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C'è tradimento e tradimento
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C'è tradimento e tradimento
Da Il Resto del Carlino dell'8 maggio 2003
ROMA ? C'è tradimento e tradimento. E non tutti i tipi d'infedeltà creano danni alla vittima cornificata tali da comportare la necessità di un risarcimento. Così ha decretato il tribunale di Milano, respingendo l'istanza del signor Mario N., elettricista, che chiedeva all'amante ? nonché datore di lavoro ? della moglie di alleviare il suo dolore per l'amore perduto con un assegno da 300mila euro.
In materia di corna, i giudici distinguono tra «ordinarie» e «straordinarie». Alla prima categoria appartengono «semplici storie clandestine» che, seppure «idonee» a condurre al divorzio, non sono di «specifica gravità» e di «peculiare lesività» per la vittima. E le supercorna, invece? Il tribunale non specifica, limitandosi a definirle tradimenti con un «quid pluris», insomma diversi dalle solite scappatelle.
Nel dettaglio la decima sezione civile ? sentenza estesa dal giudice Bianca La Monica ? ha rilevato che il risarcimento «non può essere esteso agli obblighi inerenti al matrimonio, e a quello di fedeltà in particolare, rispetto ai quali le componenti emotive e lo scambio connaturato alle relazioni d'amore e di sesso escludono che possano ravvisarsi in capo al terzo il ruolo di 'induttore' e in capo al coniuge trasgressore quello di 'indotto'». In pratica per fare le corna bisogna essere in due, nelle storie d'amore non si può davvero parlare di colpevoli, e soprattutto la fedeltà non è cosa che riguardi l'amante.
Quindi, senza il famoso «quid pluris», niente risarcimento. I protagonisti della vicenda sono Mario, la moglie Anna e Gaetano, l'uomo dal quale la donna andava a fare le pulizie di casa. La love story tra Anna e Gaetano portò al divorzio per colpa della donna. Ma a Mario non bastava: oltre all'addebito, voleva anche i danni per la sofferenza e lo stress subito.
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C'è tradimento e tradimento
Da Il Resto del Carlino dell'8 maggio 2003
ROMA ? C'è tradimento e tradimento. E non tutti i tipi d'infedeltà creano danni alla vittima cornificata tali da comportare la necessità di un risarcimento. Così ha decretato il tribunale di Milano, respingendo l'istanza del signor Mario N., elettricista, che chiedeva all'amante ? nonché datore di lavoro ? della moglie di alleviare il suo dolore per l'amore perduto con un assegno da 300mila euro.
In materia di corna, i giudici distinguono tra «ordinarie» e «straordinarie». Alla prima categoria appartengono «semplici storie clandestine» che, seppure «idonee» a condurre al divorzio, non sono di «specifica gravità» e di «peculiare lesività» per la vittima. E le supercorna, invece? Il tribunale non specifica, limitandosi a definirle tradimenti con un «quid pluris», insomma diversi dalle solite scappatelle.
Nel dettaglio la decima sezione civile ? sentenza estesa dal giudice Bianca La Monica ? ha rilevato che il risarcimento «non può essere esteso agli obblighi inerenti al matrimonio, e a quello di fedeltà in particolare, rispetto ai quali le componenti emotive e lo scambio connaturato alle relazioni d'amore e di sesso escludono che possano ravvisarsi in capo al terzo il ruolo di 'induttore' e in capo al coniuge trasgressore quello di 'indotto'». In pratica per fare le corna bisogna essere in due, nelle storie d'amore non si può davvero parlare di colpevoli, e soprattutto la fedeltà non è cosa che riguardi l'amante.
Quindi, senza il famoso «quid pluris», niente risarcimento. I protagonisti della vicenda sono Mario, la moglie Anna e Gaetano, l'uomo dal quale la donna andava a fare le pulizie di casa. La love story tra Anna e Gaetano portò al divorzio per colpa della donna. Ma a Mario non bastava: oltre all'addebito, voleva anche i danni per la sofferenza e lo stress subito.
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