Una tranquilla Pasqua di paura in casa napulè

Tebe

Egocentrica non in incognito
Non sempre riesco a sfangare le festività varie in casa napulè.
Ho fatto battaglie i primi anni, sostenendo il mio diritto di agnostica credente, a non presenziare a riti di cui non mi frega nulla e di stare tranquilla a casa mia con i gatti e un buon libro.
Ma niente.
Natale e Pasqua scatta il dramma.

Mi sono svegliata stamattina con un mal di testa infernale, la lingua felpata e un mal di pancia che sembrava dovessi partorire alieni.
Trascinandomi stancamente verso la cucina, ho solo avuto la forza di indicare la macchinetta del caffè, e Mattia stranamente amoroso, dopo poco mi ha nesso davanti alla faccia una tazza piena di nettare scuro.
-Minchia Tebe come sei ridotta.-
Non mi vedo ma immagino.
Ieri abbiamo fatto baldoria alla nove settimane e mezzo, bevendo pure due bicchieri di vino.
-Mi sento di merda.- rispondo mentre penso di aggiustare tutto con una canna leggera.
-Secondo me è stato il vino...sei astemia, e due bicchieri magari sono stati troppo.-
Bevo caffè e decido che si. Mini canna. Dopo. Quando mi farò un bagno bío lungo due ore.
-Se vuoi puoi stare a casa...se non ti senti bene...- continua lui.
Siiiiiii! Siiiiiiii! Voglio stare a casa e stare male in pace!, penso. Ma dico
-No, tranquillo. Mi faccio un bagno e ritorno umana.-
All una siamo dai suoceri.
Appena apriamo la porta, il muro del suono si sfonda e vengo spinta dalla onda d' urto napulè verso l ascensore.
-FIGGHIIIIIIIIII, A VENITEEEEEEEEEE! BUONA PASQUÀAAAAAAAAAAAAA. FIGGHIIIIIIIIIIIIIIII! TUTTO PRONTO INNCOPPA ATAVOLAAAAAAAAAAAAAA-.
Vengo come al solito trascinata per braccia e gambe verso la tavola, dividendo con mio suocero i due posti al capotavola. A destra ho sempre mia suocera, a sinistra Mattia.
Parlano. Parlano. Parlano.
Il mio mal di testa sogghigna, tirandomi pugni sulla scatola cranica, e il mio stomaco è ancora rivoltato.
Mi faccio trasparente e mi immergo nel mio mondo.
Il resto del tavolo sembra il carnevale di Rio.
Quando arriva il secondo, arrosto di tacchino e arrosto di manzo, sento dire.
-Si mamma, andiamo a Parigi giovedì.-
-FIGGGHIOOOOOOO NOOOOOOOOO! CADE L' AEREO! CI SONO I TERRORISTI! È PERICOLOSOOOOOO AAAARGGGGHHHHH!-
-Ma no mamma eddai non portare sfiga. Mica tutti si suicidano buttando giù un aereo.-
-FIGGHIOOOOOO I TERRORISTIIIIIIIIIIIII! STATE A CASAAAAA!-
-Oh, hai rotto però adesso! Andiamo in Francia, mica in qualche posto del cazzo! -
-MA HANNO APPENA UCCISO UN SACCO DI PERSONE IN FRANCIA ANCHE SE NON MI RICORDO PERCHÈ, E COMUNQUE È PERICOLOSO PERCHÈ LA FRANCIA CONFINA CON L'IRAQ!-
Silenzio di tomba al tavolo.
Io ho un mancamento. Bevo un po' d' acqua e faccio finta di niente.
Mi caccio graziosamente in bocca un pezzo di arrosto, sorridendo aamabilmente ai 390 napulè intorno al tavolo. Suocera compresa.
-Mamma ma...che cazzo di nozioni hai in geografia? Sembri Tebe.-
Mi risento leggermente.
Vero. In geografia sono ciofeca, ma Dio santo.
L'Iraq confina con la Francia?
-PERCHÈ, NON È DA QUELLE PARTI?-
La tavolata comincia una discussione infinita che li porta a parlare pure di Africa e Asia, talmente sentita che smettono di parlare italiano e partono con il dialetto.
Io mi isolo di nuovo.
 
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