http://www.repubblica.it/esteri/201...accordo_trans-pacifico-156712877/?ref=HRER1-1
Trump rilancia l'economia chiusa ?
Aspetto [MENTION=5903]brenin[/MENTION]
Trump rilancia l'economia chiusa ?
Aspetto [MENTION=5903]brenin[/MENTION]
.http://www.repubblica.it/esteri/201...accordo_trans-pacifico-156712877/?ref=HRER1-1
Trump rilancia l'economia chiusa ?
Aspetto @brenin
Bella domanda...http://www.repubblica.it/esteri/201...accordo_trans-pacifico-156712877/?ref=HRER1-1
Trump rilancia l'economia chiusa ?
Aspetto @brenin
Oggettivamente non credo possibile che Trump ( o il suo entourage) riesca a rinegoziare accordi unilateraliBella domanda...
Bisognerà anche vedere, in merito a dazi e barriere doganali, come intenderà muoversi il presidente. Può darsi che, almeno nell’immediato, non ci sia da fasciarsi la testa per l’effetto Trump sull’economia. Anche chi giudica i suoi progetti su energia o deregulation deleteri per l’ambiente e per la stabilità del sistema finanziario ammette che a breve certe misure, o anche i semplici annunci, potrebbero dare una spinta al Pil. Ma, preoccupandosi solo di «riportare in America i posti di lavoro che ci hanno rubato», Trump invia un segnale devastante: un «ognuno per sé» che in Asia sta già facendo saltare gli equilibri geostrategici sui quali si è basata la politica estera Usa nel Dopoguerra.
- la Cina ripropone la sua alleanza asiatica anti Tpp e Paesi filo-occidentali come Singapore, Malesia e Vietnam, furiosi per il tradimento di Washington, stanno aprendo a Pechino;
- Giappone e Corea del Sud, i due principali alleati Usa nell’area, sono nel panico. Il premier Abe si era precipitato giorni fa alla Trump Tower per cercare di ottenere garanzie dal neopresidente. E’ stato ricevuto da tutto il clan familiare, ha avuto un «bilaterale» anche con Ivanka, ma non deve avere ottenuto molto se ieri sera andava dicendo sconsolato che senza gli Stati Uniti il trattato di libero scambio non ha più senso ;
- Prima o poi toccherà anche all’Europa. Non nell’immediato: il Ttip, il trattato commerciale con la Ue, non ha mai visto la luce, quindi non c’è nulla da affondare. Ma un Continente che vive sempre sull’orlo della recessione dovrà affrontare contemporaneamente le pressioni protezioniste dell’America che rischiano di frenare l’export verso il più grande mercato del mondo e la richiesta di contribuire maggiormente alle spese per la Nato e la difesa comune. Facile prevedere che in un mondo sempre più instabile (a cominciare dal Medio Oriente e dal Nord Africa ) e con l’«ombrello» americano sempre più lacerato (se non, addirittura, chiuso) l’Italia e i suoi vicini dovranno fare e spendere molto di più per la difesa.
Quanto all’Asia ed ai mercati è possibile che, negoziando accordi bilaterali, Washington, forte della vastità del suo mercato, riesca a strappare condizioni migliori. Così come è possibile che tornando a bruciare energia inquinante a basso costo venga data una momentanea spinta all’economia, anche a quelle delle regioni depresse degli Stati Uniti.
Ma, se è davvero questa la linea scelta dalla nuova Amministrazione, i prezzi da pagare nel lungo periodo saranno molto alti, e non solo in termini di «global warming». In Borsa, ad esempio, i valori bancari salgono perché gli investitori sperano con la «deregulation» che questi istituti tornino a scommettere di più su titoli ad alto rendimento, ma molto più rischiosi per la stabilità del sistema: potrebbe tornare ad affacciarsi lo spettro della crisi del 2008 causata proprio dalla deregulation selvaggia voluta ed attuata da Bill Clinton.
Salgono anche i titoli industriali. Molti considerano suggestiva l’idea di un mercato interno più forte e più protetto dalle importazioni asiatiche e messicane. Ma è pensabile davvero che si vada in questa direzione? Come si può ostacolare il commercio con il Messico se nel 2020 il 20 per cento delle auto vendute dalle Case americane e più del 35 per cento della loro componentistica verrà da questo Paese?
Molti ricordano che negli anni '80 Ronald Reagan tentò di fare qualcosa di simile alzando barriere contro l’import di semiconduttori. Dovette desistere perché il blocco stava danneggiando in modo grave le aziende Usa dipendenti da quei componenti. Ma Reagan era un pragmatico, aveva una grande visione di politica estera e non viveva in un mondo spazzato da venti populisti. Con Trump rischia di essere tutta un’altra musica: lo stiamo già toccando con mano nel Sudest asiatico: dopo le Filippine, altri Paesi sono in «libera uscita» dall'orbita statunitense. Per la Cina ( esclusa dal trattato ) si presenta l’opportunità non solo di accrescere la sua forza economica e politica, ma di diventare anche il paradigma per un nuovo sistema di regole che non potranno che aumentare la propria influenza in un'area per molti anni considerata "satellite" degli USA.
Tra l'altro a Trump non piace nemmeno il Nafta, il North American Free Trade Agreement, l’area di libero scambio fra Stati Uniti, Canada e Messico, entrata in vigore il 1°gennaio 1994. L’ossessione di Trump per il Messico – lasciando stare l’immagine e il progetto del muro fra quest’ultimo e gli Stati Uniti – ha origine nella delocalizzazione realizzata da una parte consistente della manifattura statunitense in un Paese confinante e con un costo del lavoro più basso. Il problema è che ogni ipotesi di rottura del patto del Nafta rischia di diventare una mina in grado di disarticolare dall’interno uno dei tessuti tecno-produttivi e commerciali più integrati e internazionalizzati del mondo. Con effetti, per esempio, anche su quelle imprese italiane che operano su tutto lo scacchiere del Nafta.
Fca ottiene l’8o% del suo margine industriale lordo negli Stati Uniti; fatto 100 quanto vende negli Stati Uniti, una quota fra il 10 e il 15 percento proviene dal Messico. La tassa del 30% sulle importazioni dal Messico diventerebbe un problema enorme. C’è, poi, un tema di supply chain: Fca ha stabilimenti e fornitori sparsi fra il Michigan e il Midwest (Detroit Area e Ohio), l’Ontario (Brampton e Windsor) e il Messico (Toluca). Dunque, potrebbe diventare problematico qualunque provvedimento che rendesse più complicato il passaggio di uomini e cose e la circolazione di prodotti materiali e di flussi immateriali fra il Messico, gli Stati Uniti e il Canada. L’impatto su Fca ( ed altri costruttori automobilistici americani ) appare, dunque, significativo. Ma non è l’unico.
I cinesi, cogliendo la palla al balzo, hanno dichiarato - tramite il loro presidente - che " La Cina non chiuderà la porta al mondo esterno, ma la aprirà ancora di più ", promettendo un «pieno coinvolgimento» di Pechino nella liberalizzazione degli scambi internazionali, spiegando che la costruzione di una zona di libero scambio dell’Asia-Pacifico è un’iniziativa strategica vitale per la prosperità a lungo termine della regione da «affrontare con fermezza».
Sul piano geopolitico l’azione senza precedenti di Pechino punta ad attribuire alla Cina, già seconda potenza economica mondiale, un ruolo di leadership sullo scacchiere asiatico anche alla luce di un possibile disimpegno militare degli Stati Uniti nella regione. Inevitabilmente preludio, forse, di un nuovo ordine mondiale, e con l’Europa nel mezzo.
A novembre 2016 il deficit della bilancia commerciale Usa ha superato i 45 miliardi di dollari, decisamente superiore alle aspettative che puntavano ad un contenimento del deficit a 40/42 miliardi di dollari.
Io ti menoNon abbiamo ancora una chiara percezione della dimensione dei danni fatti da Obama. in fondo, Trump è in carica solo da 4 giorni.
Trump deve dare il segnale che si sta interessando degli interessi di chi lo ha votato. e deve prendere atto del fatto che il Nobel per la Pace più immeritato di tutti i tempi, ha aperto tanti di quei fronti di guerra, che affonderebbero qualsiasi economia.
non vedo come un male il fatto che l'Italia e l'Europa si trovino "costrette" a provvedere da sole alla propria sicurezza.
Trump è stato eletto per sconvolgere. chiaro che rompendo degli equilibri, qualcuno andrà a rimetterci. ma se Trump sarà coerente, a guadagnarci saranno gli americani.
veramente non sono partito io a fare il bilancio dell'azione di governo di un presidente che è in carica da 4 giorniIo ti meno
Smettila di partire con l'alibi che prevede un incensamento di quello che scriverai dopo
La tua prima frase non è pertinente, indica solo una tua valutazione ....ti menoveramente non sono partito io a fare il bilancio dell'azione di governo di un presidente che è in carica da 4 giorni
che la presidenza Obama sia stata un disastro è confermata dal fatto che adesso c'è Trump.La tua prima frase non è pertinente, indica solo una tua valutazione ....ti meno
Ma la smetti !che la presidenza Obama sia stata un disastro è confermata dal fatto che adesso c'è Trump.
io valuto dei fatti.
Verissimo, grosso rischio ( tra l'altro i cinesi hanno vagonate di Treasury Bonds in portafoglio... ).Oggettivamente non credo possibile che Trump ( o il suo entourage) riesca a rinegoziare accordi unilaterali
Il rischio è immaginare gli stati uniti come una sua azienda e agire di conseguenza
fino al 20 gennaio 2021 Donald Trump sarà il presidente degli USA. come minimo.Ma la smetti !![]()
Ma davvero pensi ai radicali chic ?fino al 20 gennaio 2021 Donald Trump sarà il presidente degli USA. come minimo.
io a vedere i fegati scoppiati dei radical chic mi diverto anche, però m'interessa di più vedere come evolve la situazione
Appunto a me sembra un fatto che si morde la codaVerissimo, grosso rischio ( tra l'altro i cinesi hanno vagonate di Treasury Bonds in portafoglio... ).
qui : https://www.census.gov/foreign-trade/statistics/highlights/toppartners.html
puoi trovare dati molto interessanti sull'import/export americano, e sul loro deficit commerciale ( 1327 mld. dollari l'export, 2005 mld dollari l'import ; Canada,Messico, Cina e Giappone sono i maggiori importatori di prodotti americani, e sono tra l'altro proprio tutti paesi nel "mirino" di Trump per via degli accordi commerciali in essere...).
Vero che sia stata un disastro, ma penso che se al posto della Clinton ci fosse stato Sanders forse non sarebbe finita così. Era una candidata impresentabile, paradossalmente sarebbe stato - in ambito italico - come canddare De Mita a presidente del consiglio... :rotfl:che la presidenza Obama sia stata un disastro è confermata dal fatto che adesso c'è Trump.
io valuto dei fatti.
Anche a me interessa vedere come evolverà la situazione, come farà a "quadrare" il cerchio tra le promesse elettorali ed i danni che potrebbe causare con eventuali decisioni impulsive ed irragionevoli. Perchè non dimentichiamoci che l'America è il paese delle lobbies....fino al 20 gennaio 2021 Donald Trump sarà il presidente degli USA. come minimo.
io a vedere i fegati scoppiati dei radical chic mi diverto anche, però m'interessa di più vedere come evolve la situazione
no io mi faccio operare da un medico che non conosco ancora abbastanza, ma so che quello precedente manco il macellaio sapeva fare. so che c'è una percentuale di rischio lo stesso, ma peggio non è possibile che faccia.Ma davvero pensi ai radicali chic ?
Il tuo è un ragionamento sbagliato
È come se io mi facessi curare da un medico ( trump) di cui non ho fiducia solo perché quello precedente mi stava sul cazzo
So che morirò con il secondo medico ma gongolo perché non vedrò più il primo
Sei un suicida...sappilo
E te meno
Vero che sia stata un disastro, ma penso che se al posto della Clinton ci fosse stato Sanders forse non sarebbe finita così. Era una candidata impresentabile, paradossalmente sarebbe stato - in ambito italico - come canddare De Mita a presidente del consiglio... :rotfl:
Dietro a Trump, c'è il suo vice, c'è Kissinger, c'è Giuliani, etc.... tenderei a non credere che eventuali sue sparate non siano state precedentemente concordate.Anche a me interessa vedere come evolverà la situazione, come farà a "quadrare" il cerchio tra le promesse elettorali ed i danni che potrebbe causare con eventuali decisioni impulsive ed irragionevoli. Perchè non dimentichiamoci che l'America è il paese delle lobbies....
Ma tu stimi Trump o sei contro i democratici ?no io mi faccio operare da un medico che non conosco ancora abbastanza, ma so che quello precedente manco il macellaio sapeva fare. so che c'è una percentuale di rischio lo stesso, ma peggio non è possibile che faccia.
Dietro a Trump, c'è il suo vice, c'è Kissinger, c'è Giuliani, etc.... tenderei a non credere che eventuali sue sparate non siano state precedentemente concordate.
PS: non stare a rovinare il giocattolino ai radical chic, che tanto in testa il concetto che la Clinton era il peggior candidato possibile non gli entra, e che poteva vincere solo in caso i repubblicani si fossero arresi (ed in effetti un'altra delle cose che andranno analizzate della politica americana è se il GOP si potrà risvegliare dal coma in cui è caduto o se toccherà votare tutti per il Libertarian Party in futuro)
credo che la strega ci avrebbe portato allo scontro aperto con la Russia.Ma tu stimi Trump o sei contro i democratici ?
Qualche numero significativo...credo che la strega ci avrebbe portato allo scontro aperto con la Russia.
credo che se per 30 anni mostri l'americano medio nelle vesti di Homer Simpson e Peter Griffin, il giorno in cui si candida un Homer in carne ed ossa, stupirsi che prenda voti è da scemi.
credo che i democratici americani, dai tempi della Secessione in avanti, abbiano sbagliato praticamente ogni cosa, posso fare eccezione per F.D. Roosvelt e la sua gestione della Seconda Guerra Mondiale, ma sai anche l'orologio più scassato segna l'ora giusta 2 volte al giorno.
credo che dietro a Trump ci sia veramente un sentimento profondo degli americani che non abbiamo compreso del tutto.