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Guest
Ho bisogno di confessare una cosa a me stessa, a cui non so dare un nome...per ora si chiama" profondissimo disagio verso questa persona che considero amica."
Da dove cominciare?
La conosco da anni, è una collega di lavoro, il nostro rapporto inizia come spesso accade, perchè condividiamo alcuni interessi, e certamente perchè una certa sensibilità credevo ( ? ) ci accomunasse.
Mi racconta della sua vita. della sua relazione extra durata anni ( 8 ), della seconda ( piu ' breve ) e ora di una terza.
Il mio imbarazzo nei confronti, inizia proprio a questo punto, all'inizio di questa terza .
Da anni ha sempre sottolineato di quanto il suo rapporto con suo marito si fosse nuovamente consolidato, rinnovato... al punto che spesso mi faceva leggere gli sms del compagno ( marito) per rafforzare in me la speranza che forse, nel tempo, anche a me avrebbe potuto accadere la stessa cosa nel rapporto con mio. E di questo si è parlato a lungo. La mia ammirazione per quanto erano riusciti a fare del loro rapporto spesso riusciva ad alimentare i miei sensi di colpa :" ecco , mi dicevo, la colpa è mia, non sono capace quanto lo è lei..e bla..bla..."
Nel contempo spesso notavo, con difficoltà nell'ammeterlo a me stessa, che una certa dose di opportunismo peloso nei confronti di tutti, nel suo atteggiamento c'era....non entro nei particolari perchè sarebbe inutile e noioso.
Questa cosa mi ha sempre dato fastidio, ma l'ho sempre rimossa, giustificandola dicendo " lei sa stare al mondo, è molto piu' matura di me, e ha capito come va il mondo e ci si è adattatta" ( ora temo di aver cambiato opinione )
Considerate che all'interno del luogo di lavoro io ho un ruolo sindacale, e quindi certi privilegi che nascono naturalmente da questa predisposizione alla pelosità dei rapporti, per me non sono facili da gestire.
torno alla cronaca attuale dunque:
lei mi mette a parte di questo suo rapporto extra, mi mette a parte anche del fatto che sce dal lavoro senza timbrare l'orario (!!!) con la complicità del capo del personale, richiedendomi di starezitta...e non fare la solita "rompi in amministrazione, perchè questa cosa deve rimanere riservata"
( avrei preferito non sapere nulla come immaginate , non era tenuta a dirmelo )
E non solo..dopo alcuni giorni la metto a parte di una facenda importante di lavoro che interessa lei molto da vicino e mi dice " non ho voglia di sentire menate per favore, in questo periodo sto bene con me stessa e quindi lasciami perdere con queste storie"
Ci sono rimasta di m.
Insomma, il mio giudizio su sta persona si sta trasformando, e mi sento una vigliacca perchè non gliene parlo.
Questo doppio gioco mi da fastidio ( conosco bene il marito) questi rapporti pelosi col capo del personale mi infastidiscono, mi chiedo quanto abbia capito di sta persona e quanto no.
E' una amica?
Non lo è?
Se tradisce cosi allegramente il marito nonostante questo amore che nutre per lui....se offende il mio ruolo di quella che va a difendere i suoi dirittti col capo, se è capace di fare buon viso a cattivo gioco con tutti...ma che abbaglio ho preso?
Sbaglio io?
Mi sento stronza a pensare tutto questo.
Dovrei parlarle? ma che le dico?
Da dove comincio? insomma..voi e che pensate?
Mi sembra ancora una volta, che quando una persona è capace di tradire nella vita personale,in quella maniera.cosi leggera .... esercitando unicamente la prerogativa di dare attenzione ad un suo bisogno....ecco..che lo è anche nella relazione con gli altri, anteponendo il suo egoismo e opportunismo a seconda delle circostanze che si trova a vivere.
che ne dite voi?
Perdonate la lunghezza.
m.
Da dove cominciare?
La conosco da anni, è una collega di lavoro, il nostro rapporto inizia come spesso accade, perchè condividiamo alcuni interessi, e certamente perchè una certa sensibilità credevo ( ? ) ci accomunasse.
Mi racconta della sua vita. della sua relazione extra durata anni ( 8 ), della seconda ( piu ' breve ) e ora di una terza.
Il mio imbarazzo nei confronti, inizia proprio a questo punto, all'inizio di questa terza .
Da anni ha sempre sottolineato di quanto il suo rapporto con suo marito si fosse nuovamente consolidato, rinnovato... al punto che spesso mi faceva leggere gli sms del compagno ( marito) per rafforzare in me la speranza che forse, nel tempo, anche a me avrebbe potuto accadere la stessa cosa nel rapporto con mio. E di questo si è parlato a lungo. La mia ammirazione per quanto erano riusciti a fare del loro rapporto spesso riusciva ad alimentare i miei sensi di colpa :" ecco , mi dicevo, la colpa è mia, non sono capace quanto lo è lei..e bla..bla..."
Nel contempo spesso notavo, con difficoltà nell'ammeterlo a me stessa, che una certa dose di opportunismo peloso nei confronti di tutti, nel suo atteggiamento c'era....non entro nei particolari perchè sarebbe inutile e noioso.
Questa cosa mi ha sempre dato fastidio, ma l'ho sempre rimossa, giustificandola dicendo " lei sa stare al mondo, è molto piu' matura di me, e ha capito come va il mondo e ci si è adattatta" ( ora temo di aver cambiato opinione )
Considerate che all'interno del luogo di lavoro io ho un ruolo sindacale, e quindi certi privilegi che nascono naturalmente da questa predisposizione alla pelosità dei rapporti, per me non sono facili da gestire.
torno alla cronaca attuale dunque:
lei mi mette a parte di questo suo rapporto extra, mi mette a parte anche del fatto che sce dal lavoro senza timbrare l'orario (!!!) con la complicità del capo del personale, richiedendomi di starezitta...e non fare la solita "rompi in amministrazione, perchè questa cosa deve rimanere riservata"
( avrei preferito non sapere nulla come immaginate , non era tenuta a dirmelo )
E non solo..dopo alcuni giorni la metto a parte di una facenda importante di lavoro che interessa lei molto da vicino e mi dice " non ho voglia di sentire menate per favore, in questo periodo sto bene con me stessa e quindi lasciami perdere con queste storie"
Ci sono rimasta di m.
Insomma, il mio giudizio su sta persona si sta trasformando, e mi sento una vigliacca perchè non gliene parlo.
Questo doppio gioco mi da fastidio ( conosco bene il marito) questi rapporti pelosi col capo del personale mi infastidiscono, mi chiedo quanto abbia capito di sta persona e quanto no.
E' una amica?
Non lo è?
Se tradisce cosi allegramente il marito nonostante questo amore che nutre per lui....se offende il mio ruolo di quella che va a difendere i suoi dirittti col capo, se è capace di fare buon viso a cattivo gioco con tutti...ma che abbaglio ho preso?
Sbaglio io?
Mi sento stronza a pensare tutto questo.
Dovrei parlarle? ma che le dico?
Da dove comincio? insomma..voi e che pensate?
Mi sembra ancora una volta, che quando una persona è capace di tradire nella vita personale,in quella maniera.cosi leggera .... esercitando unicamente la prerogativa di dare attenzione ad un suo bisogno....ecco..che lo è anche nella relazione con gli altri, anteponendo il suo egoismo e opportunismo a seconda delle circostanze che si trova a vivere.
che ne dite voi?
Perdonate la lunghezza.
m.