Premettendo che non sono andata in terapia solo dopo il tradimento, ma in fasi diverse della vita e talvolta ne ho tratto giovamento, a me non sembra criticabile che una persona lo faccia.
Anche il traditore è alle prese con la fine di qualcosa, con un cambiamento interiore, con una nuova prospettiva da affrontare.
Sinceramente, quando mi sono accorta di quanto era forte l'attrazione che provavo con il mio amante, non ho vissuto questa consapevolezza con leggerezza, mi ha destabilizzato, perché mi sentivo sovrastata da qualcosa che non controllavo e che mi rendeva difficile capire ciò che volevo davvero, e questo pur avendo coscienza che vivevo un matrimonio strano per certi aspetti. Ma dentro di me pensavo di amare mio marito nonostante tutto, non accetto pienamente ancora ora che non sia così, figurati se lo accettavo all'inizio.
In poco tempo, è cambiato il modo in cui pensavo non solo al mio matrimonio, ma anche a me stessa.
Non dubito che ci siano persone che vivono le cose in modo più semplice, lineare e risolto, ma non è detto che sia così per tutti.
Poi, certo, la terapia non è una moneta da spendere per riavere qualcosa, è una cosa personale.