Il tradimento - 7 anni dopo

iosolo

Utente di lunga data
Provo a tirare le fila di questi lunghi sette anni troverete credo la mia storia nei post passati. Anche se spero che qualcuno si ricorda di me.
Sette anni sono lunghi che voglio violentemente sintetizzarli in poche frasi e da li partire di nuovo con voi per mettermi di nuovo in discussione, considerato che la mia testa è stupidamente in tilt.

Sette anni fa, sposata con due figli figli piccoli di 4 e 7 anni, dopo una relazione di 20 anni tra matrimonio e fidanzamento dai tempi del liceo, scopro il tradimento, durato anni tra mio e una sua collega. Avvisaglie, silenzi, niente sesso, tutti indizi visti e scartati. Io e le mie strane convinzioni.
Scoperto il tradimento impazzisco come la maggior parte dei traditi, ma non voglio perderlo. I bambini piccoli forse sono una scusa, il motivo principale che mi spinge a tener duro, nonostante la ferita all'orgoglio e al cuore e quindi cerco di reagire.
Terapia di coppia, nuove energie del rapporto e nonostante dopo qualche mese scopro, nei dettagli, con foto e date, il tenore della loro relazione, ancora tengo duro e vado avanti.
Con tanta rabbia, con tanto rancore e forse ancora tanto amore.
Ci sono buoni momenti, tanti, rimangono sempre i dubbi, le paure, l'incertezza di un rapporto ferito e una quotidianità che inevitabilmente piano piano spegne la spinta iniziale. La coppia si ferma di nuovo.
Tre anni fa, quando certe emozioni non riescono più ad essere sotto controllo, almeno da parte mia, abbiamo un difficile confronto. Lui rivendica più libertà ed esprime stanchezza per la mia rabbia e i miei dubbi mal celati. Io rimprovero che il nostro rapporto non è completo, spento, mancano intimità e complicità e che i periodi di stanca, sempre più frequenti, non mi rendono tranquilla. Voglio "tutto" dico io, anche se esattamente nemmeno io so che cosa voglio dire, ma so che quello che ho non è sufficiente.
Lui propone una pausa. Tutti i miei sensi sono all'allerta, la pausa è stata la prima cosa che mi ha chiesto prima della scoperta. Quindi rincaro: Una pausa che ci permette di frequentare altri?. Mi risponde di si. E' un altro sasso gigante è andato a infilarsi tra noi. Però i suoi ragionamenti sono giusti, e quando mi dice che è evidente che tra noi non c'è amore, penso che forse è vero, che un po' ha ragione. Sono rancorosa, arrabbiata e non dimostro amore. Quindi metto al bando il mio orgoglio e la mia dignità e gli dico "non sono ancora pronta per perderti, diamoci un altra occasione". Lui me la concede, con il senso del poi mi viene da aggiungere, un certo scetticismo. Se lui aveva di nuovo un altra, non si sa, sarebbe troppo facile dirlo ora, ma il dubbio si insinua.
Andiamo avanti però.
Cerco di smussare gli angoli, non so e non riesco sinceramente ad essere oggettiva con quanta e quale convinzione ma ci provo. C'è il covid, c'è tanta famiglia, ci sono vacanze, divertimenti, c'è tanto non posso negarlo ma sicuramente non c'è una grande evoluzione nella coppia in sè.
Nel frattempo in questi anni però una evoluzione grande, improntata ad un certo individualismo, è avvenuta in me. Mi sono laureata, ho mille impegni, tante idee ed energie, oltre ad aver perso parecchi chili. Sono io, diversa ma sempre io. Il mio centro sono io.

E arriva lui (lo aspettavate vero?!).

Lui, giovane, molto più giovane, da farmi sembrare quasi patetica nel guardarlo con occhi diversi, e che da subito mi guarda con occhi diversi. Mi guarda, oserei direi. Il divario dell'età è grande, è un collega e il mio matrimonio all'esterno sembra da famiglia mulino bianco. Ma forse lui mi guarda e lo sa che può riuscire.
Inutile girarci intorno, ne avete sentite infinite di storie analoghe, comincia come un amicizia, poi diventa un gioco più intimo e poi il gioco sfugge di mano, non troppo a dire il vero, ma complice il fatto che lui presto se ne sarebbe andato in un altra città per un nuovo lavoro, succede. Una sola volta, ma che conta? Noi traditi lo sappiamo, conta.
Quello che mi passa per la testa? "Prendo un solo pezzettino e poi dimentico tutto, la famiglia anche senza amore di coppia non può e non sarà messa in discussione". "Perché lui si e io no". "Lui magari sta facendo lo stesso". "Lui non mi ama, nemmeno mi vede, che male può fare". "Ho bisogno anch'io di sentirmi desiderata e amata" "Me lo merito". Frasi banali ma frullano in testa.
La vittima diventa carnefice. Da tradita a traditrice. Uno schifo di persona anch'io. E in quello schifo uno dei pensieri reconditi è anche: è colpa sua se sono diventata così.

Banalmente, mi allontano da lui, mi assento con lo sguardo e sono sempre distratta e le poche volte che mi cerca invento scuse. Sono strana, anche uno stupido lo capirebbe. Cerco nella mia vigliaccheria però di non essere completamente disonesta e gli dico che siamo distanti, che c'è tanto che non funziona. In realtà non voglio fare una confessione, devo essere sincera, ma so anch'io che quello che ho fatto ha cambiato ogni equilibrio che c'era e che il rapporto così com'è, è evidente che non funziona.

Nel confronto successivo, la sorpresa: lui aveva intuito e capito da un bel pezzo che c'era un altro, con cui chattavo e a cui dedicavo attenzioni e che ero una bella ipocrita a parlare di distanza. Beh come dargli torto? Ero una stupida, infantile, vigliacca e ipocrita persona. Quello che avevo odiato di lui, ora ero io.
Lui non chiude, ma dice che non sa che fare e che è deluso e ferito, perché credeva davvero in me come persona (è questo il colpo più tosto), che ne avremmo parlato dopo le vacanze, che comunque andavano fatte perché i ragazzi, e perché no, anche noi ci meritavamo.
Niente urla. Niente scene madri.
Le vacanze sono state fatte, come tutti gli eventi successivi, compleanni, scuola. La macchina famiglia è stata perfetta. La coppia era morta.

L'altro ieri finalmente ci siamo guardati e abbiamo ammesso che il rapporto è totalmente logorato, che sicuramente ora non ci sarà nulla che potrà salvare il rapporto: è finita, abbiamo ammesso entrambi.

Ed eccomi, che sono tornata a scrivere qui, con tutti i miei fallimenti. Potevo fare di più?! Potevo sicuramente fare di meno. La coppia era morta è vero, ma come ho potuto abbandonare l'idea di salvare la famiglia, come sempre l'abbiamo vissuta, e l'unica che conoscono i ragazzi. Il dubbio di non abbandonarla, tornare pentita, dirgli moriamo come coppia ma facciamo rimanere famiglia.
Sono terrorizzata dal futuro ora, dal dolore dei ragazzi e dalle conseguenze quotidiane della mia scelta.
Ho risentito l'altro, che non sentivo dopo la prima discussione, forse per vigliaccheria per non sentirmi sola. Altro punto di demerito per me.

Devo capire le mie emozioni e fare chiarezza forse voi mi potete aiutare.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
La separazione economicamente può reggere?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ho riletto un po’ quello che ti ho scritto allora.
Sicuramente volevo toglierti un po’ delle pietre dallo zaino sulle spalle.
Ma pure da traditrice ti metti pietre?
 

iosolo

Utente di lunga data
Si, sono indipendente. Tra l'altro da quando è successo, ho tenuto conti e proprietà ben separate.
Non navigherei nell'oro ma vivrei dignitosamente
 

iosolo

Utente di lunga data
Ho riletto un po’ quello che ti ho scritto allora.
Sicuramente volevo toglierti un po’ delle pietre dallo zaino sulle spalle.
Ma pure da traditrice ti metti pietre?
Responsabilità si, tante. Sarebbe stato più onesto, chiudere 7 anni fa. Ora mi sento sporca e carnefice
 

Brunetta

Utente di lunga data
Responsabilità si, tante. Sarebbe stato più onesto, chiudere 7 anni fa. Ora mi sento sporca e carnefice
Sbagli. Hai garantito ai figli una infanzia serena.
Io ho scoperto con figli grandi e ho chiuso. Mi sono domandata tante volte se lo avrei fatto anche con bambini piccoli. Non lo so. Forse sì, perché sono impulsiva. So che ho retto il loro pianti, ma non lo avrei retto di loro piccoli.
Il tuo tradimento? Per me è stata una terapia fai-da-te come chi di fa le canne, invece di andare dal neuropsichiatra.
Ormai è fatta. Ti è servito per capire che stare con tuo marito non c’è più un sentimento che spieghi la convivenza.
Buona vita!
 

iosolo

Utente di lunga data
Sbagli. Hai garantito ai figli una infanzia serena.
Io ho scoperto con figli grandi e ho chiuso. Mi sono domandata tante volte se lo avrei fatto anche con bambini piccoli. Non lo so. Forse sì, perché sono impulsiva. So che ho retto il loro pianti, ma non lo avrei retto di loro piccoli.
Il tuo tradimento? Per me è stata una terapia fai-da-te come chi di fa le canne, invece di andare dal neuropsichiatra.
Ormai è fatta. Ti è servito per capire che stare con tuo marito non c’è più un sentimento che spieghi la convivenza.
Buona vita!
Pensavo fossi più dura con me. Pensavo di dovermi difendere dalla mia ipocrisia
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
la penso come brunetta, se avessi chiuso non ti saresti neanche realizzata professionalmente con la laurea e un lavoro soddisfacente, in un certo senso hai anche visto che più di così non potevate fare, il tuo tradimento lo vedo più come la dimostrazione che ti sei buttata tutto alle spalle e tuo marito si merita solo di essere mandato a quel paese ad aver il coraggio di dirti che è deluso da te
se riuscite ad andare avanti come coinquilini, almeno non vi svenate in una separazione
 

Brunetta

Utente di lunga data
Pensavo fossi più dura con me. Pensavo di dovermi difendere dalla mia ipocrisia
Sai che difficilmente uso il termine ipocrisia?
Hai fatto come hai potuto in una situazione molto difficile.
 

Etta

Utente di lunga data
Provo a tirare le fila di questi lunghi sette anni troverete credo la mia storia nei post passati. Anche se spero che qualcuno si ricorda di me.
Sette anni sono lunghi che voglio violentemente sintetizzarli in poche frasi e da li partire di nuovo con voi per mettermi di nuovo in discussione, considerato che la mia testa è stupidamente in tilt.

Sette anni fa, sposata con due figli figli piccoli di 4 e 7 anni, dopo una relazione di 20 anni tra matrimonio e fidanzamento dai tempi del liceo, scopro il tradimento, durato anni tra mio e una sua collega. Avvisaglie, silenzi, niente sesso, tutti indizi visti e scartati. Io e le mie strane convinzioni.
Scoperto il tradimento impazzisco come la maggior parte dei traditi, ma non voglio perderlo. I bambini piccoli forse sono una scusa, il motivo principale che mi spinge a tener duro, nonostante la ferita all'orgoglio e al cuore e quindi cerco di reagire.
Terapia di coppia, nuove energie del rapporto e nonostante dopo qualche mese scopro, nei dettagli, con foto e date, il tenore della loro relazione, ancora tengo duro e vado avanti.
Con tanta rabbia, con tanto rancore e forse ancora tanto amore.
Ci sono buoni momenti, tanti, rimangono sempre i dubbi, le paure, l'incertezza di un rapporto ferito e una quotidianità che inevitabilmente piano piano spegne la spinta iniziale. La coppia si ferma di nuovo.
Tre anni fa, quando certe emozioni non riescono più ad essere sotto controllo, almeno da parte mia, abbiamo un difficile confronto. Lui rivendica più libertà ed esprime stanchezza per la mia rabbia e i miei dubbi mal celati. Io rimprovero che il nostro rapporto non è completo, spento, mancano intimità e complicità e che i periodi di stanca, sempre più frequenti, non mi rendono tranquilla. Voglio "tutto" dico io, anche se esattamente nemmeno io so che cosa voglio dire, ma so che quello che ho non è sufficiente.
Lui propone una pausa. Tutti i miei sensi sono all'allerta, la pausa è stata la prima cosa che mi ha chiesto prima della scoperta. Quindi rincaro: Una pausa che ci permette di frequentare altri?. Mi risponde di si. E' un altro sasso gigante è andato a infilarsi tra noi. Però i suoi ragionamenti sono giusti, e quando mi dice che è evidente che tra noi non c'è amore, penso che forse è vero, che un po' ha ragione. Sono rancorosa, arrabbiata e non dimostro amore. Quindi metto al bando il mio orgoglio e la mia dignità e gli dico "non sono ancora pronta per perderti, diamoci un altra occasione". Lui me la concede, con il senso del poi mi viene da aggiungere, un certo scetticismo. Se lui aveva di nuovo un altra, non si sa, sarebbe troppo facile dirlo ora, ma il dubbio si insinua.
Andiamo avanti però.
Cerco di smussare gli angoli, non so e non riesco sinceramente ad essere oggettiva con quanta e quale convinzione ma ci provo. C'è il covid, c'è tanta famiglia, ci sono vacanze, divertimenti, c'è tanto non posso negarlo ma sicuramente non c'è una grande evoluzione nella coppia in sè.
Nel frattempo in questi anni però una evoluzione grande, improntata ad un certo individualismo, è avvenuta in me. Mi sono laureata, ho mille impegni, tante idee ed energie, oltre ad aver perso parecchi chili. Sono io, diversa ma sempre io. Il mio centro sono io.

E arriva lui (lo aspettavate vero?!).

Lui, giovane, molto più giovane, da farmi sembrare quasi patetica nel guardarlo con occhi diversi, e che da subito mi guarda con occhi diversi. Mi guarda, oserei direi. Il divario dell'età è grande, è un collega e il mio matrimonio all'esterno sembra da famiglia mulino bianco. Ma forse lui mi guarda e lo sa che può riuscire.
Inutile girarci intorno, ne avete sentite infinite di storie analoghe, comincia come un amicizia, poi diventa un gioco più intimo e poi il gioco sfugge di mano, non troppo a dire il vero, ma complice il fatto che lui presto se ne sarebbe andato in un altra città per un nuovo lavoro, succede. Una sola volta, ma che conta? Noi traditi lo sappiamo, conta.
Quello che mi passa per la testa? "Prendo un solo pezzettino e poi dimentico tutto, la famiglia anche senza amore di coppia non può e non sarà messa in discussione". "Perché lui si e io no". "Lui magari sta facendo lo stesso". "Lui non mi ama, nemmeno mi vede, che male può fare". "Ho bisogno anch'io di sentirmi desiderata e amata" "Me lo merito". Frasi banali ma frullano in testa.
La vittima diventa carnefice. Da tradita a traditrice. Uno schifo di persona anch'io. E in quello schifo uno dei pensieri reconditi è anche: è colpa sua se sono diventata così.

Banalmente, mi allontano da lui, mi assento con lo sguardo e sono sempre distratta e le poche volte che mi cerca invento scuse. Sono strana, anche uno stupido lo capirebbe. Cerco nella mia vigliaccheria però di non essere completamente disonesta e gli dico che siamo distanti, che c'è tanto che non funziona. In realtà non voglio fare una confessione, devo essere sincera, ma so anch'io che quello che ho fatto ha cambiato ogni equilibrio che c'era e che il rapporto così com'è, è evidente che non funziona.

Nel confronto successivo, la sorpresa: lui aveva intuito e capito da un bel pezzo che c'era un altro, con cui chattavo e a cui dedicavo attenzioni e che ero una bella ipocrita a parlare di distanza. Beh come dargli torto? Ero una stupida, infantile, vigliacca e ipocrita persona. Quello che avevo odiato di lui, ora ero io.
Lui non chiude, ma dice che non sa che fare e che è deluso e ferito, perché credeva davvero in me come persona (è questo il colpo più tosto), che ne avremmo parlato dopo le vacanze, che comunque andavano fatte perché i ragazzi, e perché no, anche noi ci meritavamo.
Niente urla. Niente scene madri.
Le vacanze sono state fatte, come tutti gli eventi successivi, compleanni, scuola. La macchina famiglia è stata perfetta. La coppia era morta.

L'altro ieri finalmente ci siamo guardati e abbiamo ammesso che il rapporto è totalmente logorato, che sicuramente ora non ci sarà nulla che potrà salvare il rapporto: è finita, abbiamo ammesso entrambi.

Ed eccomi, che sono tornata a scrivere qui, con tutti i miei fallimenti. Potevo fare di più?! Potevo sicuramente fare di meno. La coppia era morta è vero, ma come ho potuto abbandonare l'idea di salvare la famiglia, come sempre l'abbiamo vissuta, e l'unica che conoscono i ragazzi. Il dubbio di non abbandonarla, tornare pentita, dirgli moriamo come coppia ma facciamo rimanere famiglia.
Sono terrorizzata dal futuro ora, dal dolore dei ragazzi e dalle conseguenze quotidiane della mia scelta.
Ho risentito l'altro, che non sentivo dopo la prima discussione, forse per vigliaccheria per non sentirmi sola. Altro punto di demerito per me.

Devo capire le mie emozioni e fare chiarezza forse voi mi potete aiutare.
Pensa alla tua felicità. E non sentirti in colpa.
 

patroclo

Utente di lunga data
Provo a tirare le fila di questi lunghi sette anni troverete credo la mia storia nei post passati. Anche se spero che qualcuno si ricorda di me.
Sette anni sono lunghi che voglio violentemente sintetizzarli in poche frasi e da li partire di nuovo con voi per mettermi di nuovo in discussione, considerato che la mia testa è stupidamente in tilt.

Sette anni fa, sposata con due figli figli piccoli di 4 e 7 anni, dopo una relazione di 20 anni tra matrimonio e fidanzamento dai tempi del liceo, scopro il tradimento, durato anni tra mio e una sua collega. Avvisaglie, silenzi, niente sesso, tutti indizi visti e scartati. Io e le mie strane convinzioni.
Scoperto il tradimento impazzisco come la maggior parte dei traditi, ma non voglio perderlo. I bambini piccoli forse sono una scusa, il motivo principale che mi spinge a tener duro, nonostante la ferita all'orgoglio e al cuore e quindi cerco di reagire.
Terapia di coppia, nuove energie del rapporto e nonostante dopo qualche mese scopro, nei dettagli, con foto e date, il tenore della loro relazione, ancora tengo duro e vado avanti.
Con tanta rabbia, con tanto rancore e forse ancora tanto amore.
Ci sono buoni momenti, tanti, rimangono sempre i dubbi, le paure, l'incertezza di un rapporto ferito e una quotidianità che inevitabilmente piano piano spegne la spinta iniziale. La coppia si ferma di nuovo.
Tre anni fa, quando certe emozioni non riescono più ad essere sotto controllo, almeno da parte mia, abbiamo un difficile confronto. Lui rivendica più libertà ed esprime stanchezza per la mia rabbia e i miei dubbi mal celati. Io rimprovero che il nostro rapporto non è completo, spento, mancano intimità e complicità e che i periodi di stanca, sempre più frequenti, non mi rendono tranquilla. Voglio "tutto" dico io, anche se esattamente nemmeno io so che cosa voglio dire, ma so che quello che ho non è sufficiente.
Lui propone una pausa. Tutti i miei sensi sono all'allerta, la pausa è stata la prima cosa che mi ha chiesto prima della scoperta. Quindi rincaro: Una pausa che ci permette di frequentare altri?. Mi risponde di si. E' un altro sasso gigante è andato a infilarsi tra noi. Però i suoi ragionamenti sono giusti, e quando mi dice che è evidente che tra noi non c'è amore, penso che forse è vero, che un po' ha ragione. Sono rancorosa, arrabbiata e non dimostro amore. Quindi metto al bando il mio orgoglio e la mia dignità e gli dico "non sono ancora pronta per perderti, diamoci un altra occasione". Lui me la concede, con il senso del poi mi viene da aggiungere, un certo scetticismo. Se lui aveva di nuovo un altra, non si sa, sarebbe troppo facile dirlo ora, ma il dubbio si insinua.
Andiamo avanti però.
Cerco di smussare gli angoli, non so e non riesco sinceramente ad essere oggettiva con quanta e quale convinzione ma ci provo. C'è il covid, c'è tanta famiglia, ci sono vacanze, divertimenti, c'è tanto non posso negarlo ma sicuramente non c'è una grande evoluzione nella coppia in sè.
Nel frattempo in questi anni però una evoluzione grande, improntata ad un certo individualismo, è avvenuta in me. Mi sono laureata, ho mille impegni, tante idee ed energie, oltre ad aver perso parecchi chili. Sono io, diversa ma sempre io. Il mio centro sono io.

E arriva lui (lo aspettavate vero?!).

Lui, giovane, molto più giovane, da farmi sembrare quasi patetica nel guardarlo con occhi diversi, e che da subito mi guarda con occhi diversi. Mi guarda, oserei direi. Il divario dell'età è grande, è un collega e il mio matrimonio all'esterno sembra da famiglia mulino bianco. Ma forse lui mi guarda e lo sa che può riuscire.
Inutile girarci intorno, ne avete sentite infinite di storie analoghe, comincia come un amicizia, poi diventa un gioco più intimo e poi il gioco sfugge di mano, non troppo a dire il vero, ma complice il fatto che lui presto se ne sarebbe andato in un altra città per un nuovo lavoro, succede. Una sola volta, ma che conta? Noi traditi lo sappiamo, conta.
Quello che mi passa per la testa? "Prendo un solo pezzettino e poi dimentico tutto, la famiglia anche senza amore di coppia non può e non sarà messa in discussione". "Perché lui si e io no". "Lui magari sta facendo lo stesso". "Lui non mi ama, nemmeno mi vede, che male può fare". "Ho bisogno anch'io di sentirmi desiderata e amata" "Me lo merito". Frasi banali ma frullano in testa.
La vittima diventa carnefice. Da tradita a traditrice. Uno schifo di persona anch'io. E in quello schifo uno dei pensieri reconditi è anche: è colpa sua se sono diventata così.

Banalmente, mi allontano da lui, mi assento con lo sguardo e sono sempre distratta e le poche volte che mi cerca invento scuse. Sono strana, anche uno stupido lo capirebbe. Cerco nella mia vigliaccheria però di non essere completamente disonesta e gli dico che siamo distanti, che c'è tanto che non funziona. In realtà non voglio fare una confessione, devo essere sincera, ma so anch'io che quello che ho fatto ha cambiato ogni equilibrio che c'era e che il rapporto così com'è, è evidente che non funziona.

Nel confronto successivo, la sorpresa: lui aveva intuito e capito da un bel pezzo che c'era un altro, con cui chattavo e a cui dedicavo attenzioni e che ero una bella ipocrita a parlare di distanza. Beh come dargli torto? Ero una stupida, infantile, vigliacca e ipocrita persona. Quello che avevo odiato di lui, ora ero io.
Lui non chiude, ma dice che non sa che fare e che è deluso e ferito, perché credeva davvero in me come persona (è questo il colpo più tosto), che ne avremmo parlato dopo le vacanze, che comunque andavano fatte perché i ragazzi, e perché no, anche noi ci meritavamo.
Niente urla. Niente scene madri.
Le vacanze sono state fatte, come tutti gli eventi successivi, compleanni, scuola. La macchina famiglia è stata perfetta. La coppia era morta.

L'altro ieri finalmente ci siamo guardati e abbiamo ammesso che il rapporto è totalmente logorato, che sicuramente ora non ci sarà nulla che potrà salvare il rapporto: è finita, abbiamo ammesso entrambi.

Ed eccomi, che sono tornata a scrivere qui, con tutti i miei fallimenti. Potevo fare di più?! Potevo sicuramente fare di meno. La coppia era morta è vero, ma come ho potuto abbandonare l'idea di salvare la famiglia, come sempre l'abbiamo vissuta, e l'unica che conoscono i ragazzi. Il dubbio di non abbandonarla, tornare pentita, dirgli moriamo come coppia ma facciamo rimanere famiglia.
Sono terrorizzata dal futuro ora, dal dolore dei ragazzi e dalle conseguenze quotidiane della mia scelta.
Ho risentito l'altro, che non sentivo dopo la prima discussione, forse per vigliaccheria per non sentirmi sola. Altro punto di demerito per me.

Devo capire le mie emozioni e fare chiarezza forse voi mi potete aiutare.
...ma guarda che con tutto quello che ha combinato, a me, queste sembrano frasi da manipolatore
 

rotolina

Utente di lunga data
Provo a tirare le fila di questi lunghi sette anni troverete credo la mia storia nei post passati. Anche se spero che qualcuno si ricorda di me.
Sette anni sono lunghi che voglio violentemente sintetizzarli in poche frasi e da li partire di nuovo con voi per mettermi di nuovo in discussione, considerato che la mia testa è stupidamente in tilt.

Sette anni fa, sposata con due figli figli piccoli di 4 e 7 anni, dopo una relazione di 20 anni tra matrimonio e fidanzamento dai tempi del liceo, scopro il tradimento, durato anni tra mio e una sua collega. Avvisaglie, silenzi, niente sesso, tutti indizi visti e scartati. Io e le mie strane convinzioni.
Scoperto il tradimento impazzisco come la maggior parte dei traditi, ma non voglio perderlo. I bambini piccoli forse sono una scusa, il motivo principale che mi spinge a tener duro, nonostante la ferita all'orgoglio e al cuore e quindi cerco di reagire.
Terapia di coppia, nuove energie del rapporto e nonostante dopo qualche mese scopro, nei dettagli, con foto e date, il tenore della loro relazione, ancora tengo duro e vado avanti.
Con tanta rabbia, con tanto rancore e forse ancora tanto amore.
Ci sono buoni momenti, tanti, rimangono sempre i dubbi, le paure, l'incertezza di un rapporto ferito e una quotidianità che inevitabilmente piano piano spegne la spinta iniziale. La coppia si ferma di nuovo.
Tre anni fa, quando certe emozioni non riescono più ad essere sotto controllo, almeno da parte mia, abbiamo un difficile confronto. Lui rivendica più libertà ed esprime stanchezza per la mia rabbia e i miei dubbi mal celati. Io rimprovero che il nostro rapporto non è completo, spento, mancano intimità e complicità e che i periodi di stanca, sempre più frequenti, non mi rendono tranquilla. Voglio "tutto" dico io, anche se esattamente nemmeno io so che cosa voglio dire, ma so che quello che ho non è sufficiente.
Lui propone una pausa. Tutti i miei sensi sono all'allerta, la pausa è stata la prima cosa che mi ha chiesto prima della scoperta. Quindi rincaro: Una pausa che ci permette di frequentare altri?. Mi risponde di si. E' un altro sasso gigante è andato a infilarsi tra noi. Però i suoi ragionamenti sono giusti, e quando mi dice che è evidente che tra noi non c'è amore, penso che forse è vero, che un po' ha ragione. Sono rancorosa, arrabbiata e non dimostro amore. Quindi metto al bando il mio orgoglio e la mia dignità e gli dico "non sono ancora pronta per perderti, diamoci un altra occasione". Lui me la concede, con il senso del poi mi viene da aggiungere, un certo scetticismo. Se lui aveva di nuovo un altra, non si sa, sarebbe troppo facile dirlo ora, ma il dubbio si insinua.
Andiamo avanti però.
Cerco di smussare gli angoli, non so e non riesco sinceramente ad essere oggettiva con quanta e quale convinzione ma ci provo. C'è il covid, c'è tanta famiglia, ci sono vacanze, divertimenti, c'è tanto non posso negarlo ma sicuramente non c'è una grande evoluzione nella coppia in sè.
Nel frattempo in questi anni però una evoluzione grande, improntata ad un certo individualismo, è avvenuta in me. Mi sono laureata, ho mille impegni, tante idee ed energie, oltre ad aver perso parecchi chili. Sono io, diversa ma sempre io. Il mio centro sono io.

E arriva lui (lo aspettavate vero?!).

Lui, giovane, molto più giovane, da farmi sembrare quasi patetica nel guardarlo con occhi diversi, e che da subito mi guarda con occhi diversi. Mi guarda, oserei direi. Il divario dell'età è grande, è un collega e il mio matrimonio all'esterno sembra da famiglia mulino bianco. Ma forse lui mi guarda e lo sa che può riuscire.
Inutile girarci intorno, ne avete sentite infinite di storie analoghe, comincia come un amicizia, poi diventa un gioco più intimo e poi il gioco sfugge di mano, non troppo a dire il vero, ma complice il fatto che lui presto se ne sarebbe andato in un altra città per un nuovo lavoro, succede. Una sola volta, ma che conta? Noi traditi lo sappiamo, conta.
Quello che mi passa per la testa? "Prendo un solo pezzettino e poi dimentico tutto, la famiglia anche senza amore di coppia non può e non sarà messa in discussione". "Perché lui si e io no". "Lui magari sta facendo lo stesso". "Lui non mi ama, nemmeno mi vede, che male può fare". "Ho bisogno anch'io di sentirmi desiderata e amata" "Me lo merito". Frasi banali ma frullano in testa.
La vittima diventa carnefice. Da tradita a traditrice. Uno schifo di persona anch'io. E in quello schifo uno dei pensieri reconditi è anche: è colpa sua se sono diventata così.

Banalmente, mi allontano da lui, mi assento con lo sguardo e sono sempre distratta e le poche volte che mi cerca invento scuse. Sono strana, anche uno stupido lo capirebbe. Cerco nella mia vigliaccheria però di non essere completamente disonesta e gli dico che siamo distanti, che c'è tanto che non funziona. In realtà non voglio fare una confessione, devo essere sincera, ma so anch'io che quello che ho fatto ha cambiato ogni equilibrio che c'era e che il rapporto così com'è, è evidente che non funziona.

Nel confronto successivo, la sorpresa: lui aveva intuito e capito da un bel pezzo che c'era un altro, con cui chattavo e a cui dedicavo attenzioni e che ero una bella ipocrita a parlare di distanza. Beh come dargli torto? Ero una stupida, infantile, vigliacca e ipocrita persona. Quello che avevo odiato di lui, ora ero io.
Lui non chiude, ma dice che non sa che fare e che è deluso e ferito, perché credeva davvero in me come persona (è questo il colpo più tosto), che ne avremmo parlato dopo le vacanze, che comunque andavano fatte perché i ragazzi, e perché no, anche noi ci meritavamo.
Niente urla. Niente scene madri.
Le vacanze sono state fatte, come tutti gli eventi successivi, compleanni, scuola. La macchina famiglia è stata perfetta. La coppia era morta.

L'altro ieri finalmente ci siamo guardati e abbiamo ammesso che il rapporto è totalmente logorato, che sicuramente ora non ci sarà nulla che potrà salvare il rapporto: è finita, abbiamo ammesso entrambi.

Ed eccomi, che sono tornata a scrivere qui, con tutti i miei fallimenti. Potevo fare di più?! Potevo sicuramente fare di meno. La coppia era morta è vero, ma come ho potuto abbandonare l'idea di salvare la famiglia, come sempre l'abbiamo vissuta, e l'unica che conoscono i ragazzi. Il dubbio di non abbandonarla, tornare pentita, dirgli moriamo come coppia ma facciamo rimanere famiglia.
Sono terrorizzata dal futuro ora, dal dolore dei ragazzi e dalle conseguenze quotidiane della mia scelta.
Ho risentito l'altro, che non sentivo dopo la prima discussione, forse per vigliaccheria per non sentirmi sola. Altro punto di demerito per me.

Devo capire le mie emozioni e fare chiarezza forse voi mi potete aiutare.
Tu sei l'ipotesi che escludo di me e che qui in molto pensano che potrei diventare per il principio del "mai dire mai". Io però da tradita dico che non tradire proprio perché quello che tu stai provando e pensando ora di te, io non vorrei viverlo. Non ti giudico negativamente per il tuo tradimento che anticipa solo un epilogo che a voi, internamente era ben noto. Ma ora non pensarci neppure a chiederli di fare la famiglia a coppia finita, non è salutare per i vostri figli e neppure per voi. Potete vivere economicamente da separati e in modo dignitoso, ottimo, fatelo senza rimorsi e senza colpe. Ci hai provato in 7 anni a ricostruire ma se non c'è alla base il reciproco sentimento, non si edifica nulla e spesso neppure il sentimento sarebbe da solo sufficiente. Parlate serenamente di come organizzare la separazione e parlatene ai vostri figli spiegando che il bene e la famiglia non verranno meno perché vivrete in posti diversi.
 

ParmaLetale

Utente di lunga data
Provo a tirare le fila di questi lunghi sette anni troverete credo la mia storia nei post passati. Anche se spero che qualcuno si ricorda di me.
Sette anni sono lunghi che voglio violentemente sintetizzarli in poche frasi e da li partire di nuovo con voi per mettermi di nuovo in discussione, considerato che la mia testa è stupidamente in tilt.

Sette anni fa, sposata con due figli figli piccoli di 4 e 7 anni, dopo una relazione di 20 anni tra matrimonio e fidanzamento dai tempi del liceo, scopro il tradimento, durato anni tra mio e una sua collega. Avvisaglie, silenzi, niente sesso, tutti indizi visti e scartati. Io e le mie strane convinzioni.
Scoperto il tradimento impazzisco come la maggior parte dei traditi, ma non voglio perderlo. I bambini piccoli forse sono una scusa, il motivo principale che mi spinge a tener duro, nonostante la ferita all'orgoglio e al cuore e quindi cerco di reagire.
Terapia di coppia, nuove energie del rapporto e nonostante dopo qualche mese scopro, nei dettagli, con foto e date, il tenore della loro relazione, ancora tengo duro e vado avanti.
Con tanta rabbia, con tanto rancore e forse ancora tanto amore.
Ci sono buoni momenti, tanti, rimangono sempre i dubbi, le paure, l'incertezza di un rapporto ferito e una quotidianità che inevitabilmente piano piano spegne la spinta iniziale. La coppia si ferma di nuovo.
Tre anni fa, quando certe emozioni non riescono più ad essere sotto controllo, almeno da parte mia, abbiamo un difficile confronto. Lui rivendica più libertà ed esprime stanchezza per la mia rabbia e i miei dubbi mal celati. Io rimprovero che il nostro rapporto non è completo, spento, mancano intimità e complicità e che i periodi di stanca, sempre più frequenti, non mi rendono tranquilla. Voglio "tutto" dico io, anche se esattamente nemmeno io so che cosa voglio dire, ma so che quello che ho non è sufficiente.
Lui propone una pausa. Tutti i miei sensi sono all'allerta, la pausa è stata la prima cosa che mi ha chiesto prima della scoperta. Quindi rincaro: Una pausa che ci permette di frequentare altri?. Mi risponde di si. E' un altro sasso gigante è andato a infilarsi tra noi. Però i suoi ragionamenti sono giusti, e quando mi dice che è evidente che tra noi non c'è amore, penso che forse è vero, che un po' ha ragione. Sono rancorosa, arrabbiata e non dimostro amore. Quindi metto al bando il mio orgoglio e la mia dignità e gli dico "non sono ancora pronta per perderti, diamoci un altra occasione". Lui me la concede, con il senso del poi mi viene da aggiungere, un certo scetticismo. Se lui aveva di nuovo un altra, non si sa, sarebbe troppo facile dirlo ora, ma il dubbio si insinua.
Andiamo avanti però.
Cerco di smussare gli angoli, non so e non riesco sinceramente ad essere oggettiva con quanta e quale convinzione ma ci provo. C'è il covid, c'è tanta famiglia, ci sono vacanze, divertimenti, c'è tanto non posso negarlo ma sicuramente non c'è una grande evoluzione nella coppia in sè.
Nel frattempo in questi anni però una evoluzione grande, improntata ad un certo individualismo, è avvenuta in me. Mi sono laureata, ho mille impegni, tante idee ed energie, oltre ad aver perso parecchi chili. Sono io, diversa ma sempre io. Il mio centro sono io.

E arriva lui (lo aspettavate vero?!).

Lui, giovane, molto più giovane, da farmi sembrare quasi patetica nel guardarlo con occhi diversi, e che da subito mi guarda con occhi diversi. Mi guarda, oserei direi. Il divario dell'età è grande, è un collega e il mio matrimonio all'esterno sembra da famiglia mulino bianco. Ma forse lui mi guarda e lo sa che può riuscire.
Inutile girarci intorno, ne avete sentite infinite di storie analoghe, comincia come un amicizia, poi diventa un gioco più intimo e poi il gioco sfugge di mano, non troppo a dire il vero, ma complice il fatto che lui presto se ne sarebbe andato in un altra città per un nuovo lavoro, succede. Una sola volta, ma che conta? Noi traditi lo sappiamo, conta.
Quello che mi passa per la testa? "Prendo un solo pezzettino e poi dimentico tutto, la famiglia anche senza amore di coppia non può e non sarà messa in discussione". "Perché lui si e io no". "Lui magari sta facendo lo stesso". "Lui non mi ama, nemmeno mi vede, che male può fare". "Ho bisogno anch'io di sentirmi desiderata e amata" "Me lo merito". Frasi banali ma frullano in testa.
La vittima diventa carnefice. Da tradita a traditrice. Uno schifo di persona anch'io. E in quello schifo uno dei pensieri reconditi è anche: è colpa sua se sono diventata così.

Banalmente, mi allontano da lui, mi assento con lo sguardo e sono sempre distratta e le poche volte che mi cerca invento scuse. Sono strana, anche uno stupido lo capirebbe. Cerco nella mia vigliaccheria però di non essere completamente disonesta e gli dico che siamo distanti, che c'è tanto che non funziona. In realtà non voglio fare una confessione, devo essere sincera, ma so anch'io che quello che ho fatto ha cambiato ogni equilibrio che c'era e che il rapporto così com'è, è evidente che non funziona.

Nel confronto successivo, la sorpresa: lui aveva intuito e capito da un bel pezzo che c'era un altro, con cui chattavo e a cui dedicavo attenzioni e che ero una bella ipocrita a parlare di distanza. Beh come dargli torto? Ero una stupida, infantile, vigliacca e ipocrita persona. Quello che avevo odiato di lui, ora ero io.
Lui non chiude, ma dice che non sa che fare e che è deluso e ferito, perché credeva davvero in me come persona (è questo il colpo più tosto), che ne avremmo parlato dopo le vacanze, che comunque andavano fatte perché i ragazzi, e perché no, anche noi ci meritavamo.
Niente urla. Niente scene madri.
Le vacanze sono state fatte, come tutti gli eventi successivi, compleanni, scuola. La macchina famiglia è stata perfetta. La coppia era morta.

L'altro ieri finalmente ci siamo guardati e abbiamo ammesso che il rapporto è totalmente logorato, che sicuramente ora non ci sarà nulla che potrà salvare il rapporto: è finita, abbiamo ammesso entrambi.

Ed eccomi, che sono tornata a scrivere qui, con tutti i miei fallimenti. Potevo fare di più?! Potevo sicuramente fare di meno. La coppia era morta è vero, ma come ho potuto abbandonare l'idea di salvare la famiglia, come sempre l'abbiamo vissuta, e l'unica che conoscono i ragazzi. Il dubbio di non abbandonarla, tornare pentita, dirgli moriamo come coppia ma facciamo rimanere famiglia.
Sono terrorizzata dal futuro ora, dal dolore dei ragazzi e dalle conseguenze quotidiane della mia scelta.
Ho risentito l'altro, che non sentivo dopo la prima discussione, forse per vigliaccheria per non sentirmi sola. Altro punto di demerito per me.

Devo capire le mie emozioni e fare chiarezza forse voi mi potete aiutare.
Io ho vissuto una storia come la tua prima del matrimonio, per fortuna senza figli ma comunque di 13 anni di cui 6 di convivenza post tradimento subito, e proprio perchè sapevo cosa vuol dire tirare avanti dopo un tradimento, quando la storia si è ripetuta nel matrimonio, pur con un figlio piccolo, non ho avuto dubbi a separarmi e a divorziare 6 mesi e un giorno dopo la separazione. Neanche la mia ex a dire il vero ha avuto molti dubbi e questo ha aiutato perchè per mio figlio probabilmente avrei sacrificato il mio benessere, ma dubito che sarebbe servito a qualcosa.

Su lui che si incaxxa di fronte al tuo "tradimento" stendiamo un velo pietoso che è meglio.

Unica cosa su "E in quello schifo uno dei pensieri reconditi è anche: è colpa sua se sono diventata così." qui non sono d'accordo, avendo avuto la stessa esperienza dico no, non è colpa sua, come non lo fu della persona che era con me quando fui io a tradire, perchè la scelta di farlo invece di prendere atto che il rapporto in corso era decotto fu mia soltanto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io ho vissuto una storia come la tua prima del matrimonio, per fortuna senza figli ma comunque di 13 anni di cui 6 di convivenza post tradimento subito, e proprio perchè sapevo cosa vuol dire tirare avanti dopo un tradimento, quando la storia si è ripetuta nel matrimonio, pur con un figlio piccolo, non ho avuto dubbi a separarmi e a divorziare 6 mesi e un giorno dopo la separazione. Neanche la mia ex a dire il vero ha avuto molti dubbi e questo ha aiutato perchè per mio figlio probabilmente avrei sacrificato il mio benessere, ma dubito che sarebbe servito a qualcosa.

Su lui che si incaxxa di fronte al tuo "tradimento" stendiamo un velo pietoso che è meglio.

Unica cosa su "E in quello schifo uno dei pensieri reconditi è anche: è colpa sua se sono diventata così." qui non sono d'accordo, avendo avuto la stessa esperienza dico no, non è colpa sua, come non lo fu della persona che era con me quando fui io a tradire, perchè la scelta di farlo invece di prendere atto che il rapporto in corso era decotto fu mia soltanto.
Vero.
Però alcune persone hanno bisogno di una prova.
 

Koala

Utente di lunga data
Non hai tanto da giudicarti o flagellarti… hai fatto quello che era giusto fare per te, e non perché te lo diciamo noi, in cuor tuo sapevi che lo era…
Riparti da qui, con o senza un uomo.
 

Warlock

Utente di lunga data
La mia storia è simile ma dalla parte di tuo marito.
Ho tradito e ho confessato perchè non reggevo i sensi di colpa e perchè gestire la relazione parallela mi stava, sia fisicamente che mentalmente, esaurendo.
Ricucito la relazione con, ad essere sincero, pochi sforzi da parte mia, dopo un po di anni passati, in cui abbiamo anche aperto un'attività insieme, lei mi tradisce, si innamora perdutamente dell'amante e mi lascia ad un passo dal matrimonio...
Ho perso tutto, fidanzata, negozio, casa...
Capisco te ma anche tuo marito... dopo un pò di anni, se continua la pesantezza, ti sembra di vivere come se la pena non finisse mai, e poi ti accorgi che la persona che ti infligge la pena per il tuo tradimento, commette lo stesso sbaglio e decide di mollare tutto... e ti accorgi che tutti i sacrifici che hai fatto per recuperare la coppia, il tuo "boia" non li compirà pur avendo fatto lo stesso sbaglio.
Dal punto di vista mio, per come l'ho vissuta, tu sei stata una vittima nel momento del tradimento, poi sei diventata il boia, quella con il coltello dalla parte del manico, perchè un traditore che rimane nella coppia si sente comunque sempre in difetto.
Ora sei diventata carnefice perchè hai deciso di molare tutto

Scrivo questo per cercare di farti capire cosa potrebbe provare tuo marito

E magari, stando un po separati, potreste elaborare essendo stati tutti e due traditi e traditori, seppur con motivazioni diverse ma tutte dovute ad un malessere individuale, e magari riavvicinarvi senza più rancori.

W.
W.
 
Ultima modifica:

Etta

Utente di lunga data
e poi ti accorgi che la persona che ti infligge la pena per il tuo tradimento, commette lo stesso sbaglio e decide di mollare tutto... e ti accorgi che tutti i sacrifici che hai fatto per recuperare la coppia, il tuo "boia" non li compirà pur avendo fatto lo stesso sbaglio.
In questo caso allora non era uno sbaglio, perché lei si è innamorata di un altro ed è stata coerente e ha mollato tutto. Non ha compiuto sforzi per recuperare perché evidentemente era innamorata dell’extra, mentre invece tu no. Non siamo tutti uguali.
 
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