sienne
lucida-confusa
Ciao,
prima di ammalarmi ero molto attiva …
lavoro, impegni sociali e culturali (in forma attiva non passiva),
casa, mamma, donna …
non mi stancavo mai … avevo un fuoco acceso nel petto …
che ardeva e che si alimentava dalla più banale cosa …
la sofferenza, la violenza psichica e fisica, la discriminazione …
le avevo conosciute … mi accompagnavano, ma non mi frenavano
per come ero fatta … impaziente … le consideravo dei capitoli chiusi …
si va avanti … dipende da come si collocano le cose …
non mi è mai piaciuto la compassione …
la mia anima è sempre stata libera … ho sempre avuto voglia di fare …
il mio compagno – anche lui un essere del fare – ha sempre detto
tu sei il mio motore … mi dai carica … voglia di affrontare …
non mi sono mai soffermata a riflettere su queste parole …
non ho mai considerato, cosa lui fosse … se allora io non sari …
aimeh … allora non ho mai guardato chi lui fosse in realtà …
quella realtà … nuda … quando si è soli con le proprie forze e convinzioni …
ho pagato e continuo a pagare in modo molto salato …
quella mia cecità di fronte al valore di quelle parole …
si parlava molto … si rideva, scherzava, sognava … quanti progetti …
e lui dava … dava tanto … ma non ho notato, che lui trovava
sicurezza tramite me … che lui si nutriva di me …
di quella mia ingenuità coraggiosa nel affrontare le cose …
ho sempre pensato, che non è necessario coltivare un grande sapere …
è necessario, sapere come e dove informarsi … nel momento del bisogno …
ed essere scrupolosi nella ricerca … e poi vai …
vai un corno!!!
avevo scoperto il suo tradimento …
tradita per sei mesi … con progetti paralleli …
io da rimpiazzare … come donna e madre …
e ciò non era frutto della mia mente …
ho letto le mail … parole scritte … nero su bianco … inconfondibile …
ho notato i regali per mia figlia … materia … toccabile …
che dire … gli strazi si conoscono … sono sempre quelli … più o meno …
quando ho notato di soffrire di un male, difficile da affrontare, da gestire …
ho dato voce all’amore … dicendoli, che lui non doveva restare ber senso di obbligo, dovere … o quant’altro … che lui era libero …
che io mi facevo da parte … non avrei ostacolato.
Lui non ha voluto sentire … non riusciva a immaginare …
Ho richiesto solo una cosa … ho preteso una promessa …
Ho dovuto … per il mio bene, per la mia sopravvivenza alla follia …
di essere sempre sincero … di giocare a carte scoperte …
e se cambiasse idea di dirlo e basta … io avrei capito … lo capivo già …
per gestire ero dipendente dagli altri … osservavo … per capire …
quelle mail … ho rivisto i sei mesi passati, trascorrere davanti ai miei occhi …
tutte quelle incognite … che non sapevo dove collocarle … non davano senso …
oltre all’inganno dei miei sensi … anche lui a giocare con esse …
ho chiesto spesso … perché non capivo ...
ma lui mentendo e facendomi credere altro, alimentava la mia follia …
quanto mi sono colpevolizzata … cadendo in un labirinto di autoflagellazione …
che schifo … che perfidia … altro che demoni …
Ho riflettuto a lungo …
Prima ci ho provato … ma poi … ho capito, che io non riuscivo a perdonare …
Iniziarono le discussioni … di come gestire …
Mi trovavo in casa … tutto faceva rumore …
quando all’improvviso riesco a collocare i rumori … e percepisco la sua voce …
stava parlando al telefono, fuori …
impossibile non ascoltare …
non sono stata capace a focalizzare la mia concentrazione su altro …
e così sentivo rimbombare le sue parole …
un viaggio nella storia era inevitabile ...
parole zeppe di quel bagaglio rinascimentale …
i folli, da rinchiudere, da allontanare come anni prima i lebbrosi …
lo avrebbe fatto … se io non avessi cambiato idea …
ho perso … ecco, scacco matto …
derubata … annullata … esclusa … ricattata …
impossibile vincere … non si combatte a pari armi …
già avevo fatto l’esperienza, che quando si sa … in qualsiasi direzione si va …
lo si vede come influenzata dalla follia … tutti esperti …
tutti che credono di poter imporre il loro volere su di me …
perché io, povera anima pia … non potevo più sapere …
rinchiusa in un pregiudizio … in una prigione … grande quanto il mondo …
ho dovuto rassegnarmi … sono ritornata sui miei passi …
e convivo con questo ricatto non pronunciato … che mi condanna al silenzio …
ma io so … e troverò la “sanità mentale” …
ma più mi guardo intorno, più matti vedo …
sienne
prima di ammalarmi ero molto attiva …
lavoro, impegni sociali e culturali (in forma attiva non passiva),
casa, mamma, donna …
non mi stancavo mai … avevo un fuoco acceso nel petto …
che ardeva e che si alimentava dalla più banale cosa …
la sofferenza, la violenza psichica e fisica, la discriminazione …
le avevo conosciute … mi accompagnavano, ma non mi frenavano
per come ero fatta … impaziente … le consideravo dei capitoli chiusi …
si va avanti … dipende da come si collocano le cose …
non mi è mai piaciuto la compassione …
la mia anima è sempre stata libera … ho sempre avuto voglia di fare …
il mio compagno – anche lui un essere del fare – ha sempre detto
tu sei il mio motore … mi dai carica … voglia di affrontare …
non mi sono mai soffermata a riflettere su queste parole …
non ho mai considerato, cosa lui fosse … se allora io non sari …
aimeh … allora non ho mai guardato chi lui fosse in realtà …
quella realtà … nuda … quando si è soli con le proprie forze e convinzioni …
ho pagato e continuo a pagare in modo molto salato …
quella mia cecità di fronte al valore di quelle parole …
si parlava molto … si rideva, scherzava, sognava … quanti progetti …
e lui dava … dava tanto … ma non ho notato, che lui trovava
sicurezza tramite me … che lui si nutriva di me …
di quella mia ingenuità coraggiosa nel affrontare le cose …
ho sempre pensato, che non è necessario coltivare un grande sapere …
è necessario, sapere come e dove informarsi … nel momento del bisogno …
ed essere scrupolosi nella ricerca … e poi vai …
vai un corno!!!
avevo scoperto il suo tradimento …
tradita per sei mesi … con progetti paralleli …
io da rimpiazzare … come donna e madre …
e ciò non era frutto della mia mente …
ho letto le mail … parole scritte … nero su bianco … inconfondibile …
ho notato i regali per mia figlia … materia … toccabile …
che dire … gli strazi si conoscono … sono sempre quelli … più o meno …
quando ho notato di soffrire di un male, difficile da affrontare, da gestire …
ho dato voce all’amore … dicendoli, che lui non doveva restare ber senso di obbligo, dovere … o quant’altro … che lui era libero …
che io mi facevo da parte … non avrei ostacolato.
Lui non ha voluto sentire … non riusciva a immaginare …
Ho richiesto solo una cosa … ho preteso una promessa …
Ho dovuto … per il mio bene, per la mia sopravvivenza alla follia …
di essere sempre sincero … di giocare a carte scoperte …
e se cambiasse idea di dirlo e basta … io avrei capito … lo capivo già …
per gestire ero dipendente dagli altri … osservavo … per capire …
quelle mail … ho rivisto i sei mesi passati, trascorrere davanti ai miei occhi …
tutte quelle incognite … che non sapevo dove collocarle … non davano senso …
oltre all’inganno dei miei sensi … anche lui a giocare con esse …
ho chiesto spesso … perché non capivo ...
ma lui mentendo e facendomi credere altro, alimentava la mia follia …
quanto mi sono colpevolizzata … cadendo in un labirinto di autoflagellazione …
che schifo … che perfidia … altro che demoni …
Ho riflettuto a lungo …
Prima ci ho provato … ma poi … ho capito, che io non riuscivo a perdonare …
Iniziarono le discussioni … di come gestire …
Mi trovavo in casa … tutto faceva rumore …
quando all’improvviso riesco a collocare i rumori … e percepisco la sua voce …
stava parlando al telefono, fuori …
impossibile non ascoltare …
non sono stata capace a focalizzare la mia concentrazione su altro …
e così sentivo rimbombare le sue parole …
un viaggio nella storia era inevitabile ...
parole zeppe di quel bagaglio rinascimentale …
i folli, da rinchiudere, da allontanare come anni prima i lebbrosi …
lo avrebbe fatto … se io non avessi cambiato idea …
ho perso … ecco, scacco matto …
derubata … annullata … esclusa … ricattata …
impossibile vincere … non si combatte a pari armi …
già avevo fatto l’esperienza, che quando si sa … in qualsiasi direzione si va …
lo si vede come influenzata dalla follia … tutti esperti …
tutti che credono di poter imporre il loro volere su di me …
perché io, povera anima pia … non potevo più sapere …
rinchiusa in un pregiudizio … in una prigione … grande quanto il mondo …
ho dovuto rassegnarmi … sono ritornata sui miei passi …
e convivo con questo ricatto non pronunciato … che mi condanna al silenzio …
ma io so … e troverò la “sanità mentale” …
ma più mi guardo intorno, più matti vedo …
sienne