danny
Utente di lunga data
Da giovane li odiavo.
Comicità grezza, personaggi ridotti a macchiette, storie banali e semplici.
All'epoca Salvatores vinceva l'Oscar, con la versione di sinistra del cinepanettone, ma lui mi piaceva ed era apprezzato, con quella idea della fuga da un'Italia troppo stretta.
Pure Benigni, sembrava far ridere, anche se la moglie recitava come una capra.
La vita è bella commosse tutti, ma a riguardarlo recentemente non sono andato oltre la prima parte, in cui entrambi gli attori gigioneggiano troppo.
Perché mi piacque all'epoca?
Da giovane seguivo anche l'onda dei film iraniani, afgani, macedoni, arrivando anche a sorbirmi 4 ore di Anghelopoulos.
Perché in compagnia bisognava vedere film di tendenza, impegnati, su cui riflettere.
Ah, quante riflessioni dopo il cinema in centro. Certi film dovevi proprio vederli, e il Morandini era la bibbia, la critica cinematografica obbligatoria.
Ma perché a Morandini non piaceva Tornatore, che gli dava sempre punteggi bassi?
Così arriviamo ai giorni nostri, di Netflix e cinema in centro chiusi.
Dopo tanti film depressi e altri in cui le stragi sono la norma, cerco una commedia.
Non è più tempo di Mel Brooks o del primo Woody Allen.
Così piombo su un cinepanettone.
E mi piace. Cazzo, quello che odiavo ora mi fa ridere.
La trama inconsistente? La seguo, senza troppo impegno.
La recitazione gigionesca? Fa compagnia.
Le battute grevi? Oggi sono come l'acqua per l'assetato, le trovi solo lì.
La mancanza di introspezione? Finalmente un film che ti alleggerisce, che ti ricorda una crociera fatta anni prima, una settimana bianca.
E il tradimento? Sempre divertente, e anche questo non disturba mica, anzi.
Alla fine mi piace, mi diverte e mi fa passare il tempo con leggerezza distraendomi dalle fatiche quotidiane.
Adesso capisco perché ebbero così tanto successo.
Perché non abbiamo più così tanta voglia di film solamente comici?
Comicità grezza, personaggi ridotti a macchiette, storie banali e semplici.
All'epoca Salvatores vinceva l'Oscar, con la versione di sinistra del cinepanettone, ma lui mi piaceva ed era apprezzato, con quella idea della fuga da un'Italia troppo stretta.
Pure Benigni, sembrava far ridere, anche se la moglie recitava come una capra.
La vita è bella commosse tutti, ma a riguardarlo recentemente non sono andato oltre la prima parte, in cui entrambi gli attori gigioneggiano troppo.
Perché mi piacque all'epoca?
Da giovane seguivo anche l'onda dei film iraniani, afgani, macedoni, arrivando anche a sorbirmi 4 ore di Anghelopoulos.
Perché in compagnia bisognava vedere film di tendenza, impegnati, su cui riflettere.
Ah, quante riflessioni dopo il cinema in centro. Certi film dovevi proprio vederli, e il Morandini era la bibbia, la critica cinematografica obbligatoria.
Ma perché a Morandini non piaceva Tornatore, che gli dava sempre punteggi bassi?
Così arriviamo ai giorni nostri, di Netflix e cinema in centro chiusi.
Dopo tanti film depressi e altri in cui le stragi sono la norma, cerco una commedia.
Non è più tempo di Mel Brooks o del primo Woody Allen.
Così piombo su un cinepanettone.
E mi piace. Cazzo, quello che odiavo ora mi fa ridere.
La trama inconsistente? La seguo, senza troppo impegno.
La recitazione gigionesca? Fa compagnia.
Le battute grevi? Oggi sono come l'acqua per l'assetato, le trovi solo lì.
La mancanza di introspezione? Finalmente un film che ti alleggerisce, che ti ricorda una crociera fatta anni prima, una settimana bianca.
E il tradimento? Sempre divertente, e anche questo non disturba mica, anzi.
Alla fine mi piace, mi diverte e mi fa passare il tempo con leggerezza distraendomi dalle fatiche quotidiane.
Adesso capisco perché ebbero così tanto successo.
Perché non abbiamo più così tanta voglia di film solamente comici?