Tebe
Egocentrica non in incognito
Quando sono arrivata a casa stasera, Mattia ha immediatamente chiuso il cellulare.
Aria colpevole.
Sorriso tirato.
Un bacio veloce -Ti ho tenuto in caldo la cena.-
Ho fatto finta di niente. Lui che parlava. Io che mangiavo.
Ma non ascoltavo. Pensavo.
Perchè l'aria colpevole? Chi era al telefono?
Fargli la domanda diretta?
Si.
-Mattia con chi parlavi al telefono?-
-Franco, problemi sul lavoro. Sai il solito...-
-Mattia con chi parlavi al telefono?-
-Te l'ho detto con Franco...lo sai che...-
-Dammi il cellulare.-
-Stai scherzando? Ma cosa pensi?-
-Dammi il cellulare-
-Tebe...-
-Dimmi chi era Mattia...non posso far finta di niente. Hai l'aria colpevole.-
Lo stronzo si sente con mia madre.
Da qualche tempo. A mia insaputa. Come se fossi scajola.
Non ho voluto sapere perchè. E non ho nemmeno chiamato i miei fratelli per sapere se loro erano al corrente di questa genialata di Mattia. O della genitrice.
Devo lasciare decantare un pò di cose.
Non voglio parlarne stasera. Direi cose che tutto sommato è meglio affossare.
Voleva spiegare.
No.
Non adesso.
Perchè mia madre e tutto quello che ci gira intorno è un argomento sensibile, dove nessuno deve mettere il becco.
Tanto meno lui e tutte le sue cazzo di idee barocche sul rapporto genitori figli.
Eppure sa. Ha visto. La conosce. Conosce me.
Ma è come se non si arrendesse al fatto che semplicemente ho deciso così.
Non ci sta dentro. Lo reputa assurdo. Ma il suo termine di paragone è ciò che ha vissuto lui in famiglia.
Una famiglia normale.
Dove c'erano i drammi di tutte le famiglie certo, ma che alla fine uno per tutti e tutti per uno come i tre moschettieri.
Mi ha portato il caffè prima. Con un sorrisino contrito.
-Devi starmi lontano Mattia. Sono in picco. Hai fatto una cosa gravissima.-
-Mi ha chiamato lei...-
Taci.
Aria colpevole.
Sorriso tirato.
Un bacio veloce -Ti ho tenuto in caldo la cena.-
Ho fatto finta di niente. Lui che parlava. Io che mangiavo.
Ma non ascoltavo. Pensavo.
Perchè l'aria colpevole? Chi era al telefono?
Fargli la domanda diretta?
Si.
-Mattia con chi parlavi al telefono?-
-Franco, problemi sul lavoro. Sai il solito...-
-Mattia con chi parlavi al telefono?-
-Te l'ho detto con Franco...lo sai che...-
-Dammi il cellulare.-
-Stai scherzando? Ma cosa pensi?-
-Dammi il cellulare-
-Tebe...-
-Dimmi chi era Mattia...non posso far finta di niente. Hai l'aria colpevole.-
Lo stronzo si sente con mia madre.
Da qualche tempo. A mia insaputa. Come se fossi scajola.
Non ho voluto sapere perchè. E non ho nemmeno chiamato i miei fratelli per sapere se loro erano al corrente di questa genialata di Mattia. O della genitrice.
Devo lasciare decantare un pò di cose.
Non voglio parlarne stasera. Direi cose che tutto sommato è meglio affossare.
Voleva spiegare.
No.
Non adesso.
Perchè mia madre e tutto quello che ci gira intorno è un argomento sensibile, dove nessuno deve mettere il becco.
Tanto meno lui e tutte le sue cazzo di idee barocche sul rapporto genitori figli.
Eppure sa. Ha visto. La conosce. Conosce me.
Ma è come se non si arrendesse al fatto che semplicemente ho deciso così.
Non ci sta dentro. Lo reputa assurdo. Ma il suo termine di paragone è ciò che ha vissuto lui in famiglia.
Una famiglia normale.
Dove c'erano i drammi di tutte le famiglie certo, ma che alla fine uno per tutti e tutti per uno come i tre moschettieri.
Mi ha portato il caffè prima. Con un sorrisino contrito.
-Devi starmi lontano Mattia. Sono in picco. Hai fatto una cosa gravissima.-
-Mi ha chiamato lei...-
Taci.