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Old Compos mentis
Guest
... altro che leggerezza di Milan Kundera.
Certo, è il solito "momento" di stanchezza che a tutti capita, più o meno in modo disatteso. E si impara a riconoscerlo col tempo ed a capire che deprime, che sconvolge e va via con passo felpato, per poi tornare e deprimere nuovamente.
Ho voglia di sfogarmi e di farlo con voi che avete vissuto e che state vivendo con la consapevolezza e l'arricchimento del già vissuto.
Lo definirei baratro. Non trovo altro per definire questo stato d'animo. Cammino su questo terreno, a volte stabile, altre volte farraginoso ed accade che un passo non trova terra sotto i piedi e sprofondo in questo baratro, mi sporco, tento di uscirne, finisco per sporcarmi nuovamente, per poi risalire, ricominciare, ma con la pesantezza nell'animo del sapere che accadrà nuovamente.
Mi interrogo allora su questo mondo e sulle relazioni che lo caratterizzano. Interrogativi che hanno trovato fiumi di inchiostro. Eppure, per quanto trattati, per quanto risolti alcuni ed irrisolti altri, questa pesantezza dell'animo mi toglie il respiro.
Ho letto alcune discussioni e di qui questi interrogativi sono riaffiorati alla mente tuonando e stordendomi. Leggo della ragazza incinta e tradita, leggo della signorina che colleziona conquiste, leggo di illusioni, di sfruttamenti, di amarezza... e mi chiedo cosa ci sia nella mia testa, nella sua testa, nella vostra, nella loro. E quali dinamiche facciano schiavi questa terra e gli esseri umani stessi.
Ho paura di questo mondo.
Certo, è il solito "momento" di stanchezza che a tutti capita, più o meno in modo disatteso. E si impara a riconoscerlo col tempo ed a capire che deprime, che sconvolge e va via con passo felpato, per poi tornare e deprimere nuovamente.
Ho voglia di sfogarmi e di farlo con voi che avete vissuto e che state vivendo con la consapevolezza e l'arricchimento del già vissuto.
Lo definirei baratro. Non trovo altro per definire questo stato d'animo. Cammino su questo terreno, a volte stabile, altre volte farraginoso ed accade che un passo non trova terra sotto i piedi e sprofondo in questo baratro, mi sporco, tento di uscirne, finisco per sporcarmi nuovamente, per poi risalire, ricominciare, ma con la pesantezza nell'animo del sapere che accadrà nuovamente.
Mi interrogo allora su questo mondo e sulle relazioni che lo caratterizzano. Interrogativi che hanno trovato fiumi di inchiostro. Eppure, per quanto trattati, per quanto risolti alcuni ed irrisolti altri, questa pesantezza dell'animo mi toglie il respiro.
Ho letto alcune discussioni e di qui questi interrogativi sono riaffiorati alla mente tuonando e stordendomi. Leggo della ragazza incinta e tradita, leggo della signorina che colleziona conquiste, leggo di illusioni, di sfruttamenti, di amarezza... e mi chiedo cosa ci sia nella mia testa, nella sua testa, nella vostra, nella loro. E quali dinamiche facciano schiavi questa terra e gli esseri umani stessi.
Ho paura di questo mondo.