O
Old Iaia
Guest
Attraversavamo un periodo di crisi dopo 2 figli e 13 anni di matrimonio: sempre piu’ lontani, mi senbrava di non avere piu’ niente in comune. Eppure, con i figli che crescono, nessun problema economico (non che navighiamo nell’oro, ma siamo tranquilli), mi sembrava che dovessimo rivalutarci come coppia. Lui e’ sempre stato privo di iniziative in campo affettivo, ma era sempre pronto a seguirmi se proponevo qualcosa.
Dall’agosto del 95 non e’ piu’ stato cosi. E’ arrivato a dirmi che non capiva perche’ dovessimo uscire solo noi 2, che si divertiva di piu’ con gli amici. Se proponevo qualche uscita io, accettava, ma senza entusiasmi e mai e’ stato capace di un gesto affettuoso, per farmi capire che ancora mi voleva bene.
Ho reagito con rabbia, ho urlato la mia angoscia, ho pianto, ma era come sbattere contro un muro.
Ho provato con il silenzio: mai che mi chiedesse perche’ non parlavo piu’.
Nel frattempo ha stretto amicizia con una conoscente, abbiamo iniziato a frequentarci con le rispettive famiglie. Sapevo che spesso prendevano un caffe’ insieme. Non mi sembrava ci fosse niente di male, anche se brucia sapere che un caffe’ con te tuo marito non lo vuole prendere, con “un’amica” si.
Ho iniziato ad avere dei dubbi e pensato di curiosare sul suo telefonino: sempre spento, o in tasca se acceso.
Un giorno gli ho chiesto direttamente di accenderlo, perche’ volevo vedere come funzionavano delle cose. Lo ha fatto, ma era nervoso e ha detto che guardava anche lui, perche’ certe funzionalita’ non le conosceva… ho trovato una sfilza di sms dalla sua amica, tutti vuoti. Gli ho chiesto cosa significavano, mi ha risposto che erano partito per sbaglio dal cellulare di lei (visto che il suo nome inizia per A, spesso capita che partano delle chiamate per errore). Io ci ho voluto credere. Ma rimanevano i dubbi, e il telefonino sempre spento.
Ciononostante abbiamo continuato a frequentarci. Lei mi e’ sempre sembrata amichevole e simpatica, ho pensato che non avrebbe potuto avere un atteggiamento cosi’ amichevole con me se avesse avuto una storia con mio marito. Di mia iniziativa li ho invitati al Capodanno da me, offrendomi anche di preparare tutto da sola, per poter risparmiare fatica a lei che lavorava l’ultimo dell’anno. Intanto pensavo che non avrebbero avuto la faccia tosta di accettare se avessero avuto dei motivi per sentirsi in colpa.
San Valentino 2006. Io sono sempre arrabbiatissima con mio marito, che sento sempre piu’ lontano. La sera lui arriva con una rosa rossa. Potete immaginare dove avrei voluto sistemarla (spine comprese)… poiche’ me l’ha data in presenza dei bambini, non ho detto niente e l’ho schiaffata nel primo vaso disponibile.
Prima di andare a letto mi viene un’illuminazione e do’ un’occhiatina al suo portafoglio: trovo lo scontrino di una gioielleria. Alla mia richiesta di chiarimenti, nega di aver fatto acquisti e dice di aver preso lo scontrino per errore. Ovviamente non gli credo e gli chiedo di dirmi finalmente la verita’, ma non ottengo niente. Dopo due giorni di lacrime e due notti insonni, mi dice che il regalo era per me, ma che non me l’ha consegnato data la freddezza con cui avevo accolto la sua rosa. Giura e spergiura. Io gli ho voluto di nuovo credere.
Intanto ripiombo nel baratro della depressione, da cui da poco mi ero risollevata (pochi anni fa ho perso mia mamma e mio fratello, a distanza di pochi mesi. E’ stata dura da superare. Lui non mi chiede mai come sto, se ho visto uno specialista, se ho ripreso a prendere i farmaci. Faccio tutto da sola e ringrazio dio di avermi dato un carattere sufficientemente forte e di avermi dato i miei figli, da cui quella forza ricavo ed alimento.
Nel corso del 2006 la sua attivita’ lavorativa (lavora in proprio) aumenta freneticamente: inizia a fare degli orari impossibili, lavora spesso anche al sabato, non viene in ferie con noi. Ad ogni mia rimostranza si arrabbia tantissimo, rinfacciandomi che lui non “timbra il cartellino” come me. Io sono una lavoratrice dipendente, fortunata perche’ ho orari flessibili e un buono stipendio che ci ha aiutati nei primi tempi in cui lui non guadagnava troppo.
Ho proposto qualsiasi cosa, sperando che riuscisse a trovare la possibilita’ di fare qualche giorno di vacanza con noi, sperando che un po’ di relax ci avrebbe aiutato. Inutilmente.
Durante un’altra perlustrazione ai cassetti, trovo un bigliettino di lei, prestampato, del genere” Ci sono persone che stanno con te per secoli e non ti danno niente e altre che in un secondo cambiano la tua vita”. Per lui e’ il biglietto di un’amica ed e’ furibondo perche’’ ho violato la sua privacy e si sente un “sorvegliato speciale”.
Io sono sconvolta, non capisco se sono io che esagero o se e’ lui in colpa. Parlo anche con lei, che mi dice di non sapere che ero gelosa della loro amicizia e che non voleva far soffrire nessuno. Ancora una volta ci voglio credere.
Arriviamo a Natale 2006 senza vedere da parte di mio marito alcuno sforzo per recuperare il nostro rapporto e neanche di interromperlo. Per lui potrebbe continuare sempre cosi’, nel nulla.
Siccome lo aveva promesso, gli chiedo se faremo qualche giorno di vacanza insieme durante le vacanze natalizie. Come sempre si altera e mi dice che deve lavorare.
Ho ripercorso questi mesi cosi’ come sto facendo con voi e non riesco a valutarli lucidamente. Aiutatemi voi.
Ho scritto di getto e senza rileggere, perdonatemi la prolissita’, gli errori e le confusioni.
Dall’agosto del 95 non e’ piu’ stato cosi. E’ arrivato a dirmi che non capiva perche’ dovessimo uscire solo noi 2, che si divertiva di piu’ con gli amici. Se proponevo qualche uscita io, accettava, ma senza entusiasmi e mai e’ stato capace di un gesto affettuoso, per farmi capire che ancora mi voleva bene.
Ho reagito con rabbia, ho urlato la mia angoscia, ho pianto, ma era come sbattere contro un muro.
Ho provato con il silenzio: mai che mi chiedesse perche’ non parlavo piu’.
Nel frattempo ha stretto amicizia con una conoscente, abbiamo iniziato a frequentarci con le rispettive famiglie. Sapevo che spesso prendevano un caffe’ insieme. Non mi sembrava ci fosse niente di male, anche se brucia sapere che un caffe’ con te tuo marito non lo vuole prendere, con “un’amica” si.
Ho iniziato ad avere dei dubbi e pensato di curiosare sul suo telefonino: sempre spento, o in tasca se acceso.
Un giorno gli ho chiesto direttamente di accenderlo, perche’ volevo vedere come funzionavano delle cose. Lo ha fatto, ma era nervoso e ha detto che guardava anche lui, perche’ certe funzionalita’ non le conosceva… ho trovato una sfilza di sms dalla sua amica, tutti vuoti. Gli ho chiesto cosa significavano, mi ha risposto che erano partito per sbaglio dal cellulare di lei (visto che il suo nome inizia per A, spesso capita che partano delle chiamate per errore). Io ci ho voluto credere. Ma rimanevano i dubbi, e il telefonino sempre spento.
Ciononostante abbiamo continuato a frequentarci. Lei mi e’ sempre sembrata amichevole e simpatica, ho pensato che non avrebbe potuto avere un atteggiamento cosi’ amichevole con me se avesse avuto una storia con mio marito. Di mia iniziativa li ho invitati al Capodanno da me, offrendomi anche di preparare tutto da sola, per poter risparmiare fatica a lei che lavorava l’ultimo dell’anno. Intanto pensavo che non avrebbero avuto la faccia tosta di accettare se avessero avuto dei motivi per sentirsi in colpa.
San Valentino 2006. Io sono sempre arrabbiatissima con mio marito, che sento sempre piu’ lontano. La sera lui arriva con una rosa rossa. Potete immaginare dove avrei voluto sistemarla (spine comprese)… poiche’ me l’ha data in presenza dei bambini, non ho detto niente e l’ho schiaffata nel primo vaso disponibile.
Prima di andare a letto mi viene un’illuminazione e do’ un’occhiatina al suo portafoglio: trovo lo scontrino di una gioielleria. Alla mia richiesta di chiarimenti, nega di aver fatto acquisti e dice di aver preso lo scontrino per errore. Ovviamente non gli credo e gli chiedo di dirmi finalmente la verita’, ma non ottengo niente. Dopo due giorni di lacrime e due notti insonni, mi dice che il regalo era per me, ma che non me l’ha consegnato data la freddezza con cui avevo accolto la sua rosa. Giura e spergiura. Io gli ho voluto di nuovo credere.
Intanto ripiombo nel baratro della depressione, da cui da poco mi ero risollevata (pochi anni fa ho perso mia mamma e mio fratello, a distanza di pochi mesi. E’ stata dura da superare. Lui non mi chiede mai come sto, se ho visto uno specialista, se ho ripreso a prendere i farmaci. Faccio tutto da sola e ringrazio dio di avermi dato un carattere sufficientemente forte e di avermi dato i miei figli, da cui quella forza ricavo ed alimento.
Nel corso del 2006 la sua attivita’ lavorativa (lavora in proprio) aumenta freneticamente: inizia a fare degli orari impossibili, lavora spesso anche al sabato, non viene in ferie con noi. Ad ogni mia rimostranza si arrabbia tantissimo, rinfacciandomi che lui non “timbra il cartellino” come me. Io sono una lavoratrice dipendente, fortunata perche’ ho orari flessibili e un buono stipendio che ci ha aiutati nei primi tempi in cui lui non guadagnava troppo.
Ho proposto qualsiasi cosa, sperando che riuscisse a trovare la possibilita’ di fare qualche giorno di vacanza con noi, sperando che un po’ di relax ci avrebbe aiutato. Inutilmente.
Durante un’altra perlustrazione ai cassetti, trovo un bigliettino di lei, prestampato, del genere” Ci sono persone che stanno con te per secoli e non ti danno niente e altre che in un secondo cambiano la tua vita”. Per lui e’ il biglietto di un’amica ed e’ furibondo perche’’ ho violato la sua privacy e si sente un “sorvegliato speciale”.
Io sono sconvolta, non capisco se sono io che esagero o se e’ lui in colpa. Parlo anche con lei, che mi dice di non sapere che ero gelosa della loro amicizia e che non voleva far soffrire nessuno. Ancora una volta ci voglio credere.
Arriviamo a Natale 2006 senza vedere da parte di mio marito alcuno sforzo per recuperare il nostro rapporto e neanche di interromperlo. Per lui potrebbe continuare sempre cosi’, nel nulla.
Siccome lo aveva promesso, gli chiedo se faremo qualche giorno di vacanza insieme durante le vacanze natalizie. Come sempre si altera e mi dice che deve lavorare.
Ho ripercorso questi mesi cosi’ come sto facendo con voi e non riesco a valutarli lucidamente. Aiutatemi voi.
Ho scritto di getto e senza rileggere, perdonatemi la prolissita’, gli errori e le confusioni.