danny
Utente di lunga data
Domenica ero in giro e mi è venuta una colica renale a sera. Ospedale di provincia, il medico dopo la Tac mi dice che ho una idronefrosi da calcolo e che devi recarmi d'urgenza da un urologo.
Tornato malamente a casa, prenoto per 110 euro visita presso un noto ospedale.
Secondo la procedura standard funziona così: teoricamente dovrei essere operato, ma poiché non sono oncologico la lista d'attesa è lunga.
Il protocollo prevede si attenda per l'espulsione naturale, che però potrebbe non avvenire.
Nel frattempo poiché i dolori non cessano prendo oppiacei.
Senza, ovvero quando l'effetto cessa, i dolori non sono sostenibili.
Ho due strade davanti: se mi viene la febbre, la idronefrosi avrà provocato un'infezione al rene e dovrò correre d'urgenza in ospedale, dove mi verrà messo uno stent, che non risolverà il problema ma almeno eviterà la setticemia.
Altrimenti devo guadagnare come con la tessera Esselunga, l'operazione, presentandomi varie volte in PS sotto colica, in maniera da potersi qualificare come intervento necessario e essere giustificata.
Nel frattempo non posso bere molto, anzi, devo bere il minimo possibile, e ridurre anche la portata di cibi contenenti acqua, per limitare i rischi.
Questa è l'eccellenza lombarda.
Ma se fosse stato un tumore?
Un nostro collaboratore aveva un tumore alla prostata di livello di gravità più elevato.
Due mesi prima di essere operato nel miglior ospedale, confortato dal fatto che gli erano stati prescritti dei farmaci che bloccavano il tumore (ah, sì? Esistono?). Poi infezioni, un accesso al PS con le sue gambe, un altro in Crocerossa con infezioni post operatorie diffuse che non camminava più. Ora, da un po', ricoverato non si sa fino a quando.
Chi vuol essere lieto sia, del doman non v'è certezza, diceva Lorenzo il Magnifico.
Tornato malamente a casa, prenoto per 110 euro visita presso un noto ospedale.
Secondo la procedura standard funziona così: teoricamente dovrei essere operato, ma poiché non sono oncologico la lista d'attesa è lunga.
Il protocollo prevede si attenda per l'espulsione naturale, che però potrebbe non avvenire.
Nel frattempo poiché i dolori non cessano prendo oppiacei.
Senza, ovvero quando l'effetto cessa, i dolori non sono sostenibili.
Ho due strade davanti: se mi viene la febbre, la idronefrosi avrà provocato un'infezione al rene e dovrò correre d'urgenza in ospedale, dove mi verrà messo uno stent, che non risolverà il problema ma almeno eviterà la setticemia.
Altrimenti devo guadagnare come con la tessera Esselunga, l'operazione, presentandomi varie volte in PS sotto colica, in maniera da potersi qualificare come intervento necessario e essere giustificata.
Nel frattempo non posso bere molto, anzi, devo bere il minimo possibile, e ridurre anche la portata di cibi contenenti acqua, per limitare i rischi.
Questa è l'eccellenza lombarda.
Ma se fosse stato un tumore?
Un nostro collaboratore aveva un tumore alla prostata di livello di gravità più elevato.
Due mesi prima di essere operato nel miglior ospedale, confortato dal fatto che gli erano stati prescritti dei farmaci che bloccavano il tumore (ah, sì? Esistono?). Poi infezioni, un accesso al PS con le sue gambe, un altro in Crocerossa con infezioni post operatorie diffuse che non camminava più. Ora, da un po', ricoverato non si sa fino a quando.
Chi vuol essere lieto sia, del doman non v'è certezza, diceva Lorenzo il Magnifico.