Vi vedo eh (cit. Soncini)

iosolo

Utente di lunga data
Ma no!
A me fa ridere l’importanza (reazionaria) che viene data al voto e al giudizio, in contrasto con l’auto valutazione alta.
Se interessa il giudizio lo si rispetta. Se ci si ritiene più competenti di quanto riconosciuto, si è indifferenti al giudizio di incompetenti.
È roba da bambini che pestano i piedi.
Se era così importante il voto, avrebbero sostenuto l'esame, prendendo un voto più alto.
Il giudizio soprattutto scolastico e di rendimento (a volte anche per ottenere magari borse di studio) non dovrebbe esentare da una valutazione coerente e giusta. A detta di queste ragazze non c'è stata giustizia e non c'è stata coerenza e per quello hanno lottato.
Alla fine di questa protesta ne pagheranno solo loro le conseguenze.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se era così importante il voto, avrebbero sostenuto l'esame, prendendo un voto più alto.
Il giudizio soprattutto scolastico e di rendimento (a volte anche per ottenere magari borse di studio) non dovrebbe esentare da una valutazione coerente e giusta. A detta di queste ragazze non c'è stata giustizia e non c'è stata coerenza e per quello hanno lottato.
Alla fine di questa protesta ne pagheranno solo loro le conseguenze.
Hai una visione vicina a quella delle ragazze, attribuendo un valore “rivoluzionario“ a una ripicca individuale.
 

spleen

utente ?
Se era così importante il voto, avrebbero sostenuto l'esame, prendendo un voto più alto.
Il giudizio soprattutto scolastico e di rendimento (a volte anche per ottenere magari borse di studio) non dovrebbe esentare da una valutazione coerente e giusta. A detta di queste ragazze non c'è stata giustizia e non c'è stata coerenza e per quello hanno lottato.
Alla fine di questa protesta ne pagheranno solo loro le conseguenze.
La vita è fatta di esami, alcuni facili, alcuni difficili, praticamente nessuno giusto.
Vale introiettare il valore dell' impegno individuale al di là dei risultati, gli esami li conducono gli altri, non le nostre aspirazioni.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La vita è fatta di esami, alcuni facili, alcuni difficili, praticamente nessuno giusto.
Vale introiettare il valore dell' impegno individuale al di là dei risultati, gli esami li conducono gli altri, non le nostre aspirazioni.
Io sono ancora stupita per le volte che c’è stata consonanza tra la mia valutazione e quella altrui.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Volevo però scatenare un dibattito tra chi riconosce di essere troppo sponsor dei figli e chi no.
 

danny

Utente di lunga data
La ragazza di cui parlate, che ha un'identità precisa, come tutti noi, che non siamo 'i vecchi', i 'boomer', etc.
State parlando di lei e di due sue amiche, non dei giovani, che è un termine che non significa nulla, se non una valutazione anagrafica.
Tutti i commenti sono riferibili pertanto a questa persona.
Prego, continuate pure ora che è uscita dall'anonimato a dire cosa pensate di lei.
IMG_20240628_191432.jpg
 

spleen

utente ?
La ragazza di cui parlate, che ha un'identità precisa, come tutti noi, che non siamo 'i vecchi', i 'boomer', etc.
State parlando di lei e di due sue amiche, non dei giovani, che è un termine che non significa nulla, se non una valutazione anagrafica.
Tutti i commenti sono riferibili pertanto a questa persona.
Prego, continuate pure ora che è uscita dall'anonimato a dire cosa pensate di lei.
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Cosa dovrebbe impedirmi di dire che non mi sarei mai comportato come lei? Il fatto che sia un'atleta? Che sia riconoscibile? Che appartengo ad un'altra epoca?
Che mi frega.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
La ragazza di cui parlate, che ha un'identità precisa, come tutti noi, che non siamo 'i vecchi', i 'boomer', etc.
State parlando di lei e di due sue amiche, non dei giovani, che è un termine che non significa nulla, se non una valutazione anagrafica.
Tutti i commenti sono riferibili pertanto a questa persona.
Prego, continuate pure ora che è uscita dall'anonimato a dire cosa pensate di lei.
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Ok, quindi?
 

Brunetta

Utente di lunga data
La ragazza di cui parlate, che ha un'identità precisa, come tutti noi, che non siamo 'i vecchi', i 'boomer', etc.
State parlando di lei e di due sue amiche, non dei giovani, che è un termine che non significa nulla, se non una valutazione anagrafica.
Tutti i commenti sono riferibili pertanto a questa persona.
Prego, continuate pure ora che è uscita dall'anonimato a dire cosa pensate di lei.
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L’articolo della Soncini ha il nome nel titolo.
È evidente che voleva visibilità e la visibilità comprende anche le critiche.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Comunque si facevano più barricate ai miei tempi che ora.
Negli anni 90 qui a Roma, periodo berlusconiano, era pieno di scuole occupate e manifestazioni. In realtà il dissenso dei giovani ora è più "modulato" ma sembra faccia più notizia.
Lo so. A parte il fatto di aver studiato la contestazione degli anni 60, ricordo bene l'occupazione del 1990 nelle università, La pantera, Fai la cosa giusta, e tutti i gruppi studenteschi. Quando io e mia cugina abbiamo fatto un giro per capire bene in segreteria come comportarci per l'iscrizione l'anno successivo, era tutto bloccato.
Diciamo che, ora, non si ha coscienza del perché si fa casino. L'importante è farlo.
 

danny

Utente di lunga data
L’articolo della Soncini ha il nome nel titolo.
È evidente che voleva visibilità e la visibilità comprende anche le critiche.
Basta che si parli di lei, non dei 'giovani' partendo da lei.
Lei non rappresenta tutta una generazione.
Non rappresenta altro che sé stessa.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Basta che si parli di lei, non dei 'giovani' partendo da lei.
Lei non rappresenta tutta una generazione.
Non rappresenta altro che sé stessa.
Esiste una cosa che si chiama cultura in cui tutti siamo immersi e che comporta certi comportamenti e non altri e li rende più frequenti o meno e li fa giustificare in base a certi argomenti.
 

danny

Utente di lunga data
Esiste una cosa che si chiama cultura in cui tutti siamo immersi e che comporta certi comportamenti e non altri e li rende più frequenti o meno e li fa giustificare in base a certi argomenti.
Quindi è sempre colpa di questa cultura e di TUTTI noi che la producismo e non del singolo individuo?
Il rimedio consisterebbe quindi non nell'educare il singolo ma nel tendere a cambiare la struttura della società combattendo questa cosiddetta cultura imponendo una nuova etica, magari anticonsumistica?
A me sembra il classico pensiero di sinistra, quello per cui esiste una società migliore a cui aspirare che non è mai questa, ma quella che dovrebbe venire e però non arriva mai, che negli anni visto il fatto che manco la classe operaia la ascolta più è diventata, come dice Orlando in un film di Virzì, il pensiero ZTL.
Per inciso, non ho mai conosciuto una classe del liceo in cui tutti, pur immersi in questa fantomatica cultura giovanile, andassero d'accordo, condividessero le stesse idee, abitudini, perfino la musica ascoltata risulta diversa. Le classi del liceo mostrano esattamente come l'individuo sia predominante rispetto alla collettivita nelle scelte e quanto abbia piena responsabilità di sé anche nelle scelte.
E che discettare di categorie eterogenee e puramente anagrafiche sia tipico di chi ha difficoltà a imporre la propria, personale ma superata visione del mondo.
Un po' come nelle assemblee di condominio.
Anche abitare insieme non garantisce la medesima percezione dei problemi e delle soluzioni.
Scusa se sono diretto, ma sentire spesso moraleggiare le persone della nostra età su questa fantomatica categoria dei giovani comincia a tediarmi.
Non eravamo per niente migliori di loro, eravamo solo più giovani di ora.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quindi è sempre colpa di questa cultura e di TUTTI noi che la producismo e non del singolo individuo?
Il rimedio consisterebbe quindi non nell'educare il singolo ma nel tendere a cambiare la struttura della società combattendo questa cosiddetta cultura imponendo una nuova etica, magari anticonsumistica?
A me sembra il classico pensiero di sinistra, quello per cui esiste una società migliore a cui aspirare che non è mai questa, ma quella che dovrebbe venire e però non arriva mai, che negli anni visto il fatto che manco la classe operaia la ascolta più è diventata, come dice Orlando in un film di Virzì, il pensiero ZTL.
Per inciso, non ho mai conosciuto una classe del liceo in cui tutti, pur immersi in questa fantomatica cultura giovanile, andassero d'accordo, condividessero le stesse idee, abitudini, perfino la musica ascoltata risulta diversa. Le classi del liceo mostrano esattamente come l'individuo sia predominante rispetto alla collettivita nelle scelte e quanto abbia piena responsabilità di sé anche nelle scelte.
E che discettare di categorie eterogenee e puramente anagrafiche sia tipico di chi ha difficoltà a imporre la propria, personale ma superata visione del mondo.
Un po' come nelle assemblee di condominio.
Anche abitare insieme non garantisce la medesima percezione dei problemi e delle soluzioni.
Scusa se sono diretto, ma sentire spesso moraleggiare le persone della nostra età su questa fantomatica categoria dei giovani comincia a tediarmi.
Non eravamo per niente migliori di loro, eravamo solo più giovani di ora.
La cultura non ha “colpe”. È il mare in cui tutti nuotiamo.
Per me è intuitivo che in ogni epoca vi è stata una cultura diversa che faceva trovare accettabili e auspicabili cose che in altre epoche addirittura erano viste inaccettabili e non desiderabili. La sociologia si occupa di questo.
Fanno parte della cultura anche le condizioni economiche, quindi lo stile di vita e l’impegno necessario per ottenerlo.
La Storia è affascinante non certo per vedere chi aveva vinto quella battaglia o quella guerra e chi aveva regnato, perché dopo tanto tempo è a noi indifferente (anche se poi è la somma di quei fatti che ha determinato le condizioni in cui viviamo ora) ma per capire come pensavano e come vivevano in quel periodo e la cultura che ha reso possibili quelle scelte.
Anche noi viviamo in una cultura che non è statica e uniforme, non lo è mai stata, altrimenti non ci sarebbero stati cambiamenti.
Ma all’interno di questa cultura ci accomodiamo nelle varie culture, come piccoli habitat, che contribuiscono alla cultura del tempo.
Hai fatto bene a usare la classe, di liceo, ma ancora di più sarebbe un buon esempio delle diverse individualità, anche potenzialmente, una classe della scuola dell’obbligo, che costituisce una comunità forzata e non elettiva, infatti si resta amici prevalentemente di pochi, proprio perché divergono poi gli interessi e la maturazione individuale e l’accomodamento in un settore della società, anche economico.
Ma non capisco perché tu voglia negare la cultura del nostro tempo e la tendenza individualistica giovanile.
Poi la tendenza individualistica la vediamo anche qui tra più che adulti.
 

iosolo

Utente di lunga data
Hai una visione vicina a quella delle ragazze, attribuendo un valore “rivoluzionario“ a una ripicca individuale.
Tu la chiami ripicca individuale invece per quale motivo?
Qual è l'elemento che ti fa dire senza nessun tipo di appello che è solo una ripicca.
Comunque anche se lo fosse, non la vedo così drammatica, hanno avuto le ripercussioni di voto come giusto che fosse e verrà valutato il lavoro dei commissario, che se non ha commesso errori sicuramente sarà molto sereno.
Con questo non voglio dare ragione alle ragazze, magari il loro compito era da tre, ma non vedo motivo di condannare il loro operato.
Se ero la madre, di una delle due, che avrei fatto? Non lo so, cosa avrei consigliato ma sicuramente non le avrei osteggiate.


Lo so. A parte il fatto di aver studiato la contestazione degli anni 60, ricordo bene l'occupazione del 1990 nelle università, La pantera, Fai la cosa giusta, e tutti i gruppi studenteschi. Quando io e mia cugina abbiamo fatto un giro per capire bene in segreteria come comportarci per l'iscrizione l'anno successivo, era tutto bloccato.
Diciamo che, ora, non si ha coscienza del perché si fa casino. L'importante è farlo.
Non so da te, ma la coscienza politica dei giovani di quel periodo era poca per la maggior parte di noi.
Nelle scuole di Roma si occupava, spinti da una coerente politica, ma davvero con poca coscienza e la maggior parte lo faceva solo per "far casino".
Secondo me idealizziamo quegli anni, perché sono i nostri anni, ma io vedo una realtà molto simile a quella nostra.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Non so da te, ma la coscienza politica dei giovani di quel periodo era poca per la maggior parte di noi.
Nelle scuole di Roma si occupava, spinti da una coerente politica, ma davvero con poca coscienza e la maggior parte lo faceva solo per "far casino".
Secondo me idealizziamo quegli anni, perché sono i nostri anni, ma io vedo una realtà molto simile a quella nostra.
Credo che sia stata in ogni caso più presente di quanto (non) lo sia ora.
 

danny

Utente di lunga data
Credo che sia stata in ogni caso più presente di quanto (non) lo sia ora.
Anche da mia figlia si occupa.
Ci sono organizzazioni politiche interne alla scuola.
Sì fanno manifestazioni.
La differenza che noto è che sono quasi scomparse le altre linee politiche, poiché ad essere in auge è soprattutto la sinistra.
Generalmente chi fa politica attiva sono ragazzi con genitori benestanti e sempre in un ambito di sinistra con una rilevante attenzione ai diritti civili.
Come dice mia figlia, chi si fa il culo invece dedicandosi prevalentemente allo studio con profitto perché sa che potrà godere di opportunità solo impegnandosi, è chi viene dalle periferie e non è coperto economicamente dai genitori.
 
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iosolo

Utente di lunga data

Andromeda4

Utente di lunga data
Anche da mia figlia si occupa.
Ci sono organizzazioni politiche interne alla scuola.
Sì fanno manifestazioni.
La differenza che noto è che sono quasi scomparse le altre linee politiche, poiché ad essere in auge è soprattutto la sinistra.
Generalmente chi fa politica attiva sono ragazzi con genitori benestanti e sempre in un ambito di sinistra con una rilevante attenzione ai diritti civili.
Ma credo che sia stato così anche prima, in qualche modo. Anche negli anni 70, ero piccola ma qualcosa ricordo.
 
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