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Old chensamurai
Guest
Amore e tradimento sono le facce di una stessa medaglia. Si appartengono, uno all’altro, come il cielo stellato al buio della notte. Amore e tradimento, si dissetano alla stessa fonte. Esorcizzando il tradimento, esorcizziamo l’amore. In ogni grande amore, c’è traccia del tradimento. Solamente quando l’amore è infantile, non mette in conto il tradimento. Un amore puerile, magico, iperuranico. Un amore perfetto. L’amore umano è molto lontano dalla perfezione. Solo l’amore di Dio è perfetto, immutabile ed immutato. L’amore di Dio è incondizionato. L’amore degli uomini va conquistato e rinnovato ogni giorno. L’amore umano non si conquista una volta per sempre. Mai.
Si può perdonare il tradimento. Si può. Questo è certo. Ma, dice il tradito, nulla sarà come prima. Per fortuna, nulla sarà come prima, dice il traditore! Il tradito è sconvolto dall’invalidazione che gli ha inferto il traditore. Il tradito si risveglia da un mondo infantile nel quale dominava una fiducia magica, un’aspettativa mistica, un “noi” nel quale, ad un certo punto, il traditore ha rischiato di affogare il proprio “sé”. Ed è a quel “noi” che il traditore cerca di sfuggire. Egli tradisce quel “noi” e non il “tu”. Il traditore non tradisce il tradito. Questo è certo. Ognuno di noi vuole essere con l’altro, ma non desidera annullarsi nell’altro. Quando la mia individualità e la mia espansione cosmica vengono minacciate e fagocitate in una relazione, in un “noi”, annichilente e svilente, ecco il tradimento. Ecco il: “IO non sono come TU mi vuoi!”. Il tradimento non è tradimento. Il tradimento non è più tale quando diviene invito a ridefinire la relazione e ad accettare il cambiamento dell’altro. Il traditore non è un infame! In ogni tradimento sfolgora una VERITA’. Una verità scomoda e dolorosa: la fine di una visione “magica” dei rapporti umani. La fine dell’illusoria perfezione iperuranica dell’amore, che non è di questo mondo ma solamente degli Dei. Tradendo, il traditore sceglie per Sé e crea uno spazio vitale per la sua individualità. Uno spazio diverso e nuovo, non circoscritto da una cortina di magica ed irrealistica “fiducia”. L’identità delle persone, non può essere messa in un recinto, sia pure quello dell’amore. Non è possibile arrestare la crescita delle persone. Non è possibile arrestarne l’espansione. Ogni amore che non ipotizzi la possibilità del tradimento, è un amore infantile ed immaturo. Puerile. Ingenuo. Magico. In queste condizioni, prima o poi, arriva l’addio. Il traditore abbandona le acque sicure di un rapporto castrante e parte, a suo rischio e pericolo, per il mare aperto, per regioni sconosciute, misteriose e inesplorate, della vita. Ed è il risveglio. Il risveglio del traditore e del tradito. L’amore che mostra l’altra faccia di se stesso: Il tradimento. L’addio. Il tradito, ora, è solo con se stesso. Può rimpiangere i bei tempi passati, quelli della “fiducia” magica. Quelli di un mondo popolato da figure morte. Sintetico. Irrealistico. Illusorio. I bei tempi del recinto e della castrazione del “sé”. Come il selvaggio che evoca gli spiriti della foresta, il tradito compie la sua danza nevrotica per evocare gli spiriti della fiducia, della correttezza, dell’onestà. Spiriti. Ombre. Fantasmi, propri di una visione fanciullesca del mondo, che all’infanzia del mondo appartiene. Il tradito non sa più amare. Il tradito orfano dei suoi sogni magici, non può tollerare l’imperfezione. Non ama più. Il tradito, ora, è faccia a faccia con se stesso. Mai, come ora, può incontrare se stesso. Ora, che è invalidato. Ora, che il sogno magico è finito e i fantasmi si sono dileguati. Tolto il velo della puerile “fiducia” che ricopriva la morta relazione, il tradito vede se stesso. Morto. Ora, non può più chiamare amore le sue insicurezze. Ora, non può più esorcizzare, magicamente, le sue paure, i suoi vuoti interiori, la sua fragile identità. L’altro, il traditore, ha scelto, per sé. Ha fatto l’unica cosa possibile: si è consegnato al nuovo. Ha scelto di vivere. Il tradito, invece, è gettato ai piedi di se stesso. La vita è cosa che cresce ed evolve nell’infedeltà e non nella fedele immobilità. La vita premia chi ha incontrato veramente se stesso. La vita non ama chi se ne è stato ripiegato in un’area protetta dove etichettare come amore fedele le proprie insicurezze. Un amore degno di questo nome, tradisce se stesso ogni giorno che il sole sorge: tradisce l’amore di ieri per rendere possibile l’amore di domani. Questa cosa, la si può fare in due, oppure sarà uno solo a compierla: il traditore. L’amore non ha paura di incontrare se stesso. Il tradito, spesso, SI’.
Si può perdonare il tradimento. Si può. Questo è certo. Ma, dice il tradito, nulla sarà come prima. Per fortuna, nulla sarà come prima, dice il traditore! Il tradito è sconvolto dall’invalidazione che gli ha inferto il traditore. Il tradito si risveglia da un mondo infantile nel quale dominava una fiducia magica, un’aspettativa mistica, un “noi” nel quale, ad un certo punto, il traditore ha rischiato di affogare il proprio “sé”. Ed è a quel “noi” che il traditore cerca di sfuggire. Egli tradisce quel “noi” e non il “tu”. Il traditore non tradisce il tradito. Questo è certo. Ognuno di noi vuole essere con l’altro, ma non desidera annullarsi nell’altro. Quando la mia individualità e la mia espansione cosmica vengono minacciate e fagocitate in una relazione, in un “noi”, annichilente e svilente, ecco il tradimento. Ecco il: “IO non sono come TU mi vuoi!”. Il tradimento non è tradimento. Il tradimento non è più tale quando diviene invito a ridefinire la relazione e ad accettare il cambiamento dell’altro. Il traditore non è un infame! In ogni tradimento sfolgora una VERITA’. Una verità scomoda e dolorosa: la fine di una visione “magica” dei rapporti umani. La fine dell’illusoria perfezione iperuranica dell’amore, che non è di questo mondo ma solamente degli Dei. Tradendo, il traditore sceglie per Sé e crea uno spazio vitale per la sua individualità. Uno spazio diverso e nuovo, non circoscritto da una cortina di magica ed irrealistica “fiducia”. L’identità delle persone, non può essere messa in un recinto, sia pure quello dell’amore. Non è possibile arrestare la crescita delle persone. Non è possibile arrestarne l’espansione. Ogni amore che non ipotizzi la possibilità del tradimento, è un amore infantile ed immaturo. Puerile. Ingenuo. Magico. In queste condizioni, prima o poi, arriva l’addio. Il traditore abbandona le acque sicure di un rapporto castrante e parte, a suo rischio e pericolo, per il mare aperto, per regioni sconosciute, misteriose e inesplorate, della vita. Ed è il risveglio. Il risveglio del traditore e del tradito. L’amore che mostra l’altra faccia di se stesso: Il tradimento. L’addio. Il tradito, ora, è solo con se stesso. Può rimpiangere i bei tempi passati, quelli della “fiducia” magica. Quelli di un mondo popolato da figure morte. Sintetico. Irrealistico. Illusorio. I bei tempi del recinto e della castrazione del “sé”. Come il selvaggio che evoca gli spiriti della foresta, il tradito compie la sua danza nevrotica per evocare gli spiriti della fiducia, della correttezza, dell’onestà. Spiriti. Ombre. Fantasmi, propri di una visione fanciullesca del mondo, che all’infanzia del mondo appartiene. Il tradito non sa più amare. Il tradito orfano dei suoi sogni magici, non può tollerare l’imperfezione. Non ama più. Il tradito, ora, è faccia a faccia con se stesso. Mai, come ora, può incontrare se stesso. Ora, che è invalidato. Ora, che il sogno magico è finito e i fantasmi si sono dileguati. Tolto il velo della puerile “fiducia” che ricopriva la morta relazione, il tradito vede se stesso. Morto. Ora, non può più chiamare amore le sue insicurezze. Ora, non può più esorcizzare, magicamente, le sue paure, i suoi vuoti interiori, la sua fragile identità. L’altro, il traditore, ha scelto, per sé. Ha fatto l’unica cosa possibile: si è consegnato al nuovo. Ha scelto di vivere. Il tradito, invece, è gettato ai piedi di se stesso. La vita è cosa che cresce ed evolve nell’infedeltà e non nella fedele immobilità. La vita premia chi ha incontrato veramente se stesso. La vita non ama chi se ne è stato ripiegato in un’area protetta dove etichettare come amore fedele le proprie insicurezze. Un amore degno di questo nome, tradisce se stesso ogni giorno che il sole sorge: tradisce l’amore di ieri per rendere possibile l’amore di domani. Questa cosa, la si può fare in due, oppure sarà uno solo a compierla: il traditore. L’amore non ha paura di incontrare se stesso. Il tradito, spesso, SI’.