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feather

Utente tardo
Yūgen (幽玄)

Un uccello lancia il suo richiamo
Il silenzio della montagna sì fa più
profondo
Un'ascia risuona
Il silenzio della montagna cresce

Il termine yugen, infine, che letteralmente si traduce con “leggermente scuro”, ha una vasta gamma di significati. Non serve infatti solo a descrivere il fascino delle cose in penombra di cui non riusciamo a conoscere del tutto i limiti ed i particolari, ma si usa anche con senso più ampio, per indicare ciò che, essendo oscuro, è insondabile, misterioso ed imperscrutabile poiché al di là dell’umana comprensione: un’opera d’arte ci trasmette yugen quando riusciamo a cogliere in essa un bagliore, un’impressione che per un attimo, anche se a parole non riusciremmo mai a spiegare come, sembri rivelarci qualcuno dei segreti dell’universo.

http://www.sesshutoyo.com/il-rotolo-lungo-delle-quattro-stagioni/estetica-zen/wabi-sabi-aware-yugen/
http://youmightfindyourself.com/post/7725630208/yugen
 

brenin

Utente
Staff Forum
Yūgen (幽玄)
Un uccello lancia il suo richiamo
Il silenzio della montagna sì fa più
profondo
Un'ascia risuona
Il silenzio della montagna cresce

Il termine yugen, infine, che letteralmente si traduce con “leggermente scuro”, ha una vasta gamma di significati. Non serve infatti solo a descrivere il fascino delle cose in penombra di cui non riusciamo a conoscere del tutto i limiti ed i particolari, ma si usa anche con senso più ampio, per indicare ciò che, essendo oscuro, è insondabile, misterioso ed imperscrutabile poiché al di là dell’umana comprensione: un’opera d’arte ci trasmette yugen quando riusciamo a cogliere in essa un bagliore, un’impressione che per un attimo, anche se a parole non riusciremmo mai a spiegare come, sembri rivelarci qualcuno dei segreti dell’universo.

http://www.sesshutoyo.com/il-rotolo-lungo-delle-quattro-stagioni/estetica-zen/wabi-sabi-aware-yugen/
http://youmightfindyourself.com/post/7725630208/yugen
Grazie per aver pubblicato questo bellissimo tanka !
 

Nobody

Utente di lunga data
davvero bello... ma è un haiku? La composizione mi pare diversa.
 

feather

Utente tardo
A me ha colpito come una parola con un significato così importante non abbia traduzione in lingue occidentali.
 

brenin

Utente
Staff Forum
A me ha colpito come una parola con un significato così importante non abbia traduzione in lingue occidentali.
Hai ragione,non solo quella parola,ma tante altre difficilmente trovano traduzione nel mondo occidentale; penso sia forse dovuto al diverso concetto e rappresentazione che viene attribuita all'estetica. Per i giapponesi il concetto estetico primario è la ricerca del valore armonico in tutte le cose. La visione del mondo avviene attraverso la natura e riguarda la bellezza della semplicità studiata in armonia con la natura stessa. Tornando alle parole intraducibili :
- mono no aware ( il phatos delle cose , evamescenza della bellezza e sguardo malinconico )
- wabi sabi ( semplice ed austera bellezza )
- shibusa ( che coniuga ruvidità e raffinatezza )
- iki ( stile raffinato )
- kire ( taglio )Il taglio appare come elemento fondamentale nell'arte tipicamente giapponese di disporre i fiori ( Ikebana ), tant'è che il termine significa " fiori viventi ".
 

giorgiocan

Utente prolisso
Ottima rubrica!

;)
 

feather

Utente tardo
Vicarious embarrassment

Vicarious embarrassment (o vicarious emotions o vicarious empathy)

è molto bella la definizione:
the editors state that one “may feel embarrassed when witnessing another making a social faux pas”

e ancora:
originate from the simulation processes mirroring and mentalizing that depend on anchoring and adjustment

Scusate ma non ho avuto tempo di trovare la traduzione in italiano e i riferimenti in italiano. Se qualcuno sa come si chiama in psicologia, in italiano, mi piacerebbe leggere qualcosa a riguardo.

Mi ha colpito perché io c'ho lo stesso problema.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3654216/
 

brenin

Utente
Staff Forum
E viene in mente il cinema di Ozu... Conosci?:)
Si,lo conosco ( ho visto solo il Gusto del sakè di questo regista ). Riprendendo quanto scriveva Nobody circa la parola mu, ( il vuoto ); l'arte giapponese è pervasa dal mu in ogni sua branca,perchè sono proprio la mancanza,lo spazio vacante a dare non solo respiro, ma anche significato all'altro da sè,la presenza,lo spazio occupato. In pittura, è lo specchio d'acqua a conferire senso all'esigua barchetta raffigurata ai margini del quadro. Nel giardinaggio, è la superficie sgombra a sovrastare,per importanza, l'angolo in cui si concentrano i sassi. Nella poesia, pensando ai famosi haiku, le pause "strutturano" il verso, l'implicito supera, spesso, per pregnanza, l'esplicito. Penso sia proprio questo "vuoto" che caratterizza le opere di Ozu,Kurosawa,Mizoguchi, il senso della presenza o della manifestazione di un " ordine superiore" che l'uomo avverte o può avvertire. Vuoto che non intacca solo la sfera fisica,manifestandosi nelle stanze,nei corridoi e in tutti gli ambienti,spesso vistosamente spogli,in cui sono inseriti i personaggi, ma si può intendere anche come senso/valore ideale. Al regista non interessa la psicologia dei suoi personaggi,che sono sempre inseriti in un contesto più ampio dove ciò che conta è semmai una psicologia di gruppo,dove la scelta del singolo non vale per il singolo ma per quel che modifica nelle relazioni all'interno di un insieme dato.Per la tradizione Zen l'individualità è più un mezzo che un fine, ed il singolo è inglobato nei ranghi di una realtà cosmica che tutto abbraccia ed ingloba.
 

Divì

Utente senza meta
Vicarious embarrassment (o vicarious emotions o vicarious empathy)

è molto bella la definizione:
the editors state that one “may feel embarrassed when witnessing another making a social faux pas”

e ancora:
originate from the simulation processes mirroring and mentalizing that depend on anchoring and adjustment

Scusate ma non ho avuto tempo di trovare la traduzione in italiano e i riferimenti in italiano. Se qualcuno sa come si chiama in psicologia, in italiano, mi piacerebbe leggere qualcosa a riguardo.

Mi ha colpito perché io c'ho lo stesso problema.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3654216/
Si chiama proprio imbarazzo vicario anche in italiano.

Trovi una definizione qui:

http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=436

o qui:

https://wellthiness.wordpress.com/2011/04/19/perche-ci-imbarazziamo-per-le-gaffe-degli-altri/

In effetti sembra sia un fenomeno molto diffuso e ancora molto poco studiato, infatti non si trova materiale.

Interessante.
 

Nobody

Utente di lunga data
Si,lo conosco ( ho visto solo il Gusto del sakè di questo regista ). Riprendendo quanto scriveva Nobody circa la parola mu, ( il vuoto ); l'arte giapponese è pervasa dal mu in ogni sua branca,perchè sono proprio la mancanza,lo spazio vacante a dare non solo respiro, ma anche significato all'altro da sè,la presenza,lo spazio occupato. In pittura, è lo specchio d'acqua a conferire senso all'esigua barchetta raffigurata ai margini del quadro. Nel giardinaggio, è la superficie sgombra a sovrastare,per importanza, l'angolo in cui si concentrano i sassi. Nella poesia, pensando ai famosi haiku, le pause "strutturano" il verso, l'implicito supera, spesso, per pregnanza, l'esplicito. Penso sia proprio questo "vuoto" che caratterizza le opere di Ozu,Kurosawa,Mizoguchi, il senso della presenza o della manifestazione di un " ordine superiore" che l'uomo avverte o può avvertire. Vuoto che non intacca solo la sfera fisica,manifestandosi nelle stanze,nei corridoi e in tutti gli ambienti,spesso vistosamente spogli,in cui sono inseriti i personaggi, ma si può intendere anche come senso/valore ideale. Al regista non interessa la psicologia dei suoi personaggi,che sono sempre inseriti in un contesto più ampio dove ciò che conta è semmai una psicologia di gruppo,dove la scelta del singolo non vale per il singolo ma per quel che modifica nelle relazioni all'interno di un insieme dato.Per la tradizione Zen l'individualità è più un mezzo che un fine, ed il singolo è inglobato nei ranghi di una realtà cosmica che tutto abbraccia ed ingloba.
mi pare che ne buddismo zen, "mu" si possa interpretare anche come "domanda mal posta"... come quella famosa del discepolo al maestro: un cane ha natura buddha? La risposta data fu: mu.
 

brenin

Utente
Staff Forum
mi pare che ne buddismo zen, "mu" si possa interpretare anche come "domanda mal posta"... come quella famosa del discepolo al maestro: un cane ha natura buddha? La risposta data fu: mu.
Discorso molto interessante..... nel caso specifico di questo koan il maestro non risponde alla domanda del monaco:come spesso accade nelle discussioni tra maestro zen e discepolo , le parole del primo non sono la diretta risposta alla domanda del secondo,bensì a quello stato interiore che le ha fatte sorgere. Con la sua domanda,il monaco voleva evidentemente porre la domanda su un piano razionalistico e di conseguenza il maestro,con il suo "wu", tronca sul nascere questo tentativo. La risposta del maestro,in un koan,è carica di significato ed è un profondo mistero allo stesso tempo. Compito del discepolo è farla risuonare in sè,e diventare la risposta stessa.Solo così quella risposta apparentemente insensata costituirà una vera bomba ad orologeria per la sua mente.Obiettivo del maestro è far si che il discepolo,ad ogni pensiero sorgente nella mente,in quialsiasi situazione,davanti ad ogni tentativo di giudizio,si opponga con un "wu".
Se vuoi approfondire ti segnalo " il maestro e lo sciamano" di L.V.Arena
 

Nobody

Utente di lunga data
Discorso molto interessante..... nel caso specifico di questo koan il maestro non risponde alla domanda del monaco:come spesso accade nelle discussioni tra maestro zen e discepolo , le parole del primo non sono la diretta risposta alla domanda del secondo,bensì a quello stato interiore che le ha fatte sorgere. Con la sua domanda,il monaco voleva evidentemente porre la domanda su un piano razionalistico e di conseguenza il maestro,con il suo "wu", tronca sul nascere questo tentativo. La risposta del maestro,in un koan,è carica di significato ed è un profondo mistero allo stesso tempo. Compito del discepolo è farla risuonare in sè,e diventare la risposta stessa.Solo così quella risposta apparentemente insensata costituirà una vera bomba ad orologeria per la sua mente.Obiettivo del maestro è far si che il discepolo,ad ogni pensiero sorgente nella mente,in quialsiasi situazione,davanti ad ogni tentativo di giudizio,si opponga con un "wu".
Se vuoi approfondire ti segnalo " il maestro e lo sciamano" di L.V.Arena
Ok, grazie. A quanto so il koan dovrebbe disintegrare il processo razionale nella mente dell'allievo... mi ricordo quello della rana nella bottiglia, farla uscire senza rompere la bottiglia e uccidere la rana. In un esempio concreto a me viene da associare Mu allo stato indefinito onda/particella.
 

brenin

Utente
Staff Forum
Ok, grazie. A quanto so il koan dovrebbe disintegrare il processo razionale nella mente dell'allievo... mi ricordo quello della rana nella bottiglia, farla uscire senza rompere la bottiglia e uccidere la rana. In un esempio concreto a me viene da associare Mu allo stato indefinito onda/particella.
breve OT....

quando parli di onda/particella fai riferimento alla meccanica quantistica ed alla sua " non oggettività " in particolare ?
perchè penso sia proprio la "non oggettività " il punto d'arrivo finale del discepolo zen, inteso come totale liberazione della mente.
 
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