Minerva
io
[SIZE=-1]Mi domando che madri avete avuto. [/SIZE]
[SIZE=-1]Se ora vi vedessero al lavoro [/SIZE]
[SIZE=-1]in un mondo a loro sconosciuto, [/SIZE]
[SIZE=-1]presi in un giro mai compiuto [/SIZE]
[SIZE=-1]d’esperienze così diverse dalle loro, [/SIZE]
[SIZE=-1]che sguardo avrebbero negli occhi? [/SIZE]
[SIZE=-1]Se fossero lì, mentre voi scrivete [/SIZE]
[SIZE=-1]il vostro pezzo, conformisti e barocchi, [/SIZE]
[SIZE=-1]o lo passate a redattori rotti [/SIZE]
[SIZE=-1]a ogni compromesso, capirebbero chi siete? [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri vili, con nel viso il timore [/SIZE]
[SIZE=-1]antico, quello che come un male [/SIZE]
[SIZE=-1]deforma i lineamenti in un biancore [/SIZE]
[SIZE=-1]che li annebbia, li allontana dal cuore, [/SIZE]
[SIZE=-1]li chiude nel vecchio rifiuto morale. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri vili, poverine, preoccupate [/SIZE]
[SIZE=-1]che i figli conoscano la viltà [/SIZE]
[SIZE=-1]per chiedere un posto, per essere pratici, [/SIZE]
[SIZE=-1]per non offendere anime privilegiate, [/SIZE]
[SIZE=-1]per difendersi da ogni pietà. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri mediocri, che hanno imparato [/SIZE]
[SIZE=-1]con umiltà di bambine, di noi, [/SIZE]
[SIZE=-1]un unico, nudo significato, [/SIZE]
[SIZE=-1]con anime in cui il mondo è dannato [/SIZE]
[SIZE=-1]a non dare né dolore né gioia. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri mediocri, che non hanno avuto [/SIZE]
[SIZE=-1]per voi mai una parola d’amore, [/SIZE]
[SIZE=-1]se non d’un amore sordidamente muto [/SIZE]
[SIZE=-1]di bestia, e in esso v’hanno cresciuto, [/SIZE]
[SIZE=-1]impotenti ai reali richiami del cuore. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri servili, abituate da secoli [/SIZE]
[SIZE=-1]a chinare senza amore la testa, [/SIZE]
[SIZE=-1]a trasmettere al loro feto [/SIZE]
[SIZE=-1]l’antico, vergognoso segreto [/SIZE]
[SIZE=-1]d’accontentarsi dei resti della festa. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri servili, che vi hanno insegnato [/SIZE]
[SIZE=-1]come il servo può essere felice [/SIZE]
[SIZE=-1]odiando chi è, come lui, legato, [/SIZE]
[SIZE=-1]come può essere, tradendo, beato, [/SIZE]
[SIZE=-1]e sicuro, facendo ciò che non dice. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri feroci, intente a difendere [/SIZE]
[SIZE=-1]quel poco che, borghesi, possiedono, [/SIZE]
[SIZE=-1]la normalità e lo stipendio, [/SIZE]
[SIZE=-1]quasi con rabbia di chi si vendichi [/SIZE]
[SIZE=-1]o sia stretto da un assurdo assedio. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri feroci, che vi hanno detto: [/SIZE]
[SIZE=-1]Sopravvivete! Pensate a voi! [/SIZE]
[SIZE=-1]Non provate mai pietà o rispetto [/SIZE]
[SIZE=-1]per nessuno, covate nel petto [/SIZE]
[SIZE=-1]la vostra integrità di avvoltoi! [/SIZE]
[SIZE=-1]Ecco, vili, mediocri, servi, [/SIZE]
[SIZE=-1]feroci, le vostre povere madri! [/SIZE]
[SIZE=-1]Che non hanno vergogna a sapervi [/SIZE]
[SIZE=-1]– nel vostro odio – addirittura superbi, [/SIZE]
[SIZE=-1]se non è questa che una valle di lacrime. [/SIZE]
[SIZE=-1]È così che vi appartiene questo mondo: [/SIZE]
[SIZE=-1]fatti fratelli nelle opposte passioni, [/SIZE]
[SIZE=-1]o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo [/SIZE]
[SIZE=-1]a essere diversi: a rispondere [/SIZE]
[SIZE=-1]del selvaggio dolore di esser uomini. [/SIZE]
[SIZE=-1].[/SIZE]
[SIZE=-1].[/SIZE]
[SIZE=-1]Da Pier Paolo Pasolini, Bestemmia. Tutte le poesie, [/SIZE]
[SIZE=-1]vol. I, Garzanti, Milano 1993[/SIZE]
[SIZE=-1]Se ora vi vedessero al lavoro [/SIZE]
[SIZE=-1]in un mondo a loro sconosciuto, [/SIZE]
[SIZE=-1]presi in un giro mai compiuto [/SIZE]
[SIZE=-1]d’esperienze così diverse dalle loro, [/SIZE]
[SIZE=-1]che sguardo avrebbero negli occhi? [/SIZE]
[SIZE=-1]Se fossero lì, mentre voi scrivete [/SIZE]
[SIZE=-1]il vostro pezzo, conformisti e barocchi, [/SIZE]
[SIZE=-1]o lo passate a redattori rotti [/SIZE]
[SIZE=-1]a ogni compromesso, capirebbero chi siete? [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri vili, con nel viso il timore [/SIZE]
[SIZE=-1]antico, quello che come un male [/SIZE]
[SIZE=-1]deforma i lineamenti in un biancore [/SIZE]
[SIZE=-1]che li annebbia, li allontana dal cuore, [/SIZE]
[SIZE=-1]li chiude nel vecchio rifiuto morale. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri vili, poverine, preoccupate [/SIZE]
[SIZE=-1]che i figli conoscano la viltà [/SIZE]
[SIZE=-1]per chiedere un posto, per essere pratici, [/SIZE]
[SIZE=-1]per non offendere anime privilegiate, [/SIZE]
[SIZE=-1]per difendersi da ogni pietà. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri mediocri, che hanno imparato [/SIZE]
[SIZE=-1]con umiltà di bambine, di noi, [/SIZE]
[SIZE=-1]un unico, nudo significato, [/SIZE]
[SIZE=-1]con anime in cui il mondo è dannato [/SIZE]
[SIZE=-1]a non dare né dolore né gioia. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri mediocri, che non hanno avuto [/SIZE]
[SIZE=-1]per voi mai una parola d’amore, [/SIZE]
[SIZE=-1]se non d’un amore sordidamente muto [/SIZE]
[SIZE=-1]di bestia, e in esso v’hanno cresciuto, [/SIZE]
[SIZE=-1]impotenti ai reali richiami del cuore. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri servili, abituate da secoli [/SIZE]
[SIZE=-1]a chinare senza amore la testa, [/SIZE]
[SIZE=-1]a trasmettere al loro feto [/SIZE]
[SIZE=-1]l’antico, vergognoso segreto [/SIZE]
[SIZE=-1]d’accontentarsi dei resti della festa. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri servili, che vi hanno insegnato [/SIZE]
[SIZE=-1]come il servo può essere felice [/SIZE]
[SIZE=-1]odiando chi è, come lui, legato, [/SIZE]
[SIZE=-1]come può essere, tradendo, beato, [/SIZE]
[SIZE=-1]e sicuro, facendo ciò che non dice. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri feroci, intente a difendere [/SIZE]
[SIZE=-1]quel poco che, borghesi, possiedono, [/SIZE]
[SIZE=-1]la normalità e lo stipendio, [/SIZE]
[SIZE=-1]quasi con rabbia di chi si vendichi [/SIZE]
[SIZE=-1]o sia stretto da un assurdo assedio. [/SIZE]
[SIZE=-1]Madri feroci, che vi hanno detto: [/SIZE]
[SIZE=-1]Sopravvivete! Pensate a voi! [/SIZE]
[SIZE=-1]Non provate mai pietà o rispetto [/SIZE]
[SIZE=-1]per nessuno, covate nel petto [/SIZE]
[SIZE=-1]la vostra integrità di avvoltoi! [/SIZE]
[SIZE=-1]Ecco, vili, mediocri, servi, [/SIZE]
[SIZE=-1]feroci, le vostre povere madri! [/SIZE]
[SIZE=-1]Che non hanno vergogna a sapervi [/SIZE]
[SIZE=-1]– nel vostro odio – addirittura superbi, [/SIZE]
[SIZE=-1]se non è questa che una valle di lacrime. [/SIZE]
[SIZE=-1]È così che vi appartiene questo mondo: [/SIZE]
[SIZE=-1]fatti fratelli nelle opposte passioni, [/SIZE]
[SIZE=-1]o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo [/SIZE]
[SIZE=-1]a essere diversi: a rispondere [/SIZE]
[SIZE=-1]del selvaggio dolore di esser uomini. [/SIZE]
[SIZE=-1].[/SIZE]
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[SIZE=-1]Da Pier Paolo Pasolini, Bestemmia. Tutte le poesie, [/SIZE]
[SIZE=-1]vol. I, Garzanti, Milano 1993[/SIZE]
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