Ci sono donne che non si regolano.
Si vestono come ragazzine ed hanno superato da un pezzo la solidità fisica che consentirebbe loro di indossare magliette che lasciano scoperti vita e stomaci giù fin quasi al pube, ostentando così dei pitoni di ciccia indossati come cinte.
Ostentano gambe massacrate da decenni di cerette a caldo in minigonne a giro passera o peggio ancora con la bella stagione trasparentissimi pantaloni di lino impalpabile, quasi un tulle, a mostrare improbabili perizoma o tanga o brasiliane che purtroppo annegano nelle pieghe di culi sfatti.
Si truccano in maniera impossibile cercando di esaltare a pennellate di rossetto, highliner e mascara quanto non han potuto gonfiare a botte di bisturi ed assegni a 3 zeri.
E come ciò non bastasse le vedi in caccia. Ma non di timidi e brizzolati, magari un po' stempiati, ragionieri paffutelli e panciuti o magari magrissimi come grissini che farebbero carte false pur di trombarsi la carampana di turno mascherata da gran gnocca di corte.
E no! Vanno in caccia di aitanti giovanotti, magari loro colleghi d'ufficio, sbrodolando loro dietro od ammiccando furtive alla patta rigonfia d'ormoni quasi volessero materializzare l'immagine che esse credono essi abbiano di loro: inginocchiate a succhiar cazzi.
E col caldo la cosa si complica. L'ostentazione di nudità arriva a rendersi evidente persino in nauseanti ultra cinquantenni se non anche sessantenni che scoprono nefaste scollature su pelli maculate come pellicce di ghepardo dai segni del tempo.
E come se non bastasse il sottoscritto, affascinante e maturo maschio latino, già impegnato ad arginare le promesse di notti memorabili da parte di giovani e giovanissime colleghe in cerca della perduta figura paterna (a cui non sia mai dovessi rispondere con una...magra figura) deve pure beccarsi le avances di questa manica di carampane che sarebbero disposte a succhiarmi l'uccello sedute sulla tazza del cesso del corridoio dell'ultimo piano dopo le 17, notoriamente deserto a quell'ora.
Proprio non si regolano.
Si vestono come ragazzine ed hanno superato da un pezzo la solidità fisica che consentirebbe loro di indossare magliette che lasciano scoperti vita e stomaci giù fin quasi al pube, ostentando così dei pitoni di ciccia indossati come cinte.
Ostentano gambe massacrate da decenni di cerette a caldo in minigonne a giro passera o peggio ancora con la bella stagione trasparentissimi pantaloni di lino impalpabile, quasi un tulle, a mostrare improbabili perizoma o tanga o brasiliane che purtroppo annegano nelle pieghe di culi sfatti.
Si truccano in maniera impossibile cercando di esaltare a pennellate di rossetto, highliner e mascara quanto non han potuto gonfiare a botte di bisturi ed assegni a 3 zeri.
E come ciò non bastasse le vedi in caccia. Ma non di timidi e brizzolati, magari un po' stempiati, ragionieri paffutelli e panciuti o magari magrissimi come grissini che farebbero carte false pur di trombarsi la carampana di turno mascherata da gran gnocca di corte.
E no! Vanno in caccia di aitanti giovanotti, magari loro colleghi d'ufficio, sbrodolando loro dietro od ammiccando furtive alla patta rigonfia d'ormoni quasi volessero materializzare l'immagine che esse credono essi abbiano di loro: inginocchiate a succhiar cazzi.
E col caldo la cosa si complica. L'ostentazione di nudità arriva a rendersi evidente persino in nauseanti ultra cinquantenni se non anche sessantenni che scoprono nefaste scollature su pelli maculate come pellicce di ghepardo dai segni del tempo.
E come se non bastasse il sottoscritto, affascinante e maturo maschio latino, già impegnato ad arginare le promesse di notti memorabili da parte di giovani e giovanissime colleghe in cerca della perduta figura paterna (a cui non sia mai dovessi rispondere con una...magra figura) deve pure beccarsi le avances di questa manica di carampane che sarebbero disposte a succhiarmi l'uccello sedute sulla tazza del cesso del corridoio dell'ultimo piano dopo le 17, notoriamente deserto a quell'ora.
Proprio non si regolano.