Per i nuovi: gattamorta è una che si è dimostrata poco amica, sparita quando mio padre stava male, buona solo ad andare insieme a bar. Con lei si parla solo dei casi suoi, del suo fidanzato con fidanzata ufficiale con figlio + amante ufficiale + due amichette ufficiose + gattamorta. E non fa che parlare del suo lavoro in continuazione e continuazione perchè pensa di fare un lavoro molto figo di PR.
Forse covavo rancore per l'assenza assoluta quando mio padre stava male... persino quelli del forum mi mandavano messaggi privati di solidarietà...
E però l'altro giorno mi ha raccontato di quello che glielo ha messo di qua e di là...
Ok, stasera si esce. Come al solito mi sento tutta la peana sul suo lavoro fichissimo... e cosa ha fatto e chi ha visto, etc. etc. etc. Poi esaurita la sua giornata come al solito non si sa di che parlare. In due parole (ma davvero, so che qui sono prolissa, ma con lei no, la maggior parte delle volte non lo cito nemmeno) le dico quello che non le avevo mai detto... che mi angoscia che forse si sia separato e che sono arrabbiata con me per non aver capito che era bell'e pronto per una storia e forse allora voleva averla con me e io ho sprecato, forse, quell'occasione. In due parole le dico quello che è successo, che mi ha detto "se insisti" e io gli ho mandato un sms con invito a caffè e che lui ha risposto solo "evita di scrivermi", che mi sono incazzata per il suo modo e che sono andata sotto l'ufficio scrivendogli scendi o salgo?" e che questo mi ha permesso di chiarire. Io sono orgogliosa di quella piazzata (o tammuriata per dirla con Lupa), perchè per una volta sono stata spontanea e me stessa.
Mi ha guardata come una pezzente e mi ha detto con aria di superiorità che dovrei proprio vergognarmi per quella piazzata...
a correre dietro a un uomo così. E io sorpresa e un po' irritata: "ma come corrergli dietro? mi risponde così e dovrei stare zitta? tu non saresti stata zitta" (mi viene in mente ora che l'altro giorni mi ha detto di avergli dato una sberla al suo amichetto). E lei: "non arrabbiarti, dico solo che è una cosa disgustosa" o qualcosa del genere... E io "mi pare che tu non sia proprio nella posizione di giudicare"
e lei "con te non si può parlare di altro"
Sbotto! Mi alzo "no, è con te che si può parlare solo di cazzate, e del tuo lavoro, con te non si può parlare proprio di niente". Mi alzo, pago (anche per lei, sono una signora io), mi riavvicino al tavolo e le dico "neanche di mio padre che ha un tumore si può parlare con te!"
Lei mi guarda con due occhi tanti e io me ne vado e la pianto lì seduta con il piatto pieno...
E che cazzi!!!
Me ne sono tornata in centro a piedi con le lacrime tremolanti negli occhi, ma in un certo modo liberata...