Quando accade un delitto di questo tipo la reazione rabbiosa e il percepire come estraneo a sé è naturale.
Ma voi credete che quando lui sentiva di delitti simili pensasse “sì lo capisco!”?
Credete che parlandogli lo trovereste diverso da voi?
Io non credo che sia diverso come per tutte le altre cose che, prima di farle noi, ci sembrano sbagliate.
Poi noi ci limitiamo ad avere amanti.
Pensate l’altra come pensa di essere stata fortunata a scamparla.
E' uno di quei (poco frequenti) casi in cui sono d'accordo con Brunetta.
D'istinto, anche io lo ammazzerei quell'assassino, ma rovinerei la mia vita per essermi messo alla pari con un simile soggetto.
Vivere in uno stato civile, retto da una costituzione democratica che esclude la pena di morte e la punizione che significhi afflizione senza tentare una rieducazione, è una conquista della civiltà (e pensate agli errori giudiziari, che pure avvengono).
In generale, la rieducazione è una possibilità che va data a tutti. Al contempo, la certezza della pena deve essere vera, deve costituire un deterrente formidabile, non una scommessa che si vince se si hanno buoni avvocati.
Ti do fiducia e te la devi meritare con una condotta specchiata. Se ricadi, vanno via tutti gli sconti di pena.
Se ti dimostri irrecuperabile (penso al caso di Izzo e di certi mafiosi) allora "fine pena mai".
...kattivissime 
