Non si può costruire la propria felicità sull'infelicità altrui.
Questa frase citata anche da lilith_666 recentemente mi ha fatto riflettere parecchio e portato ad alcune considerazioni su chi entra in un rapporto come terzo/a incomodo/a.
Spesso è proprio il ravvisare infelicità in chi è dentro a quel rapporto (non avendo ovviamente il contraltare della versione dell'altro/a componente della coppia) ad indurci a credere che il nostro rapportarci con quella persona possa essere "salvifico", possa portare felicità e non dolore laddove si riscontra (o si vuole credere o ci viene fatto credere) che felicità non vi sia.
Credo che finchè si è in un certo sentire è ben difficile credere altrimenti, porsi anche solo la domanda o la problematica di cosa provoca la nostra presenza in quel rapporto.
Da lì progetti su come potrebbero star meglio con noi anche i figli dell'altro/a, valutazioni sulla "vita nuova" che si darebbe al nostro amante/amato/a, non disgiunti spesso da un certo spirito da crocerossina/infermieredell'anima (il maschile di crocerossina...è ostico!!).
Solo quando si esce da quello stato si vede anche il male che si può arrecare, ma ormai il danno è fatto.
Questa frase citata anche da lilith_666 recentemente mi ha fatto riflettere parecchio e portato ad alcune considerazioni su chi entra in un rapporto come terzo/a incomodo/a.
Spesso è proprio il ravvisare infelicità in chi è dentro a quel rapporto (non avendo ovviamente il contraltare della versione dell'altro/a componente della coppia) ad indurci a credere che il nostro rapportarci con quella persona possa essere "salvifico", possa portare felicità e non dolore laddove si riscontra (o si vuole credere o ci viene fatto credere) che felicità non vi sia.
Credo che finchè si è in un certo sentire è ben difficile credere altrimenti, porsi anche solo la domanda o la problematica di cosa provoca la nostra presenza in quel rapporto.
Da lì progetti su come potrebbero star meglio con noi anche i figli dell'altro/a, valutazioni sulla "vita nuova" che si darebbe al nostro amante/amato/a, non disgiunti spesso da un certo spirito da crocerossina/infermieredell'anima (il maschile di crocerossina...è ostico!!).
Solo quando si esce da quello stato si vede anche il male che si può arrecare, ma ormai il danno è fatto.