M
martina
Guest
C'è in chi ha tradito la coscienza, la consapevolezza della sofferenza causata, dell'ingiustizia inflitta?
Non parlo del tradimento come stile di vita o abitudine consolidata, non parlo di chi tradisce perchè si innamora di un'altra persona.
Parlo del tradimento consumato in un breve periodo, per leggerezza o solitudine, quello che viene confessato perchè non se ne regge il peso.
In questi casi, secondo voi, il senso di colpa che spinge a confessare (pur avendo certezza di non poter essere scoperti, come nel caso a cui mi riferisco) è indice di coscienza viva della negatività del fatto compiuto, consapevolezza dell'ingiustizia commessa, di una sorta di debito di sincerità, perfino di amore verso il tradito, o solo spia di fragilità interiore che muove il bisogno, la ricerca di un'assoluzione?
Grazie.
Non parlo del tradimento come stile di vita o abitudine consolidata, non parlo di chi tradisce perchè si innamora di un'altra persona.
Parlo del tradimento consumato in un breve periodo, per leggerezza o solitudine, quello che viene confessato perchè non se ne regge il peso.
In questi casi, secondo voi, il senso di colpa che spinge a confessare (pur avendo certezza di non poter essere scoperti, come nel caso a cui mi riferisco) è indice di coscienza viva della negatività del fatto compiuto, consapevolezza dell'ingiustizia commessa, di una sorta di debito di sincerità, perfino di amore verso il tradito, o solo spia di fragilità interiore che muove il bisogno, la ricerca di un'assoluzione?
Grazie.