Brunetta
Utente di lunga data
Un mio contatto fb, persona decisamente acculturata, ha scritto l’altro ieri che quando legge un romanzo cerca anche una visione “politica“ in senso lato.
Mi ha davvero sorpresa (forse non l’ho capita, può essere) perché nella letteratura io cerco proprio ciò che non conosco, non capisco e non condivido.
E questo è indipendente dalla vita reale dello scrittore. Anzi penso che sia meglio.
Per esemplificare, Via col vento l’ho trovato interessante proprio perché metteva in scena il punto di vista non solo gli sconfitti, ma proprio chi consideriamo sbagliati, i sudisti con la loro società economica e culturale basata sullo schiavismo. E ci fa vedere il senso per loro persino del KKK. Lo fa all’interno della biografia di due donne e due uomini che appartengono a quella società.
Danny mi ha stimolato questa discussione con questo post
Mi ha davvero sorpresa (forse non l’ho capita, può essere) perché nella letteratura io cerco proprio ciò che non conosco, non capisco e non condivido.
E questo è indipendente dalla vita reale dello scrittore. Anzi penso che sia meglio.
Per esemplificare, Via col vento l’ho trovato interessante proprio perché metteva in scena il punto di vista non solo gli sconfitti, ma proprio chi consideriamo sbagliati, i sudisti con la loro società economica e culturale basata sullo schiavismo. E ci fa vedere il senso per loro persino del KKK. Lo fa all’interno della biografia di due donne e due uomini che appartengono a quella società.
Danny mi ha stimolato questa discussione con questo post
EccoNo?
Quindi l'opera di un autore è svincolata dalla sua vita?
È ovvio che no.
Anche quello che scrivo io rappresenta me e il mio vissuto.
Non può essere diversamente.
E Tolstoj e la sua opera sono direttamente collegati.
Senza l'esperienza di vita che aveva Tolstoj non avrebbe potuto scrivere nulla di quel livello.
Sarebbe rimasto ancorato a retorica e pregiudizio, che è lo stile di chi si appropria delle emozioni e dell'esperienza altrui, senza averli mai fatti propri.