L’infanzia negata alle spose bambine

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L’infanzia negata alle spose bambine

un altro esempio di strazio ai danni delle donne
http://www.ami-avvocati.it/leggi_articolo.asp?id_articolo=761

ho visto ieri sera un servizio e ho avuto gli incubi stanotte pensando a mia figlia a quell'età.

Stime Onu indicano che ci sono circa 60 milioni di «spose bambine» nel mondo. Una pratica figlia della povertà, dell'ignoranza e dell'analfabetismo che coinvolge prevalentemente bambine al di sotto dei 15 anni.

La morte di Fawziya Abdullah Youssef, una bambina di 12 anni, nello Yemen, l’11 settembre scorso per emorragia durante il parto ha riacceso le polemiche contro la pratica diffusa in molti Paesi di dare in spose delle bambine. Una terribile pratica che è adottata in molti Paesi oltre allo Yemen.
Il Niger è al primo posto seguito da Ciad, Bangladesh, Mali, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Egitto, Uganda, Burkina Faso, India, Etiopia, Liberia, Yemen, Camerun, Eritrea, Malawi, Nicaragua, Nigeria, Zambia, l'Arabia Saudita e in Afghanistan. Purtroppo la lista non si chiude qui, gran parte del Medio Oriente resta fuori dalle statistiche e non è censito. Figlia della povertà, dell'ignoranza e dell'analfabetismo questi matrimoni spesso distruggono le vite di queste fanciulle.
Nutrirle, vestirle e istruirle costa troppo alle famiglie che incentivate economicamente sono spinte a darle in spose presto.
Nei Paesi in cui vige l’usanza che la donna porta con se, andando in sposa, una dote, come nel Sud dell’Asia, la famiglia dello sposo è disposta ad accettarne una più ridotta se la ragazza è molto giovane e questo costituisce altro motivo a spingere le famiglie più povere a dare le loro figlie in spose ancora ragazzine.
Da una ricerca condotta in Afghanistan, dove il 52 percento delle spose sono bambine, si evince che questi matrimoni vengono praticati soprattutto per saldare debiti.
All'età di 12 anni, normalmente i bambini vanno a scuola, giocano con i loro amici. Hanno tutt’altre preoccupazioni.
Questa ennesima tragedia ha evidenziato ancora una volta quanto questa tradizione nega invece l’infanzia a migliaia di bambine, e che nello Yemen, specie lungo la costa yemenita del Mar Rosso, è adottata coinvolgendo prevalentemente bambine al di sotto dei 15 anni.
Il marito è spesso un uomo molto più anziano, mai incontrato prima, a volte vedovo o un divorziato.
In Africa centrale e occidentale, un terzo delle «spose bambine» dichiarano che i mariti hanno almeno 11 anni più di loro.
In tutti gli altri Paesi ci sono casi in cui la differenza d’età è anche di decenni, a volte anche di 70 anni.
Quasi in tutti i Paesi menzionati hanno fissato per legge un’età minima per il matrimonio, molti a 18 anni. Però sono molti quelli che la ritengono anti islamica e cercano di contrastarla e soprattutto di non rispettarla. Nello Yemen e in Arabia Saudita in particolare sono attive diverse organizzazioni della società civile, in particolare movimenti femministi, che si battono per farla rispettare.
Queste organizzazioni non esitano ad intervenire quando vengono avvertite di un caso di matrimonio precoce. Nello Yemen la legge è stata approvata lo scorso febbraio e fissa a 17 anni l'età minima per il matrimonio.
Fino a poco tempo fa il vuoto normativo sulla materia non consentiva nel Paese alle autorità di impedire il matrimonio di uomini con spose bambine. Purtroppo però ancora non esistono leggi che permettono di punire i genitori e i mariti per le devastanti conseguenze di unioni di questo tipo.
“I matrimoni precoci violano nel modo più deplorevole i diritti dei bambini”. Con queste parole il direttore esecutivo dell'UNICEF, Ann M. Veneman ha commentato la notizia del decesso di Fawziya Youssef, la bambina yemenita di 12 anni morta di parto.
“E' con grande tristezza che abbiamo appreso della morte della 12enne yemenita Fawziya. Fawziya che è stata costretta a sposarsi precocemente con un uomo che aveva almeno il doppio dei suoi anni. E' rimasta incinta e lei ed il suo bambino sono morti dopo aver lottato durante tre giorni di continuo travaglio, come riferito dai media”, ha aggiunto Veneman. Dopo aver denunciato la pratica dei matrimoni precoci, il direttore esecutivo dell’UNICEF sottolinea come più la bambina è giovane al momento in cui resta incinta, più sono alti i rischi per la salute sua e del suo bambino.
“Tragedie come questa, ha detto il dirigente, sottolineano la necessità urgente di tutelare meglio i diritti di donne e bambini, soprattutto bambine”.
“I matrimoni precoci sono spesso conseguenza di povertà e mancanza di istruzione. Bisogna fare di più per affrontarne le cause e prevenire morti tragiche come quelle di Fawziya e del suo bebè”
, ha concluso Veneman.
Fawziya Abdullah Youssef, è morta di parto l'11 settembre scorso. La bambina era nata nello Yemen, cresciuta in una famiglia povera e con il padre gravemente malato di reni, era stata costretta a lasciare la scuola e a sposarsi quando aveva 11 anni. Un anno dopo era poi rimasta incinta.
Il bambino è nato morto.
La vicenda di Fawzia mette in risalto il dramma di quelle bambine che in molti ormai chiamiamo «le spose della morte», cioè quelle ragazzine che vengono date in spose dalle famiglie con la forza e molte delle volte solo per motivi economici.
L’ennesima tragedia quindi di una «sposa bambina» privata della sua infanzia per soddisfare le esigenze della sua famiglia che era in condizioni di estrema indigenza.
Lo Yemen è un Paese con una struttura tribale molto forte.
Situato nella penisola arabica ed è considerato tra i più poveri del mondo. Nelle zone rurali, le spose sono quasi per il 50 percento delle ragazzine.
Un'usanza questa che ha conseguenze drammatiche su di loro. Esse non possono lasciare il marito perché non hanno i soldi per restituire la dote, e il divorzio è spesso considerato inaccettabile. Anche se nel 2008 un'altra bambina, sempre nello Yemen, Mohammad Ali Nojoud si è ribellata a tutto questo. Ali Nojoud a 8 anni, era stata costretta a sposare un uomo di 28 anni a cui l’aveva venduto il padre disoccupato.
Ma la piccola a 10 anni ha denunciato il padre e ottenuto il divorzio dal marito.
A seguire il suo caso l'avvocato Chaza Nasser che da allora è stata contattata da altre bambine incoraggiate da questo precedente ed è riuscita ancora una volta ad aiutare un’altra ragazza di 10 anni, Arwa, che ha anch’essa ottenuto il divorzio. Anche in Arabia Saudita un'altra bambina di 8 anni era stata sposata a sua insaputa ad un uomo di 50 anni.
Sua madre però si era rivolta al tribunale e, al termine di una battaglia legale durata 8 mesi, è riuscita lo scorso aprile ad ottenere l'annullamento del matrimonio.
Per la maggior parte delle piccole spose come loro però non c’è via d’uscita.
Però il problema più forte non è solo il matrimonio precoce, ma anche il parto precoce.
Secondo stime Onu ci sono circa 60 milioni di «spose bambine» nel mondo, e i tassi di maternità e neo-natalità tra di loro sono i più alti al mondo.
Su 100mila nascite, muoiono 365 donne di parto e 41 bambini nascono morti.
Le giovani madri di età inferiore a 15 sono quelle più a rischio. Il rischio di morire per complicazioni durante il parto è almeno cinque volte superiore a quello che corrono le donne di età compresa tra 20 e i 30 anni. Questo perché le «spose bambine» non sono fisicamente pronte alla gravidanza.
Quando non subentra la morte ci sono altre complicazioni: 2 milioni di «spose bambine» sono affette da fistole vescico-vaginali o retto-vaginali, in seguito a lacerazioni prodotte dalla pressione della testa del feto. Le fistole causano incontinenza. L’odore di urina che proviene dalla fistola è così forte che le ragazze sono piene di vergogna. Alla fine sono scansate, abbandonate dall’intera comunità e restano sole.
Nell’Africa sub-sahariana, inoltre, diversi studi mostrano che le bambine sposate hanno più probabilità di contrarre l’Aids rispetto a altre single e sessualmente attive. Spesso i mariti sono malati e loro non hanno il potere di negarsi o di chiedere loro di usare il preservativo.
Ferdinando Pelliccia - Liberoreporte.it
 

ignavius

Utente di lunga data
un altro esempio di strazio ai danni delle donne
http://www.ami-avvocati.it/leggi_articolo.asp?id_articolo=761

ho visto ieri sera un servizio e ho avuto gli incubi stanotte pensando a mia figlia a quell'età.

Già, e ci sono quelli che osteggiano la legge di limitazione dell'età perchè "anti islamica".

Certa gente fa la morale a noi perchè le nostre donne (potendolo scegliere liberamente) si vestono e si comportano come vogliono, e poi in casa loro si comportano da mandriani con i più deboli: donne, bambine ed i loro figli.
Macellai.
E loro complici chi li giustifica con menate sulla "libertà di tradizione"!
 
“I matrimoni precoci violano nel modo più deplorevole i diritti dei bambini”. Con queste parole il direttore esecutivo dell'UNICEF, Ann M. Veneman ha commentato la notizia del decesso di Fawziya Youssef, la bambina yemenita di 12 anni morta di parto.

ma come si fa a permettere queste atrocità?
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Prego di creare sempre una discussione nuova quando si cambia argomento, e di incollare, dove è possibile, anche l'articolo (con link all'originale), perché spesso gli articoli spariscono entro qualche giorno e non c'è nulla di più fastidioso che discutere un argomento inesistente.

Grazie :)
 
Prego di creare sempre una discussione nuova quando si cambia argomento, e di incollare, dove è possibile, anche l'articolo (con link all'originale), perché spesso gli articoli spariscono entro qualche giorno e non c'è nulla di più fastidioso che discutere un argomento inesistente.

Grazie :)
chiedo cusa, avete ragione (ma disconosco faccina nel titolo )
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Per ora ho trovato solo questo che conferma quanto io ben sapevo sul diritto di famiglia in Italia prima della riforma.


http://www.donnamed.unina.it/matrimonio.php
Grandi cambiamenti sociali hanno modificato, in tutti i paesi europei, negli ultimi 40 anni, il modo di intendere il matrimonio.
In tutti gli Stati sono state, infatti, varate riforme radicali del diritto di famiglia che hanno trasformato i principi che regolano il rapporto di coppia così come quello dei genitori con i figli. In Italia, la Costituzione del 1948 afferma che "Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi" (art. 29 Cost.) e che " è dovere dei genitori istruire, mantenere ed educare i figli anche se nati fuori del matrimonio" (art. 30 Cost.). Tuttavia, nei primi 10-15 anni dalla sua emanazione questi principi furono scarsamente applicati soprattutto perché prevalse l'idea che la disuguaglianza, il rapporto gerarchico tra i coniugi, fosse funzionale al mantenimento della stabilità dell'istituzione famiglia il cui interesse era da considerarsi superiore a quello dei membri. Un effetto dirompente per l'operatività dei principi di uguaglianza e libertà di scelta lo ebbe sicuramente la legge sul divorzio del 1970: il matrimonio, da questo momento in poi, non è più un vincolo destinato a durare tutta la vita.
Questa possibilità di porre fine legalmente ad un rapporto basato ancora sulla potestà del marito sulla moglie, fu un uno degli eventi che produsse un cambiamento della disciplina del rapporto coniugale. Ugualmente innovativa fu la riforma del diritto di famiglia del 1975. La riforma cancella le disposizioni in cui si faceva riferimento al marito come "capo della famiglia" e afferma, senza mezzi termini, che "col matrimonio si acquistano gli stessi diritti e assumono gli stessi doveri", che ognuno dovrà contribuire al soddisfacimento dei bisogni della famiglia "in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo"(143 c.c.).
Si afferma così l'idea della collaborazione nel rispetto reciproco dei bisogni di ognuno, che hanno pieno riconoscimento senza essere sacrificati per l'interesse superiore della famiglia. Allo stesso modo, per quel che riguarda il rapporto con figli, si afferma il principio della potestà esercitata di comune accordo tra i genitori (316 c.c.). Sia la madre che il padre, in altre parole, sono considerati ugualmente responsabili ed hanno pari potere nelle decisioni che riguardano i figli minorenni, si impone, poi, per entrambi "l'obbligo di mantenere istruire ed educare la prole" (147 c.c.) in proporzione alle proprie sostanze e capacità.
Questo principio è considerato operante sia nei confronti dei figli nati durante che al di fuori del matrimonio.
Un' ulteriore importante modificazione della riforma riguarda l'età per sposarsi. Mentre prima gli uomini potevano sposarsi a 16 anni e le donne a 14, adesso il limite minimo è per entrambi 18 anni. Il cambiamento è rilevante sia perché non c'è differenza tra l'uomo e la donna sia perché, adesso, a 18 anni si raggiunge la maggiore età e si acquista la capacità di agire.
In tal modo la riforma presuppone e mette in evidenza che per compiere un atto così importante è necessario avere la maturità e l'autonomia decisionale sufficienti.

****************************************************************************
Aggiungo che il diritto canonico permetteva di abbassare l'età per il matrimonio a 12 anni per la donna in caso di "gravi motivi", che consistevano principalmente nel fatto che la fanciiulla era incinta! E il matrimonio religioso, anche in questo caso, aveva valore civile.
Questo lo riporto non certo per approvare i matrimoni precoci, ma per ricordare che solo pochi anni fa questa pratica indecente era anche da noi e che veniva costantemente attuata anche nella piena convinzione di chi decideva di fare la fuitina, che a volte avveniva anche con l'approvazione delle famiglie, per giustificare un matrimonio riparatore che si sarebbe celebrato in modo discreto e quindi molto più economico rispetto a uno programmato e che obbligava a grandi spese.
Ho avuto in classe un alunno di 6 anni con la madre di 20 anni e il padre di 38, e non 50 anni fa...
Ergo ...combattiamo questa vergogna, ma senza atteggiamenti di superiorità culturale
 

Lettrice

Utente di lunga data
Quoto Persa senza farlo perche' e' un post lungo.
Ovviamente non approvo le spose bambine ma bisogna pensare a un paesi del terzo mondo, non industrializzati, con un tasso di istruzione praticamente a zero... nulla che non fossimo noi tempo fa tutti orrori che mia madre si ricorda (non in prima persona).
Nel nosro piccolo per aiutare potremmo iniziare da quelli che vanno via da questi paesi, senza storcere il naso, senza superiorita' culturali di sorta (queste ultime per contro non fanno che rafforzare le loro posizioni).

L'intervento in quei paesi e' difficile, non si puo' andare la' come conquistadores e spazzare tutto via... l'intervento in Afganistan fa ben cagare per esempio, non solo perche' finto umanitario le truppe armate ehmm non sono mai umanitarie... ma poi che fanno? A queste povere donne le ammazzano il marito oppressore e "Ora vai donna gioisci sei libera!" ma libera de che'? Di crepar di fame perche' non ha possibilita' di trovarsi un lavoro?
Sono per l'intervento umanitario che non consiste solo nel fermare certe usanze ma nell'educare che certe usanze sono sbagliate... e prima di educare educarsi.
 
Per ora ho trovato solo questo che conferma quanto io ben sapevo sul diritto di famiglia in Italia prima della riforma.


http://www.donnamed.unina.it/matrimonio.php
Grandi cambiamenti sociali hanno modificato, in tutti i paesi europei, negli ultimi 40 anni, il modo di intendere il matrimonio.
In tutti gli Stati sono state, infatti, varate riforme radicali del diritto di famiglia che hanno trasformato i principi che regolano il rapporto di coppia così come quello dei genitori con i figli. In Italia, la Costituzione del 1948 afferma che "Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi" (art. 29 Cost.) e che " è dovere dei genitori istruire, mantenere ed educare i figli anche se nati fuori del matrimonio" (art. 30 Cost.). Tuttavia, nei primi 10-15 anni dalla sua emanazione questi principi furono scarsamente applicati soprattutto perché prevalse l'idea che la disuguaglianza, il rapporto gerarchico tra i coniugi, fosse funzionale al mantenimento della stabilità dell'istituzione famiglia il cui interesse era da considerarsi superiore a quello dei membri. Un effetto dirompente per l'operatività dei principi di uguaglianza e libertà di scelta lo ebbe sicuramente la legge sul divorzio del 1970: il matrimonio, da questo momento in poi, non è più un vincolo destinato a durare tutta la vita.
Questa possibilità di porre fine legalmente ad un rapporto basato ancora sulla potestà del marito sulla moglie, fu un uno degli eventi che produsse un cambiamento della disciplina del rapporto coniugale. Ugualmente innovativa fu la riforma del diritto di famiglia del 1975. La riforma cancella le disposizioni in cui si faceva riferimento al marito come "capo della famiglia" e afferma, senza mezzi termini, che "col matrimonio si acquistano gli stessi diritti e assumono gli stessi doveri", che ognuno dovrà contribuire al soddisfacimento dei bisogni della famiglia "in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo"(143 c.c.).
Si afferma così l'idea della collaborazione nel rispetto reciproco dei bisogni di ognuno, che hanno pieno riconoscimento senza essere sacrificati per l'interesse superiore della famiglia. Allo stesso modo, per quel che riguarda il rapporto con figli, si afferma il principio della potestà esercitata di comune accordo tra i genitori (316 c.c.). Sia la madre che il padre, in altre parole, sono considerati ugualmente responsabili ed hanno pari potere nelle decisioni che riguardano i figli minorenni, si impone, poi, per entrambi "l'obbligo di mantenere istruire ed educare la prole" (147 c.c.) in proporzione alle proprie sostanze e capacità.
Questo principio è considerato operante sia nei confronti dei figli nati durante che al di fuori del matrimonio.
Un' ulteriore importante modificazione della riforma riguarda l'età per sposarsi. Mentre prima gli uomini potevano sposarsi a 16 anni e le donne a 14, adesso il limite minimo è per entrambi 18 anni. Il cambiamento è rilevante sia perché non c'è differenza tra l'uomo e la donna sia perché, adesso, a 18 anni si raggiunge la maggiore età e si acquista la capacità di agire.
In tal modo la riforma presuppone e mette in evidenza che per compiere un atto così importante è necessario avere la maturità e l'autonomia decisionale sufficienti.

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Aggiungo che il diritto canonico permetteva di abbassare l'età per il matrimonio a 12 anni per la donna in caso di "gravi motivi", che consistevano principalmente nel fatto che la fanciiulla era incinta! E il matrimonio religioso, anche in questo caso, aveva valore civile.
Questo lo riporto non certo per approvare i matrimoni precoci, ma per ricordare che solo pochi anni fa questa pratica indecente era anche da noi e che veniva costantemente attuata anche nella piena convinzione di chi decideva di fare la fuitina, che a volte avveniva anche con l'approvazione delle famiglie, per giustificare un matrimonio riparatore che si sarebbe celebrato in modo discreto e quindi molto più economico rispetto a uno programmato e che obbligava a grandi spese.
Ho avuto in classe un alunno di 6 anni con la madre di 20 anni e il padre di 38, e non 50 anni fa...
Ergo ...combattiamo questa vergogna, ma senza atteggiamenti di superiorità culturale
sì, certo ma anche senza ridicoli paragoni
 
Quoto Persa senza farlo perche' e' un post lungo.
Ovviamente non approvo le spose bambine ma bisogna pensare a un paesi del terzo mondo, non industrializzati, con un tasso di istruzione praticamente a zero... nulla che non fossimo noi tempo fa tutti orrori che mia madre si ricorda (non in prima persona).
Nel nosro piccolo per aiutare potremmo iniziare da quelli che vanno via da questi paesi, senza storcere il naso, senza superiorita' culturali di sorta (queste ultime per contro non fanno che rafforzare le loro posizioni).

L'intervento in quei paesi e' difficile, non si puo' andare la' come conquistadores e spazzare tutto via... l'intervento in Afganistan fa ben cagare per esempio, non solo perche' finto umanitario le truppe armate ehmm non sono mai umanitarie... ma poi che fanno? A queste povere donne le ammazzano il marito oppressore e "Ora vai donna gioisci sei libera!" ma libera de che'? Di crepar di fame perche' non ha possibilita' di trovarsi un lavoro?
Sono per l'intervento umanitario che non consiste solo nel fermare certe usanze ma nell'educare che certe usanze sono sbagliate... e prima di educare educarsi.
qui più che storcere il naso bisogna cogliere il grido di dolore di queste bambine , senza se e senza ma...
ma a che serve a loro sindacare se siamo anche noi un paese civile o meno andando a scavare nel nostro passato?
non lo siamo? ok, detto questo non cambia di una virgola questo massacro indegno
 

Lettrice

Utente di lunga data
qui più che storcere il naso bisogna cogliere il grido di dolore di queste bambine , senza se e senza ma...
ma a che serve a loro sindacare se siamo anche noi un paese civile o meno andando a scavare nel nostro passato?
non lo siamo? ok, detto questo non cambia di una virgola questo massacro indegno
Serve a capire il loro livello attuale e a capire come certe cose vengano accettate e perche'... capendo questo si puo' intervenire con piu' efficacia.
Non si puo' andare li dire "basta ora vi diciamo noi come si fa" perche' e' come dare una Ferrari a un bambino di 5 anni.
Ripeto intervenire si, senza ombra di dubbio ma con cognizione di causa
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
ancora, ancora...

Vedova e incinta uccisa da talebani

Afghanistan,48enne frustata in pubblico


Punita in pubblico con duecento frustate e poi uccisa a colpi d'arma da fuoco. Questa è la condanna inflitta ad una vedova afgana di 48 anni, colpevole di aver avuto una relazione e di essere rimasta incinta. L'uomo che aveva promesso di sposare la donna era stato catturato dai talebani che lo hanno rilasciato dopo il pagamento di una forte somma di denaro. La vicenda, confermata da fonti talebane, è avvenuta a Badghis.

La notizia è stata resa nota da responsabili dell'amministrazione locale e confermata da alcune fonti talebane secondo cui la punizione è stata decisa durante una riunione di consiglio di giustizia tribale.

La donna aveva due figli emigrati in Iran per motivi di lavoro.
 
Stato
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