Accettazione dei difetti del/della partner

Homer

Utente con ittero
Nella pausa pranzo odierna ho avuto un confronto con i miei colleghi (prevalentemente colleghe), su quanto si è disposti ad accettare i difetti del proprio partner. Mi spiego meglio, è pacifico che, il dialogo e il confronto in una coppia, è essenziale per spianare ogni controversia, per conoscersi e accettarsi. Ci si chiedeva se, il continuare a manifestare dei disagi su determinati comportamenti e abitudini, fosse deleterio o corretto. Faccio un esempio: il proprio partner ha una abitudine che a noi non piace, glielo comunichiamo ma la situazione non cambia, ha altri difetti, difetti che a noi oggettivamente non piacciono e continuiamo a comunicare il nostro disagio e lui/ei non cambia. Fino a che punto si può insistere, sapendo che dall'altra parte, probabilmente, questa persona si possa stufare di sentire i nostri lamenti e chiudersi? Quale atteggiamento è migliori in questi casi? L'insistenza o l'accettazione ovvero l'accondiscendenza, con il rischio di accumulare frustrazione? Fino a che punto ci si può spingere con il dialogo? Qualcuno potrebbe dire ci si lascia, ma sappiamo tutti che uomini e donne perfette non esistono, per cui non si può passare tutta una vita a cercare il lui/lei che ci piaccia al 100%.
 

Rebecca89

Sentire libera
Bella domanda. Credo dipenda dal difetto o dal comportamento che non ci sta bene. Innanzitutto si parla. Se è qualcosa che ci fa stare male e lui comprende che non soffrirebbe il cambiamento perché non ha mai considerato la questione un problema, si trova magari un modo per venirsi incontro. Se sai che lui è fatto così e così te lo sei preso, puoi provare ma senza insistere, alla fine lo sapevi e hai poco da fare. Di base deve esserci la comunicazione da parte di entrambi, sia ad esprimere un disagio, sia a cercare di far capire che non si riesce a cambiare un' abitudine o un modo che fa parte di noi al partner, sia un minimo di impegno a venirsi incontro dove è possibile.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Nella pausa pranzo odierna ho avuto un confronto con i miei colleghi (prevalentemente colleghe), su quanto si è disposti ad accettare i difetti del proprio partner. Mi spiego meglio, è pacifico che, il dialogo e il confronto in una coppia, è essenziale per spianare ogni controversia, per conoscersi e accettarsi. Ci si chiedeva se, il continuare a manifestare dei disagi su determinati comportamenti e abitudini, fosse deleterio o corretto. Faccio un esempio: il proprio partner ha una abitudine che a noi non piace, glielo comunichiamo ma la situazione non cambia, ha altri difetti, difetti che a noi oggettivamente non piacciono e continuiamo a comunicare il nostro disagio e lui/ei non cambia. Fino a che punto si può insistere, sapendo che dall'altra parte, probabilmente, questa persona si possa stufare di sentire i nostri lamenti e chiudersi? Quale atteggiamento è migliori in questi casi? L'insistenza o l'accettazione ovvero l'accondiscendenza, con il rischio di accumulare frustrazione? Fino a che punto ci si può spingere con il dialogo? Qualcuno potrebbe dire ci si lascia, ma sappiamo tutti che uomini e donne perfette non esistono, per cui non si può passare tutta una vita a cercare il lui/lei che ci piaccia al 100%.
Una sana comunicazione è fondamentale anche in questo caso, e sicuramente l'errore da non fare e aspettarsi dall'altro che capisca da mai ben specificati "segnali" e si adegui senza nemmeno parlare
 

Nicky

Utente di lunga data
Personalmente, sono sempre restia a chiedere cambiamenti agli altri, perché mi sembra che poi possano snaturarsi o fingere per compiacermi o smettere di mostrarsi per ciò che sono.
Più che altro, chiedo se ho bisogno, se non ricevo ciò che desidero.
 

patroclo

Utente di lunga data
La mia partner non accetta il fatto che io sia "sensibile". Ogni volta che provo a ricordarglielo vedo che le prudono le mani.
Ma io la perdono 😇 😇 😇 ...è così tenera :love:
 

ologramma

Utente di lunga data
Visto che nessuno è perfetto si continua come se nulla fosse
Ogni tanto uno sclero
Ma si va avanti
E magari uno trova soluzioni alternative...fuori dalla coppia...
cosa che qui hanno fatto in tanti ma come sarà che quasi nessuno se va per iniziare una nuova coppia?
 

Brunetta

Utente di lunga data
La mia partner non accetta il fatto che io sia "sensibile". Ogni volta che provo a ricordarglielo vedo che le prudono le mani.
Ma io la perdono 😇 😇 😇 ...è così tenera :love:
Intendi permaloso?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sarebbe opportuno fare esempi, altrimenti non si capisce bene di cosa si sta parlando.
Ovviamente tutto può essere considerato un difetto o una mancanza.
Io sono estremamente tollerante e mi aspetto altrettanta tolleranza.
Ognuno ha comportamenti propri, che per altri possono essere irritanti.
Ma il più delle volte si tratta di cose che non piacerebbero neanche in un amico o in una amica, condividendo un appartamento in vacanza.
Ad esempio io sono disordinata, ma non mi aspetto che l’altra persona riordini le mie cose, lo faccio in seguito con i miei tempi. Ma non voglio un genitore che crede di dovermi insegnare a vivere.
Se si tratta invece di ambito intimo, non c’è tolleranza che tenga. O si è compatibili o no.
 

Jim Cain

Utente di lunga data
Nella pausa pranzo odierna ho avuto un confronto con i miei colleghi (prevalentemente colleghe), su quanto si è disposti ad accettare i difetti del proprio partner. Mi spiego meglio, è pacifico che, il dialogo e il confronto in una coppia, è essenziale per spianare ogni controversia, per conoscersi e accettarsi. Ci si chiedeva se, il continuare a manifestare dei disagi su determinati comportamenti e abitudini, fosse deleterio o corretto. Faccio un esempio: il proprio partner ha una abitudine che a noi non piace, glielo comunichiamo ma la situazione non cambia, ha altri difetti, difetti che a noi oggettivamente non piacciono e continuiamo a comunicare il nostro disagio e lui/ei non cambia. Fino a che punto si può insistere, sapendo che dall'altra parte, probabilmente, questa persona si possa stufare di sentire i nostri lamenti e chiudersi? Quale atteggiamento è migliori in questi casi? L'insistenza o l'accettazione ovvero l'accondiscendenza, con il rischio di accumulare frustrazione? Fino a che punto ci si può spingere con il dialogo? Qualcuno potrebbe dire ci si lascia, ma sappiamo tutti che uomini e donne perfette non esistono, per cui non si può passare tutta una vita a cercare il lui/lei che ci piaccia al 100%.
Se il presupposto è l'accettazione o meno dei difetti del partner in un regime di convivenza mi viene da dire anzitutto che i difetti sono qualcosa che urta le persone in modo a volte soggettivo, un certo difetto può infastidirmi molto meno di quanto, lo stesso difetto, possa viceversa infastidire molto di più un'altra persona.
Non a caso, per il buon funzionamento di una coppia, si consiglia una convivenza preventiva che farà inevitabilmente venir fuori quei difetti che, in regime di convivenza, verranno fuori in maniera differente rispetto ad una non convivenza.

Di base, credo serva un discreto livello di tolleranza e dei sentimenti forti, senza i quali anche un difettuccio può far saltare il banco (e spesso è utilizzato come motivo per far saltare il banco).

Poi, ognuno di noi, oltre ad avere un rapporto con certi difetti che può essere differente a seconda, appunto, del difetto ha anche una soglia di tolleranza differente in assoluto.

In questo caso vale come il tradimento : c'è chi è disposto a perdonare e a passarci sopra e chi non perdona e chiude.
Ovviamente dipende anche dalla gravità del tradimento (e dei difetti).
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se il presupposto è l'accettazione o meno dei difetti del partner in un regime di convivenza mi viene da dire anzitutto che i difetti sono qualcosa che urta le persone in modo a volte soggettivo, un certo difetto può infastidirmi molto meno di quanto, lo stesso difetto, possa viceversa infastidire molto di più un'altra persona.
Non a caso, per il buon funzionamento di una coppia, si consiglia una convivenza preventiva che farà inevitabilmente venir fuori quei difetti che, in regime di convivenza, verranno fuori in maniera differente rispetto ad una non convivenza.

Di base, credo serva un discreto livello di tolleranza e dei sentimenti forti, senza i quali anche un difettuccio può far saltare il banco (e spesso è utilizzato come motivo per far saltare il banco).

Poi, ognuno di noi, oltre ad avere un rapporto con certi difetti che può essere differente a seconda, appunto, del difetto ha anche una soglia di tolleranza differente in assoluto.

In questo caso vale come il tradimento : c'è chi è disposto a perdonare e a passarci sopra e chi non perdona e chiude.
Ovviamente dipende anche dalla gravità del tradimento (e dei difetti).
Ho idea che hai pensato a difetti simili a quelli descritti da me.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
Queste però non sono cose che gli altri devono modificare per far piacere a noi.
Se uno è pantofolaio, vuol dire che gli sta bene così, sarebbe un'imposizione chiedergli di cambiare.
È quello che penso anch’io.
 

hammer

Utente di lunga data
Naturalmente, spero che quando parliamo di difetti, non ci riferiamo al cannibalismo, per dire.
Devo ammettere che, della mia partner, amo persino quelli che potrebbero essere considerati difetti in quanto sono parte di ciò che la rende unica, e senza di essi forse non la riconoscerei più.
Non vorrei che cambiasse. Mi tengo anche i suoi difetti.
Spero che lei provi lo stesso nei miei confronti.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
La mia partner non accetta il fatto che io sia "sensibile". Ogni volta che provo a ricordarglielo vedo che le prudono le mani.
Ma io la perdono 😇 😇 😇 ...è così tenera :love:
Noto che tieni saldo il primato di paraculo..
 
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