Separazione autore opere

Brunetta

Utente di lunga data
Ormai è diffuso il principio che è ininfluente il comportamento morale o meno di un autore e il valore delle sue opere.
L’esempio classico è quello di Caravaggio di cui è narrato il carattere iracondo che lo ha condotto a un omicidio, che lo ha fatto fuggire.
L’esempio e perfetto. Del resto a Caravaggio è intitolato l’aeroporto di Orio al Serio.
Eppure è di questi giorni la rivelazione (credo rivelazione mondiale, ma fatto noto) che il marito di Alice Munro ha stuprato la bambina di lei quando aveva nove anni. La scrittrice lo sapeva, ma “lo amava troppo“ e ben oltre la notizia, dopo la ammissione di lui e il patteggiamento, non solo è rimasta con lui fino alla morte, ma ha anche detto che la bambina era stata corresponsabile.
Ammetto la mia ignoranza e di non aver mai letto la Munro, che ha trattato il tema in un racconto, ma sapere che è stata una donna così “perversa” da “amare” e fare sesso con un uomo che aveva fatto sesso con la sua stessa figlia (ma pure una estranea eh) mi ripugna.
E la stessa ripugnanza l’ho provata per Pasolini. Pur considerando interessanti certi punti di vista.
Voi siete meno moralisti di me?
 

iosolo

Utente di lunga data
Io ci sono rimasta malissimo leggendo la biografia di Neruda, e il suo abbandono della figlia disabile.
Non riesco più a leggerlo con lo stesso sguardo incantato.
Pasolini non mi ha turbato particolarmente considerato che alcune storie rimangono comunque nell'ombra dell'incertezza.

Della Munro anch'io non l'ho mai letto e quindi non avevo un idea di partenza.
 

ParmaLetale

Utente di lunga data
Ormai è diffuso il principio che è ininfluente il comportamento morale o meno di un autore e il valore delle sue opere.
L’esempio classico è quello di Caravaggio di cui è narrato il carattere iracondo che lo ha condotto a un omicidio, che lo ha fatto fuggire.
L’esempio e perfetto. Del resto a Caravaggio è intitolato l’aeroporto di Orio al Serio.
Eppure è di questi giorni la rivelazione (credo rivelazione mondiale, ma fatto noto) che il marito di Alice Munro ha stuprato la bambina di lei quando aveva nove anni. La scrittrice lo sapeva, ma “lo amava troppo“ e ben oltre la notizia, dopo la ammissione di lui e il patteggiamento, non solo è rimasta con lui fino alla morte, ma ha anche detto che la bambina era stata corresponsabile.
Ammetto la mia ignoranza e di non aver mai letto la Munro, che ha trattato il tema in un racconto, ma sapere che è stata una donna così “perversa” da “amare” e fare sesso con un uomo che aveva fatto sesso con la sua stessa figlia (ma pure una estranea eh) mi ripugna.
E la stessa ripugnanza l’ho provata per Pasolini. Pur considerando interessanti certi punti di vista.
Voi siete meno moralisti di me?
Leopardi era un puttaniere incallito, ma me ne sbatto
 

Brunetta

Utente di lunga data
Credo che tra “puttaniere” e pedofilo ce ne corra.
Proprio non riesco a comprendere come si possa fare sesso con chi lo fa con bambini.
Ma ho avuto anche uno scontro con uno scrittore/attore che aveva interpretato un criminale. Avevo detto che se la rappresentazione è solo rappresentazione non mi crea alcun problema, ma se chi ha partecipato alla rappresentazione, come attore o regista, ha le stesse attitudini criminali, mi inquieta.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io ci sono rimasta malissimo leggendo la biografia di Neruda, e il suo abbandono della figlia disabile.
Non riesco più a leggerlo con lo stesso sguardo incantato.
Pasolini non mi ha turbato particolarmente considerato che alcune storie rimangono comunque nell'ombra dell'incertezza.

Della Munro anch'io non l'ho mai letto e quindi non avevo un idea di partenza.
Non ho capito l’incertezza.
 

ParmaLetale

Utente di lunga data
Credo che tra “puttaniere” e pedofilo ce ne corra.
Proprio non riesco a comprendere come si possa fare sesso con chi lo fa con bambini.
Ma ho avuto anche uno scontro con uno scrittore/attore che aveva interpretato un criminale. Avevo detto che se la rappresentazione è solo rappresentazione non mi crea alcun problema, ma se chi ha partecipato alla rappresentazione, come attore o regista, ha le stesse attitudini criminali, mi inquieta.
Ma la domanda era sul moralismo in generale o riferito a particolari immoralità?
 

Nicky

Utente di lunga data
No, continuerò a leggerla e a considerarla l'autrice di alcuni dei migliori racconti che io abbia mai letto.
Separo decisamente opera e autore, anche perché, non facendo così, non potrei leggere e vedere quasi nulla.
Nel caso della Munro, leggendo l'intervista, la figlia nell'imminenza dei fatti, ne aveva parlato con il padre, che, nonostante ciò, non aveva detto nulla e le aveva fatto frequentare la madre e il patrigno comunque. Circa venticinque anni dopo lo ha denunciato e lui ha ammesso che l'episodio era avvenuto, subendo giustamente la condanna giudiziaria. Come potessero un tempo avere una percezione così bassa degli abusi sui bambini, è una cosa che non capirò mai.
 

iosolo

Utente di lunga data

Lostris

Utente Ludica
Di Pasolini immagino che ti riferisca ai ragazzi (molto giovani) di vita, collegate alle circostanze della sua morte, giusto?
Ragazzi di vita è un letterario eufemismo per non parlare di bambini abusati.
La pedofilia costella tutta la sua vita, non solo le circostanze della morte.

Quello che fa più specie è il tabù generale rispetto al dire chiaro e tondo che era un pedofilo.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Lostris

Utente Ludica
Ormai è diffuso il principio che è ininfluente il comportamento morale o meno di un autore e il valore delle sue opere.
L’esempio classico è quello di Caravaggio di cui è narrato il carattere iracondo che lo ha condotto a un omicidio, che lo ha fatto fuggire.
L’esempio e perfetto. Del resto a Caravaggio è intitolato l’aeroporto di Orio al Serio.
Eppure è di questi giorni la rivelazione (credo rivelazione mondiale, ma fatto noto) che il marito di Alice Munro ha stuprato la bambina di lei quando aveva nove anni. La scrittrice lo sapeva, ma “lo amava troppo“ e ben oltre la notizia, dopo la ammissione di lui e il patteggiamento, non solo è rimasta con lui fino alla morte, ma ha anche detto che la bambina era stata corresponsabile.
Ammetto la mia ignoranza e di non aver mai letto la Munro, che ha trattato il tema in un racconto, ma sapere che è stata una donna così “perversa” da “amare” e fare sesso con un uomo che aveva fatto sesso con la sua stessa figlia (ma pure una estranea eh) mi ripugna.
E la stessa ripugnanza l’ho provata per Pasolini. Pur considerando interessanti certi punti di vista.
Voi siete meno moralisti di me?
Io cerco di separare autore e opera, ma non credo sia possibile fino in fondo.

Il valore di un'opera non è solo insito nell'opera stessa, ma riguarda anche il percorso di genesi, da chi proviene.
Non per niente spesso per comprendere appieno qualcosa è fondamentale conoscere l'artista o l'autore e la sua storia.

E certo il tormento, la pazzia spesso sono condizioni "prolifiche".

Tuttavia non riesco a non essere influenzata negativamente dalla conoscenza di atti che ritengo aberranti rispetto all'apprezzamento di un'opera.
Inevitabilmente la sporca, anche se posso riconoscerne la bellezza.

Io adoravo la canzone Le vent nous portera prima del tremendo femminicidio di Marie Trintignand. Adesso non riesco a non pensarci.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Di Pasolini immagino che ti riferisca ai ragazzi (molto giovani) di vita, collegate alle circostanze della sua morte, giusto?
Le circostanze della morte sono state manipolate più volte anche da Pelosi stesso.
Che Pasolini avesse preferenze per gli adolescenti non è da provare.
 

Brunetta

Utente di lunga data
No, continuerò a leggerla e a considerarla l'autrice di alcuni dei migliori racconti che io abbia mai letto.
Separo decisamente opera e autore, anche perché, non facendo così, non potrei leggere e vedere quasi nulla.
Nel caso della Munro, leggendo l'intervista, la figlia nell'imminenza dei fatti, ne aveva parlato con il padre, che, nonostante ciò, non aveva detto nulla e le aveva fatto frequentare la madre e il patrigno comunque. Circa venticinque anni dopo lo ha denunciato e lui ha ammesso che l'episodio era avvenuto, subendo giustamente la condanna giudiziaria. Come potessero un tempo avere una percezione così bassa degli abusi sui bambini, è una cosa che non capirò mai.
Guarda che non è avvenuto nel 1600.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ragazzi di vita è un letterario eufemismo per non parlare di bambini abusati.
La pedofilia costella tutta la sua vita, non solo le circostanze della morte.

Quello che fa più specie è il tabù generale rispetto al dire chiaro e tondo che era un pedofilo.
Io credo che per lui, come per altri “intellettuali”, anche se alcuni (pochi) non di provenienza borghese, vi fosse una visione dei “poveri” come se fossero inevitabilmente “già corrotti“, come citava il codice penale.
E quindi fare sesso con un ragazzino o una ragazzina di una classe bassa (come oggi fanno tanti andando all’estero 🤢🤮🤬) non fo tanto grave, come se si trattasse di esseri umani diversi.
 

ivanl

Utente di lunga data
A me se qualcosa mi piace la leggo, altrimenti no. Della vita privata dello scrittore (a parte che molti manco so che faccia abbiano) me ne importa zero
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Ansa “Gli abusi sarebbero cominciati nel 1976 quando una notte, mentre Alice non era in casa, il patrigno Gerald Fremlin si introdusse nel letto della bambina per aggredirla sessualmente.

Gli abusi erano continuati fino a quando Andrea Robin non era diventata teen-ager: "Mi raccontava delle ragazzine del vicinato che gli piacevano e dei bisogni sessuali di mia madre. Quando eravamo soli in macchina ne approfittava per calarsi i pantaloni e farsi veder nudo". Arrivata a 25 anni, dopo aver letto un racconto in cui Alice mostrava simpatia per un personaggio morto suicida dopo esser stata abusata dal patrigno, la ormai giovane donna si era confidata con la madre, che tuttavia aveva deciso di restare con Fremlin, un vecchio compagno di università sposato negli anni '70 dopo la fine del primo matrimonio.”

 
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Pincopallino

Utente di lunga data
Per quello che riguarda me dipende se scopro le cose prima o dopo. Se prima la ripugnanza verso la persona mi allontana anche dal personaggio. Se dopo, avendo già gradito o non gradito il personaggio, il sapere che le persona faceva cose che io non avrei approvato, mi lascia indifferente perché oramai ne sono o non ne sono appassionato.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quando si legge un romanzo si entra in intimità con l’autore.
Ho avuto periodi nella vita in cui non riuscivo a leggere narrativa, proprio perché non riuscivo ad accettare la verità degli autori attraverso i personaggi, preferivo la verità consapevole delle autobiografie, meno intime.
Io stessa ho scritto un po’, ma mi sento in imbarazzo per quanto la scrittura, benché volutamente parli di personaggi, riveli il mio intimo.
So benissimo che è una cosa non evidente a tutti e sono rimasta molto delusa da chi ha letto senza pensarci.
Questo per dire che questo è uno dei casi che mi respingono.
 

Nicky

Utente di lunga data
Guarda che non è avvenuto nel 1600.
Su queste cose la percezione era completamente diversa anche solo cinquant'anni fa. Ho amiche che hanno subito molestie da bambine, che sono state ignorate nel momento in cui ne hanno parlato.
Comunque, la sostanza per me non cambia, opera e autore sono collegate, ma non penso sia un caso che opere immense vengano da anime tormentate e tutt'altro che a posto.
Su Alice Munro, mi sono trovata piuttosto d'accordo con la Soncini, questa volta
 

Brunetta

Utente di lunga data
Su queste cose la percezione era completamente diversa anche solo cinquant'anni fa. Ho amiche che hanno subito molestie da bambine, che sono state ignorate nel momento in cui ne hanno parlato.
Comunque, la sostanza per me non cambia, opera e autore sono collegate, ma non penso sia un caso che opere immense vengano da anime tormentate e tutt'altro che a posto.
Su Alice Munro, mi sono trovata piuttosto d'accordo con la Soncini, questa volta
Ma cosa dici?!
Sono state ignorate da adulti di merda!
Mia madre mi avrebbe protetta.
Anime tormentate e una donna che prova attrazione per un uomo che ha violentato la figlia, ce ne corre.
Non è che le colpe e le responsabilità sono tutte uguali.
Io consiglio a tutti il romanzo di un ragazzo che racconta, con l’aiuto di una scrittrice, la sua storia di parricida.*
Leggilo e vedi come uno può essere vittima delle circostanze.
Ma la Munro non era una borgatara costretta a restare con un uomo ripugnante per incapacità di badare a sé stessa.

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