Bruja
Utente di lunga data
E' un argomento astratto ma che potremmo applicare a chiunque.
Avete mai notato che in base al nostro modo di vivere i rapporti con l'altro sesso, noi vediamo anche i parametri comportamentali dell'amore?
Cerco di chiarire, spesso adattiamo al nostro sentire il tipo di sentimento che gli altri provano per noi, e questo porta molto frequentemente a malintendersi, a fraintendere quello che è l'atteggiamento altriui da quello che noi percepiamo di esso.
Potremmo dire che questo vale anche per i sentimenti a caldo.... chi è innamorato ha un giudizio mediato dalla passione, ma in linea generale nelle discussioni che sopravvengono nel rapporto quasi sempre il vero problema non è se ci si ama o meno, ma quando l'altro non è come ci aspettiamo.
Questa realtà, che viene modulata e attutita dal trasporto dei primi tempi, poi emerge con i piccoli fastidi, le intolleranze, la scarsa voglia di sopportare i difetti o le preferenze dell'altro, e questo accade proprio perchè dell'altro trattiamo i sentimenti ma non ci occupiamo troppo del suo modo di viverli.
Comincio a pensare che amare veramente e profondamente sia un vero atto di amore verso il prossimo, una sorta di grande generosità affettiva, poco diffusa per la necessaria statura morale, intellettuale e sociale che questo sentimento comporta.
Quando in amore diventa preponderante l'IO, si inizia già a parlare di qualcosa d'altro che di un rapporto di coppia armonico ed equilibrato perchè l'io non invasivo esiste senza alcun disturbo; diversamente esiste "l'individualità convivente" che ha come fine lo stare insieme ed lo scambiarsi affetto ma con un'atteggiamento fiscale del proprio spazio e delle proprie aspirazioni ed aspettative e quasi sempre non si ha la stoffa caratteriale e personale per far convivere questa condizione super partes ma piuttosto con la supremazia del proprio affrancamento definendolo "spazio esistenziale individuale"....e dove il NOI è subordinato all'IO. Non è sbagliato..... è solo un atteggiamento che non lavora per la coppia.
Bruja
Avete mai notato che in base al nostro modo di vivere i rapporti con l'altro sesso, noi vediamo anche i parametri comportamentali dell'amore?
Cerco di chiarire, spesso adattiamo al nostro sentire il tipo di sentimento che gli altri provano per noi, e questo porta molto frequentemente a malintendersi, a fraintendere quello che è l'atteggiamento altriui da quello che noi percepiamo di esso.
Potremmo dire che questo vale anche per i sentimenti a caldo.... chi è innamorato ha un giudizio mediato dalla passione, ma in linea generale nelle discussioni che sopravvengono nel rapporto quasi sempre il vero problema non è se ci si ama o meno, ma quando l'altro non è come ci aspettiamo.
Questa realtà, che viene modulata e attutita dal trasporto dei primi tempi, poi emerge con i piccoli fastidi, le intolleranze, la scarsa voglia di sopportare i difetti o le preferenze dell'altro, e questo accade proprio perchè dell'altro trattiamo i sentimenti ma non ci occupiamo troppo del suo modo di viverli.
Comincio a pensare che amare veramente e profondamente sia un vero atto di amore verso il prossimo, una sorta di grande generosità affettiva, poco diffusa per la necessaria statura morale, intellettuale e sociale che questo sentimento comporta.
Quando in amore diventa preponderante l'IO, si inizia già a parlare di qualcosa d'altro che di un rapporto di coppia armonico ed equilibrato perchè l'io non invasivo esiste senza alcun disturbo; diversamente esiste "l'individualità convivente" che ha come fine lo stare insieme ed lo scambiarsi affetto ma con un'atteggiamento fiscale del proprio spazio e delle proprie aspirazioni ed aspettative e quasi sempre non si ha la stoffa caratteriale e personale per far convivere questa condizione super partes ma piuttosto con la supremazia del proprio affrancamento definendolo "spazio esistenziale individuale"....e dove il NOI è subordinato all'IO. Non è sbagliato..... è solo un atteggiamento che non lavora per la coppia.
Bruja