Vi vedo eh (cit. Soncini)

iosolo

Utente di lunga data
Anche da mia figlia si occupa.
Ci sono organizzazioni politiche interne alla scuola.
Sì fanno manifestazioni.
La differenza che noto è che sono quasi scomparse le altre linee politiche, poiché ad essere in auge è soprattutto la sinistra.
Generalmente chi fa politica attiva sono ragazzi con genitori benestanti e sempre in un ambito di sinistra con una rilevante attenzione ai diritti civili.
Come dice mia figlia, chi si fa il culo dedicandosi prevalentemente allo studio con profitto perché sa che potrà godere di opportunità solo impegnandosi, è chi viene dalle periferie e non è coperto economicamente dai genitori.
Tutto il dissenso politico si è spostato sui diritti civili, a volte anche in modo eccessivo.
Una delle poche proteste sui diritti sociali, come il caro affitto nelle maggiori città universitarie, ha avuto alla fine poco seguito ed è poi scoppiata in un nulla di fatto.
 

danny

Utente di lunga data
Tutto il dissenso politico si è spostato sui diritti civili, a volte anche in modo eccessivo.
Una delle poche proteste sui diritti sociali, come il caro affitto nelle maggiori città universitarie, ha avuto alla fine poco seguito ed è poi scoppiata in un nulla di fatto.
Era finta pure quella.
Finta perché chi l'ha portata avanti non erano le persone che avevano effettivamente quel problema.
Quello che manca di più a tutta la politica ora sono proprio le rappresentanze dirette con numeri importanti.
Gli operai che lottano per gli operai, gli studenti poveri che lottano per gli studenti poveri, etc.
Anche al Gay Pride, ormai, c'è una progressiva e consistente parte di etero che va per fare casino, festa o per adesione ideologica.
 

iosolo

Utente di lunga data
Ti pare che gli adolescenti di adesso conoscano storia dei partiti politici e linee programmatiche, non dico di adesso che vabbè... :rolleyes: ma in generale?
Alcuni partiti, quasi tutti al dire il vero, hanno perso credibilità. Noi poco ma ancora ci credevamo.
La politica è distante dai cittadini e ancora di più è distante dai giovani.
L'unica cosa che avvicina i giovani alla politica sono proprio i diritti civili.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Tu la chiami ripicca individuale invece per quale motivo?
Qual è l'elemento che ti fa dire senza nessun tipo di appello che è solo una ripicca.
Comunque anche se lo fosse, non la vedo così drammatica, hanno avuto le ripercussioni di voto come giusto che fosse e verrà valutato il lavoro dei commissario, che se non ha commesso errori sicuramente sarà molto sereno.
Con questo non voglio dare ragione alle ragazze, magari il loro compito era da tre, ma non vedo motivo di condannare il loro operato.
Se ero la madre, di una delle due, che avrei fatto? Non lo so, cosa avrei consigliato ma sicuramente non le avrei osteggiate.




Non so da te, ma la coscienza politica dei giovani di quel periodo era poca per la maggior parte di noi.
Nelle scuole di Roma si occupava, spinti da una coerente politica, ma davvero con poca coscienza e la maggior parte lo faceva solo per "far casino".
Secondo me idealizziamo quegli anni, perché sono i nostri anni, ma io vedo una realtà molto simile a quella nostra.
Io la avrei presa a sberle a due a due finché non diventavano dispari.
Ovviamente è una metafora perché non ho mai picchiato i figli, a parte qualche sculacciata sul pannolino a mio figlio perché saliva pericolosamente sulla sedia per prendere i biscotti.
Intendo che i figli vanno guidati a capire la realtà.
E devono anche capire e molto presto che un voto definisce un compito e non loro. Perciò chi se ne frega del 3, ma anche del 9.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Le ragazze hanno agito per visibilità, per avere follower, per trovare la loro nicchia.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Tutto il dissenso politico si è spostato sui diritti civili, a volte anche in modo eccessivo.
Una delle poche proteste sui diritti sociali, come il caro affitto nelle maggiori città universitarie, ha avuto alla fine poco seguito ed è poi scoppiata in un nulla di fatto.
Perché non era una protesta sociale, ma individuale.
Mica chiedevano una casa popolare (ovvove!) ma un intervento pubblico per calmierare (anche con studentati o l’affitto di case di proprietà del comune) ma in zona universitaria. Mica si volevano mischiare ai plebei.
 

Brunetta

Utente di lunga data

iosolo

Utente di lunga data
Io la avrei presa a sberle a due a due finché non diventavano dispari.
Ovviamente è una metafora perché non ho mai picchiato i figli, a parte qualche sculacciata sul pannolino a mio figlio perché saliva pericolosamente sulla sedia per prendere i biscotti.
Intendo che i figli vanno guidati a capire la realtà.
E devono anche capire e molto presto che un voto definisce un compito e non loro. Perciò chi se ne frega del 3, ma anche del 9.
Ripeto che se il problema fosse stato il voto non avrebbero fatto scena muta e una protesta che le ha penalizzate proprio sul voto finale.
Quindi il tuo senso di realtà è accettare palesemente l'ingiustizia (che loro pensano ci sia stata)?
Questa della valutazione del compito e del voto per riportarlo alla persona la stai facendo tu, pensando di poter leggere con chiarezza, le posizioni di ragazze di nemmeno vent'anni, che oltre ad essere sconosciute, sono anche distanti da te a livello generazionale.
 

danny

Utente di lunga data
Perché non era una protesta sociale, ma individuale.
Mica chiedevano una casa popolare (ovvove!) ma un intervento pubblico per calmierare (anche con studentati o l’affitto di case di proprietà del comune) ma in zona universitaria. Mica si volevano mischiare ai plebei.
C'è andata pure una compagna di mia figlia, che abita in centro a Milano...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ripeto che se il problema fosse stato il voto non avrebbero fatto scena muta e una protesta che le ha penalizzate proprio sul voto finale.
Quindi il tuo senso di realtà è accettare palesemente l'ingiustizia (che loro pensano ci sia stata)?
Questa della valutazione del compito e del voto per riportarlo alla persona la stai facendo tu, pensando di poter leggere con chiarezza, le posizioni di ragazze di nemmeno vent'anni, che oltre ad essere sconosciute, sono anche distanti da te a livello generazionale.
Ma dai!
Quante vol alle superiori abbiamo creduto di subire una ingiustizia e ci siamo ribellate e ribellati?
Io l’ho fatto. Ho messo su un casino per un cattivo voto in un tema, senza appoggio genitoriale (grazie a Dio!) che dimostrava solo la mia ignoranza, presunzione e labilità psicologica. Infatti le insegnanti, adulte, si sono comportate da adulte, rimanendo indifferenti alle mie intemperanze.
Ovviamente aveva ragione la professoressa perché io ero una capra. Ma l’ho capito dopo.
Quindi io ho detto che da madre, adulta, l’avrei presa a sberle. Invece questa madre ha subito lei una ferita narcisistica e ha appoggiato la figlia.
Il punto non è se il voto è giusto o no (nel mio caso era giusto perché ero una capra) ma il peso che viene dato al voto. L’incapacità di tollerare la possibilità di errore, il bisogno di un riconoscimento esterno.
Poi ho incontrato molti adulti che non sono mai diventati tali e che ancora sono pieni di rancore per un brutto voto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
C'è andata pure una compagna di mia figlia, che abita in centro a Milano...
Non aveva bisogno. Ma non ha mancato di esprimere solidarietà a chi è privilegiata e tale vuole rimanere.
 

danny

Utente di lunga data
Non aveva bisogno. Ma non ha mancato di esprimere solidarietà a chi è privilegiata e tale vuole rimanere.
Sicuramente.
Solidarietà a una protesta cresciuta nei centri sociali da persone che li frequentano e che in gran parte abitano in centro ma fanno finta che non sia cosi.
E la risposta era già pronta, guarda caso..
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sicuramente.
Solidarietà a una protesta cresciuta nei centri sociali da persone che li frequentano e che in gran parte abitano in centro ma fanno finta che non sia cosi.
Il problema è che tutti ormai, benché immersi in social, non vediamo al di là del nostro naso. A me va già bene che è lunghetto. Soprattutto mi va bene che ho frequentato tutti gli ambienti.
 

danny

Utente di lunga data
Il problema è che tutti ormai, benché immersi in social, non vediamo al di là del nostro naso. A me va già bene che è lunghetto. Soprattutto mi va bene che ho frequentato tutti gli ambienti.
Pure io e pure mia figlia.
Ma ricordo le espressioni sul volto e le parole di chi portavo dove abitavo io.
Il disprezzo non si camuffa facilmente.
 

iosolo

Utente di lunga data
Ma dai!
Quante vol alle superiori abbiamo creduto di subire una ingiustizia e ci siamo ribellate e ribellati?
Io l’ho fatto. Ho messo su un casino per un cattivo voto in un tema, senza appoggio genitoriale (grazie a Dio!) che dimostrava solo la mia ignoranza, presunzione e labilità psicologica. Infatti le insegnanti, adulte, si sono comportate da adulte, rimanendo indifferenti alle mie intemperanze.
Ovviamente aveva ragione la professoressa perché io ero una capra. Ma l’ho capito dopo.
Quindi io ho detto che da madre, adulta, l’avrei presa a sberle. Invece questa madre ha subito lei una ferita narcisistica e ha appoggiato la figlia.
Il punto non è se il voto è giusto o no (nel mio caso era giusto perché ero una capra) ma il peso che viene dato al voto. L’incapacità di tollerare la possibilità di errore, il bisogno di un riconoscimento esterno.
Poi ho incontrato molti adulti che non sono mai diventati tali e che ancora sono pieni di rancore per un brutto voto.
Lo sai che continuo a non capire.
Se è una capra verrà identificata come tale. Come alla fine è successo a te. Ci hai sbattuto il grugno e hai potuto mettere in gioco le tue convinzioni. Hai fallito, ma ancora lo ricordi, non è così male.
Alle superiori chi è che non si è ribellato a quella che si pensava fosse un ingiustizia? Dai genitori ci si aspetta che facciano i genitori di ventenni e non di dodicenni, non due sberle (inteso come atto di forza). Giustamente si può provare a convincere dell'altra tesi senza utilizzare la sola autorità.
Mio padre ha permesso che occupassi scuola e ha permesso che mi prendessi un anno sabbatico. Con il senno di poi probabilmente erano cagate, ma in quel momento era importanti per me. Nessuno però avrebbe criticato mio padre per una mia cagata. Era mia, ero io l'idiota.
Parliamo di deresponsabilizzazione dei giovani e appena una persona decide in modo "ribelle", di accettare la responsabilità delle proprie azioni, la colpa è della mamma (narcisista della ferita della figlia).
I genitori sempre e comunque responsabili di tutto, anche se non si conoscono, anche se non si sa nulla di loro.

Secondo me il problema del voto, non è il voto, continuo a ribadirlo ma sei inamovibile su questo punto ma se vogliamo riferirlo solo ai voti direi che non sarebbero i primi voti dati alla cazzo da professori frustrati (ognuno ne avrà sicuramente da ricordare), che non hanno nessun tipo di controllo superiore, e che magari quel poco di potere lo utilizzano come vogliono.
Comunque parlando di snobismo, il voto non serve a nulla, finché non è essenziale per una borsa di studio o altre agevolazioni, come per esempio una stanza nello studentato, il voto a quel punto non ti definisce ma è assolutamente necessario e c'è chi ci si sbatte per ottenere un riconoscimento meritocratico.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Lo sai che continuo a non capire.
Se è una capra verrà identificata come tale. Come alla fine è successo a te. Ci hai sbattuto il grugno e hai potuto mettere in gioco le tue convinzioni. Hai fallito, ma ancora lo ricordi, non è così male.
Alle superiori chi è che non si è ribellato a quella che si pensava fosse un ingiustizia? Dai genitori ci si aspetta che facciano i genitori di ventenni e non di dodicenni, non due sberle (inteso come atto di forza). Giustamente si può provare a convincere dell'altra tesi senza utilizzare la sola autorità.
Mio padre ha permesso che occupassi scuola e ha permesso che mi prendessi un anno sabbatico. Con il senno di poi probabilmente erano cagate, ma in quel momento era importanti per me. Nessuno però avrebbe criticato mio padre per una mia cagata. Era mia, ero io l'idiota.
Parliamo di deresponsabilizzazione dei giovani e appena una persona decide in modo "ribelle", di accettare la responsabilità delle proprie azioni, la colpa è della mamma (narcisista della ferita della figlia).
I genitori sempre e comunque responsabili di tutto, anche se non si conoscono, anche se non si sa nulla di loro.

Secondo me il problema del voto, non è il voto, continuo a ribadirlo ma sei inamovibile su questo punto ma se vogliamo riferirlo solo ai voti direi che non sarebbero i primi voti dati alla cazzo da professori frustrati (ognuno ne avrà sicuramente da ricordare), che non hanno nessun tipo di controllo superiore, e che magari quel poco di potere lo utilizzano come vogliono.
Comunque parlando di snobismo, il voto non serve a nulla, finché non è essenziale per una borsa di studio o altre agevolazioni, come per esempio una stanza nello studentato, il voto a quel punto non ti definisce ma è assolutamente necessario e c'è chi ci si sbatte per ottenere un riconoscimento meritocratico.
Hai mescolato tutto.
Probabilmente non hai superato la fase di solidarietà con le te adolescente.
Succede a tanti.
O forse sei ancora giovane oppure senti ancora il legame carnale con i figli e li appoggeresti.
O anche hai interpretato il mio scritto come una critica a tuo padre che “ha permesso“ quello che hai scritto.
boh.
Ho idea che tu non abbia letto il fatto.
La ragazza ha già una borsa di studio per meriti sportivi.
Il voto non era indispensabile. Comunque, come tutti, avrebbe potuto recuperare all’orale. Ha preferito il protagonismo.
Alla maturità c’è una commissione, non arriva un commissario esterno che fa il bello e il cattivo tempo. Ma lo saprai. Non capisco perché vuoi immaginare un cattivone psicopatico, insegnante frustrato che si rivale sui ragazzini, che dà voti a cazzo.
La madre è insegnante di greco e ha dato lei una valutazione di perfezione della traduzione. Non l’ho immaginata io un appoggio assurdo alla protesta della figlia.
 

iosolo

Utente di lunga data
Hai mescolato tutto.
Probabilmente non hai superato la fase di solidarietà con le te adolescente.
Succede a tanti.
O forse sei ancora giovane oppure senti ancora il legame carnale con i figli e li appoggeresti.
O anche hai interpretato il mio scritto come una critica a tuo padre che “ha permesso“ quello che hai scritto.
boh.
Ho idea che tu non abbia letto il fatto.
La ragazza ha già una borsa di studio per meriti sportivi.
Il voto non era indispensabile. Comunque, come tutti, avrebbe potuto recuperare all’orale. Ha preferito il protagonismo.
Alla maturità c’è una commissione, non arriva un commissario esterno che fa il bello e il cattivo tempo. Ma lo saprai. Non capisco perché vuoi immaginare un cattivone psicopatico, insegnante frustrato che si rivale sui ragazzini, che dà voti a cazzo.
La madre è insegnante di greco e ha dato lei una valutazione di perfezione della traduzione. Non l’ho immaginata io un appoggio assurdo alla protesta della figlia.
Le valutazioni le ho fatte solo sul merito, sei tu che vedi nella mia difesa alle idee, cose personali, esagerando davvero con una psicanalisi spiccia.
Il fatto dipende dove lo leggi e come lo leggi.
Il protagonismo della madre lo hai visto solo tu. O la Soncini. Ma la Soncini adora questo argomento delle madri e i suoi puccettoni, lo mette sempre a sproposito anche quando non servirebbe, ma non ha figli, e come tutti quelli che non li ha tende a sminuire l'operato di genitore. E tratta ventenni sempre come idioti.
Le ragazze erano 3 non 1. Si sono fissati solo con una e non si capisce perché.
La mia puntualizzazione sulla borsa di studio era sulla tua convinzione di poca importanza al voto e non nel caso specifico.
Il corriere riporta una disputa tra il membro interno e il commissario in questione. Cattivone no, ma a pensar male...
I commissari sono diversi ma di soliti i compiti vengono corretti dal professore della materia.
 
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