aver appreso della relazione di lui. Non immaginava la “devastazione” che poteva creare un tradimento nella vita del partner tradito, il dolore che avrebbe potuto causare qualcosa che lei viveva con leggerezza, sinceramente, credo anche troppa, leggerezza. Ovviamente a peggiorare il tutto c è la sua condizione di impossibilitá oggettiva (ci mancherebbe, aggiungerei) a vivere i “vantaggi” (passatemi il termine puramente esplicativo) dell’essere vittima, avendo lei per prima vestito i panni del carnefice. La troppa convinzione di poter gestire la sua doppia vita e l’errata valutazione di sentirsi certa che suo marito mai avrebbe potuto vivere quelle stesse “trasgressioni”, le hanno dato un colpo, credetemi, tremendo. Lui, dal canto suo, non fa drammi (non so quanto alto sia il suo livello di freddezza in tutto ció, ma a me quasi spaventerebbe), ma lei non è più la stessa.
Tutto questo per dire che ogni valutazione, ogni emozione, ogni convinzione che si possa fare, provare o avere nei confronti del proprio compagno di vita va valutata nella sua oggettività, senza influenza dei propri convincimenti. Cio che è sbagliato, è sbagliato e anche se puo farci stare bene nella convinzione di non togliere nulla al proprio/a partner, non deve dare la certezza che ció che ci è intorno sia la realtà.
Un rapporto di tanti anni, di amore, stima, crescita, ne uscirebbe spezzato. Da una parte o dall’altra.