Fedifrago ha detto:
Silvia, tu sei vergine?
Da quel che ho letto mi pare che tu abbia una certa visione e certi principi morali nell'instaurare un rapporto affettivo.
Credo che lui pur non avendo i tuoi stessi principi, ti amasse anche per quelli e ha creduto di potervisi adattare, aspettando che tu fossi pronta per viverli appieno.
Ma la carne è appunto debole e dopo aver ceduto, forse volendo comunque ritornare sulla strada comune che aveva abbandonato e proprio per non frapporre un possibile ostacolo anche solo come rimorso (avrebbe potuto tacertelo e amen, tu non l'avresti forse mai scoperto visto che non eri là,giusto?) si è detto: "glielo debbo confessare ad ogni costo, anche a rischio di perderla".
Forse ha anche ritenuto che la distanza lo ptesse addirittura aiutare nel "rispettare" le tue convinzioni e l'attesa che tu fossi pronta per un rapporto completamente coinvolgente.
Non voglio giustificare ad ogni costo certe cadute, cerco solo di introdurre qualche elemento di riflessione in più.
ps.Certo Lettrice, il sesso è importante (lo dici a me?
), ma se togli quello non credo che il rapporto si riduca solo a un'amicizia come un'altra (se no, permettimi, è abbastanza terra a terra!
)
Ciao Fedifrago,
speravo in una tua risposta. Un po' per il nick, un po' per quello che scrivi e che mi sembra sempre, almeno per quello che ho letto, molto ben ponderato.
Alla tua prima domanda potrei rispondere che sono capri-corno, ma sarebbe una battuta scema che mi servirebbe solo per togliermi un po' d'imbarazzo.
E comunque sì, ma non credo sia solo una questione di principi, diciamo che la mia adolescenza o giù di lì, se pure ho avuto qualche amorino, è stata assorbita da altre faccende, e non aggiungo altro solo per non annoiarti e rattristarti/mi.
Certo, i principi ci sono, se per principi intendiamo credere nell'amore e nell'onestà, ma niente a che vedere con dettati religiosi o imposizioni culturali di altro genere.
"glielo debbo confessare ad ogni costo, anche a rischio di perderla".
Tu non ci crederai, ma in sostanza lui mi ha detto proprio questo.
Vedi, alla fine io credo che io e lui siamo stati vittime di un equivoco di base, equivoco che la distanza ha tenuto in vita, non consentendoci di conoscerci a fondo.
Lui pensava di rispettarmi, ma io non gli ho mai detto che non volevo un rapporto "coinvolgente", che fossi votata alla santità.
Vi sembrerà strano, ma sono una persona parecchio istintiva e passionale.
Ma se non mi sentivo sicura, un po' per la distanza, un po' per il suo comportamento, se percepivo freddezza, dove magari lui intendeva rispettarmi, capisci che mi era difficile lasciarmi andare.
Passami questo brutto esempio, ma era come se lui aspettasse che il semaforo diventasse verde, e tu sai meglio di me che non funziona così.
Non era tanto questione di tempo, ma di modi.
Forse per lui era esperienza nuova e non sapeva come comportarsi, posso avergli dato l'impressione di avere qualche resistenza in più (che poi, al limite erano paure), ma diamine, non sono un'extraterrestre!
E' comodo pensare che ad essere strani sono gli altri, invece di darci da fare per capire, andare oltre le apparenze, e cercare di vedere, magari modificando il nostro comportamento, se le cose cambiano o meno.
L'amore non dovrebbe essere anche questo?
Io penso che lui sia sia solo scaricato la coscienza e, a parte le telefonate (a cui non ho risposto) e la lettera che mi ha scritto, non ha mosso un dito per me, a conferma del fatto che in questa storia non ci ha mai creduto.
Che l'impegno, pur dopo avermi tradita, ce lo dovevo mettere io.
Parla un altro po' con me, ti prego.
Dimmi cosa pensi, senza peli sulla lingua, mi raccomando, più sei schietto meglio è.
Grazie di cuore,
Silvia