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Old Albatros
Guest
Ciao a tutto il forum. A dire il vero molti nick non li conosco, ma a quei pochi che ancora si ricordano di me vorrei dare qualche aggiornamento sulla mia situazione.
Da gennaio, ultima udienza poi rinviata, questi due mesi di coabitazione sono stati molto difficili. Ho dovuto fare appello a tutte le mie forze per rimanere lucido. Sono stati due mesi di provocazioni, prevaricazioni e molto altro. Mi sono reso conto di aver fatto un errore grossolano nell'aver spinto per la coabitazione fino alla vendita della casa. Avevo in animo di far vivere alle bambine questa fase di transizione verso la separazione nel modo più dolce possibile, invece ho ottenuto esattamente il risultato opposto.
Questi due mesi di tensioni e scontri più o meno velati, e in alcuni casi crudamente svelati, si sono infatti riversati proprio sulle bambine. Ho fatto di tutto per evitare di reagire: nella maggior parte dei casi ho incassato passivamente le sue bordate. Ma in un paio di episodi ho messo i puntini sulle "i" e difeso la mia dignità: unico risultato ottenuto è stato uno scontro frontale in cui lei ha perso il controllo e dimenticato completamente le bambine. Oggetto del contendere, anche se spesso inespresso, è la mia richiesta di addebito.
Comunque ieri c'è stata l'udienza presidenziale. Ha parlato soprattutto lei con il consueto astio e con la solita illogicità. Fino a quando il giudice l'ha interrotta e, prima di cedere la parola agli avvocati, le ha chiesto se aveva intenzione di mandarmi a dormire sotto i ponti. Al termine dell'audizione ha fatto riserva di esaminare in dettaglio i documenti presentati. Ora, quindi, sono in attesa dell'ordinanza con i provvedimenti urgenti. Questione di pochi giorni, a quanto mi ha riferito l'avvocato. Prima, su espressa indicazione del legale, purtroppo non posso uscire da casa. Avremo l'affidamento congiunto, lei rimarrà in casa con le bimbe ma la casa andrà venduta in tempi ragionevoli. Resta l'incognita dell'assegno che dovrò corrispondere alle mie figlie.
Anche se questi ultimi giorni sembrano interminabili, sono consapevole di essere ormai in prossimità di un traguardo importante della mia vita. Prima temuto, poi anelato. La causa con mia moglie sull'addebito sarà lunga e, ne sono certo, dolorosa. Sono anche certo che lei allontanerà, o tenterà di allontanare, da me le mie figlie. Tuttavia, dopo essermi riappropriato del mio universo già da molto tempo, sto finalmente per riappropriarmi anche della mia libertà individuale e dei miei spazi vitali.
Un saluto affettuoso a tutti.
Da gennaio, ultima udienza poi rinviata, questi due mesi di coabitazione sono stati molto difficili. Ho dovuto fare appello a tutte le mie forze per rimanere lucido. Sono stati due mesi di provocazioni, prevaricazioni e molto altro. Mi sono reso conto di aver fatto un errore grossolano nell'aver spinto per la coabitazione fino alla vendita della casa. Avevo in animo di far vivere alle bambine questa fase di transizione verso la separazione nel modo più dolce possibile, invece ho ottenuto esattamente il risultato opposto.
Questi due mesi di tensioni e scontri più o meno velati, e in alcuni casi crudamente svelati, si sono infatti riversati proprio sulle bambine. Ho fatto di tutto per evitare di reagire: nella maggior parte dei casi ho incassato passivamente le sue bordate. Ma in un paio di episodi ho messo i puntini sulle "i" e difeso la mia dignità: unico risultato ottenuto è stato uno scontro frontale in cui lei ha perso il controllo e dimenticato completamente le bambine. Oggetto del contendere, anche se spesso inespresso, è la mia richiesta di addebito.
Comunque ieri c'è stata l'udienza presidenziale. Ha parlato soprattutto lei con il consueto astio e con la solita illogicità. Fino a quando il giudice l'ha interrotta e, prima di cedere la parola agli avvocati, le ha chiesto se aveva intenzione di mandarmi a dormire sotto i ponti. Al termine dell'audizione ha fatto riserva di esaminare in dettaglio i documenti presentati. Ora, quindi, sono in attesa dell'ordinanza con i provvedimenti urgenti. Questione di pochi giorni, a quanto mi ha riferito l'avvocato. Prima, su espressa indicazione del legale, purtroppo non posso uscire da casa. Avremo l'affidamento congiunto, lei rimarrà in casa con le bimbe ma la casa andrà venduta in tempi ragionevoli. Resta l'incognita dell'assegno che dovrò corrispondere alle mie figlie.
Anche se questi ultimi giorni sembrano interminabili, sono consapevole di essere ormai in prossimità di un traguardo importante della mia vita. Prima temuto, poi anelato. La causa con mia moglie sull'addebito sarà lunga e, ne sono certo, dolorosa. Sono anche certo che lei allontanerà, o tenterà di allontanare, da me le mie figlie. Tuttavia, dopo essermi riappropriato del mio universo già da molto tempo, sto finalmente per riappropriarmi anche della mia libertà individuale e dei miei spazi vitali.
Un saluto affettuoso a tutti.