Persa/Ritrovata
Utente di lunga data
Spiare i figli? Non si può
Il Garante per la Privacy non approva i genitori che controllano i messaggi dei ragazzi: bisogna parlare, creare un rapporto, non spiarli
FLAVIA AMABILE
Chiunque abbia figli sa che la tentazione di dare un'occhiata ai messaggi non cancellati sul telefonino o quelli sulla posta elettronica è forte. Qualcuno resiste, altri vorrebbero tanto ma i figli supertecnologici li hanno esclusi con un muro di password. E poi ci sono quelli che invece guardano, leggono, semmai si appuntano i nomi, intervengono al momento più opportuno o più inopportuno a seconda delle sensibilità.
Da un punto di vista morale forse l'ultima categoria sarebbe anche assolta, sul piano giudiziario no. Forse avrete letto che un signore genovese di 35 anni aveva creato una catena di sant'Antonio di foto porno di adolescenti. Fingeva di essere una ragazzina e proponeva uno scambio di immagini. A cadere nella sua trappoli una novantina di ragazzi tra i 12 e i 16 anni. Nei loro cellulari sono stati trovati mms del tutto espliciti, accompagnati da testi altrettanto chiari.
Le indagini sono partite alla fine dello scorso agosto solo perché sei genitori avevano scoperto nei telefonini dei loro figli gli sms e gli mms porno. Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità Garante per la Privacy distingue: 'In questo caso siamo di fronte a un atto di natura criminale quindi ci troviamo su un piano diverso, la tutela della privacy viene meno'.
Perché lo scambio di foto è già avvenuto. Ma un genitore può evitare che il figlio si trovi coinvolto in vicende simili controllando i suoi messaggi o le email?
«Il problema è complesso, ne stiamo dibattendo da anni a livello europeo e già questo sta ad indicare quanto sia difficile dare una risposta».
Esiste almeno un orientamento di massima?
«La tendenza è di garantire ai ragazzi la loro privacy. I genitori non possono controllare le loro comunicazioni senza invadere la loro sfera personale».
Da che età i ragazzi possono contare sulla loro privacy?
«Non esiste un’età precisa, nessuno l’ha fissata. Il parere che si occupa di quest’argomento è molto complesso e prende in considerazione il fattore dell’età ma senza entrare nello specifico. Di certo i diciotto anni e la maggiore età però non ci sono parsi lo spartiacque più giusto per garantire una piena tutela ai ragazzi. A sedici anni ci sono Paesi che garantiscono il diritto di voto, si ha il diritto di prendere il patentino e quindi intorno a quell’età si può anche godere di una tutela della propria riservatezza».
Ma i genitori hanno il diritto di sapere che cosa fanno i loro figli...
«Vero, ma non è il controllo delle comunicazioni lo strumento più giusto per saperlo. I genitori devono parlare con i loro figli, devono instaurar eun rapporto di fiducia con loro e di certo leggere in segreto quello che fanno o dicono non è la base di un rapporto corretto genitori/figli».
Vignetta 'I figli e le intercettazioni' - Copyright Blog 'Diritto di cronaca'
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/t...og=124&ID_articolo=223&ID_sezione=274&sezione=
Chiunque abbia figli sa che la tentazione di dare un'occhiata ai messaggi non cancellati sul telefonino o quelli sulla posta elettronica è forte. Qualcuno resiste, altri vorrebbero tanto ma i figli supertecnologici li hanno esclusi con un muro di password. E poi ci sono quelli che invece guardano, leggono, semmai si appuntano i nomi, intervengono al momento più opportuno o più inopportuno a seconda delle sensibilità.
Da un punto di vista morale forse l'ultima categoria sarebbe anche assolta, sul piano giudiziario no. Forse avrete letto che un signore genovese di 35 anni aveva creato una catena di sant'Antonio di foto porno di adolescenti. Fingeva di essere una ragazzina e proponeva uno scambio di immagini. A cadere nella sua trappoli una novantina di ragazzi tra i 12 e i 16 anni. Nei loro cellulari sono stati trovati mms del tutto espliciti, accompagnati da testi altrettanto chiari.
Le indagini sono partite alla fine dello scorso agosto solo perché sei genitori avevano scoperto nei telefonini dei loro figli gli sms e gli mms porno. Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità Garante per la Privacy distingue: 'In questo caso siamo di fronte a un atto di natura criminale quindi ci troviamo su un piano diverso, la tutela della privacy viene meno'.
Perché lo scambio di foto è già avvenuto. Ma un genitore può evitare che il figlio si trovi coinvolto in vicende simili controllando i suoi messaggi o le email?
«Il problema è complesso, ne stiamo dibattendo da anni a livello europeo e già questo sta ad indicare quanto sia difficile dare una risposta».
Esiste almeno un orientamento di massima?
«La tendenza è di garantire ai ragazzi la loro privacy. I genitori non possono controllare le loro comunicazioni senza invadere la loro sfera personale».
Da che età i ragazzi possono contare sulla loro privacy?
«Non esiste un’età precisa, nessuno l’ha fissata. Il parere che si occupa di quest’argomento è molto complesso e prende in considerazione il fattore dell’età ma senza entrare nello specifico. Di certo i diciotto anni e la maggiore età però non ci sono parsi lo spartiacque più giusto per garantire una piena tutela ai ragazzi. A sedici anni ci sono Paesi che garantiscono il diritto di voto, si ha il diritto di prendere il patentino e quindi intorno a quell’età si può anche godere di una tutela della propria riservatezza».
Ma i genitori hanno il diritto di sapere che cosa fanno i loro figli...
«Vero, ma non è il controllo delle comunicazioni lo strumento più giusto per saperlo. I genitori devono parlare con i loro figli, devono instaurar eun rapporto di fiducia con loro e di certo leggere in segreto quello che fanno o dicono non è la base di un rapporto corretto genitori/figli».
Vignetta 'I figli e le intercettazioni' - Copyright Blog 'Diritto di cronaca'
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