una sedia scomoda ... una voce insopportabile

sienne

lucida-confusa
Ciao,


seduta … su una sedia scomoda …
tutto attorno a me … ha assunto un’entità vitale di esistenza propria …
colori, odori, forme, linee … persino l’aria …
mi sento come Gaia … quando tra lei e Urano ancora non cera dello spazio …

tutto penetra in me …
un sospiro profondo … occhi verso il basso … concentrazione …
ricerco me stessa … cerco il confine tra me e ciò che mi circonda …

una voce penetrante … odiosa … la sento …
un’immagine si crea … la copia della donna al telefono dietro al bancone …
no, non è una copia … è proprio lei …
anche se la percepisco come un essere schifoso …

sta parlando di smalto … ma percepisco la sua supponenza …
un’ignoranza arrogante …
m’immagino di alzarmi e di spaccarle il viso …
non la voglio più né sentire, né sopportare, né percepirla …
la deve smettere!!!

Quella rabbia, quell’odio, quell’invida …
si, invidia … che un essere così spregevole, stia bene …
mentre io ... con tanti progetti, idee creative …
tutto svanito e ingioiate dalla pazzia …
mi ritrovo seduta su questa stramaledetta sedia scomoda …

Alzo lo sguardo … un uomo … dev’essere il medico, si lo è …
dice qualcosa … io mi alzo e lo seguo …
Entriamo in una stanza … bianca e sterile … in tutto …
Mi chiede … con poche frasi racconto … non mi sento a mio agio …

Pur avendo disperatamente bisogno d’aiuto …
mi alzo … e dico direttamente al medico ciò che penso …
“Lei non mi può aiutare … non si è sforzato neanche per un attimo
a scendere alla pari con me, per capire e vedere cosa non va …
mi sento di essere un numero … una categoria … un ulteriore foglio
da riempire per la cassa malattie … grazie. Ma io pretendo un altro medico,
che sia all’altezza”. Faccia di merda!!!

Ritorno … chiedo alla signora anziana, che mi venga assegnato un altro medico.
Il giro in giostra si ripete ancora per ben due volte.

Poi … già avevo perso le speranze … e persino la signora anziana …
arriva un giovincello … forse no … ma aveva un qualcosa di ingenuo …
lo seguo … mi sento a mio agio … e soprattutto mi sento capita …

Non terminerò mai di ringraziare … non so che cosa … ma ringrazio …
perché non è da me … ma proprio per niente …
ma qualcosa in me, mi diceva, che se non trovi la persona, il medico giusto,
tu non ne uscirai mai più …
rischi di entrare in un ingranaggio senza via di scampo …
senza ritorno …

non lo so cosa sia stato ...
ma spesso penso a quella sedia scomoda ...
a quella stramaledetta voce odiosa ...
mi hanno talmente riempita di carica ...
ho sentito un bisogno urlante, di impostare con piedi ferrei ...
il mio essere ... la mia persona ... il mio bisogno ...

per la prima volta in vita mia ...
al primo posto ho messo me stessa ...


sienne
 
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