troppo cibo sprecato

La settimana scorsa la Fao ha reso noti gli ultimi dati sullo spreco di cibo nel mondo. Raccapriccianti. Un terzo degli alimenti destinati alla nostra nutrizione (pari a 1,3 milioni di tonnellate) finiscono ogni anno nella spazzatura, sebbene siano ancora perfettamente commestibili. Un cittadino europeo o americano, il mondo occidentale è allineato, getta nel cestino circa 115 chili all’anni di pasta, carne, formaggi, verdure. Gli italiani, purtroppo, sono in prima fila in questa classifica dello scempio: sprechiamo l’equivalente di 37 miliardi di euro di spesa, quanto basterebbe per nutrire una popolazione di 44 milioni di persone.
Lo spreco alimentare riguarda i paesi industrializzati come quelli in via di sviluppo, con una differenza sostanziale. Nel Sud del mondo il cibo si perde lungo i vari passaggi della filiera dai campi alla tavola, per le tecniche di coltivazione troppo arretrate oppure per i problemi nella rete dei trasporti. Nei paesi sviluppati, invece, lo spreco di cibo è un lusso dei ricchi. Un’abitudine ispirata dall’indifferenza e anche dai cattivi comportamenti dei consumatori, pronti a cedere alle sirene del marketing nella grande distribuzione ed a fare acquisti compulsivi di confezioni 3per2 come se fossimo in tempi di carestia. Purtroppo diminuiscono le massaie che sanno e vogliono fare la spesa, mentre aumentano i clienti che riescono solo, senza pensarci, a riempire un carrello svuotando gli scaffali dei supermercati.
Come si può evitare lo sperpero del cibo? I modi sono molto semplici, e basta avere una piccola dose di buona volontà per applicarli. Innanzitutto, come dicevo, dobbiamo tornare a una spesa più attenta, non frenetica, e dosata secondo le reali esigenze di consumo di una famiglia. In secondo luogo il cibo che avanza è riciclabile: sul sito www.nonsprecare.it trovate una serie di ricette scritte da grandi chef e adatte proprio per riutilizzare il cibo che avanza senza così gettarlo nella spazzatura. Infine, il gesto più utile ed efficace: regalare gli alimenti che non ci servono. Qui le possibilità sono tante: dagli uffici della Caritas, fino ad associazioni, come il Banco Alimentare, passando per qualsiasi parrocchia, che organizzano queste reti della solidarietà: quello che noi non consumiamo, può riempire la tavola di migliaia di persone che non hanno i mezzi per fare la spesa come noi.
Combattere lo spreco alimentare, giorno dopo giorno, non è faticoso e certo non esiste una relazione meccanica tra il cibo che noi non infiliamo nella spazzatura e i milioni di uomini e donne che soffrono la fame. Però con un semplice gesto possiamo applicare la migliore terapia possibile al male oscuro che ci circonda: l’indifferenza. Vi sembra poco?

 

Monsieur Madeleine

Utente di lunga data
Io recupero anche le croste del formaggio, ed il mio frigorifero è quasi sempre più vuoto che pieno, pur non mancando mai nulla in casa.
Ma sono pure uno che spegne la luce uscendo da una stanza anche se "tanto dopo devo tornarci"
e chiudo il rubinetto quando lavo i denti.

Questione di volontà, solo quella. Siamo troppo pigri, e la pigrizia fa abbassare la testa come le pecore.......
 
il link è ottimo (a proposito...non si vede perché è azzurro su azzurro ...voi cliccate a caso fino a che non colpite:D)
 
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