Non era esattamente la concessione di un part time ma arrivare a lavorare in un posto che mi desse più diritti (come ad esempio stare a casa quando la mia bambina è malata) e orari più umani.
Mio marito mi ha rinfacciato parecchie volte queste mie mancanze. Questa mia assenza.
È successo solo una volta con questo tipo. Non si tratta di episodio reiterato. Un singolo episodio. Che non so quanto cambi a conti fatti ma di una sola volta si è trattato. Mi è piaciuto? No.
Mi facevo schifo. Mi faceva schifo la situazione. Mi sentivo (e mi sento) sporca.
La domanda che mi sono posta è “L’avrei tradito se non ci fosse stata in ballo la questione lavorativa?” E la risposta è no.
Pelo sullo stomaco. Si, tanto.
Fredda e calcolatrice si ho cercato di esserlo.
Come mi ha scoperto? Da una chat di whatsapp con una mia amica.
Killerina era un nickname che usavo su un gioco di ruolo online secoli fa. Tutto qui.
Cominciamo a sgombrare il campo dalle giustificazioni.
Se io, marito, tradito, ne ricevessi una come quella del neretto la troverei molto fastidiosa.
"Tu ti scopi un altro e ti giustifichi affermando che lo hai fatto perché io ti rinfacciavo che avevi poco tempo per stare con me? Quindi sarei un mandante, secondo te?", questo è quello che penserei.
"L'hai fatto per te, senza chiedermi pareri prima e senza rivelarmelo dopo, quindi io non c'entro niente".
L'altra cosa che troverei insopportabile è l'aver palesato di non avere dignità: trovo accettabile tradire per sesso o per attrazione, non per proprio interesse personale.
E' una cosa che mi lascerebbe sgomento, cambiando completamente la visione che avrei della persona che ho di fronte.
Nessuno ti ha puntato una pistola alla tempia, l'hai fatto scientemente, indifferente a qualsiasi legame con i colleghi, alla fiducia accordata da tuo marito e senza avere neppure rispetto per te stessa: è difficile pretendere rispetto e considerazione da chi ti sta accanto, di conseguenza.
Queste sono, credo, alcune cose con cui ti devi confrontare.