Tebe
Egocentrica non in incognito
Non è stato bello l'incontro.
Io parlavo e lui non mi guardava nemmeno in faccia.
Nero pece. Distante. Rissoso a tratti. Gelido.
Io non sono stata da meno, almeno dentro il suo ufficio.
Fuori. Insieme agli altri. Il solito Man, a guerreggiare con Pupillo per la "bella della classe".
Battute. Sorrisi. "E si tu Pupi che sai come prendere le donne."
E l'altro tutto tronfio.
Occhiate di traverso. E nel suo ufficio da soli. -L'hai portato tu a questo.- ha sibilato come se la cotta di pupillo fosse solo una responsabilità mia.
Tipo mantide religiosa. O anche vedova nera.
Sono diventata sarcastica, mentre lui dietro la sua scrivania da manager mannaro continuava a fissare lo schermo del pc e cliccare a destra e a manca.
-Sono passati i bei tempi, nemmeno un caffè mi offri.-
-hai ragione. Sono davvero un maleducato.-
Lui e il suo completo Zegna scuro si sono alzati, fatto il giro della scrivania e a differenza delle altre volte non mi "accompagnata" nella loro cucina privata con la mano leggermente appoggiata sulla bassa schiena adeguando il suo passo al mio.
Dieci passi avanti. E tutti sono costretti a corrergli dietro. Ok, c'è anche una questione di falcata. Una sua sono tre di una donna normale e due delle mie.
Non ho allungato il passo. L'ho visto sparire dietro la porta. L'ho raggiunto e il mio caffè era quasi pronto.
L'ho bevuto nel suo ufficio mentre finalmente mi ha dedicato un minimo di attenzione.
Poi è arrivato un collega, gli ha dato dei documenti, ha ringhiato, l'altro ha detto - C'è la donna ragno che vuole parlare con lei.-
-Sono occupato. Che prenda un appuntamento come tutti.-
-L'ha fatto.-
-Lo riprenda.-
L'ho guardato e di nuovo da soli ho fatto un sorriso mentre sorseggiavo caffè -L'altra.- ho detto.
La donna ragno l'abbiamo sempre chiamata ironicamente l'altra amante sua.
Ha stretto le labbra. Ho notato solo in quel momento che aveva la barba lunga. Un pò bionda. Un pò bianca. Un pò...
-Non c'è stata. Non c'è e non ci sarà nessun altra. Non ci sei nemmeno tu ora. E mi dispiace.-
Non ho risposto. Non sapevo davvero cosa dire. Non mi usciva nulla perchè...per un attimo ho pensato. Davvero questo è lui?
No. Questo non è lui. Il lui del motel. Il lui con cui.
Questo è il lui vero. Di tutti i giorni. Quello che torna a casa e ha questa faccia e romperà i coglioni a livello fotonico, dove l'empatia è zero, dove...
Mi sono sentita soffocare dentro quell'ufficio. Stavo per prendere la giacca quando mi è squillato il cellulare e ho risposto.
Pupillo. Che faceva lo scemo.
Man con gli occhi di fuoco. Quando ho messo giù ha detto -Perchè ti chiama? E' scemo?-
(si)
Ho ripreso la giacca. L'ho infilata da sola. Per la prima volta. Mi ha lasciato il passo e quando mi sono voltata a salutarlo nel corridoio deserto lui.
Mi ha presa. Schiaccignata la faccia. Baciata sulla fronte. Sulla guancia. Sull'altra.
-man ci sono le telecamere...-
.-Non me ne frega un cazzo.- e mentre continuava a schiaccignmi ha baciata sulla bocca, facendo in modo che le mie labbra fossero tutte schiaccignate appunto e protese.
Mi ha dato un bacio a ventosa. Senza lingua. Ha emesso un mugolio da cucciolo che è rimbalzato rotondo e lungo sulle mie labbra.
Lasciata andare. Con un lunghissimo sospiro.
Come quelli dei film si.
Dove ci sono quegli attimi intensissimi che ti prendono talmente tanto che anche se sei spaparanzata sul divano con l'acqua ossigenata alla guest star per farla rosa mini pony e ti stai facendo la ceretta...
Ecco. No.
Sei li nello schermo che trepidi nelle parole non dette.
E che mai si diranno.
:unhappy:
Che dire?
Non l'ho mai visto così compatto nel suo nerismo cosmico.
Mi spiace. Mi spiace davvero molto.
Spero solo stia bene.
Mai più fedeli.
mai.
Più.
:blank:

Io parlavo e lui non mi guardava nemmeno in faccia.
Nero pece. Distante. Rissoso a tratti. Gelido.
Io non sono stata da meno, almeno dentro il suo ufficio.
Fuori. Insieme agli altri. Il solito Man, a guerreggiare con Pupillo per la "bella della classe".
Battute. Sorrisi. "E si tu Pupi che sai come prendere le donne."
E l'altro tutto tronfio.
Occhiate di traverso. E nel suo ufficio da soli. -L'hai portato tu a questo.- ha sibilato come se la cotta di pupillo fosse solo una responsabilità mia.
Tipo mantide religiosa. O anche vedova nera.
Sono diventata sarcastica, mentre lui dietro la sua scrivania da manager mannaro continuava a fissare lo schermo del pc e cliccare a destra e a manca.
-Sono passati i bei tempi, nemmeno un caffè mi offri.-
-hai ragione. Sono davvero un maleducato.-
Lui e il suo completo Zegna scuro si sono alzati, fatto il giro della scrivania e a differenza delle altre volte non mi "accompagnata" nella loro cucina privata con la mano leggermente appoggiata sulla bassa schiena adeguando il suo passo al mio.
Dieci passi avanti. E tutti sono costretti a corrergli dietro. Ok, c'è anche una questione di falcata. Una sua sono tre di una donna normale e due delle mie.
Non ho allungato il passo. L'ho visto sparire dietro la porta. L'ho raggiunto e il mio caffè era quasi pronto.
L'ho bevuto nel suo ufficio mentre finalmente mi ha dedicato un minimo di attenzione.
Poi è arrivato un collega, gli ha dato dei documenti, ha ringhiato, l'altro ha detto - C'è la donna ragno che vuole parlare con lei.-
-Sono occupato. Che prenda un appuntamento come tutti.-
-L'ha fatto.-
-Lo riprenda.-
L'ho guardato e di nuovo da soli ho fatto un sorriso mentre sorseggiavo caffè -L'altra.- ho detto.
La donna ragno l'abbiamo sempre chiamata ironicamente l'altra amante sua.
Ha stretto le labbra. Ho notato solo in quel momento che aveva la barba lunga. Un pò bionda. Un pò bianca. Un pò...
-Non c'è stata. Non c'è e non ci sarà nessun altra. Non ci sei nemmeno tu ora. E mi dispiace.-
Non ho risposto. Non sapevo davvero cosa dire. Non mi usciva nulla perchè...per un attimo ho pensato. Davvero questo è lui?
No. Questo non è lui. Il lui del motel. Il lui con cui.
Questo è il lui vero. Di tutti i giorni. Quello che torna a casa e ha questa faccia e romperà i coglioni a livello fotonico, dove l'empatia è zero, dove...
Mi sono sentita soffocare dentro quell'ufficio. Stavo per prendere la giacca quando mi è squillato il cellulare e ho risposto.
Pupillo. Che faceva lo scemo.
Man con gli occhi di fuoco. Quando ho messo giù ha detto -Perchè ti chiama? E' scemo?-
(si)
Ho ripreso la giacca. L'ho infilata da sola. Per la prima volta. Mi ha lasciato il passo e quando mi sono voltata a salutarlo nel corridoio deserto lui.
Mi ha presa. Schiaccignata la faccia. Baciata sulla fronte. Sulla guancia. Sull'altra.
-man ci sono le telecamere...-
.-Non me ne frega un cazzo.- e mentre continuava a schiaccignmi ha baciata sulla bocca, facendo in modo che le mie labbra fossero tutte schiaccignate appunto e protese.
Mi ha dato un bacio a ventosa. Senza lingua. Ha emesso un mugolio da cucciolo che è rimbalzato rotondo e lungo sulle mie labbra.
Lasciata andare. Con un lunghissimo sospiro.
Come quelli dei film si.
Dove ci sono quegli attimi intensissimi che ti prendono talmente tanto che anche se sei spaparanzata sul divano con l'acqua ossigenata alla guest star per farla rosa mini pony e ti stai facendo la ceretta...
Ecco. No.
Sei li nello schermo che trepidi nelle parole non dette.
E che mai si diranno.
:unhappy:
Che dire?
Non l'ho mai visto così compatto nel suo nerismo cosmico.
Mi spiace. Mi spiace davvero molto.
Spero solo stia bene.
Mai più fedeli.
mai.
Più.
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