omicron
Irritante puntigliosa spaccacoglioni e pigra
Da giovane (anni 60), era anche un bell’uomoTroppo figo!
Da giovane (anni 60), era anche un bell’uomoTroppo figo!
Quindi che fine ci sarebbe nel levare certe feste, o cambiare usanze, nei bambini delle scuole?Ma figurati quanti sono le coppie omosessuali e soprattutto cosa frega loro di queste cose. Hanno ben altri problemi.
Ho già raccontato che da bambina avevamo come vicine di casa due ragazze omosessuali. Entrambe avevano un bambino (uno ora famoso attore) quindi avevano avuto entrambe relazioni etero precedenti. Erano come si definivano allora ragazze madri. Ai miei genitori non fregava nulla. Erano molto simpatiche e io mi ero innamorata di uno dei due bambini (non quello poi attore) e lui di me. C’era qualche chiacchiera nel condominio, ma niente di più di quelle che c’erano sugli altri condomini, prevalentemente da parte della pettegola del palazzo.
A scuola non si facevano lavoretti per occasioni. I pochi fatti venivano conservati con cura dai miei genitori, benché fossero oggetti orrendi.
Sul finale. Sai che ho qualche dubbio che oggi sia totalmente così. Ho visto alcuni video di uomini che vengono prelevati con la forza, per essere mandati a combattere.I livelli coinvolti sono molteplici.
C'è un livello di vissuto personale e poi famigliare.
C'è un vissuto sociale, storico e psicosociale.
Fare i minestroni di tutti questi livelli porta alla assunzione di posizioni che non tengono conto della complessità non solo dell'individuo ma del corpo sociale stesso.
Non a caso, si usano le generalizzazioni. Che sono funzionali a sgomberare il campo dalle riflessioni e dallo studio elaborato.
Servono per indirizzare la massa e allinearla, non solo in termini di potere precostituito ma anche e soprattutto in termini di senso di appartenenza al gruppo.
Luhmann ha scritto moltissimo riguardo la funzione dell'estraneo nelle dinamiche di aggregazione sociale degli umani. Per dire uno che ha affrontato direttamente la tematica dell'incontro/scontro fra corpi sociali e quindi tradizioni (usi e costumi).
Noi siamo esseri simbolici, arrivati all'età adulta.
E' una nostra caratteristica specie specifica che si accompagna al linguaggio.
ricordo un vecchio prof di pragmatica che ci faceva, ridendo, l'esempio per cui se tutti fossero d'accordo che la macchina si chiama cappuccino, allora tutti ci staremmo muovendo su dei cappuccini più o meno prestanti.
Questo per dire che la religione e l'ordinamento della simbologia sono funzionali alla nostra specie per affrontare le antiche paure: il buio, la solitudine (non emotiva, proprio assenza del sostegno del gruppo per la sopravvivenza) e l'esser prede, tutte riassumibili nella grande paura, la morte.
E il fulmine diventa un dio, il pettirosso un messaggero (pensa ai passeri intesi come psicopompi per esempio) e aiutanti per la transizione dell'anima. Regole di comportamento e di abitudini tese alla cura della qualità della vita in considerazione del territorio e del tempo in cui vive il mio gruppo sociale di riferimento.
Se si fa un giretto per certe foreste del sudamerica si trovano ancora tribù che non hanno abbandonato i vecchi dei, che predispongono riti di passaggio per permettere l'ingresso in certe aree di quella foresta, etc etc.
E qui si aprirebbe un ot interessantissimo sull'utilizzo delle sostanza psicoattive nelle religioni (dall'amanita muscaria presente in tantissimi quadri sacri cattolici - e non casualmente - alle religioni sincretiche (tipo quella nativa americana che utilizza il peyote nei suoi riti, fino ad arrivare all'alcool in quella cattolica) ma non mi metto neanche ad aprirlo. Sarebbe veramente troppo.
Le religioni sono un prodotto culturale e storico.
Con riferimento più o meno espliciti, come dici, al paganesimo e alla cultura che era legata ai tempi e alle manifestazioni della terra.
La religione ha una ben precisa funzione (di comunicazione) sociale.
che sia quella per cui gli uomini disegnavano cervi sui muri delle caverne per passarsi messaggi e conoscenze riguardo la caccia, piuttosto che su dove trovare l'acqua che sia la rassicurazione, il riconoscimento, l'identità, la conferma. L'appartenenza.
Che è poi uno dei motivi per cui è tanto densa di conflitti e difese.
E una delle migliori motivazioni per spedire gente a morire senza avere un perchè personale ma in difesa di un'idea di appartenenza.
La mia visione...è che sono, le religioni, OGGETTI di studio.![]()
Sono due livelli.Sul finale. Sai che ho qualche dubbio che oggi sia totalmente così. Ho visto alcuni video di uomini che vengono prelevati con la forza, per essere mandati a combattere.
Io so molto poco, rispetto ad altri qui, che mi sembrano più "appassionati" di guerra, ma credo vengano sottoposti ad un mix di droghe / lavaggio del cervello / ammazzi o muori. Una combo. Nei parenti, che non saranno uno, ma un gruppo elevato di persone, il momento di rabbia che può conseguire ad un lutto viene manipolato.
Dubito, perlomeno per la mia generazione (anche la tua, parlo di generazione includendo tutti quelli che sono nati in un periodo di pace, e nella concezione di essere in una realtà di pace) che possa bastare una campagna di accettazione su false aspettative, di religione o altro, in cui accettare di sacrificarsi per un bene che arriverà domani (=domani staremo tutti meglio, ma oggi andiamo a morire). Per quanto alcune affermazioni siano indubbiamente storicamente corrette, come dire che la guerra ha sempre fatto parte della storia dell’uomo, come che investire in cose come ospedali e ricerca medica faccia parte di un pezzettino brevissimo di storia (storicamente si investiva maggiormente in armamenti rispetto ad ospedali), se penso a mia nonna, che i soldati li nascondeva nel fienile, rischiando la sua stessa vita, avrebbe senza dubbio affermato che parlare di guerra è da fuori di testa (come quando si dice di un traditore, è andato fuori di testa, ovvero non è razionale, non usa la logica) e questa sarebbe stata la realtà. Quella che come tu dici, può portare a chiamare una macchina cappuccino.
La ridondanza in cui la comunicazione dei mass media ufficiali usa la parola pace, per dire guerra, è un modo per dire di chiamare la macchina cappuccino. Ma sono due parole diverse, e che hanno significati e conseguenze diverse.
Ricordo il figlio di un signore che veniva spesso in azienda.Sono due livelli.
Uno è sociale. La guerra giusta per quanto non la si vorrebbe fare. Ma serve farla.
Uno è individuale. In guerra meglio che ci vada qualcun altro. Giusta o sbagliata che sia.
La diserzione esiste da sempre.
I mix di droghe, pensa al vietnam (ne sono usciti una sfracca ti stonati dagli acidi e dipendenti dagli oppioidi per non parlare dell'alcool, piuttosto che l'ubriacatura libera e gli stupri come premio - droga autoprodotta - non sono una novità storica.
Sono suppergiù la norma, piuttosto.
Ora come ora il militare è una professione.
Questa è quasi una novità storica.
La guerra è un grande affare anche oggi.
E anche oggi, non ho dati alla mano, vado ad intuito, dubito che ci siano più investimenti in termini di ricerca medica piuttosto che di armamenti e mantenimento degli armamenti. Oltre che degli eserciti.
Poi c'è la comunicazione, propagandistica. Ma anche questa non è una novità.
Facciamo la guerra per portare la pace.
Quello che intendevo è che socialmente, la religione e le religioni sono l'aggancio più semplice per vendere pace alle masse e per costruire propaganda. Dio patria e famiglia.
E anche oggi, non ho dati alla mano, vado ad intuito, dubito che ci siano più investimenti in termini di ricerca medica piuttosto che di armamenti e mantenimento degli armamenti. Oltre che degli eserciti.
Dio patria e famiglia.
Brava ti appoggio è meglio che dire ti quotoIo manderei in guerra i figli di quelli che la vogliono.. che senso ha inviare le armi
mandassero anche i loro figli
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Oriente non è una donna, ehBrava ti appoggio è meglio che dire ti quoto![]()
scusa lo soOriente non è una donna, eh![]()
Brava a chi ?Brava ti appoggio è meglio che dire ti quoto![]()
Sono due livelli.
Uno è sociale. La guerra giusta per quanto non la si vorrebbe fare. Ma serve farla.
Forse mi sono espressa male, non intendevo un innalzamento di investimenti sulla ricerca medica a fronte di quelli bellici, come statistica a confronto.Uno è individuale. In guerra meglio che ci vada qualcun altro. Giusta o sbagliata che sia.
La diserzione esiste da sempre.
I mix di droghe, pensa al vietnam (ne sono usciti una sfracca ti stonati dagli acidi e dipendenti dagli oppioidi per non parlare dell'alcool, piuttosto che l'ubriacatura libera e gli stupri come premio - droga autoprodotta - non sono una novità storica.
Sono suppergiù la norma, piuttosto.
Ora come ora il militare è una professione.
Questa è quasi una novità storica.
La guerra è un grande affare anche oggi.
E anche oggi, non ho dati alla mano, vado ad intuito, dubito che ci siano più investimenti in termini di ricerca medica piuttosto che di armamenti e mantenimento degli armamenti. Oltre che degli eserciti.
Poi c'è la comunicazione, propagandistica. Ma anche questa non è una novità.
Facciamo la guerra per portare la pace.
Quello che intendevo è che socialmente, la religione e le religioni sono l'aggancio più semplice per vendere pace alle masse e per costruire propaganda. Dio patria e famiglia.