V
Vulvia..
Guest
Ciao a tutti,
sono nuova anch'io.. categoria: ex amante.
E’ da una settimana che vi leggo, dopo aver ricevuto una e-mail inquadrabile come "a volte ritornano!?!".
Leggendovi, ho notato con dispiacere come queste storie clandestine siano spesso tutte simili: in un certo senso mi rivedo in Clessidra (fossi in te non crederei che il "fidanzatino perfetto" sia al suo primo tradimento).
Comunque, riassumo in breve la mia storia: lui è mio docente ad un corso di specializzazione, mi corteggia per un anno, un poco alla volta perdo la testa anche se so che convive e si dichiara traditore per vocazione (sono stata molto stupida, lo so; ho imparato che bisogna sempre credergli quando si presentano in tal modo). Cosa mi ha fatto innamorare? L’autoinganno. Avevo un disperato bisogno di amore ed ero lusingata che un tipo così "speciale", "brillante" cercasse la mia compagnia, il mio confronto. Inizialmente non parlava mai della sua compagna bensì dell'ex moglie e, così facendo, ho creduto a quel che volevo: che la donna con cui viveva non fosse importante e, che per il rapporto così intenso che si stava creando fra noi, fossi io "l’Amore" così come lui lo era per me. (Lo so, sono imperdonabile: passati i trenta non si può essere così imbecilli).
Ovviamente non era nulla di tutto questo.
In breve la storia si è evoluta in un modo molto umiliante per me: non potrò mai dimenticare quando mi disse che la compagna aspettava un bambino, cercato da oltre un anno e mezzo e con un suo precedente aborto risalente a sei mesi prima (quando non faceva altro che corteggiarmi). Sono stata incapace di lasciarlo definitivamente in quella occasione, solo per un paio di mesi nei quali non potevo/volevo credere a quanto mi stava accadendo.
Poi pian piano ho cominciato a realizzare davvero la situazione, a svuotarla di quell'aurea romantica che era solo nella mia testa ed a quel punto, accanto alla gelosia è salita sempre più la rabbia nei confronti di quell'uomo. Tutto è degenerato in liti furibonde dove ci si è detti il peggio e quando arrivò a dirmi che quello che aveva vissuto con me non era nemmeno degno di essere considerato una storia, capii che avevo toccato il fondo. Non risposi nemmeno e ci lasciammo così.
Quando, dopo alcuni mesi di silenzio, nacque sua figlia, ebbe il coraggio di informarmi per e-mail, invitandomi a partecipare alle gioie della sua famiglia (spero per lui che fosse ubriaco).
Da allora sono passati quattro anni in cui non ci siamo più visti né sentiti. Una decina di giorni fa ho ricevuto una sua mail (oggetto: contatto) dove mi/si chiede "non so che ricordo hai conservato di me dopo tanto tempo..." e notizie professionali (?).
Mi ha fatto pena. Adesso vedo tutta intera la sua vigliaccheria, di uno che non ha neanche il coraggio di chiederti come stai e finge di preoccuparsi per le tue sorti professionali.
Non ho risposto e non intendo farlo.
In questi anni ho fatto un percorso, un lavoro su di me, non sono più la persona che pur di avere qualcuno accanto si è fatta bastare le umiliazioni. Non gli rispondo perché è fuori dalla mia vita e non lo ritengo degno di farne parte.
Vi ho scritto, un po' per portare anche la mia esperienza, un po' perché questo scritto "gettato tra le stelle nel cielo virtuale" è catartico e liberatorio e un po' per confrontarmi: una mia amica infatti dice che sbaglio a non rispondergli, che in questo modo vado a comunicargli che ha ancora il potere di farmi stare male. Che fareste voi, che ne pensate?
.. su rieducational channel
sono nuova anch'io.. categoria: ex amante.
E’ da una settimana che vi leggo, dopo aver ricevuto una e-mail inquadrabile come "a volte ritornano!?!".
Leggendovi, ho notato con dispiacere come queste storie clandestine siano spesso tutte simili: in un certo senso mi rivedo in Clessidra (fossi in te non crederei che il "fidanzatino perfetto" sia al suo primo tradimento).
Comunque, riassumo in breve la mia storia: lui è mio docente ad un corso di specializzazione, mi corteggia per un anno, un poco alla volta perdo la testa anche se so che convive e si dichiara traditore per vocazione (sono stata molto stupida, lo so; ho imparato che bisogna sempre credergli quando si presentano in tal modo). Cosa mi ha fatto innamorare? L’autoinganno. Avevo un disperato bisogno di amore ed ero lusingata che un tipo così "speciale", "brillante" cercasse la mia compagnia, il mio confronto. Inizialmente non parlava mai della sua compagna bensì dell'ex moglie e, così facendo, ho creduto a quel che volevo: che la donna con cui viveva non fosse importante e, che per il rapporto così intenso che si stava creando fra noi, fossi io "l’Amore" così come lui lo era per me. (Lo so, sono imperdonabile: passati i trenta non si può essere così imbecilli).
Ovviamente non era nulla di tutto questo.
In breve la storia si è evoluta in un modo molto umiliante per me: non potrò mai dimenticare quando mi disse che la compagna aspettava un bambino, cercato da oltre un anno e mezzo e con un suo precedente aborto risalente a sei mesi prima (quando non faceva altro che corteggiarmi). Sono stata incapace di lasciarlo definitivamente in quella occasione, solo per un paio di mesi nei quali non potevo/volevo credere a quanto mi stava accadendo.
Poi pian piano ho cominciato a realizzare davvero la situazione, a svuotarla di quell'aurea romantica che era solo nella mia testa ed a quel punto, accanto alla gelosia è salita sempre più la rabbia nei confronti di quell'uomo. Tutto è degenerato in liti furibonde dove ci si è detti il peggio e quando arrivò a dirmi che quello che aveva vissuto con me non era nemmeno degno di essere considerato una storia, capii che avevo toccato il fondo. Non risposi nemmeno e ci lasciammo così.
Quando, dopo alcuni mesi di silenzio, nacque sua figlia, ebbe il coraggio di informarmi per e-mail, invitandomi a partecipare alle gioie della sua famiglia (spero per lui che fosse ubriaco).
Da allora sono passati quattro anni in cui non ci siamo più visti né sentiti. Una decina di giorni fa ho ricevuto una sua mail (oggetto: contatto) dove mi/si chiede "non so che ricordo hai conservato di me dopo tanto tempo..." e notizie professionali (?).
Mi ha fatto pena. Adesso vedo tutta intera la sua vigliaccheria, di uno che non ha neanche il coraggio di chiederti come stai e finge di preoccuparsi per le tue sorti professionali.
Non ho risposto e non intendo farlo.
In questi anni ho fatto un percorso, un lavoro su di me, non sono più la persona che pur di avere qualcuno accanto si è fatta bastare le umiliazioni. Non gli rispondo perché è fuori dalla mia vita e non lo ritengo degno di farne parte.
Vi ho scritto, un po' per portare anche la mia esperienza, un po' perché questo scritto "gettato tra le stelle nel cielo virtuale" è catartico e liberatorio e un po' per confrontarmi: una mia amica infatti dice che sbaglio a non rispondergli, che in questo modo vado a comunicargli che ha ancora il potere di farmi stare male. Che fareste voi, che ne pensate?
.. su rieducational channel